Montenegro: l’incosciente schiaffo della Nato alla Russia
Lo Stato balcanico conta poco e la Russia non farà una guerra per riconquistarlo come per Georgia e Ucraina. Ma la strategia di una Nato trainata da Washington di infischiarsene degli equilibri mondiali è pericolosa. Germania e Francia l’hanno capito e devono far sentire di più il proprio peso
A Gorbaciov la montagna di D-Mark serviva per rimanere in sella ed evitare che il Paese collassasse; poco più di un anno e mezzo dopo, alla fine del 1991, l’Unione sovietica non esisteva più e Boris Eltsin aveva già preso il suo posto. Da una parte la Germania unificata entrò subito nell’Alleanza Atlantica, dall’altro il patto di Varsavia si sfaldò e negli anni successivi cominciò la cooptazione dei Paesi dell’ex blocco sovietico nella Nato.
Di fronte alla Russia passiva, retta da un presidente ubriacone con cinque bypass e occupata più nel sopravvivere tra guerre in Cecenia e default economico che nel mantenere un ruolo sulla scacchiera geopolitica internazionale, l’Alleanza si allargò in breve tempo tra Polonia, Ungheria e Repubblica ceca (1999), poi furono completati durante la presidenza di Vladimir Putin i percorsi di Slovacchia, Slovenia, Bulgaria, Romania e delle tre repubbliche baltiche (Paesi entrati tra il 2004 e il 2009 e invitati nel 2002, quando con Mosca era ancora luna di miele ed era stato appena fondato il Consiglio Russia-Nato). Dopo la Croazia e l’Albania nel 2009 è ora giunta l’ora del Montenegro.
Putin da parte sua è ora alle prese con Erdogan e la Turchia, guarda caso membro della Nato e difeso a spada tratta dagli Usa nonostante le diverse ombre interne, sia quelle interne relative agli standard democratici del paese che quelle nel quadro più ampio del conflitto siriano: con i prossimi miracoli nei Balcani o altrove farà i conti in seguito.
http://www.linkiesta.it/it/article/2015/12/04/montenegro-lincosciente-schiaffo-della-nato-alla-russia/28466/
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