Se
durante l'anno per l'Europa era Mosca il nemico da combattere con le
sanzioni e un isolamento politico, alla fine (meglio tardi che mai) si è
capito che la vera minaccia per tutti è il terrorismo del Daesh sul
fronte siriano, ma anche europeo. Dopo gli attentati di Parigi infatti
scatta la scintilla, Hollande si unisce a Mosca per combattere i tagliagole. Dopo uno stallo di più di un anno dalle operazioni occidentali, la situazione si smuove.
Nonostante le sanzioni firmate all'unisono in Europa, l'Italia ha
avuto sempre una voce particolare nei confronti di Mosca. Sono di questi
giorni le indiscrezioni su un possibile "no" italiano al prolungamento automatico delle sanzioni antirusse.
Nel frattempo, dopo un colloquio con gli imprenditori italiani di
Mosca, il ministro degli Esteri russo Lavrov è in visita ufficiale a
Roma.
Tiberio
Graziani, Presidente dell'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e
Scienze Ausiliarie (l'IsAG), direttore della rivista "Geopolitica".
Sputnik
Italia ha raggiunto per una riflessione in merito Tiberio Graziani,
Presidente dell'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze
Ausiliarie (l'IsAG), direttore della rivista "Geopolitica".
— Come potremmo tirare le somme di questo 2015 per quanto riguarda le relazioni tra l'Unione Europea e la Russia?
— Tirare le somme di quest'anno un po' tumultuoso è difficile.
L'Unione Europea si è mossa verso la Russia in maniera non coordinata: a
parte la questione delle sanzioni, nelle ultime settimane il presidente
Hollande è riuscito a risolvere alcuni problemi tra Stati Uniti e
Federazione russa in merito alla questione della crisi siriana. In un
certo senso, Hollande è stato l'uomo del momento piuttosto della Merkel,
che come abbiamo visto è sulla prima pagina del Time
e viene chiamata la cancelliera democratica. Forse è Hollande per
questo fine 2015 il più interessante per quanto riguarda la politica
estera dell'Unione Europea. Hollande ha portato avanti anche una
politica di tipo diplomatico militare.
I rapporti tra Unione Europea e Russia erano
partiti molto male quest'anno e in quest'ultimo periodo forse le cose
stanno cambiando a causa della crisi siriana.
— Secondo alcune indiscrezioni dei media, l'Italia avrebbe
chiesto un dibattito a proposito delle sanzioni antirusse e avrebbe
detto un "no" al loro prolungamento automatico. Secondo te sarebbe
possibile una svolta del genere?
— Quest'iniziativa, qualora fosse ufficiale e istituzionale, nel
tentativo di limitare le sanzioni è una proposta che ha una sua coerenza
con la politica italiana. Quest'iniziativa rientrerebbe in una politica
di lunga durata per i rapporti tra Russia e Italia. Questa posizione,
qualora fosse poi ufficializzata, ha una sua ragione d'essere e dobbiamo
augurarcela. Una possibile eliminazione delle sanzioni, permetterebbe
alla Russia di concentrarsi di più sulla questione della crisi siriana
ed avere un certo margine di manovra che porterebbe alla tessitura di
nuovi rapporti con alcuni Paesi dell'Unione Europea, non soltanto la
Francia, ma molto probabilmente la Germania e forse l'Inghilterra.
— Lavrov recentemente ha parlato a Mosca agli imprenditori italiani,
questi giorni è in visita a Roma. Renzi dall'ottobre 2014 si è visto
con Putin 5 volte. Possiamo dire che nonostante un anno difficile per la
geopolitica internazionale e le sanzioni, l'Italia e la Russia abbiano
mantenuto un rapporto privilegiato?
— Sì, il rapporto tra la Russia e l'Italia è
in un certo senso privilegiato rispetto agli altri Paesi europei. Questo
non per una debolezza dell'Italia, ma proprio per una sua politica
estera fatta nei confronti della Federazione russa da sempre. Anche nel
periodo sovietico l'Italia aveva una particolare posizione nei confronti
di Mosca. La proiezione dell'Italia tesa a ravvalorare i rapporti con
la Russia può avere degli alti e dei bassi, può permettere però
all'Italia di avere un suo ruolo ben definito nell'ambito dell'Unione
Europea, quando Bruxelles tenta una politica estera anche economica nei
confronti di Mosca.
— Diventa sempre più evidente per i partner europei, che la
soluzione dei dossier internazionali è impensabile senza la Russia. È
stato l'intervento russo in Siria a capovolgere la situazione?
— Quest'intervento è un elemento nuovo. Fino a quando l'iniziativa
sulla Siria era condotta dagli occidentali, sostanzialmente dagli Stati
Uniti, e poi in modo più ambiguo dalla Turchia, ci si trovava in una
sorta di stallo.
L'iniziativa
di Putin ha ribaltato questa situazione, accelerando alcune operazioni.
C'è da considerare anche il massacro di Parigi, perché questo ha
portato Hollande a porsi il problema di un'alleanza e una sinergia
maggiore con la Federazione Russa. Questo ha prodotto nella cosiddetta
coalizione occidentale qualche elemento nuovo e qualche titubanza
riguardo al possibile alleato russo. Con il suo intervento Putin è
uscito dall'isolamento in cui era stato costretto dagli Stati Uniti e
l'Europa per la questione ucraina.
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