Come tutti sanno, e come logica vuole, il tasso di interesse pagato
da un debitore è correlato con il grado di rischio che il mercato gli
attribuisce, ossia verrà richiesto un interesse maggiore per concedere
un prestito a chi non viene considerato un soggetto economico
affidabile.
Questo fatto è del tutto ovvio e scontato, siamo più propensi a
prestare i nostri soldi a chi sappiamo avere una situazione finanziaria
stabile e solida, il primo comandamento per un investitore, direi un
dogma, infatti, è quello di non perdere i propri soldi.
In finanza il maggior tasso di interesse richiesto ad un debitore
“poco affidabile” viene chiamato “premio al rischio” e, ribadiamo, è una
regola dettata dal buon senso, quindi ci aspettiamo che valga sempre.
Tuttavia ci sono eccezioni, anche alla logica.
La logica infatti ci farebbe pensare che la Grecia, vista la
situazione precaria delle proprie finanze, sia costretta a pagare alti
tassi di interesse sul proprio debito pubblico.
Non solo non è così, ma è vero addirittura il contrario.
Ma come? Verrebbe da pensare, dopo che nel 2012 la Grecia era andata
in default “tagliando” di oltre il 50% il proprio debito (ma per i
poveri risparmiatori che avevano in mano titoli ellenici la perdita ha
superato il 75% perché gli sono stati dati loro titoli di stato greci il
cui valore era ben al di sotto del nominale!) come ha fatto a trovare
nuovi investitori che hanno sottoscritto ancora i loro titoli del debito
pubblico?
INFATTI NON LI HA PIU’ TROVATI
Il fallimento della Grecia del 2012 è stato un bagno di sangue per
tutti gli investitori, tantissimi nostri connazionali come detto, hanno
perso il 75% dei loro sudati risparmi, nemmeno con il crac
dell’Argentina si era arrivato a tanto eppure, tutto questo è avvenuto
nel più assoluto silenzio, mentre del default del Paese sudamericano i
nostri telegiornali ne hanno parlato per anni.
Ma come detto la Grecia è stata un bagno di sangue per tutti gli
investitori, non solo per i privati, anche le Banche, in particolare
quelle tedesche e francesi (fortunatamente le italiane erano molto meno
esposte) hanno preso una legnata pazzesca, ed hanno dovuto mettere a
perdite somme ingenti proprio perché avevano creduto, ingenuamente,
proprio ai loro burocrati europei che continuavano a ribadire che
nessuno Stato, fra quelli appartenenti all’euro, avrebbe mai potuto
dichiarare default.
Ovviamente, quindi, dopo che tutti gli investitori, privati o
istituzionali, erano usciti con le ossa rotte dal fallimento del 2012
non c’è più stata nessuna persona sana di mente che abbia comprato un
Bond greco, ed allora?
Ed allora per non ridurre il popolo greco alla fame sono intervenuti i
Governi degli altri Stati europei che prima con prestiti bilaterali,
poi con i fondi dell’Efsf (European Financial Stability Facility) cioè
il fondo europeo di stabilità finanziaria, diventato successivamente Esm
(European Stability Mechanism) quello che, giornalisticamente, viene
chiamato “Fondo Salva-Stati”, sono intervenuti massicciamente, inoltre
hanno contribuito ai vari salvataggi della Grecia che si sono succeduti
in questi ultimi tre anni anche il FMI e la Bce, la quale, oltre a
possedere attualmente l’8% del debito pubblico greco continua a fornire
liquidità alle Banche elleniche per non farle fallire.
Ed allora attualmente praticamente la totalità del debito greco è
sovvenzionato da istituzioni nazionali e sovranazionali che sono
intervenute in aiuto del popolo greco per evitare ulteriori fallimenti,
fornendo alla Grecia prestiti a lunga scadenza a tassi di interessi
bassissimi.
Da uno studio di qualche mese fa, ma oggi la situazione non è
cambiata, risulta che LA GRECIA PAGA SUL PROPRIO DEBITO PUBBLICO
INTERESSI PIU’ BASSI ADDIRITTURA RISPETTO A QUELLI DELLA GERMANIA!!!
Non parliamo poi dell’Italia!!!
La Grecia mediamente sull’ammontare globale del proprio debito
pubblico paga un interesse del 2,4%, la Germania del 2,7% mentre
l’Italia del 4,9%.
Ossia noi paghiamo più del doppio del tasso di interesse che paga la Grecia.
Il motivo, lo ribadisco, è che il debito greco è in mano ad organismi
nazionali ed internazionali il cui scopo è quello di aiutare la Grecia
ad uscire da questa crisi, mentre il debito della Germania e dell’Italia
è in mano ad investitori, privati od istituzionali, che ovviamente, e
giustamente, pretendono che venga remunerato il proprio investimento.
Il fatto drammatico, però, è che la Grecia nonostante tassi di
interesse così bassi non riesca a risollevarsi, e non riuscirebbe a
risollevarsi neppure se si azzerassero anche gli interessi, Tsipras
infatti insiste per l’ennesimo default ossia per l’ennesimo fallimento.
Ma c’è un altro problema ancora più grave, a mio parere, ossia che
neanche un nuovo stralcio del debito pubblico risolverebbe la
situazione, se infatti dopo tre anni da quando è stato “dimezzato” il
debito pubblico greco siamo ancora punto e a capo, ne consegue che se
anche oggi la Grecia facesse l’ennesimo default fra tre anni saremmo
ancora punto e a capo.
Da un default all’altro … sino all’infinito!!!
IL PROBLEMA E’ L’EURO …
… MA QUANTO CI METTERETE A CAPIRLO?!?!?
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro
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