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Pubblicato 04 Dicembre 2015
di Alireza Jafarzadeh
Pubbicato da FOXNEWS.COM
L'attacco
terroristico di Novembre a Parigi ha ucciso 130 persone innocenti e ne
ha ferite molte di più. Mentre le forze dell'ordine continuano la loro
caccia alla rete dei responsabili, la Francia ha intensificato i suoi
attacchi contro l'ISIS in Siria ed ogni sforzo viene fatto per sventare i
potenziali futuri attacchi mortali progettati dagli estremisti
islamici.
La Siria è
stata il fulcro della crescita dell'ISIS, che ha beneficiato della
violenza settaria in Iraq per estendere il suo terreno fertile. Ma da un
punto di vista geopolitico, il ruolo principale, nel mantenere al
potere il presidente siriano Bashar al-Assad, inasprendo così la crisi
in Siria e alimentando la violenza settaria in Iraq, lo ha senza alcun
dubbio la teocrazia al potere in Iran.
Almeno 5000 guardie rivoluzionarie iraniane sono attualmente attive
in Siria. Altre migliaia, di Hezbollah, delle milizie irachene, dei
mercenari afghani e pakistani si sono uniti a loro.
L'IRGC sta combattendo principalmente contro l'Esercito Libero
Siriano, Jaish al-Fatah e le forze loro alleate, non è neanche presente
nelle regioni in cui potrebbe venire in contatto con l'ISIS.
Il famigerato comandante della forza Quds, il generale Qassem
Soleimani, ha inviato i suoi migliori luogotenenti in Siria, compreso il
suo vice, il brigadiere generale Esmail Qa'ani, che recentemente ha
comandato le forze dell'IRGC nella battaglia di Aleppo. Ha sostituito il
generale Hossein Hamedani ucciso ad Ottobre. Vi sono inoltre altri alti
comandanti in Siria, come il brigadiere generale Qassem Rostami,
ex-comandante della base Khatam dell'IRGC, Ministro del Petrolio con
Mahmoud Ahmadinejad e ora comandante della logistica nella guerra in
Siria; il Brig. General Ahmad Madani, comandante dell'IRGC sul fronte
nord in Siria ed attualmente di stanza nella regione di Aleppo. Un
totale di 16 brigadieri generali dell'IRGC sono stati uccisi finora in
Siria.
Perciò la soluzione all'ISIS non sta solo nell'aumentare le misure di
sicurezza, nell'accrescere le truppe, le risorse e in una migliore
attività di intelligence, ma richiede piuttosto un cambiamento nella
politica essenziale che miri a prosciugare le risorse dei
fondamentalisti islamici e le loro possibilità di reclutamento.
Ricordiamoci che questa nuova forma di estremismo, che ha unito idee
arretrate con il terrorismo, è emersa quando i mullah hanno usurpato il
potere in Iran nel 1979. Da quel momento in poi, i religiosi iraniani
hanno istituzionalizzato questo sinistro fenomeno, che si è trasformato
in uno dei pilastri del loro potere. I primi rapimenti di massa, le
operazioni suicide e gli attentati nelle strade occidentali in nome
dell'Islam, sono avvenuti dopo l'ascesa al potere degli ayatollah.
Utilizzando il potere di uno stato, i religiosi iraniani hanno fornito
al fondamentalismo islamico una diffusione senza precedenti,
legittimando la loro vergognosa condotta con la bandiera dell'Islam
mentre si facevano mentori ed ispiratori di altri estremisti simili.
In poche parole, il regime al potere in Iran è la versione sciita di
questa minaccia e l'ISIS ne è la versione sunnita. Tehran è il padrino,
con dei trascorsi molto più lunghi e, essendo uno stato, con tasche più
profonde sia in termini di risorse che di influenza politica.
Come ha sottolineato Maryam Rajavi, la Presidente eletta
dell'opposizione iraniana, il Consiglio Nazionale della Resistenza
Iraniana, dopo l'attacco di Parigi: “Il fondamentalismo in nome
dell'Islam, sia nella versione sciita e del velayat e-faqih o in quella
sunnita e dell'ISIS, non ha nulla a che fare con l'Islam. Questo
diabolico fenomeno, ovunque si trovi, è nemico della pace e
dell'umanità”.
Prima degli attacchi di Parigi il presidente francese, François
Holland, durante una visita ad Atene il 23 Ottobre 2015, aveva detto:
“Bashar al-Assad non è la soluzione, è il problema”. Dopo 300.000
uccisioni e la fuga di milioni di persone, Assad se ne deve andare. La
fine di Assad diminuirà in maniera significativa, anche la capacità di
Tehran di sostenere Hezbollah in Libano e sarà un grosso colpo per
l'influenza del regime iraniano nella regione.
Alireza Jafarzadeh, vice-direttore dell'ufficio di Washington del
Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, è noto per aver rivelato
l'esistenza dei siti nucleari iraniani di Natanz e Arak nel 2002, che
hanno dato l'avvio alle ispezioni dell'Agenzia Internazionale per
l'Energia Atomica. E' anche autore di “The Iran Threat", la Minaccia
Iraniana (Palgrave MacMillan: 2008). La sua email è
Jafarzadeh@ncrius.org.
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