la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
sabato 12 dicembre 2015
Corruzione, nel dimenticatoio lo scandalo sui milioni di euro di petrolio che i militari avevano fatto
Livorno, la Consorteria clientelare del Pd e suoi ultimi colpi di coda, 42 milioni di buco
Aamps, cosa rimane a Livorno dietro l’ombra del concordato
La Fratellanza Musulmana è ancora più pericolosa dell'Isis/al Qaeda
“Associazione Italiana Imam vicina a istituzioni afferenti ai Fratelli Musulmani”
Pomezia, il Tar e la regione Lazio vogliono più cementificazione
In ballo i nomi di due consiglieri M5S
Torvaianica Alta, TAR ferma la delibera comunale e cita un conflitto d'interessi
Inoltre, per il tribunale amministrativo del Lazio, il Comune avrebbe dovuto coinvolgere la Regione (che esercita un potere di controllo) nella decisione di annullare in autotutela la variante al piano particolareggiato, seguendo quindi lo stesso procedimento previsto in fase di approvazione degli "strumenti" urbanistici. In caso contrario, spiega il Tar, "si perverrebbe alla conseguenza che, in sede di autotutela, il Comune eserciterebbe un potere di maggiore ampiezza rispetto a quello di cui è titolare in fase di formazione dello strumento urbanistico".
Governo incompetente&pasticcione, dopo un anno la riforma della giustizia presentata il 31 dicembre 2014 è chiusa nei cassetti
Gratteri imbarazza il governo: troppi sprechi a Viminale e Dia
I giudizi taglienti del procuratore sulla gestione del ministero e sui costi della direzione antimafia
L'affondo più feroce al governo Renzi arriva paradossalmente dal magistrato più vicino al premier, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri. E sono bordate che imbarazzano l'esecutivo soprattutto perché, nel momento in cui l'emergenza terrorismo monopolizza l'agenda politica nazionale e internazionale, colpiscono il fianco scoperto della sicurezza e della tanto sbandierata spending review. «Dovremmo incominciare a tagliare ciò che non serve ha detto il pm che ha trascorso quasi tutta la sua vita professionale dando la caccia alle 'ndrine mafiose. Anche al ministero degli Interni ci sono degli sprechi. Ad esempio se io avessi potere, ridurrei le tutele del 98% in Italia. Ma anche nelle scorte si può risparmiare, ragionando seriamente. Dopo l'omicidio Biagi, per paura che possa accadere un'altra situazione analoga, si è iniziato ad esagerare».
Uomini e mezzi sottratti al territorio che potrebbero essere utilizzati altrimenti soprattutto ora che ce n'è bisogno. Dopo aver sfiorato la nomina di Guardasigilli, bocciata si disse dal presidente dell'epoca Giorgio Napolitano, Gratteri ha dovuto accontentarsi di guidare la Commissione per l'elaborazione di proposte normative in tema di lotta alla criminalità. Un campo in cui l'ortodossia è dominante e le rendite di posizione protettissime. «Inoltre dico che dobbiamo sciogliere la Dia che è una struttura che oggi fa solo misure di prevenzione. Le stesse misure di prevenzione le fanno le questure, la guardia di finanza, i carabinieri, per cui sono doppioni, tripli». E fa nulla che si tratti di una creatura ideata da Giovanni Falcone sul modello dell'Fbi americana. Perché anche su questo Gratteri è tutt'altro che diplomatico. «Ha detto Falcone che ci vuole la Dia, ma perché si bestemmia, perché si usa sempre il nome di Falcone quando si vuole difendere qualcosa che oggi è fuori dalla realtà, è fuori dai bisogni? E quando Falcone era vivo attacca la toga reggina perché nessuno l'ha votato per il Csm, perché tutti lo combattevano? E dopo morto, chi lo ha combattuto in vita, i gattopardi, sono saliti tutti sui palchi per commemorare». La Direzione investigativa antimafia costa molto, troppo. È un peso superfluo per le casse dello Stato e il suo smantellamento non influirebbe sul contrasto alla Piovra, secondo il procuratore aggiunto. «Gli uomini della Dia ritornano ai corpi di appartenenza, non è che vanno a fare le contravvenzioni sulla strada, vanno nelle strutture investigative». In questo modo «risparmiamo un dirigente, un ufficio, automezzi, un palazzo». La Dia, la sede centrale, è in una traversa di via Veneto, a Roma. «Quanto costa di affitto? Quei soldi si potrebbero risparmiare e assumere più persone, più poliziotti, più carabinieri». E questo senza considerare le indennità aggiuntive che gli investigatori della Dia incassano rispetto agli altri colleghi meno blasonati per fare più o meno le stesse cose.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/gratteri-imbarazza-governo-troppi-sprechi-viminale-e-dia-1203313.html
la Lega quando si presenterà con Berlusconi perderà il fascino del nuovo che Salvini gli ha trasmesso
Dove va la Lega
«Lo escluderei, almeno per il momento. Le cose potrebbero cambiare solo se, una volta conquistata qualche regione, il Front National riuscisse a smentire il pregiudizio diffuso sull’incapacità dei populisti a governare in modo efficiente. Allora, sì, potrebbe diventare un modello». Il populismo da che cosa trae la sua linfa o, meglio, la sua forza?
«Dagli errori e dalle insufficienze dei suoi avversari nell’affrontare problemi cruciali come l’immigrazione di massa, le ricadute negative della globalizzazione in alcuni ambiti sociali, l’insicurezza di fronte a precarietà lavorativa e criminalità, nonché lo strapotere dei centri di potere finanziario, che appaiono ormai a molti in grado di condizionare e indirizzare le azioni della classe politica». Perché un modello di semplificazione del linguaggio della politica – una volta tempio della complessità – può arrivare a una banalizzazione dei problemi e conquistare tanti consensi?
«Per la ripulsa che molti elettori provano nei confronti delle ipocrisie e della vuotezza retorica che sempre più ha contraddistinto il linguaggio dei politici di professione». Il modello populista, da lei studiato in più occasioni, è un paradigma sufficiente per capire quel che di più profondo si muove nella società europea?
«Sufficiente no, ma contribuisce a mettere in evidenza lo scollamento esistente tra ampi settori della società e coloro che dovrebbero rappresentarne e tutelarne le istanze. I populisti propongono il ritorno a forme di democrazia diretta e controllo dei governanti che incontrano un largo favore nell’opinione pubblica». Come classificherebbe i populismi oggi in Europa? Solo di sinistra o di destra o sfuggono alle categorie tradizionali?
«Nel fondo, esprimono tutti un sostanziale superamento di queste categorie, a cui contrappongono il conflitto tra ‘chi sta in alto’, preoccupato innanzitutto di tutelare i privilegi legati alla posizione che occupa, e ‘chi sta in basso’, costretto a subire il disinteresse o le prepotenze dei potenti. La mentalità che li anima può però avere sfumature più conservatrici o progressiste». Chi vota i populismi? È un fenomeno legato soprattutto alla crisi di fiducia nelle élite di tutti i generi?
«In prevalenza sì, anche se influiscono, nel clima di smarrimento legato alla crescita delle società multietniche, preoccupazioni legate alla paura di perdere tradizioni, modelli culturali, stili di vita consolidati da tempo, cioè i tratti caratteristici di un’identità».
Può Salvini aspirare al governo del Paese o da solo non basta?
«Non solo non basta, ma il suo problema è che una parte degli elettori che attrae è tutt’altro che entusiasta di un’alleanza con Berlusconi. Il motivo? Rappresenta una politica giudicata vecchia e fallimentare. Forse gli converrebbe insistere su una linea di estraneità alla logica di confronto sinistra/destra. Alla lunga, potrebbe pagare».
http://blog.quotidiano.net/ghidetti/2015/12/10/dove-va-la-lega/
Gli Euroimbecilli piangono, anche se i tempi duri devono ancora venire
SPY FINANZA/ Gli "scricchiolii" di Grecia, Spagna e Portogallo
Siria&Parigi, tutti i tagliagola vogliono mandare via il governo legittimo di Assad e poi ci sono i governi collusi ...
Nessun negoziato con i “gruppi armati”. Assad dice no a opposizione e ribelli
Opposizione e ribelli chiedono invece che sia lui a lasciare, prima di un periodo di transizione. Ed è forse questo che da Parigi fa dire a Kerry che in merito all’accordo siglato a Riad “restano ancora degli interrogativi e dei nodi da sciogliere”. Anche se poi aggiunge: “Sono fiducioso che potremo venirne a capo.
Determinante potrebbe essere il viaggio, annunciato prima dell’intervento di Assad, che martedì dovrebbe portarlo a Mosca per incontrare Putin e Lavrov. L’insistenza occidentale per indurre Assad a lasciare è un “enorme errore” – ha ribadito da Roma il Ministro degli esteri russo, così prendendo anche le distanze dalle richieste di opposizione e ribelli siriani. “Ritengo però positiva la decisione di intervenire in maniera concreta – ha aggiunto a questo proposito – identificando i gruppi terroristi e aiutando le Nazioni Unite a riunire una delegazione per i negoziati con il governo. Se ciò sarà fatto, potremmo già incontrarci la prossima settimana”.
Fervido il lavorio diplomatico anche tra i Paesi contrari ad Assad: mercoledì è previsto un tavolo a Parigi, volto proprio a coadiuvare il processo di selezione della delegazione che ancora si spera potrà incontrare Assad.
http://it.euronews.com/2015/12/12/nessun-negoziato-con-i-gruppi-armati-assad-dice-no-a-opposizione-e-ribelli/
Siria&Parigi, Arabia Saudita crea morti e distruzioni, la Fratellanza Musulmana di Erdogan imbecille, andranno a sbattere contro il muro eretto dall'Iran e la Russia mentre gli Stati Uniti restano in finestra in preda al loro mal di testa
SPY FINANZA/ Le manovre dell'Arabia Saudita per "comprarsi" gli Usa
Sistema Bancario, la Bce da i numeri e chi controlla l'attività ponderata di rischio non falsificando i dati?
Banche sicure: consigli utili per capire se una banca è solida

Con
il Bail-in alle porte e con il caso del salva-banche diventa cruciale
la scelta della banca su cui fare affidamento. Ecco alcuni consigli
utili per la scelta della propria banca.
Con il fallimento delle 4 banche interessate dal decreto salva-banche,
sono aumentate le preoccupazioni dei risparmiatori sulla scelta della
banca a cui affidare i propri soldi. Nell’articolo si cercherà di
illustrare alcuni punti chiave utili alla scelta della banca su cui fare
affidamento.
Banche sicure: alcuni consigli utili
Le feroci polemiche innescate dal decreto salva-banche che ha portato al salvataggio degli istituti coinvolti a discapito di 150.000 risparmiatori, l’interrogativo principale adesso sembra essere su quale banca poter fare affidamento.Con il Bail-in alle porte, la domanda è sempre più di attualità visto che, con l’introduzione di tale metodo di salvataggio, i correntisti e gli obbligazionisti risponderanno in solido sulla situazione finanziaria della banca.
Un metodo infallibile per poter scegliere l’istituto di credito nel quale riporre i fondi personali purtroppo non esiste. Tuttavia, ci sono delle accortezze su cui un risparmiatore può fare affidamento.
1) Banche sicure: preferire quelle di grandi dimensioni
Il primo consiglio è sicuramente di basare la scelta su una grande banca piuttosto che su una di piccole dimensioni. Questo non esime il risparmiatore dal rischio di fallimento (vedi Lehman Brothers) ma ha sicuramente dei vantaggi.Le banche di grossa dimensione sono sotto la lente della BCE con il meccanismo unico di vigilanza attraverso il quale la Banca Centrale Europea monitora l’andamento di circa 200 grandi istituti bancari europei. Grazie a questo meccanismo, il risparmiatore può contare sulla duplice vigilanza della BCE e di Bankitalia.
2) Reperibilità di informazioni: un altro criterio per scegliere una banca sicura
Le banche di grandi dimensioni sono soggette a notizie che hanno una maggiore rilevanza a livello nazionale e quindi possono essere più facilmente reperite rispetto a news riguardanti banche di piccole-medie dimensioni che spesso non balzano agli onori della cronaca (a meno di casi eclatanti).Con un facile accesso alle notizie riguardanti la propria banca, il risparmiatore potrà tenere d’occhio tutto ciò che riguarda il proprio istituto di credito.
Le grandi banche, inoltre, contano tra gli azionisti di maggioranza grandi fondi di investimento, fondi pensione e altri intermediari finanziari che vigilano sul patrimonio dell’istituto poiché non sono intenzionati a subire perdite sui propri investimenti.
3) Banche sicure: quotazione in Borsa può essere d’aiuto
Un punto a favore delle grandi banche è che spesso sono quotate in Borsa. Poter monitorare personalmente l’andamento del titolo azionario è un bel vantaggio per il risparmiatore.L’andamento del titolo azionario, se confontato con l’andamento di settore, può fornire indicazioni utili sulla situazione economica della banca poiché il mercato azionario tende a prezzare o deprezzare un titolo in base alla situazione finanziaria dell’emittente.
Di questi tempi, con il quantitative easing in atto, i titoli azionari delle banche potrebbero non riflettere fedelmente la situazione patrimoniale della banca poiché la manovra della BCE fa in modo di acquistare i titoli di Stato detenuti dalle banche gonfiandone in parte i profitti.
Tuttavia, la quotazione in Borsa fa in modo che vi sia un altro controllo sulla propria banca, ossia quello della Consob.
4) Analisi di bilancio e Cet 1 ratio
Per chi fosse un pò più pratico di finanza aziendale, la scelta migliore sarebbe quella di valutare personalmente la salute economica della propria banca, attraverso l’analisi di bilancio o dei report finanziari trimestrali e semestrali in uscita periodica durante l’anno.Per chi non fosse pratico dell’analisi di bilancio, un parametro utile per la valutazione della salute finanziaria della propria banca è quello rappresentato dal Common Equity Tier 1.
Questo parametro esprime la solidità di una banca che viene calcolato attraverso il rapporto tra il Cet 1 (composto dal capitale ordinario) e le attività ponderate per il rischio.
La BCE ha previsto che il Cet 1 ratio sia almeno superiore all’8% per ogni banca e periodicamente indica il Cet 1 ottimale da raggiungere per ognuno degli istituti di credito sottoposti ai test della BCE. Valori alti di Cet 1 in genere indicano una buona salute della banca.
Tuttavia, è bene fare una somma di questo parametro con tutte le informazioni disponibili sulla propria banca, utilizzando le linee guida esposte in precedenza.
https://www.forexinfo.it/Banche-sicure-consigli-utili-per
Renzi bugiardo&corrotto, spese folli alla provincia e al comune di Firenze e la magistratura collusa non ha indagato
CASO MAIORANO
Matteo Renzi in tribunale come testimone a gennaio, parte lesa diffamazione
Il legale del premier, l'avvocato Federico Bagattini, ha ribadito che "salvo impegni di carattere istituzionale", il 25 gennaio il premier sara' presente in aula per testimoniare e che non si avvarra' della facolta' di essere ascoltato a Palazzo Chigi.
Il legale dell'imputato, l'avvocato Carlo Taormina, aveva chiesto le testimonianze di circa 150 persone e l'acquisizione di una serie di fascicoli, anche quelli delle indagini nate dalle segnalazioni di Maiorano e poi archiviate. Il giudice ha accolto solo le testimonianze di Renzi e di una giornalista, la nostra Barbara Laurenzi. Infatti, secondo quanto appreso da ItaliaChiamaItalia, oggi il giudice ha deciso che il giorno 25 gennaio 2016 oltre che sentire Renzi sarà sentita anche Barbara Laurenzi, autrice dell’intervista a Maiorano che ha scatenato polemiche a non finire.
http://www.italiachiamaitalia.it/articoli/detalles/30227/MatteoORenziOinOtribunaleOcomeOtestimoneOaOgennaio%20OparteOlesaOdiffamazione.html
Renzi bugiardo&corrotto, la Leopolda è una riunione di rimpatriati di reduci
Dopo aver sguinzagliato i suoi ad attaccare l’autore di Gomorra nel pomeriggio, sul palco Renzi decide di non dar fiato alla polemica sul ‘salva banche’. Nemmeno una parola su Saviano e la richiesta di dimissioni del ministro Boschi. E, di contro, nemmeno una parola in difesa della Boschi. Niente che sia stato detto negli scambi privati di questa convulsa giornata arriva sul palco leopoldino. Renzi decide di non consegnare la sua Leopolda a Roberto Saviano e le sue polemiche. La festa non si sporca: non sul palco in solito stile vintage, già sperimentato nelle passate edizioni della kermesse renziana.
Il premier però si presenta teso. Abito blu istituzionale, spariscono i jeans dell’anno scorso. Si scioglie via via, malcelando l’appresione sotto il vestito della festa. Man mano è sempre più a suo agio: via la giacca, la cravatta, opta per la solita, confortevole camicia bianca. “C’è una generazione nuova di persone che ci mettono la faccia e non solo la faccia”, dice Renzi presentando lo showman e la showgirl di questa Leopolda: Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano, Ottavia Soncini, vicepresidente del consiglio regionale dell’Emilia Romagna. In sala stampa cala il silenzio quando premette: “Può sembrare strano che iniziamo come se niente fosse…”.
Ma non è a Saviano che Renzi si riferisce. No, parla degli attentati di Parigi e delle minacce terroristiche, giustamente, tema grosso che scuote anche la Leopolda, costretta tra porte chiuse e controlli serratissimi. Fino al punto che pure il manager Expo Giuseppe Sala, promessa renziana per le amministrative di Milano, viene bloccato all’entrata. “Documenti prego…”. E non serve che i suoi facciano notare: “Ma lui è Sala, deve intervenire…”. “Niente da fare, faccia il giro…”, dall’ingresso autorità, dove Sala raggiunge Renzi, nel backstage.
“La Leopolda per me è tornare a casa”, argomenta Renzi decidendo di non abbandonare sul palco Ciro e Ottavia, ma di condurre lui: come sempre. Boschi, da sempre la madrina della festa leopoldina, non c’è. Questa sesta edizione è partita in salita, sul palco ci resta Renzi a gestire in prima persona. “Ma la Leopolda non è un ricordino, non siamo una rimpatriata di reduci e la domanda che dobbiamo farci è: come è possibile parlare di cambiamento con il terrorismo e le minacce? Dobbiamo partire da un dato di fatto e cioè che oggi c'è qualcuno che vuole distruggere quel che siamo". Il campo è perfetto: è quello sul quale il governo ha incassato meno critiche, la linea di prudenza dopo gli attentati di Parigi sul quale il premier rastrella consensi.
Un quadretto positivo sporcato dall’attacco funesto di Saviano. Proprio nel giorno del via alla Leopolda. Renzi ce l’ha quasi sulla punta della lingua, ma si tiene. Per tutta la giornata ha avuto un umore nero di quelli con lo strascico. Ma quel nome, Roberto Saviano, non lo pronuncia. “Vedo alcuni che sperano nel fallimento”, è il massimo concesso. “Ci sono alcuni dei nostri nemici che fanno la ola quando arrivano i dati Istat negativi”. Il compito di rispondere al question time sull’economia - e naturalmente anche sul salva banche se domani arriveranno domande dalla platea della Leopolda – è affidato a Pier Carlo Padoan.
“Raccontare le cose che vanno bene non è storytelling ma rispetto della realtà”, combatte Renzi dal palco, prima di passare a leggere passi del libro “Terra degli uomini” di Antoine de Saint-Exupery, che dà il titolo alla Leopolda come la canzone di Jovanotti, ‘Terra degli uomini, appunto. “Quando noi diciamo che le cose vanno bene in Italia non lo facciamo per spingere sull’ottimismo ma per ridare fiducia al paese e rimetterlo in moto”, conclude. Sembra quasi una supplica.