la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune.
Produrre, organizzare, trovare soluzioni,
impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST?
Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
sabato 15 agosto 2015
Il territorio italiano invaso dagli stranieri che si preparano, insieme ai servi, alla guerra
Italia sempre più sotto controllo Nato. Lo scacchiere anti-Russia
Trident
Juncture nella nuova base di Napoli, il sistema Muos e quello di
spionaggio elettronico in Sicilia. Sigonella capitale dei droni. Due
basi per l'Africa. Italia sotto controllo Nato. E il vento di guerra con
la Russia soffia sempre più forte
Trident
Juncture nella nuova base di Napoli, il sistema Muos e il centro per lo
spionaggio elettronico in Sicilia. Sigonella capitale mondiale dei
droni. Altre due nuovi basi per le missioni americane in Africa.
L'Italia è sotto un controllo sempre più stringente della Nato. E il
vento di guerra con la Russia soffia sempre più forte. Così il nostro
Paese diventa una pedina fondamentale nell'ampia strategia di
militarizzazione portata avanti dal Patto Atlantico.
Affaritaliani.it ha parlato nei giorni scorsi della maxi esercitazione militare Trident Juncture 2015 che
si svolgerà proprio in Italia, nella nuova base di Lago Patria a
Napoli. Ma questo non è l'unico esempio del controllo sempre più vasto
della Nato sul territorio italiano e di conseguenza sulla politica
estera (e militare) del nostro Paese. Gli altri esempi? Sono davvero
tanti e dimostrano il ruolo centrale che ha l'Italia nella strategia
della Nato e dunque degli Stati Uniti.
E' ormai da anni che si discute, ad esempio, del Muos, il nuovo
sistema di telecomunicazioni satellitari di nuova generazione che a
breve entrerà in funzione a Niscemi, in Sicilia. Una regione che
improvvisamente diventerà la capitale mondiale dei droni, visto che
nella vicina Sigonella entrerà invece in funzione il sistema Ags, un
sofisticato sistema di spionaggio elettronico che servirà secondo molti
analisti a potenziare la capacità offensiva "fuori area". Insomma, non
solo strategia difensiva.
Ma non è tutto. In Italia, dove peraltro sono custodite circa 70
bombe atomiche tra le basi di Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone), via
libera anche a due basi a Vicenza e Napoli per l'Africom, il comando
americano per le operazioni legate all'Africa, come segnalato da padre
Alex Zanotelli sul suo blog. Insomma, l'Italia è sempre più, suo
malgrado, in prima linea nelle strategie della Nato che non si fermano
al Mediterraneo e al Medio Oriente ma sono dirette, anche se non in
maniera ufficiale e dichiarata, alla Russia.
L'aumento della spesa militare riguarda tutta l'Europa. Dopo la crisi
in Ucraina si è arrivati a spendere il 2% del pil nella Difesa sotto il
diktat degli Usa e della Nato. La funzione anti russa è quantomai
chiara, visto anche il continuo rafforzamento dei confini orientali
dell'Europa, con l'invio di militari in pianta stabile in aumento sia in
Polonia sia nei Paesi Baltici, proprio laddove le tensioni con Putin
sono sempre più forti. E l'Italia viene usata come una importante base
strategica e un terreno di sperimentazione. Non dobbiamo per forza
essere contrari, ma forse dovremmo esserne tutti più consapevoli...
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