Lo Stato di Palestina è ufficialmente riconosciuto dalla Santa Sede
27-06-2015
di François Vayne
fonte: Città Nuova
L’accordo globale tra la Santa Sede e la Palestina, raggiunto il 13
maggio scorso, è stato siglato venerdì 26 giugno in Vaticano, lo stesso
giorno in cui gli attentati in Francia e in Tunisia distoglievano
l'attenzione dell'opinione pubblica da questo evento storico

Un anno dopo lo storico viaggio di papa Francesco in Terra Santa,
l'annuncio del riconoscimento dello Stato di Palestina da parte della
Santa Sede lo scorso 13 maggio ha anticipato la firma di un «accordo
globale», la cui natura non era ancora stata resa nota. Sabato 16 maggio
il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha incontrato il papa prima di
partecipare, il giorno seguente, alla cerimonia di canonizzazione di due
religiose originarie della Palestina, Mariam Bawardi e Marie-Alphonsine
Ghattas. In piazza San Pietro venivano sventolate allegramente
bandiere palestinesi dai membri di una delegazione formata da circa 300
cristiani arabi, giunti dalla Terra Santa, guidati dal patriarca di
Gerusalemme mons. Fouad Twal. Canonizzando Mariam Bawardi come
esempio per diventare «strumento di incontro e di comunione con il mondo
musulmano», Francesco ha così risposto ancora una volta alla teoria
dello «scontro di civiltà», rigettando le manipolazioni che tendono ad
opporre cristiani e musulmani secondo gli interessi strategici di una
sola della parti. Malgrado il peso delle lobby e la propaganda mediatica
in voga, il papa rifiuta infatti coraggiosamente di lasciarsi
ingabbiare in una logica di esclusione e di guerra. Evita il tranello
teso su vasta scala da coloro che cercano di trascinare i cattolici in
una battaglia islamofoba che non appartiene loro, e andando al di là
delle forze contrarie ha quindi desiderato riconoscere apertamente lo
«Stato di Palestina».
Discusso da una quindicina d'anni, l'accordo globale bilaterale
è stato firmato ufficialmente venerdì 26 giugno. Disciplina l'attività
della Chiesa cattolica e il suo riconoscimento giuridico nei territori
palestinesi, e riafferma l'auspicio di una risoluzione del conflitto tra
israeliani e palestinesi nel quadro dei due Stati previsti nel 1947
dall'Onu (la «soluzione a due Stati»).
Mons. Paul Richard Gallagher, segretario della Santa Sede per le
relazioni con gli Stati, e Riad Al-Maliki, ministro degli esteri
palestinese, hanno siglato questo documento storico formato da 32
articoli suddivisi in otto capitoli. «Nelle intenzioni della
Santa Sede, questo accordo che salvaguarda la libertà religiosa e di
coscienza può costituire un modello per altri Paesi a maggioranza
musulmana, e contribuire positivamente alla sfida del dialogo con
l'Islam nella vita pubblica, sociale e politica» ha sottolineato mons. Giuseppe Lazzarotto, delegato apostolico a Gerusalemme e in Palestina.
Questo accordo fa del Vaticano il 136° Paese ad aver riconosciuto lo
Stato di Palestina, confermando il sostegno internazionale che si era
chiaramente manifestato con la risoluzione dell'Assemblea generale
dell'Onu del 29 novembre 2012, che ha riconosciuto la Palestina come
osservatore non membro.
La Santa Sede, che ha relazioni diplomatiche con Israele dal 1993,
sta negoziando dal 1999 un accordo sui diritti giuridici e patrimoniali
delle congregazioni cattoliche nello «Stato ebraico» - secondo il
termine usato dall'Onu nel 1947 -; tuttavia, ciascun incontro semestrale
si risolve con un nulla di fatto. Sebbene sia ancora lungo, il cammino
della pace e del dialogo continua.
Traduzione di Chiara Andreola
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