La questione relativa agli immigrati (non parliamo di emergenza,
per favore) torna di nuovo sul tavolo dell'Unione Europea, specie dopo
quanto accaduto in Austria. In molti si interrogano sul futuro
dell'Europa, compreso Papa Francesco che di ritorno dal Messico ha
parlato di "rifondazione europea". IntelligoNews ne ha parlato con il filosofo Diego Fusaro...
Ancora
muri in Europa e l'impressione che Bruxelles sia sempre più scollegata
dai singoli Stati aumenta. Ora che in ballo c'è anche l'Austria noi
italiani lo notiamo di più?
"Certo è evidente che
l'Europa oggi non esiste, lo dico da tempo. Esistono solo la moneta
unica e la Bce, poi quando ci sono problemi da concertare a livello
politico ecco che spuntano i muri, le frontiere a Ventimiglia e succede
quanto sta accadendo in Austria. La prova di quello che sapevamo da
tempo: l'Unione Europea è solo un nome nobilitante che copre ciò che già
Lenin aveva previsto, ovvero l'Europa come trionfo del capitale
finanziario dei signori europei".
Ieri il Papa tornando dal Messico ha parlato della necessità di una rifondazione europea. Che messaggio ha voluto dare?
"Non
so a quale spirito facesse riferimento, perché se si riferiva a quello
di Kant o di Edmund Husserl allora sono d'accordo con lui, ovvero
un'idea di Europa di popoli fraterni e democratici. Se però faceva
riferimento allo spirito che ha creato questa Europa, quello di
Maastricht e di Lisbona, allora mi permetto di dissentire perché questa
Europa di cui siamo abitanti non c'entra nulla con la prima essendo
quella dello spirito capitalistico e finanziario".
L'Europa va comunque rifondata?
"Sì,
è evidente. Quello che bisogna precisare è che per rifondarla bisogna
prima abbatterla. Cioè se tu sei in un edificio barcollante e dalle
fondamenta instabili non puoi cercare di ripararlo in itinere, devi
abbatterlo e ricrearlo su nuove basi".
Quali?
"Quelle politiche e culturali, poi per ultime quelle economiche in modo che ci sia un'economia politicamente guidata".
Il professor Giulio Sapelli scrive intanto un articolo dal titolo "Perché serve una leadership mondiale". Ovvero?
"Riconosco
la grande onestà di quest'uomo che ha detto quello che segretamente
circola nell'aria già da un po', cioè l'idea di un nuovo ordine mondiale
gestito da quello che io hegelianamente chiamo "il nuovo Signore", cioè
la figura dei nuovi dominanti. Parliamo dell'1% della popolazione che
vuole superare strumenti obsoleti e fastidiosi come le democrazie degli
Stati sovrani nazionali, come i Governi eletti da quell'orrore che sono i
popoli portatori di autonomia e decisione democratica. Quindi non mi
stupisco che vogliano un Governo mondiale non democraticamente eletto,
puramente economico e rispecchiante gli interessi finanziari che
gestisca il mondo e la nuova plebe globale".
Da chi è composta quella che chiama nuova plebe globale?
"Precari, vecchia classe media dissolta e più in generale il 99% della popolazione".
Altro che illuminismo...
"Sì,
altro che illuminismo. Questa è una rifeudalizzazione globalistica che
pone in essere il rapporto servo e signore in una forma che è insieme
capitalistica e feudale. Capitalistica perché sfrutta il lavoro
salariato e neo-feudale perché pone il servo in una situazione sempre
più subordinata e impotente dinanzi al signore globale".
Una leadership in cui si parlerà sempre più di diritti civili e sempre meno di quelli sociali?
"Questa
è ormai una grande tendenza. In Grecia abbassano le pensioni minime e
promuovono i diritti civili, in Italia tolgono l'articolo 18 e vogliono
fare le unioni civili. In qualche modo i diritti civili fanno fine e non
impegnano, come si dice da me a Torino. Sono qualche cosa che illude le
masse togliendo loro la cosa importante che sono i diritti sociali".
Non c'è uno scontro verticale.
"Esatto,
i diritti civili non costano nulla perché non toccano i rapporti di
forza economici. La vera emancipazione sarebbe implementare i diritti
civili e sociali insieme, ma loro usano quelli civili per togliere
quelli sociali. Questo è il segreto...".
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