L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

mercoledì 2 dicembre 2015

Siria&Parigi, la Turchia della Fratellanza Musulmana di Erdogan incetta e rivende petrolio dell'Isis/al Qaeda

Giulietto Chiesa a tutto campo: “Putin? Ha "scoperto il petrolio dei turchi". A Parigi non verrà superato l'oro nero"
01 dicembre 2015  Lucia Bigozzi
Giulietto Chiesa a tutto campo: “Putin? Ha 'scoperto il petrolio dei turchi'. A Parigi non verrà superato l'oro nero'
“Putin ha ragione e ha dimostrato le accuse mosse alla Turchia sul petrolio dall’Isis. E’ l’unico che dice le cose come stanno e sta facendo un’operazione di democratizzazione dell’informazione”. Non ha dubbi Giulietto Chiesa, giornalista e scrittore, sul braccio di ferro tra Mosca e Ankara. Nella conversazione conIntelligonews avanza una previsione sulla Conferenza di Parigi a proposito di petrolio… 

Putin accusa la Turchia di acquistare petrolio dall’Isis? E’ un accusa veritiera?

«Assolutamente sì: ci sono le foto dei russi impegnati nei bombardamenti che mostrano le colonne di camion che, come ha dichiarato Putin, vanno fino all’orizzonte, formando un grande oleodotto mobile che trasporta petrolio fino in Turchia; unico paese tra l’altro dove è possibile portarlo perché ci sarebbe la Giordania ma è un po’ più scomodo perché vicino c’è il confine con il Libano e l’operazione sarebbe più pericolosa. Putin ha ragione, cosa c’è di strano? ».

Sarebbe così anche per altri Paesi o c’è solo il caso Turchia, come sostengono i russi?

«Basta guardare la carta geografica per capire che il petrolio va tutto ai turchi: l’Arabia Saudita non ha bisogno del petrolio iraniano, ce l’ha per conto proprio. C’è anche il sospetto delle fonti russe che il figlio di Erdogan sia implicato in questa operazione. Diciamo la verità: l’unico che dice le cose come stanno è Putin; tutti gli altri fanno finta di niente o di ignorare la realtà. Putin ha detto tutto e con tutte le prove necessarie; lui sta facendo una politica di completa democratizzazione dell’informazione e sottolineo questo aspetto»

Cop21, la Conferenza di Parigi sul clima si tradurrà nell’ennesima passerella politico-mediatica oppure servirà a produrre soluzioni reali, ad esempio sulle nuove fonti energetiche alternative al petrolio? 

«No, nessuna soluzione né sul petrolio né sul resto. La Conferenza di Parigi si risolverà in un completo fallimento perché non ci sono le premesse minime per un accordo. Tutti i più importanti protagonisti, a cominciare dagli Usa, naturalmente diranno che l’accordo è visibile, forse possibile in un orizzonte prevedibile, ma non andranno oltre e si cercherà di attenuare l’informazione, perché i paesi più industrializzati tendono a non voler fare alcuna riforma energetica perchè comporta grandi spese. Non hanno intenzione di ridurre produzione e consumo di petrolio e stanno trascinando il mondo verso la catastrofe globale; questo ha a che fare con la politica, perché il mondo occidentale ha dichiarato guerra alla natura, che poi è il nemico più ostico dal momento che non tratta con noi; la natura se ne frega delle nostre tecnologie che funzioneranno fino a quando ci sarà un po’ di energia elettrica; poi noi ci troveremo nei guai»

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