L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 10 settembre 2015

i tanto declamati tedeschi sulla 'ndrangheta nascondono la testa nella sabbia, altro che struzzi

Ndrangheta Germania 1200 affiliati ma il reato mafia non c’è

ROMA – Gli arresti del 7 luglio scorso in Germania eseguiti su impulso della procura di Reggio Calabria (per non parlare della strage di Ferragosto 2007 al ristorante Bruno a Duisburg) non ha completamente convinto i tedeschi del problema rappresentato dalla ventina di clan presenti suol territorio, dei 1200 affiliati ‘ndranghetisti, a volte concorrenti.
“La ‘ndrangheta ‘fantasma’ della Germania” – è il titolo di un articolo di Roberto Galullo sul Sole 24 ore – si deve non solo a una percezione diffusa ancora non matura per comprenderne il fenomeno della clonazione in Europa della struttura ‘ndranghetista, ma anche al fatto che il codice tedesco non contempla il reato di “associazione mafiosa”. Per procedere ai 10 arresti e fornire una giustificazione accettabile per i magistrati tedeschi riluttanti, è stato studiato l’escamotage della transnazionalità.
Sottolinea il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, che  “il 416 bis, e cioè l’associazione per delinquere di tipo mafioso, non è previsto in Europa. Abbiamo legato così l’indagine ad un reato transnazionale consumato in Italia, a San Luca e Fabrizia, con le articolazioni diffuse in Germania e in Svizzera. Quando gli affiliati all’organizzazione si spostavano dalla Germania a Rosarno ed a Fabrizia, si confrontavano sempre con Domenico Oppedisano, il capo crimine della provincia. E’ a lui che dovevano fare riferimento ed era lui che doveva accettare o meno l’apertura o la chiusura di nuovi locali all’estero”.
«Abbiamo avuto non poche difficoltà a convincere la magistratura tedesca e la Bka della necessità di approfondire gli elementi che noi avevamo tratto dalle conversazioni registrate in una bocciofila» ha sottolineato il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, mentre il procuratore capo, Federico Cafiero De Raho ha aggiunto: «Nonostante questa indagine dimostri come la ’ndrangheta sia ormai presente a livello internazionale, all’estero non c’è ancora consapevolezza sulla necessità di portare il contrasto oltre i confini italiani». (Roberto Galullo, Il Sole 24 Ore).
L’operazione, chiamata “Rheinbrücke”, rappresenta la naturale prosecuzione dell’operazione “Helvetia” che aveva fatto luce sulla presenza di alcuni esponenti della ‘ndrangheta in Svizzera. Ha trovato così sostanziale conferma l’esportazione del modello ‘ndranghetistico in Svizzera e Germania, dove, secondo quanto è emerso dall’inchiesta, l’organizzazione criminale è stata “clonata” realizzando strutture analoghe a quelle tradizionalmente tipiche del territorio calabrese e con evidenti stretti legami di dipendenza con l’organismo di vertice in Calabria.
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