Evo Morales: “Con la mia rivoluzione oggi i boliviani decidono la propria politica economica, non Fmi o Banca mondiale”
Lectio
Magistralis alla Bocconi del presidente della Bolivia: “Non siamo ai
tempi della monarchia, oggi sovranità economica e politica sono diritti
dei cittadini”
di Evey Hammond
“Oggi gli investimenti pubblici in Bolivia ammontano a 7 miliardi di
dollari, reinvestiti anche in progetti sociali, mentre erano 600
milioni di dollari nel 2005”, anno della Rivoluzione democratica
culturale in Bolivia sulla quale ha tenuto una Lectio Magistralis
venerdì all’Università Bocconi di Milano, il suo maggiore protagonista:
il presidente boliviano Evo Morales. “Oggi non siamo ai tempi della monarchia ma viviamo in un’epoca in cui i popoli possono e devono essere sovrani,
unendosi nei movimenti sociali – ha detto il leader dello Stato
Plurinazionale della Bolivia -. La sovranità politica ed economica sono
diritti dei popoli, così come i servizi di base, che devono essere di
tutti e non devono essere privatizzati”. “Con la mia rivoluzione oggi
sono i boliviani a decidere la propria politica economica, non il Fondo
monetario internazionale (Fmi) o la Banca mondiale”, ha aggiunto
Morales, che ha ottenuto il terzo mandato consecutivo come presidente
della Bolivia con il 61% dei consensi.
Morales ha esordito la sua Lectio alla Bocconi con un breve excursus storico sulla storia della Bolivia, definita, “una terra saccheggiata e oppressa così come la terra d’America,
dove gli indigeni sono stati a lungo condannati a essere sterminati
dalle politiche di Gran Bretagna e Stati Uniti”, per poi arrivare alle
lotte sindacali e del movimento dei cocalero contro il governo
boliviano, “che conduceva una politica del machete” e le ingerenze degli
Usa. Battaglie che portarono il principale leader di questi movimenti,
Morales, e il suo partito, il Movimiento al Socialismo (Mas), a vincere
le elezioni del 2005. Una data che segna una svolta nella storia della
Bolivia dove Morales dà vita a un’Assemblea costituente che porta a una
Nuova Costituzione e realizza il Modello Economico Sociale Comunitario
Produttivo (MESCP) che unisce economia e sociale.
I fondamenti del MESCP sono la crescita e lo sviluppo basati sull’utilizzo delle risorse naturali a beneficio dei boliviani,
la proprietà del surplus economico da parte dello Stato e la
redistribuzione del reddito, in particolare tra i poveri. “Tra le prime
cose che ho fatto – ha spiegato Morales – è stato recuperare i diritti
sugli idrocarburi a beneficio dei boliviani” e non delle imprese
straniere. Una riforma in base alla quale oggi “lo Stato boliviano guadagna l’82% dei profitti dell’estrazione del petrolio, mentre le aziende il 18%” che ciononostante “non hanno abbadonato la Bolivia dove continuano a fare profitti”.
Il modello del MESCP, implementato da Morales, prevede inoltre che lo Stato assuma il ruolo di banchiere, produttore, redistributore e investitore.
“Il primo anno abbiamo avuto un enorme surplus, ma lo sviluppo è
continuato anche successivamente. Il nostro modello economico continua a
funzionare anche oggi”, ha spiegato il presidente bolivariano citando
la crescita accelerata della Bolivia, con una diminuzione al minimo
storico della povertà estrema del Paese e un miglioramento
dell’assistenza sociale. “Abbiamo investito nell’istruzione dei bambini
dei quali l’abbadono scolastico era altissimo, mentre oggi è all’1%, e
sui pensionati, che sono l’altra fascia debole della società”.
La rivoluzione boliviana ha anche comportato una riduzione della dipendenza della Bolivia dai prestiti esteri e
un aumento della domanda interna, che tutt’oggi traina la crescita del
Paese grazie alle politiche di ridistribuzione delle entrate e i
crescenti livelli di investimenti pubblici. Il settore pubblico ha
registrato avanzi di bilancio per 8 anni consecutivi dal 2006, dopo 66
anni di permanente deficit fiscale, grazie alla gestione delle finanze
pubbliche del governo di Morales.
Nel sociale il tasso di disoccupazione è sceso dal 8,1% nel 2005 al 3,2% nel 2013,
il livello più basso della regione. Dal 2011 la Bolivia non è più il
Paese più povero della Regione, la povertà estrema è scesa dal 34,7% nel
2005 al 18,7 nel 2013. “La Bolivia oggi non è più un Paese mendicante –
ha detto ancora Morales alla platea della Bocconi -, ma ha una dignità e
si è liberato di un’oppressione politico-economica”. Con un il Pil
che ha oggi superato i 31 miliardi, la popolazione boliviana oggi gode
di una migliore qualità della vita e di reddito più alto, espresso in un
aumento dei consumi che hanno registrato un tasso di crescita media
annua del 6% tra il 2006 e il 2013. Il fatturato del ristoranti e
supermercati è passato da 137 milioni di dollari nel 2005 a 968 milioni
nel 2013, con un aumento del 605%. (Fonte Ministero dell’Economia e
delle Finanze della Bolivia).
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