Giulietto Chiesa: puniranno la Grecia,
anche con la guerra
luglio 08 2015
Il 5 luglio 2015 passerà
alla storia. E gli ettolitri di inchiostro virtuale che stanno già diluviando
introducono un’epoca nuova, che sarà però drammatica e non felice. Questo, per
rispondere subito agli insoddisfatti, agli incerti, ai critici, anche a quelli
che criticano Tsipras nonostante la sua vittoria e si accorgono, adesso, con
qualche stupore anche un po’ ingenuo, del fatto evidente che siamo tutti
sull’orlo di un vulcano, da cui la vittoria non ci ha allontanato. Grazie a
Tsipras, anche loro adesso lo vedono meglio. Meglio tardi che mai. Il vulcano è
politico. I mercati non possono tollerare, e non tollereranno, che qualcuno
possa intaccare il loro potere di decisione. E dunque renderanno un calvario il
tentativo della Grecia di sottrarsi alle loro angherie. Ma ormai è accaduto
l’inverosimile, e sarà necessaria una punizione esemplare: prepariamoci,
quindi. Ma il problema è che ciò che è accaduto in Grecia dice alcune cose
indicibili, per loro, per i padroni universali. Dice per esempio che il tabù
europeo è stato infranto, e non solo in Grecia, ma molto più lontano; che il
sistema – altra cosa – come ha scritto molto bene Pino Cabras, è anelastico,
cioè: non è capace di formulare un piano-B una volta che il piano-A non ha
funzionato. Così è avvenuto: credevano di vincere, e hanno perduto.
E infine, ci dice che
quest’Europa non ha più nulla a che vedere con quella di 50 anni fa; che loro
hanno preso ilpotere; che se lo vogliono tenere; e che quello che è avvenuto in
Grecia è una bestemmia, per il potere europeo. Dunque, aspettiamoci colpi di
coda drammatici e anche violenti, non solo contro i reprobi greci, ma anche
contro ogni altra spiaggia dove l’esempio greco potrebbe ripetersi. Il
risveglio greco deve dunque dirci che siamo in pericolo: è il 1848 del XXI
secolo. Sappiamo come andò a finire, due secoli fa: andò a finire male, perché
coloro che volevano ribellarsi non erano organizzati. A questo appuntamento, le
masse popolari europee giungono disordinate, disorganizzate, divise, prive di
una guida. Questo è un dato di fatto. E dunque, la prima cosa da fare è
costruire un fronte ampio, di resistenza popolare, europeo. So che non sarà
facile, non mi faccio nessuna illusione, ma una cosa mi è chiara: questa
questione non si può eludere, altrimenti saremo sconfitti senza neanche poter
combattere. Il nemico, i mercati, sono molto meglio organizzati di noi.
Ci hanno pensato prima. Si sono preparati, in qualche modo. Hanno commesso
degli errori, ma hanno dalla loro parte gli eserciti, le polizie, e agiscono su
molti piani simultaneamente. Non sono né ingenui né impreparati. Per questo,
per resistere a questa armata potente e ricca, come sappiamo, le forze popolari
avranno bisogno di alleati. Cioè avranno bisogno di una politica estera, di una
politica europea comune, che guardi al mondo. Non c’è tempo da perdere. I
padroni universali hanno eserciti già in moto – anche questo ci deve far
riflettere: non si arriva alla crisi greca senza che loro si siano preparati,
con tutta una serie di scenari di guerra già pronti, dall’Ucraina al
pre-Baltico, dalla Macedonia all’oltre-Dnestr, alla Grecia stessa (ai confini
con l’Albania). Noi siamo già – altro che sull’orlo di un vulcano – siamo già
su una bomba accesa, con una miccia che
diventa sempre più corta. Dunque, non è soltanto chiudendo gli sportelli
bancari e i rubinetti finanziari che i padroni universali muoveranno
all’attacco.
C’è la guerra, come
strumento principe per bruciare i libri mastri e le montagne di carta che sotto
forma di debito ci stanno soffocando – la Grecia e noi. Ecco perché è centrale
la questione dell’uscita dell’Italia dalla Nato e la sua trasformazione in un
paese neutrale – così come sta avvenendo in Austria, altro paese neutrale che
si sta muovendo per uscire addirittura dall’Europa. Queste sono questioni
cruciali: o noi smetteremo di essere una colonia degli Stati Uniti d’America e
decideremo (democraticamente) di diventare neutrali e non entrare in nessunaguerra,
o difficilmente, se non succederà questo, noi potremo aiutare la Grecia a
vincere in questo difficile calvario, ma anche noi stessi. Così deve avvenire,
mentre giriamo intorno al sole.
(Giulietto Chiesa, “Il
1848 del XXI secolo”, video-intervento per “Pandora Tv” del 7 luglio
2015).
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