L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

mercoledì 8 luglio 2015

Comunione e Liberazione, attraverso i suoi uomini di punta, ha elevato la corruzione a Sistema

Formigoni replica alle accuse di corruzione: 'Leggerezza in amicizia'

Ex presidente Lombardia rilascia dichiarazioni spontanee

"La legittimità dei miei atti da presidente della Regione Lombardia è incontestabile". Lo ha detto Roberto Formigoni nelle dichiarazioni spontanee al processo Maugeri, spiegando di non aver "mai emanato atti in favore" di alcuno e che la Procura "si è concentrata sui rapporti personali con Daccò e Simone".
L'ex presidente della Lombardia è imputato per associazione per delinquere e corruzione assieme, tra gli altri, all'ex assessore regionale Antonio Simone e al faccendiere Pierangelo Daccò.  "Se non avessi conosciuto Daccò e Simone - ha osservato - questo processo non sarebbe mai iniziato" Replicando alle accuse di  corruzione Formigoni ha spiegato che "non si tratta di utilità ma di scambi tra persone che sono amiche". "Le barche erano di Daccò, che non le ha comprate per me ma per se stesso", ha proseguito Formigoni riferendosi ad alcune contestazioni contenute nel capo di imputazione. "Daccò mi invitava a bordo delle sue barche - ha sottolineato - e la mia unica colpa è quella di aver accettato l'invito di un amico".
"Accettavo i suoi inviti per i viaggi e Daccò si faceva carico delle spese e non ha mai chiesto nulla, anzi - ha detto l'ex governatore -  io ho provato a pagare e forse una volta ci sono riuscito e poi cercavo di sdebitarmi con delle cene a casa mia o con visite in località turistiche".  Secondo Formigoni, "l'amicizia è la tipica cosa in cui non ci sono calcoli".  Rilasciando dichiarazioni spontanee in aula, Formigoni ha spiegato di essere "finito in uno scenario kafkiano, di totale fantasia". "Secondo l'accusa avrei cominciato a percepire le utilità dieci anni dopo l'inizio della mia attività delinquenziale a favore della Maugeri - ha aggiunto - e nonostante la mia capacità diabolica di corrompere sarei così fesso da non portare a casa nessun vantaggio nell'immediato".
   "Con il senno di poi - ha concluso - posso imputarmi che mi sono esposto con leggerezza in un rapporto personale di confidenza, che all'esterno è stato visto malamente, ma questa amicizia non si è mai riverberata sulle mie scelte politiche".

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