L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 3 dicembre 2015

Corruzione, tutti i gangli dello stato sono infettati, tutti i cittadini si sentono autorizzati, appena gli è possibile, a non rispettare le regole

Ma cosa sta succedendo all’Aifa? Basta indugi e indiscrezioni. Governo dica come stanno le cose
Guerra tra bande ai vertici con conseguenti futuri colpi di scena a base di dossier e provvedimenti vari? Effettive irregolarità amministrative nell’operato dei vertici e chissà, anche di altri componenti delle varie commissioni? Oppure c’è ancora di più e quello che è emerso è solo la punta di un iceberg oscuro e con diramazioni sotterranee ben più rilevanti? Il Paese deve sapere


02 DIC - Ma cosa sta succedendo all’Aifa? La domanda non è forse di importanza fondamentale per le sorti della nazione ma certamente tra gli addetti ai lavori è la domanda del giorno da quando è esploso il caso Pecorelli(presunto conflitto di interessi e sospensione dall’incarico di Presidente), seguito a ruota da quello Pani (richiesta di 700mila euro da parte del Collegio dei revisori dell’Agenzia che il Dg avrebbe riscosso sforando il tetto dei compensi per i dirigenti della PA, se si sommano il compenso di Dg e gli emolumenti che lo stesso Pani percepisce dall'Ema per la sua consulenza).

Due piccole bombe per l’immagine dell’Agenzia italiana del farmaco, sulle quali iniziano a fioccare le più fantasiose (o veritiere, chi lo sa) indiscrezioni.

Guerra tra bande ai vertici con conseguenti futuri colpi di scena a base di dossier e provvedimenti vari? Effettive irregolarità amministrative nell’operato dei vertici e chissà, anche di altri componenti delle varie commissioni? Oppure c’è ancora di più e quello che è emerso è solo la punta di un iceberg oscuro e con diramazioni sotterranee ben più rilevanti?

Non lo sappiamo e non vogliamo saperlo in questo modo. Forse non c’è nulla di più di quello che abbiamo raccontato sinora oppure la questione è effettivamente più complessa.

Ma a questo punto è bene che le circostanze, i fatti emersi e quelli eventualmente ancora nascosti, siano subito portati alla luce del sole. E a farlo non può che essere che il Governo tramite il ministro della Salute e quello dell’Economia in qualità di soggetti “vigilanti” sull’Agenzia.

Il comparto del farmaco e i suoi enti regolatori sono stati già oggetto in Italia di gravi situazioni di accertata illegalità (Farmacopoli nei primi anni ’90, quando l’Aifa ancora non esisteva) e poi di sospetti e accuse altrettanto gravi alla fine del 2008 con il rinvio a giudizio e relative dimissioni dell’allora DG Aifa Nello Martini (poi assolto poco più di un mese fa da tutte le accuse senza che sulla sua vicenda si sia però poi fatta piena luce in sede politica e nella stessa Agenzia).

Anche all’epoca della vicenda Martini, come oggi per quella che coinvolge Pecorelli e Pani, fioccarono ipotesi e retroscena attorno all’Aifa, a conferma di un clima e una cultura imperante in quell’ambiente fatti di troppi segreti e silenzi che rischia di ripercuotersi (almeno nell’immaginario) anche sulla stessa gestione dei processi decisionali, tanto da sollevare diversi dubbi con reiterate richieste di chiarimenti in Parlamento (vedi in ultimo la recente risoluzione dei Cinque Stelle sulla gestione delle trattative per i prezzi dei nuovi farmaci contro l’epatite C).

Adesso basta. Si esca da questo clima di congiura e sospetti. Il Governo pretenda dall’Agenzia la massima trasparenza su quanto sta accadendo e ne riferisca al più presto al Paese nelle sedi opportune.

Noi da parte nostra ci tiriamo fuori dalla logica dei retroscena e dei si dice, restando ovviamente pronti a dare notizie certe e verificate qualora emergessero da qui all’auspicato chiarimento del Governo.

Cesare Fassari

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