Energia dalle onde del mare: nasce Pewec, nuovo
gioiellino della tecnica in casa Enea
L’Enea ha presentato Pewec, un
dispositivo di 3 tonnellate da posizionare in mare aperto ed in grado di
ricavare energia elettrica dal moto ondoso
E’
nato
Pewec, il
dispositivo galleggiante da posizionare in mare aperto e a forma di
zattera in grado di produrre energia elettrica sfruttando l’oscillazione
delle onde marine: la “zattera” è composta da un pendolo incernierato allo
scafo e libero di muoversi al suo interno. Il dispositivo innovativo è
stato presentato dall’ente pubblico di ricerca “Enea” durante il
settimo appuntamento del ciclo di convegni tematici sulla Ricerca di
Sistema Elettrico tenutosi a Roma lo scorso martedì, che come spiega la
stessa agenzia, ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo del comparto
dell’energia marina attraverso la condivisione delle recenti esperienze nella
realizzazione di dispositivi di conversione.
Pewec, acronimo di Pendulum Wave
Energy Converter, è un dispositivo in grado di produrre energia in modo
intelligente ma soprattutto con una tecnologia low cost; questo, è stato
pensato per le coste italiane perché bagnate da onde di piccola altezza e alta
frequenza. Il prototipo presentato martedì scorso è il frutto della
collaborazione che l’agenzia “Enea” ha intrapreso con il Politecnico di
Torino, esso è in scala 1:12, pesa 3 tonnellate e misura 3m x 2m x 2m di
altezza; tuttavia, l’Università piemontese e l’agenzia con sede a Roma stanno
già lavorando per la produzione di un nuovo prototipo in scala 1:1 e con una potenza
nominale di 400kW.
“Questo sistema low cost di produzione
di energia dal mare è particolarmente interessante per le tante isole italiane,
dove la fornitura di energia è garantita da costose e inquinanti centrali a
gasolio – spiega Gianmaria Sannino, responsabile del laboratorio Enea di
modellistica climatica e impatti – “Una decina di questi dispositivi possono
produrre energia elettrica per un paese di 3.000 abitanti, contribuendo in modo
significativo anche a contrastare i fenomeni di erosione attraverso la
riduzione dell’energia delle onde che si infrangono sulla costa, senza
impattare in maniera significativa su flora e fauna marine”, continua Sannino.
L’Enea spiega che ricavare
energia dalle onde del mare presenta diversi vantaggi anche rispetto
all’eolico ed al fotovoltaico, infatti, grazie ad un basso impatto
ambientale e visivo, ad una minore variabilità oraria e giornaliera e ad una
variazione stagionale favorevole, visto che il potenziale dell’energia dalle
onde è più alto in inverno quando i consumi energetici sono massimi. Gianmaria
Sannino evidenza: “In Italia sta crescendo l’interesse per la produzione di
energia pulita e rinnovabile da onde e maree e secondo il Piano d’azione
nazionale per le energie rinnovabili dovremmo installare una potenza di 3 Mw di
questo tipo di impianti entro 2020″; il
responsabile Enea è ottmista, infatti afferma: “L’energia marina rappresenta
una reale opportunità di favorire la crescita economica e l’occupazione,
migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e, soprattutto,
aumentare la competitività attraverso l’innovazione tecnologica”.
Lo sfruttamento dell’energia marina
rappresenta una tecnica potenzialmente in grado di sormontare le altre fonti di
energia non rinnovabile, ma, come spiega Enea sul suo sito
internet, sfruttare l’energia del mare significa conoscere in modo
dettagliato la velocità delle correnti, l’altezza delle onde e l’intensità
delle maree: per questo l’ENEA ha realizzato “L’Atlante del clima ondoso del
Mediterraneo”, la prima mappa capace di individuare in modo accurato
le zone più interessanti per lo sfruttamento energetico delle onde. “Con i
suoi 8.000 km di coste l’Italia possiede un importante potenziale di energia
associata al moto ondoso, paragonabile a quello presente sulle coste
orientali del Mare del Nord. La costa occidentale della Sardegna, ad esempio,
ha un valore medio annuo del flusso di energia di circa 13 kW/metro, mentre
quello del nord-ovest della Sicilia si aggira intorno ai 10 kW/metro”, conclude
Sannino.
La mappa, realizzata nell’ambito dell’accordo
di programma con il Ministero dello Sviluppo Economico, permette di
conoscere i valori di altezza e direzione necessari a stimare l’energia
ricavabile in un area specifica e ad identificare la tecnologia più adatta da
utilizzare, tenendo conto anche delle condizione estreme nelle quali il
generatore potrebbe trovarsi; inoltre, l’ENEA ha realizzato un nuovo
sistema operativo per la previsione del moto ondoso fino a cinque giorni,
sistema in grado di stimare l’energia da collocare nella rete elettrica con un
dettaglio spaziale di poche centinaia di metri.
A livello europeo, l’Enea partecipa al
programma congiunto di ricerca sull’energia dal mare JP Marine Renewable
Energy, proposto dalla European Energy Research Alliance (Eera). Lo
sfruttamento dell’energia dal mare è tra le priorità della Commissione
europea per lo sviluppo della Blue Economy: per 2014-2020 è stato
presentato un piano di azione con l’obiettivo di raggiungere una potenza
installata di 3,6 GW entro il 2020 e di 188 GW al 2050.
http://www.napolitime.it/71893-energia-dalle-onde-del-mare-nasce-pewec-nuovo-gioiellino-della-tecnica-in-casa-enea.html
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