L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 30 gennaio 2016

Raffaele Cantone, la foglia di fico del corrotto Pd è scivolato sulla buccia di una banana

IZS: La cantonata di Raffaele Cantone (ovvero come stuprare la legge per difendere la politica)

di Christian Francia  –
Raffaele Cantone - su Manola non ho capito un cazzo
Raffaele Cantone: il Presidente dell’ANAC è scivolato su una buccia di Manola
Non vorrei sembrare saccente, ma Raffaele Cantone con la legge sull’inconferibilità degli incarichi non ci ha capito proprio niente. Cantone, per chi non lo sapesse, è il Presidente dell’ANAC, l’Autorità Nazionale AntiCorruzione, Presidente nominato da Matteo Renzi nel marzo 2014 (cosa che non gli fa per nulla onore, considerato quello che ha combinato Matteuccio in questi due pessimi anni).
Si dà il caso che Cantone, di suo pugno, abbia firmato una delibera ANAC (che pubblichiamo integralmente in fondo all’articolo) nella quale si sostiene che Manola Di Pasquale – cioè l’inconferibile ed innominabile Presidente del CdA dell’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise – sia perfettamente conferibile in quella carica e che la sua nomina non violi la normativa sulle inconferibilità.
Manola stessa ha subito pubblicato la delibera, affrettandosi a chiedere pubbliche scuse da parte degli infiniti Organi, Sindacati, Deputati della Repubblica, Enti e soggetti privati come me che hanno ripetuto all’infinito che sussistono macroscopiche violazioni di legge nella sua illegittimissima nomina.
Più che le scuse (non dovute), le invio cordialmente l’ennesimo ceffone giuridico, ribadendo con assoluta certezza come continuino a sussistere tutte le ragioni di inconferibilità ed innominabilità a suo tempo da me per primo espresse.
Rivendico la paternità di tutte le argomentazioni ed interpretazioni di legge ripetutamente svolte, checché ne dica Cantone, il quale o ha preso una Cantonata, oppure è proprio ignorante in materia.
Intanto ribadiamo che nel caso di specie ci sono tre grandi questioni giuridiche in ballo, delle quali l’ANAC si è occupata solo di una, ma rimangono inevase le altre due, ragione per cui l’IZS non potrà che essere commissariato dal Ministero della Sanità, per il motivo semplice che essendo l’incarico di Manola radicalmente nullo per espressa previsione di legge (art. 17 del D.Lgs. n. 39/2013), la sua permanenza su quella poltrona provocherebbe un’infinità di ricorsi e di impugnazioni che manderebbero nel caos totale l’IZS, con danni spaventosi che è finanche impossibile immaginare.
Le tre questioni giuridiche sono le seguenti:
1) Manola è inconferibile nel ruolo di membro del CdA dell’IZS ai sensi del D.Lgs. n. 39/2013;
2) Manola è innominabile nel ruolo di membro del CdA dell’IZS ai sensi della Legge Regionale Abruzzo n. 41/2014;
3) Manola non può prendere lo stipendio da Amministratore dell’IZS ai sensi del D.L. n. 78/2010.
Raffaele Cantone esprime un parere solo in merito alla prima questione, quella dell’inconferibilità, ma non cita né poco né punto la questione dell’innominabilità di cui alla legge regionale n. 41/2014, e nemmeno tenta di confutare la questione dell’impossibilità di percepire lo stipendio da Presidente del CdA dell’IZS.
Se anche fosse vero ciò che sostiene l’ANAC in merito alla prima questione, dunque, se ne dovrebbe dedurre ugualmente che Manola non può essere membro del CdA dell’Istituto a causa dell’ostacolo insormontabile rappresentato dalla obbligatoria “comprovata professionalità ed esperienza in materia di sanità pubblica veterinaria e sicurezza degli alimenti”, professionalità necessariamente prevista per i membri del CdA dell’IZS dall’Art. 8 comma 1 della recentissima L.R. n. 41/2014 (professionalità che lei non possiede né potrebbe comprovare).
Ma Manola, purtroppo per lei e al contrario di quanto argomenta illogicamente Cantone, è anche comunque INCONFERIBILE nel ruolo che ricopre.
Ho scritto, lo ripeto e lo ribadisco, che la Regione Abruzzo non avrebbe potuto nominare Manola Di Pasquale nel CdA dell’IZS in quanto l’Art. 7 comma 1 del vigente D.Lgs. n. 39/2013 così prescrive: “A coloro che nell’anno precedente siano stati componenti del consiglio di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti della medesima regione che conferisce l’incarico non possono essere conferiti: c) gli incarichi di amministratore di ente pubblico di livello regionale.
Siccome l’Istituto Zooprofilattico è indubbiamente – ai sensi dell’art. 1 comma 2 lett. b) del medesimo D.Lgs. n. 39/2013 – un ente pubblico di livello regionale e Manola non solo era consigliere comunale un anno fa ma lo è tuttora (in una città di 55.000 abitanti quale è Teramo), ne discende come la stessa non possa essere nominata in nessuna maniera nel CdA dell’IZS proprio perché i componenti del CdA sono inequivocabilmente amministratori dell’Istituto.
La questione giuridica si incentra sul seguente punto: se Manola sia o meno un “amministratore” nel senso indicato dal medesimo D.Lgs. n. 39/2013.
Secondo il parere di Cantone, il Presidente del CdA dell’IZS non sarebbe un amministratore poiché non avrebbe poteri di gestione, demandati dalla legge al solo Direttore dell’Istituto.
La disposizione da esaminare è l’art. 1 comma 2 lett. L) del D.Lgs. n. 39/2013, il quale recita testualmente: “Ai fini del presente decreto si intende: L) per «incarichi di amministratore di enti pubblici e di enti privati in controllo pubblico», gli incarichi di Presidente con deleghe gestionali dirette, amministratore delegato e assimilabili, di altro organo di indirizzo delle attività dell’ente, comunque denominato, negli enti pubblici e negli enti di diritto privato in controllo pubblico”.
Cantone sa benissimo che da 23 anni in Italia c’è la separazione fra competenze gestionali, demandate alla dirigenza, e competenze di indirizzo e controllo, demandate agli organi politici. Situazione ribadita nel caso dell’IZS Abruzzo e Molise dalla L.R. Abruzzo n. 41/2014, la quale conferma che il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto non è un organo gestionale, ma solo di indirizzo, coordinamento e controllo.
In particolare, è l’art. 9 comma 1 della legge regionale n. 41/2014 a stabilire a chiare lettere che: “Il Consiglio di Amministrazione ha compiti di indirizzo, coordinamento e verifica dell’attività dell’Istituto”.
Ed è esattamente il sopra riprodotto inciso “altro organo di indirizzo comunque denominato” ad indicare che per il D.Lgs. n. 39/2013 è “amministratore” anche l’organo di indirizzo comunque denominato, cioè esattamente il CdA dell’IZS che è appunto organo di indirizzo e controllo.
Ne discende che chiunque faccia parte del CdA dell’IZS sia – agli effetti del decreto legislativo in parola – un amministratore e, in quanto tale, soggetto alla disciplina delle inconferibilità dettate nel predetto D.Lgs. 39/2013.
HA CAPITO CANTONE COME SI INTERPRETANO LE DISPOSIZIONI DI LEGGE?
HANNO CAPITO D’ALFONSO E I SUOI RIDICOLI CONSIGLIERI GIURIDICI COME SI LEGGONO LE NORME?
HA CAPITO MANOLA COME SI EVINCE LO SPIRITO DI UNA LEGGE?
Del resto, non occorre la sfera di cristallo per dedurre agevolmente che lo scopo della norma di che trattasi è quello di evitare nomine politicizzate fatte dalla Regione per accontentare consiglieri ed assessori di Comuni grandi (oltre i 15.000 abitanti) facenti parte della medesima Regione che conferisce l’incarico.
Non v’è chi non veda come ben potrebbe crearsi un terreno fertile per sviluppare clientelismo e corruzione, proprio nel caso in cui un eletto come Manola venga incaricato di presiedere un Ente grande come l’IZS che quotidianamente elargisce incarichi, collaborazioni, consulenze, patrocini legali, in tal modo aumentando enormemente la propria sfera di influenza e garantendosi una platea di possibili clientele, utilissime sia per se stessa alle prossime tornate elettorali e sia per colui che l’ha nominata, cioè Luciano D’Alfonso.
De hoc satis.
Quanto a Raffaele Cantone, per concludere, nel rimarcare la delusione per uno che le leggi dovrebbe masticarle, c’è da considerare come non sia affatto strano che l’Italia continui ad essere quella cloaca di corruzione che è.
Infatti, solo due giorni or sono proprio Cantone ha presentato il Rapporto 2016 di Transparency International, laddove l’Italia continua a stazionare al secondo posto della classifica europea dei Paesi con il più alto grado di corruzione percepita, cioè a dire per inquinamento del malaffare nel settore pubblico. Peggio di noi sta solo la Bulgaria.
Oltre ad essere penultima in Europa, l’Italia è sessantunesima nel mondo con 44 punti (ben al di sotto della media europea attestata su 67 punti), e si classifica peggio persino di Stati come Capo Verde (55 punti), Ruanda (54 punti), Namibia (53 punti), Cuba e Ghana (47 punti).
Stiamo messi peggio del Ruanda e il Presidente dell’ANAC, che da due anni dovrebbe disinfettare il nostro sistema malato, non trova di meglio che scrivere scuse raffazzonate e castronerie giuridiche per coprire il culo agli incarichi fuorilegge che il PD elargisce a piene mani, essendo un partito corrotto nell’anima.


Si dimetta Cantone, perché la sua credibilità di giurista è andata a farsi benedire. Occorrono anni, sudore e impegno per costruirsi una credibilità, ma basta un attimo per perderla per sempre.

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