L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

mercoledì 8 luglio 2015

Fronte Unico per uscire dall'Euro nel rispetto delle proprie identità e della propria cultura

Diego Fusaro, “Io come Salvini? Non credo”

Il noto filosofo controcorrente risponde a Pugliain: "Sono contro l'euro, ma non certo leghista. Basta con questo inglese del mercato"

Diego Fusaro

Saggista, filosofo, controcorrente, un revisionista per i suoi “compagni” di sinistra ed un idolo per quelle che dovrebbero essere le opposizioni. Insomma Diego Fusaro, come capita spesso ai pensatori liberi, rompe gli schemi, si proclama marxista convinto ma le sue idee spesso protezioniste e nazionaliste non convincono chi lo accusa di revisionismo e tradimento. Cura un blog su “Il Fatto Quotidiano” ed è ospite gradito in trasmissioni televisive come “La Gabbia”, talk show su La7.
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per i lettori di Puglia In

Recentemente Facebook s’è tinto di arcobaleni per celebrare il riconoscimento delle unioni gay negli States. Ci può spiegare perché lei è critico su questo tipo di matrimoni?
Io sono contrario a tutti gli atteggiamenti figli del conformismo di massa e quando osservo questa tendenza, filosoficamente sono portato a sollevare il dubbio, a discutere criticamente una procedura. Io per altro non è che non sia favorevole all’estensione dei diritti. Però per un verso in America si attribuiscono nuovi diritti e dall’altro verso c’è la pena di morte, alte soglie di povertà, nessuna garanzia sanitaria pubblica, basi militari in tutto il mondo, non è il caso di fare di fare l’elogio agli USA.
Non dobbiamo fingere non esista il matrimonio uomo – donna. Questa è discriminazione? Non credo.

Euro, la ritiene una moneta nemica da quale punto di vista? Politico, economico o sociale?
Sotto ogni profilo, l’euro non è una moneta ma uno strumento di governo per applicare politiche neoliberiste. Esso è dal punto di vista economico una moneta privata e transnazionale per cui gli Stati debbono indebitarsi, dal punto di vista politico maschera come dicevo prima, sotto il nome di “riforme”, determinate politiche neoliberiste; E dal punto di vista sociale sta smantellando i diritti in nome del pareggio di bilancio. Sono  “controriforme”, forme di regressione rispetto al passato.

L’inglese è di fatto la lingua imperante nelle relazioni commerciali ed anche umane nell’era della globalizzazione. Perché dovremmo opporci a questo tipo di impostazione?
Anzitutto preciso che l’inglese di Shakespeare o Wilde è una lingua splendida e va coltivata, ma le lingue nazionali vengono sostituite dall’inglese del mercato, della “spending review”, della “governance” e se si perde la cultura nazionale si perde la propria identità e la capacità di opporsi.

Matteo Renzi può considerarsi di sinistra? Ed il suo Governo può farci uscire dalla crisi attuale?
Ma direi di no! Direi che è la punta di diamante del neoliberismo, il lessico della rottamazione è ultraliberista in linea con lo spirito dei tempi. Neoliberismo con verniciatura rossa, ma sempre quello è.

La Grecia post Referendum ha un’altra faccia. Il popolo ellenico col 61.3% dei “NO” ha rinnegato il cappio della finanza internazionale. Adesso cosa crede cambierà in Europa?
Precisiamo subito che con questo Referendum restano col cappio nel collo, non uscendo dall’euro. Però questa presa di coscienza grandiosa speriamo possa far partire anche la volontà di abbandonare l’euro e l’Eurozona. Emerge una reazione di tutti i popoli d’Europa, la situazione non è sostenibile e dopo millenni la Grecia torna a mostrarci la strada della democrazia. Non si può essere democratici, liberi ed emancipati, se non si possiede una prospettiva di tipo sovrano-democratica.

Un’ultima domanda, perché la accostano alla Lega di Matteo Salvini?
Questa è una domanda che mi pongo anche io, forse perché porto avanti (non per slogan ma con argomenti filosofici), la battaglia contro l’euro e contro l’Unione Europea, probabilmente per questo motivo. Matteo Salvini l’ho visto una volta in vita mia in una occasione televisiva. C’è la volontà di delegittimare gli interlocutori etichettandoli.

Ti ringrazio per la domanda e ne approfitto per ribadire che io non appartengo alla “Lega Nord” e rivendico la mia indipendenza culturale ed intellettuale.

http://www.pugliain.net/diego-fusaro-il-filosofo-controcorrente/

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