L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

martedì 28 luglio 2015

Quello che l'imbecille Renzi e il corrotto Pd non potranno mai capire che non è un prolblema di comunicazione ma di contenuto


Sanità. Matteo Renzi: non chiamateli tagli. Il premier teme un altro disastro comunicativo come la Buona scuola

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RENZI

Un altro disastro comunicativo come sulla ‘Buona scuola’, no grazie. Sui tagli alla sanità Matteo Renzi già vede guai in vista. E il premier non vuole ripetere lo stesso errore accaduto sulla riforma della scuola, “errore di comunicazione”, a suo dire, che gli è costato la fiducia di un buon pezzo di elettorato Pd, stando ai sondaggi e anche alle proteste dei docenti, frequentissime anche nelle varie feste dell’Unità in corso in Italia. Tra l’altro, proprio domani sera Renzi sarà ospite della Festa dell’Unità di Roma: l’allerta è massima. Per questo, il premier oggi ha preso in mano la questione, anche un po’ adirato con il suo responsabile della Spending Review, Yoram Gutgeld, che nell’intervista di ieri a Repubblica avrebbe dovuto usare qualche arte diplomatica in più, dicono dalla cerchia del capo del governo. 

Per tutta la giornata, la presentazione del pacchetto di tagli alle prestazioni cliniche ‘extra’ e ad altri ‘sprechi’ è rimasta in bilico. Stamane era certo che il governo l’avrebbe presentato domani contestualmente alla questione di fiducia sul decreto enti locali in Senato. Nel pomeriggio la certezza si è affievolita, tanto da diffondere voci secondo cui domattina a Palazzo Madama la seduta avrebbe trattato un altro argomento: la riforma della Rai. Complice anche la mancanza del numero legale per ben quattro volte oggi sul decreto Enti locali. Ma a sera, Renzi decide. Il pacchetto sarà presentato domani, quando verrà posta anche la questione di fiducia sul dl Enti locali.
Il fatto è che al quartiere generale Pd oggi i telefoni sono diventati bollenti e non per il caldo. Bensì per gli assessori regionali alla Sanità delle giunte di centrosinistra. Arrabbiati per la stangata in arrivo, che, come spiega Gutgeld, dovrebbe contribuire a generare “10 miliardi di euro” di risparmi della spending review, utili in vista del taglio delle tasse promesso da Renzi. In ogni caso, per il premier la rabbia montante nei territori è stata la conferma che l’operazione ‘Sanità’ stava nascendo male, caricata ormai sui media da quel termine ‘tagli’ indigeribile per qualsiasi elettorato. Sos: possibile boomerang in vista.

Per questo Renzi si è messo a studiare la pratica, per salvare una nave avviata alla deriva, comunicativamente parlando. Obiettivo: trovare le parole giuste per spiegare l’operazione agli italiani senza perderli, possibilmente. Anche perché, dicono i suoi, questi primi 2,3 miliardi di tagli (pardon ‘razionalizzazione’ in gergo renziano) previsti nel dl Enti locali sono solo l’antipasto. Il piatto forte arriverà a fine anno con la legge di stabilità. Ed è questo il motivo per cui il premier ha decide di anticipare subito una parte del nuovo ‘boccone indigesto’: per non trovarsi a gestire tutto insieme con la legge di stabilità. 

L’ordine di scuderia è: tentare di correggere la pericolosa curva stabilita dai media per raccontare questa storia. Interviene subito la senatrice Dem Magda Zanoni, relatrice del decreto Enti locali. "Leggiamo articoli allarmistici su ipotesi di tagli al servizio sanitario contenuti nel DL Enti territoriali che voteremo in Senato questa settimana – dice Zanoni - Insieme alla Chiavaroli sono relatrice del provvedimento e escludo che nel decreto ci siamo norme che vanno in questa direzione. Ha ragione il ministro Lorenzin: le misure previste riguardano solo la razionalizzazione di alcune voci di spesa, come già previsto del resto nell'accordo Stato-Regioni". Sarà sufficiente per andare avanti senza causare danni irreparabili nell’elettorato Pd ed extra Pd?

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