la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
sabato 11 luglio 2015
il matrimonio è tra un uomo e una donna, altro lo chiamiamo altro
Quel Traditore di Napolitano, ha famiglia
Napolitano? “De Gennaro e Letta ce l’hanno per le palle, sanno di Giulio”
2015 crisi economica, la scintilla sarà il debito degli Stati Uniti?
http://www.ilvelino.it/it/article/2015/07/10/russia-putin-alto-debito-usa-problema-per-intera-economia-mondiale/37b7f1d2-3275-4a67-aed4-97d76f5692db/
No, l'euroimbecille al governo del corrotto Pd non ha la capacità di governare l'Italia
Rimborsi Pensioni, Federmanager: pronti a nuovo ricorso alla Consulta
Scritto da redazione
L'Associazione che riunisce i dirigenti e i manager di aziende ha deciso di ricorrere contro il decreto governativo che limita i rimborsi ai trattamenti al di sotto di sei volte il minimo inps.
Federmanager si prepara ad impugnare il decreto legge sulla rivalutazione delle pensioni. "Abbiamo già dato mandato ai nostri legali di preparare un'azione contro il decreto 65/15, ancora in fase di conversione, che non è minimamente rispondente ai rilievi avanzati dalla Corte Costituzionale" commenta il Presidente dell'Associazione che riunisce dirigenti e quadri sia pubblici che privati, Giorgio Ambrogioni. Un risultato inevitabile dopo la decisione del Governo di non restituire nulla ai pensionati con prestazioni superiori a sei volte il trattamento minimo (circa 2900-3000 euro lordi al mese), importi non certamente d'oro fanno notare da Federmanager. Bensì un ceto medio che si è fortemente impoverito che hanno già pagato duramente
L'idea era già nell'aria. Del resto Federmanager è stata la promotrice, assieme a ManagerItalia, del primo ricorso che ha portato alla bocciatura costituzionale del blocco della perequazione sulle pensioni. Ora che il decreto legge 65/2015 si avvia alla conversione definitiva senza modifiche sostanziali rispetto al testo governativo già in vigore, Ambrogioni ha dato mandato ai legali per un nuovo ricorso che avrà come sua destinazione finale nuovamente la Consulta.
Dure critiche per il piano Boeri il quale, tra l'altro, intende introdurre un nuovo contributo di solidarietà sulle pensioni piu' elevate per finanziare la flessibilità in uscita. "Di sicuro le pensioni di chi rappresento non sono d'oro, precisa Ambrogioni. "In generale, comunque, bisogna smetterla di considerare qualsiasi trattamento appena più elevato della media come il frutto di un privilegio. Si tratta di pensioni ottenute attraverso il regolare pagamento dei contributi. I miei iscritti hanno assegni tra il 60-70% dell'ultima retribuzione. Dov'è l'anomalia?".
Sul tema delle pensioni "abbiamo chiesto al ministro Poletti un incontro e speriamo che avvenga al più presto perché è urgente aprire una riflessione seria e non ideologica sul nostro sistema pensionistico e sull'esigenza di flessibilizzare in modo insostenibile l'accesso al pensionamento".
Leggi Tutto: http://www.pensionioggi.it/notizie/fisco/rimborsi-pensioni-federmanager-pronti-a-nuovo-ricorso-alla-consulta-7887689#ixzz3fcLF4l5c
gli euroimbecilli che hanno la pretesa di giocare con la vita dei popoli
Sapelli: «I soldi dei prestiti europei mai arrivati ai cittadini greci»
«Rappresenterebbe un evento funesto dalle pesanti ricadute geopolitiche. Non sono mai state le ragioni economiche, quelle che hanno portato Atene nell' euro. Ma l' uscita della Grecia sarebbe un disastro economico per tutti, altro che rigore ed austerity».
«Le proposte sono ragionevoli. Ma spetta all' Italia mediare, specie perché dispone della competenza e del buon senso del ministro Gentiloni. Draghi fa quello che può per arginare il furore tedesco, ma in assenza di volontà politica può incidere poco».
Bruxelles chiede a Tsipras maggiore rigore, ma il leader greco ne chiede un allentamento.
«I greci sono stati più che rigorosi, nel rispettare le condizioni poste dalla Troika. Il risultato è nei numeri: il Pil è crollato del 25 per cento.
Non c' è bisogno di aggiungere altro, mi pare».
«È proprio così. E all' origine dique sto scempio ci sono le regole entro le quali deve muoversi la Bce. I crediti possono essere concessi agli Stati soltanto attraverso le banche, con la conseguenza che a famiglie ed imprese non arriva un euro. Ne gli Usa vige tutt' altro meccanismo, detto in gergo "helycopter money". Per usare una metafora, si lanciano denari da un elicottero, che arrivano direttamente a imprese e famiglie. Obama, in questo senso, ha aumentato i salari. Noi, invece continuiamo a tagliare. Ci scaviamo la fossa da soli, in nome di regole fallimentari».
«Qualcuno pensa che se la Grecia facesse default non accadrebbe nulla. Niente di più falso. Forse ci si dimentica che i debiti oggi sono tutti collateralizzati e si appoggiano sui derivati. Per dirla in altri termini molto schietti, il debito greco è all' attivo delle banche di tutti i Paesi: un' accozzaglia di asset tossici che possono mettere in ginocchio il sistema bancario internazionale. Ormai il Pil conta poco o niente. Se la Grecia fa crac, non c' è scampo per nessuno. L' ansietà manifestata dalle Borse in questi giorni è la sirena d' allarme».
«La Germania e i Paesi baltici, forti della loro prevalenza economica, vogliono imporre ai Paesi più deboli uno stato di sudditanza. Anche se le ricette ammannite ad Atene hanno fatto scendere il Pil greco del 25 per cento, pretendono di avere ragione a dispetto delle conseguenze. Dicono di appellarsi al liberalismo, ma ne tradiscono i cardini basilari. La parola "debito" in tedesco vuol dire "colpa". Piuttosto che deflettere dall' ortodossia finanziaria, i tedeschi preferiscono darsi la morte nel bunker. Come Hitler».
«Il nodo è squisitamente politico. Occorre mettere da parte il libro mastro, e cominciare a ragionare sul valore strategico della Grecia per l' Occidente e per l' Europa. Se il Paese è entrato nell' Eurozona, ciò è accaduto in nome di questioni extra -economiche. Si è trattato di un innesto forzoso, messo in atto già a partire dal 1950 con l' ingresso della Grecia nella Nato, al culmine della guerra civile comunista titina. Un' opera di assimilazione malriuscita che l' entrata nell' euro non ha fatto altro che amplificare».
«I russi vogliono da tempo indebolire il fronte Sud della Nato. Al momento sono già in corso trattative segrete che stanno interessando greci e turchi ciprioti, da un lato, e russi e cinesi, dall' altro, per costruire una base di appoggio russa a Cipro. Fuori dall' Europa, la Grecia finirebbe per diventare un avamposto strategico per Putin. La Russia avrebbe finalmente il tanto agognato punto d' accesso nel Mediterraneo. Merkel scherza con il fuoco».
Renzi, Obama, Merkel passano, gli euroimbecilli hanno perso a prescindere
Esistono solo due sessi e orientamenti sessuali diversi, è sbagliato eliminare i valori virili
De Benoist: “Vi spiego (senza moralismi) perché il gender è sbagliato”
l'Ucraina si è consegnata mani e piedi agli invasori statunitensi, che portano distruzione e morte
Ucraina, nomina di Saakashvili “è schiaffo in faccia al popolo georgiano”
Così la leader d’opposizione Burjanadze sull’ex presidente nominato governatore della regione di Odessa
2015 crisi economica, la Deutsche Bank non è il solo istituto pieno di titoli spazzatura ma è il popolo greco che non lavora
54 trilioni di derivati in Deutsche Bank, l’istituto tedesco seduto su una bomba
L’ammontare degli strumenti derivati in mano all’istituto, secondo l’analisi compita nel settembre scorso dall’americana Zerohedge (ma la situazione, al limite, può essere solo peggiorata) si aggira su una cifra astronomica: 54.700 miliardi di euro, non invidiabile record mondiale, pari a venti volte il prodotto interno lordo tedesco e a cinque volte quello dell’eurozona. Per carità, non si tratta di un debito o di un’obbligazione a perdere. A fronte di questo tipo di operazioni, tipiche dei grandi istituti di importanza sistemica, ci sono controparti, per lo più bancarie.
Ma, soprattutto, l’obiettivo di recuperare posizioni, ha spinto i vertici dell’istituto a spingere i traders ad impegnarsi nelle attività più rischiose e spesso illegali. Deutche Bank è stata condannata sia per la manipolazione del Libor che del mercato dei cambi, per citare gli ultimi scandali.
l'Euro è un modo di gestire le politiche degli stati europei dovremo dirlo ai nostri euroimbecilli
Economia - Matteo Miglietta
10 luglio 2015
Raggiunto un accordo politico fra il land tedesco della Baviera e la vicina Carinzia per una ristrutturazione da quasi 1,5 miliardi di euro per evitare il fallimento dello Stato federale austriaco
Bruxelles – Dopo anni di gestione clientelare e spregiudicate operazioni finanziarie, il Paese è finito sull’orlo della bancarotta. La palla passa quindi al Governo, che per evitare il fallimento chiede ai creditori tedeschi di mettersi una mano sul cuore e tagliare il debito per salvare lo Stato dal falllimento. La vicenda sembra ormai nota, se non fosse che questa volta non si tratta della Grecia e nemmeno di qualche altro Paese mediterraneo spendaccione. La storia ha come protagonista la severissima Austria e, forse per questo, ha un lieto fine.
La notizia l’ha data il quotidiano economico francese La Tribune. Dopo una lunga e controversa vicenda, lo Stato federale della Carinzia e il land tedesco della Baviera hanno trovato un accordo per tagliare di più della metà il debito del primo nei confronti del secondo. La cifra “scontata” sarebbe di 1,45 miliardi di euro, di poco inferiore ai 1,6 miliardi che la Grecia non ha rimborsato entro il 30 giugno scorso al Fondo monetario internazionale, con tutte le conseguenze che ben conosciamo.
Protagonista della complicata vicenda è la banca Hypo Group Alpe Adria, una delle più attive dell’Austria a inizio anni 2000. Fino al 2007 le quote di maggioranza dell’istituto erano nelle mani del land austriaco della Carinzia, all’epoca guidato dall’astro nascente della politica di estrema destra Jörg Haider (morto nel 2008 in un incidente stradale). Nel marzo 2007 la Carinzia ha venduto le sue quote alla banca regionale pubblica bavarese Bayerische Landesbank (BayernLB). Lo scoppio della crisi finanziaria mondiale ha poi fatto il resto. La BayernLB si è presto trovata in difficoltà, mentre la Hypo Group Alpe Adria ha cominciato a essere sommersa dai debiti che non è più stata in grado di ripagare. Davanti a una situazione diventata ormai ingestibile, nel dicembre 2009 la Carinzia ha deciso di nazionalizzare la banca comprandola al prezzo simbolico di un euro.
Poco tempo dopo lo stato federale austriaco ha creato la “bad bank” Heta, per concentrare al suo interno tutti i risultati di una spregiudicata malagestione finanziaria della Hypo Group Alpe Adria durata quasi un decennio. Tutto sembrava avviarsi pian piano verso una soluzione quando, nel marzo scorso, è arrivata l’ennesima cattiva notizia: nei conti dell’Heta viene scovato un nuovo buco da 7,6 miliardi di euro, pari al 2,3% del Pil austriaco. A questo punto la Austrian Financial Market Authority (FMA) non ha potuto fare altro che sospendere qualsiasi pagamento ai creditori fino a marzo 2016, cercando nel frattempo di ottenere una ristrutturazione del debito cresciuto ormai a dismisura.
L’8 maggio l’ennesima tegola cade sulla testa dello Stato austriaco. La Corte regionale di Monaco ha condannato Vienna a pagare 2,75 miliardi di euro alla BayernLB, pari alla cifra (più interessi) che la banca bavarese aveva versato nelle casse della Hypo Group Alpe Adria nel 2009 per tentare di risollevarla dalla tremenda crisi nella quale era piombata. Soldi, ovviamente, mai restituiti. “Ora l’Austria deve assumersi le proprie responsabilità e ripagare i suoi debiti” ha dichiarato dopo la sentenza Johannes-Joerg Riegler, Chief Executive di BayernLB. I legali di Heta hanno subito presentato ricorso alla Corte Suprema e intanto l’Austria ha detto che non pagherà. “Il Governo non butterà un altro euro dei contribuenti nell’Heta” commentò il ministro delle Finanze autriaco, Jörg Schelling. Il rischio era quello di portare al fallimento lo Stato federale della Carinzia.
La ristrutturazione del debito è diventata così inevitabile e dopo settimane di negoziati fra i rispettivi ministeri delle Finanze, Austria e Bavaria sono finalmente giunti a un accordo politico. Secondo La Tribune, l’intesa prevede che la BayernLB accetti di ricevere solo 1,3 miliardi dei 2,75 dovuti. E in Baviera c’è addirittura chi propone di andare oltre e annullare il debito austriaco. Chissà cosa direbbe Tsipras se lo sapesse.
L'imbecille al governo non può capire che il processo è parte integrante del risultato
Scuola ultime notizie 10/7, Renzi 'festeggia': 'Obiettivo raggiunto, non importa come'
Buona Scuola diventerà legge: Renzi 'i dissidenti erano 40, ora 24. Fossi in loro non sarei contento'.
Minoranza Dem, 'Perderemo voti dalla scuola, governo Renzi non ha ascoltato'
Germania e Stati Uniti staccano o non staccano la spina alla moribonda Grecia?
Grecia, creditori parleranno di proposte greche oggi alle 13 - fonti
http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/foreignNews/idITL8N0ZQ1G120150710