Bisogna
abrogare le sanzioni alla Russia perché uccidono la nostra economia,
fanno male alla pace. Ma soprattutto perché offendono l'intelligenza e
costringono il più fantastico premio Nobel della storia a rivoltarsi
nella tomba.
Sto parlando di John Forbes Nash, forse schizofrenico, forse
autistico, scomparso in un incidente lo scorso maggio. È il grande
matematico inventore della teoria dei giochi. Che è una cosa
tremendamente seria: tratta il gioco per la sostanza drammatica che ha.
Detta le regole per la vittoria, sempre che il combattente sia audace,
abbia fantasia, e sia disposto ad arrivare fino in fondo. Le sanzioni
economiche sono un caso canonico. Funzionano così. Tu vuoi piegare alla
tua volontà chi ha fatto un torto a te (o a un tuo amico, o ai diritti
umani). Ed allora cominci con un avvertimento molto pratico. Cerchi di
piegarlo con una guerra commerciale di intensità crescente. Fino al
blocco totale dei cieli e dei mari, impedendo le forniture di Paesi
terzi. Ma questo non basta. Devi essere disposto, se vuoi vincere, ad
arrivare fino in fondo: alla guerra-guerra. E il nemico dev'essere certo
di questa tua volontà. Nel caso dell'Iran e delle sanzioni per fermarne
la corsa alla bomba atomica, l'opzione militare è stata presente sin
dall'inizio del «gioco», e l'Iran lo sapeva, e lo sa. In questo caso?
Qualcuno in Europa e negli Stati Uniti è disposto sul serio ad arrivare
ad una guerra nucleare? Ovvio che no. Se non è così le sanzioni hanno un
altro scopo rispetto a quello dichiarato. È la teoria dei giochi a
dirlo. È la storia del mondo ad averne verificato la validità. E gli
americani e gli inglesi che le hanno volute a tutti i costi - con gli
altri Stati dell'Europa silenti e obbedienti - avevano ed hanno
evidentemente un altro scopo. Quale? Azzardo, ma non troppo. Non tanto
sconfiggere la Russia, ma indebolire l'Europa continentale, scavando un
fossato politico ed economico con Mosca. In questo caso la teoria dei
giochi illumina la stupidità dilettantesca e servile dell'Europa e la
furbizia profittatrice dell'America. Escludiamo che un essere razionale
come Obama sia disposto ad arrivare all'Armageddon con Putin (e
viceversa). Ma Washington, in questo tempo fallimentare della sua
politica estera, cerca di ripristinare la propria egemonia
economico-militare sull'Occidente, così da tenerlo al guinzaglio per la
vera sfida che già ora si palesa ma crescerà di intensità. Quella con la
Cina, essa sì in grado di accettare la tenzone con l'America, sino
all'estremo. Ma gli Usa non sono così furbi come appaiono. Le sanzioni
alla Russia danneggiano, contrariamente alle previsioni, anche loro.
Infatti stanno spingendo l'Orso del Volga a spostare il proprio
baricentro di interessi e alleanze verso la Cina, con cui scambia merci e
vende gas, usando non già il dollaro, e neppure l'euro ma la moneta di
Pechino. Che fare? La Mogherini proponga a se stessa e ai leader europei
un seminario a Bruxelles sulla teoria dei giochi di Nash e comprenda
come le sanzioni imposte da Obama siano controproducenti per economia,
pace e pure il decoro dell'intelligenza. Riportiamo il conflitto
russo-ucraino sui binari del dialogo, abbandonando la strada delle
sanzioni. Renzi, svegliati. E studia.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/cos-stati-uniti-colpiscono-leuropa-1139781.html
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