Luigi Zingales disconosce Matteo Renzi: "Nomine e spending: lo spirito del rottamatore non funziona"
Su certe questioni, come le nomine e la spending review, lo
spirito rottamatore della Leopolda non funziona più. Parola
dell'economista Luigi Zingales, che questa volta non sarà presente alla
kermesse renziana organizzata a Firenze. E racconta al Foglio cosa
non gli piace del governo di Matteo Renzi che "è facilmente il migliore
degli ultimi 15 anni, ma più per demeriti dei precedenti che per meriti
propri".
Se da un lato c'è stato un rinnovamento e
uno svecchiamento della classe dirigente, non mi sembra che ci sia stato
un salto di qualità né nelle procedure né nelle persone nominate.
Prendiamo ad esempio un settore che conosco come la Consob. Prima si è
nominato una esperta della concorrenza, che di mercati finanziari sa
poco o nulla (Anna Genovese ndr). Poi si è fatto un bando pubblico
(positivo) per coprire le posizioni restanti. Ma sono stati buttati via
18 mesi w poi la montagna ha partorito un topolino. Dei due commissari
scelti, Carmine Di Noia, è certamente competente ma da anni è il
rappresentante degli interessi degli emittenti. L'altro è un giudice con
scarsissima conoscenza dei mercati finanziari. Per di più non mi sembra
siano stati resi noti i motivi per cui sono stati scelti".
Secondo
Zingales, "in un momento di crisi economica profonda e prolungata, il
problema non è l'esistenza di un deficit, ma la mancanza di una visione
politica di lungo periodo".
Si sarebbe dovuto tagliare
le spese inefficienti (documentate con dettaglio da Cottarelli e da
Perotti), aumentare la base imponibile, ed abbassare fortemente le
aliquote di imposta e i contributi sociali per i neoassunti, con una
clausola di salvaguardia che se, usciti dalla recessione, le entrate
fiscali non fossero aumentate, si sarebbe proceduto automaticamente ad
un aggiustamento al rialzo delle aliquote. Invece si è proceduto un po'
in ordine sparso, aumentando l'incertezza futura, invece che ridurla.
Sul salva banche, l'economista afferma:
Date
le regole europee, il governo non aveva scelta sul far assorbire parte
delle perdite agli azionisti e i creditori subordinati. Se fossi stato
al governo, però, io avrei fatto anche partire un'indagine parlamentare
sulle responsabilità dei banchieri e dei vigilanti (Consob e
Bankitalia).
Nessun commento:
Posta un commento