Palazzo Marino
Commissione d’inchiesta su Expo oggi il voto in Consiglio comunale
Il centrosinistra non ha i numeri per bloccare la richiesta del centrodestra
di Maurizio Giannattasio
I
numeri sulla carta non ci sono. Anche nella migliore delle ipotesi.
Oggi pomeriggio si vota l’istituzione della commissione d’inchiesta su
Expo voluta dal centrodestra più porzioni varie dello schieramento
comunale, ma la maggioranza di centrosinistra, complice gli sfaldamenti
interni, non ha i numeri per bloccare la delibera. Fatto salvo presenze
e assenze dell’ultimo minuto, il centrosinistra può contare su 24 voti
(i 19 del Pd, i 3 di Sel, il voto di Elisabetta Strada e quello del
sindaco Giuliano Pisapia), mentre la compagine favorevole alla
commissione può contare su 25 voti se a dare il proprio sostegno ci sarà
anche il presidente dell’aula, Basilio Rizzo oltre alla consigliere
Anita Sonego, molto critici sull’operato di Giuseppe Sala nella sua
veste di commissario Expo. Un voto sul filo di lana ad alto rischio
politico con le elezioni alle porte visto che Sala è il candidato della
coalizione del centrosinistra. Un arma in più nelle mani del
centrodestra e del suo sfidante Stefano Parisi. E proprio perché la
situazione è così complicata e per evitare di contarsi, aggiungendo
anche la sconfitta pubblica in aula, il centrosinistra è pronto a dare
il via libera alla commissione pur sottolineando che si tratta di
un’operazione «strumentale» e ad personam, anzi contra personam.
«È una commissione strumentale finalizzata
alla campagna elettorale — attacca il capogruppo Pd, Lamberto Bertolè
—. Tra le premesse c’è scritto di avviare un’indagine su tutta Expo e in
particolare sui contratti firmati dal commissario unico. Un bel lapsus.
È fuori luogo, soprattutto con quello che sta succedendo in Regione».
Ma poi aggiunge: «Siccome lo statuto comunale dice con due quinti delle
firme si può procedere all’istituzione della commissione a noi sembra
corretto che una maggioranza politica non blocchi la commissione con il
voto in aula. Non andiamo contro lo spirito dello statuto e per il
rispetto del ruolo della democrazia la faremo passare. Alla fine sarà
solo un boomerang perché non uscirà niente». Da decidere la modalità:
probabilmente il centrosinistra non parteciperà al voto». Cantano
chiaramente vittoria Riccardo De Corato e Manfredi Palmeri tra i primi
firmatari della commissione d’inchiesta. «Monguzzi, Gibillini, i seguaci
della Balzani e di Majorino hanno l’occasione per garantire al Comune e
ai milanesi la possibilità di vederci chiaro — dice l’ex vicesindaco —.
La commissione è lo strumento istituzionale adeguato e trasparente per
avere tutte le risposte necessarie. Risposte che in questi mesi non sono
arrivate. E di questo, anche una parte del Pd e della sinistra si sono
accorti e indignati».
Mentre Palmeri lancia un grido d’allarme sui
conti di Expo: «Abbiamo scoperto che mancano almeno altri 60 milioni
solo nel primo trimestre. Basta sorprese. Chi metterà quei soldi?». Una
questione già sollevata nei carteggi intercorsi tra Expo e Arexpo e
determinata dal fatto che Expo ha chiuso i suoi incassi con la fine
dell’evento, ma i lavori continuano con lo smantellamento dei padiglioni
e si dovrà procedere anche alla chiusura della società liquidando il
personale ancora attivo. La speranza è che con l’arrivo della nuova
governance e dei finanziamenti la situazione si risolva. Ultimo appunto.
Mercoledì arriverà a Milano il premier Matteo Renzi per presentare
pubblicamente il progetto di Human Technopole dopo che il comitato
scientifico formato da Roberto Cingolani insieme ai tre rettori di
Statale, Politecnico e Bicocca ha concluso il suo lavoro.
22 febbraio 2016
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