DEUTSCHE BANK: SALTERA’ IN ARIA COME UN TAPPO DI CHAMPAGNE!
Nessuna sorpresa per noi, in fondo siamo
stati tra i pochi che vi abbiamo raccontato il colpo di Stato che ha
colpito il nostro Paese nel 2011,date un’occhiata allo sguardo sornione
di Angela Merkel, una sintesi che dice più di mille parole…
“Le parole non bastano più”
Dai cablo rilasciati dall’organizzazione
di Julian Assange emerge una attività di monitoraggio e intercettazioni
ai danni dell’allora premier e del suo entourage nei giorni che
anticipano la drammatica caduta. L’ultimatum di Merkel e Sarkozy: “Le
istituzioni finanziarie italiane salteranno in aria come il tappo di uno
champagne”. La telefonata con Netanyahu: “Berlusconi ha promesso di
mettere l’Italia a disposizione di Israele”
Un incontro tenutosi il 22 ottobre tra la
cancelliera Angela Merkel, il presidente francese Nicolas Sarkozy e il
primo ministro italiano Silvio Berlusconi è stato definito nei giorni
seguenti come teso ed estremamente duro verso il governo di Roma dal
consigliere personale per le relazioni internazionali del primo ministro
italiano, Valentino Valentini. Merkel e Sarkozy, che evidentemente non
tolleravano scuse sull’attuale situazione difficile dell’Italia, hanno
fatto pressioni sul primo ministro affinché annunciasse forti e concrete
misure e affinché le applicassero in modo da dimostrare che il suo
governo è serio sul problema del debito».
Questa intercettazione top secret dell’ottobre 2011,
che WikiLeaks pubblica in esclusiva con l’Espresso e con un team di
media internazionali, dimostra che, oltre a Germania e Giappone, anche
il governo italiano era spiato e riapre il caso del complotto ai danni
dell’allora presidente del consiglio che aveva spinto i fedelissimi di
Berlusconi a chiedere una commissione d’inchiesta.
Ora quello che fa sorridere oggi è che in
molti cadono dal pero di Wikileaks, quando in realtà bastava non
dimenticare quello che aveva dichiarato uno di quelli che contano, mica
le belle addormentate che vivono nel nostro Paese…
Un «complotto» europeo, in piena crisi
del debito e della moneta unica, per far cadere il premier italiano
Silvio Berlusconi. Ne parla l’ex segretario al Tesoro Usa Tim Geithner
nel suo libro di memorie «Stress Test. Riflessioni sulla crisi
finanziaria» appena pubblicato negli Stati Uniti. Nell’autunno del 2011,
sono i giorni dello spread oltre quota 500, «alcuni funzionari europei»
non meglio precisati avvicinarono l’allora super ministro economico di
Obama proponendogli un piano per promuovere l’uscita di scena di
Berlusconi, secondo quanto riporta «La Stampa» in un’anticipazione di
alcuni passaggi del libro. Geithner pur condividendo la necessità del
ricambio in uno dei paesi in quel momento più a rischio in Europa,
declinò l’invito e informò dell’accaduto il presidente degli Stati
Uniti. «Non possiamo avere il suo sangue sulle nostre mani», sostenne il
ministro con Obama. Mario Monti che sostituì di lì a poco Berlusconi al
governo, Geithner viene poi definito «un economista che proiettava
competenza tecnocratica», e la Spagna elesse Rajoy.
…«un economista che proiettava competenza
tecnocratica» altro che competenza tecnocratica, il buon Mario
sperimentava la bomba H in Italia, distruggendo occupazione e domanda
interna, deflazionando salari e imponendo l’austerità della sua Angela.
Sì, sapevamo. L’atmosfera generale era quella. L’impazienza, il ruotar d’occhi, il sorrisino sprezzante fra Sarkozy e Merkel in mondovisione. Ma una cosa è lo scherno di un sorriso, altro è la certezza delle trascrizioni, nero su bianco. I dispacci di Wikileaks pubblicati da Repubblica e dall’Espresso,
stilati dai funzionari americani per Washington, sulla base
dell'”ascolto” illegale delle telefonate dei leaders politici italiani,
sono uno schiaffo in faccia al nostro paese. E non soltanto per l’ovvio
sopruso dello spionaggio. Drammatiche sono le parole, l’atmosfera, che
raccontano il disprezzo politico e la assoluta mancanza di ogni rispetto
della sovranità del nostro paese: “Merkel e Sarkozy, che evidentemente
non tolleravano scuse sull’attuale situazione difficile dell’Italia,
hanno fatto pressioni sul primo ministro affinché annunciasse forti e
concrete misure e affinché le applicassero in modo da dimostrare che il
suo governo è serio sul problema del debito”. Vi prego di notare quel
“non tolleravano scuse”.
Certo se torno indietro a quell’estate
2011 e penso alla completa solitudine nella quale raccontavo quello che
realmente stava accadendo partendo dalla manovra “perfetta” di Deutsche
Bank, sino ad arrivare alla “casuale” letterina della BCE, resta davvero
l’amaro in bocca, ma nessuno mi potrà mai togliere la soddisfazione di
aver aiutato molti lettori a comprendere che era tutta una farsa e ad
evitare la liquidazione dei titoli di Stato italiani in portafoglio…
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