la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune.
Produrre, organizzare, trovare soluzioni,
impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST?
Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
giovedì 11 giugno 2015
Fronte Unico per l'uscita dall'Euro, capire che il Progetto Criminale dell'Euro è inemendabile
Il dialogo tra Luigi Abete e Matteo Salvini
a Ballarò scatena una leggera incazzatura tra i no-euro. Poi lui chiarisce
mercoledì 10 giugno 2015 07:09
Un piccolo incidente diplomatico si è
verificato ieri durante il dialogo a DiMartedì tra Luigi Abete e Matteo
Salvini. Il dibattito verte sull’euro e sull’Europa e l’ex presidente di
Confindustria fa notare che la posizione di Salvini sulla moneta unica fa paura
a industriali e imprenditori. “Io vorrei che sull’Europa la Lega dicesse se
stare dentro o se fare facile populismo”, dice Abete. “Io ritengo che
sull’Europa ci sia da rivedere tutto, i trattati ma anche la moneta, io sono
europeo ma si può ridiscutere”, risponde Salvini. E ancora: “Io non voglio
andarmene”, aggiunge il leader della Lega: “Io non minaccio di uscire”. A quel
punto Abete coglie la palla al balzo e nel finale del collegamento gli chiede:
“Possiamo quindi dire che lei non vuole uscire dall’Europa, ma vuole solo
criticarla per migliorarla. Possiamo dire che questa è una sintesi?”. “Sì,
risponde Salvini prima della pubblicità nel finale del video. Apriti cielo. La risposta la sentono tutti,
e i molti fan “no-euro” di Salvini si innervosiscono assai, mentre c’è chi nota
che la risposta “moderata” può essere un riposizionamento per la leadership del
centrodestra:
A quel punto, ampiamente sollecitato su
Twitter, deve intervenire su Twitter Claudio Borghi, responsabile economico
della Lega ed ex candidato in Toscana, per spiegare il senso delle parole di
Salvini:
E dopo qualche minuto compare anche questo
post di spiegazioni sulla pagina di Salvini:
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