Giudizio Muos, Sicilia: domani l’atto finale. La decisione del GCA
Atto finale per la vicenda Muos davanti al CGA. Si terrà domani
mattina, infatti, l’udienza conclusiva del Giudizio MUOS davanti al
Consiglio di Giustizia Amministrativa ed i giudici dovranno pronunciarsi
sull’appello presentato dal Ministero della Difesa avverso la sentenza
di primo grado, che aveva ritenuto illegittime le autorizzazioni
rilasciate per la costruzione dell’impianto.
Nel farlo dovranno tenere in considerazione i nuovi elementi
istruttori, che sono stati depositati in ottemperanza alla sentenza
parziale del 3 Settembre scorso; sentenza che, nella sua parte motiva,
ha delegato un Collegio di Verificazione a redigere una nuova Relazione
di Verificazione, per rispondere a tre quesiti fondamentali: quale sia
l’effettiva consistenza e gli effetti, anche sulla salute umana, delle
emissioni elettromagnetiche generate dall’impianto MUOS, quando
funzionante; se le emissioni siano conformi o no alla normativa in
materia di tutela ambientale dell’area SIC e di prevenzione antisismica;
infine, se le emissioni possano mettere in pericolo la sicurezza del
traffico aereo civile.
In vista dell’udienza, sono state depositate sia la Relazione del
Collegio, sia le memorie delle parti in causa, supportate dalle
relazioni dei consulenti tecnici di parte.
Abbiamo ritenuto, pertanto, opportuno incontrare l’avvocato Carmelo
Giurdanella, co-difensore del Comune di Ragusa, ed il medico Cirino
Strano, Consulente Tecnico di Parte dell’Associazione Movimento No MUOS
Sicilia, per discutere con loro dei profili problematici della questione
MUOS.
Avvocato Giurdanella, Dottor Strano, quali sono, dai
vostri diversi punti di vista, le questioni più controverse che
coinvolgono il giudizio MUOS?
Giurdanella: Quale difensore di uno dei soggetti
intervenuti nel giudizio, mi sono scontrato con almeno tre profili
problematici venutisi a delineare: la dubbia composizione del Collegio
di Verificazione, la violazione del diritto di contraddittorio e il
controverso modus operandi del Collegio di Verificazione.
Strano: Dal canto mio, mi sono occupato della
questione MUOS considerando i profili più specificamente tecnici di essa
e approfondendo gli effetti delle emissioni elettromagnetiche sulla
salute umana e sulla tutela ambientale dell’area SIC. Nel mio lavoro,
non ho potuto fare a meno di riscontrare contraddizioni e insufficienze
dell’operare del Collegio di Verificazione.
Avvocato Giurdanella, vuole chiarirci il problema della composizione del Collegio di verificazione?
Giurdanella: Il collegio di verificazione è stato
nominato dal CGA con la sentenza parziale depositata lo scorso
settembre. La nomina prevedeva l’affidamento dell’incarico di
verificazione a tre Ministri (Salute, Ambiente e Tutela del territorio e
del mare, Infrastrutture e dei trasporti) e due rappresentanti della
comunità scientifica. Tale nomina è risultata fortemente inadatta in un
giudizio in cui una delle parti in causa è il Ministero della Difesa:
l’imparzialità, infatti, del soggetto verificatore, pretesa dal codice
del processo amministrativo, rischia di essere stata compromessa, dal
momento che i Ministri nominati dal CGA sono, per loro definizione,
espressione dell’unico indirizzo politico che promana dall’Organo
esecutivo statuale, del quale è parte lo stesso Ministero della Difesa.
Inoltre, il Collegio è risultato fortemente sbilanciato a vantaggio
della componente politica rispetto alla componente scientifica, essendo
il rapporto tra Ministri ed esperti tecnici di 3 a 2, su un totale di 5
componenti, e quindi in un contesto in cui il voto per maggioranza è
garantito già da 3 voti. Infine, ritengo che non abbia arginato il
rischio di una compromissione politica del Collegio neanche la
possibilità, riconosciuta ai Ministri di delegare un esperto a compiere
le operazioni di verificazione, rimanendo, tale nomina, nella più ampia
discrezionalità del Ministro stesso.
Dottor Strano, qual è la sua opinione in relazione alla composizione del Collegio?
Dott. Strano: Condivido quanto affermato
dall’avvocato Giurdanella, e aggiungo che, non solo il potere di delega è
stato esercitato dai Ministri, ma la delega è stata conferita, tra
l’altro, ad esperti ingegneri elettronici, cosa che, a parer mio, mal si
concilia con i quesiti posti dal CGA. Era stato richiesto, infatti, un
accertamento delle conseguenze delle emissioni elettromagnetiche sulla
salute umana, ma non mi pare, questo, campo di competenza di un
ingegnere.
Quale medico, posso già anticipare quanto ho riportato nella mia
relazione di parte, in merito a questo argomento: l’incidenza delle
emissioni elettromagnetiche sul corpo umano determina, oltre alla
conseguenza più comune, la leucemia, alterazioni del sistema nervoso
centrale, che possono dare luogo a malattie quali morbo di Parkinson,
Alzheimer, autismo nei bambini, o evolvere in tumori, per esempio alla
tiroide. Di tutto ciò non c’è traccia nella Relazione del Collegio.
Avvocato Giurdanella, ci chiarisca per favore il problema del difetto di contraddittorio.
Giurdanella: Il nostro codice del processo
amministrativo garantisce alle parti in causa il diritto di presentare,
in vista dell’udienza di discussione documenti, memorie e repliche in
termini fissati, rispettivamente, in quaranta, trenta e venti giorni
liberi prima dell’udienza. Nel giudizio in questione, invece, tali
termini non sono stati rispettati. A seguito della proroga concessa per
la verificazione, infatti, si è venuto a creare un intervallo di tempo
tra il deposito della Relazione di verificazione e l’udienza di
discussione eccessivamente limitato. Ciò ha comportato una difficoltà
notevole nella preparazione dei documenti difensivi e delle relazioni di
parte, dal momento che i tecnici sono stati costretti ad accelerare
notevolmente i lavori.
Dottor Strano, in quanto tecnico di parte, ha riscontrato problemi nel dovere operare in termini stringenti?
Strano: Certamente sì. Inoltre, a proposito del
contraddittorio, voglio far presente che sebbene la sentenza del CGA
avesse prescritto che nella relazione finale di verificazione si dovesse
far menzione delle osservazioni dei tecnici di parte, tali osservazioni
non risultano essere state considerate. Né è stata rispettata la
prescrizione del CGA di comunicare una versione “provvisoria” della
Relazione, prima del deposito, ai tecnici di parte, almeno per quanto mi
riguarda.
Avvocato Giurdanella, Dottor Strano, potete chiarirci i profili tecnici, problematici, della Relazione?
Giurdanella: Per quanto mi riguarda, mi sono
soffermato su un’incongruenza procedurale dell’operare del Collegio.
Questo, infatti, aveva previsto, per i giorni 13 e 14 Gennaio delle
misurazioni in concreto del campo elettromagnetico irradiato, dal
momento che il CGA aveva richiesto espressamente di accertare gli
effetti delle onde emesse dal MUOS quando funzionante. Le
operazioni, invece, sono state successivamente bypassate, in quanto
preventivamente bloccate dal Prefetto di Caltanissetta. A seguito di
ciò, il Collegio ha deciso di porre a fondamento della propria Relazione
i dati teorici di misurazione trasmessi dagli USA. Questo,
sicuramente, non ha soddisfatto la richiesta del CGA, ed è palese, al
contempo, che sia stata messa a rischio l’imparzialità della Relazione.
Dott. Strano: Come l’Avvocato, ho rilevato anche io
questo problema nella mia relazione di parte. Voglio far osservare,
inoltre, come la decisione del Prefetto di Caltanissetta, assecondata,
tra l’altro, dallo stesso Collegio di verificazione non faccia che
confermare i timori che tutti noi soggetti intervenienti condividiamo.
Se infatti, già in sede di verificazione, si è preferito evitare di
attivare l’impianto per il timore che ciò provocasse danni alla salute
dei Niscemesi e all’ambiente circostante, a fortiori si deve ritenere
che attivare definitivamente l’impianto sarebbe deleterio per gli esseri
viventi intorno all’impianto. Il principio comunitario di precauzione
impone di reagire immediatamente di fronte ai pericoli potenziali nei
confronti della salute umana, delle specie animali e della salvaguardia
dell’ambiente.
Inoltre, le misurazioni, ripetiamo, teoriche, operate dagli Usa, si
riferiscono all’impianto in potenza di funzionamento 200 W (pari ad una
lampadina!) e, quindi, non al massimo di funzionamento. Le verificazioni
tecniche, invece, a norma di legge, vanno condotte con l’impianto
attivato alla massima potenza. Gli USA insistono nel dire che l’impianto
non arriverà a una potenza maggiore di 200 Watt, ma questo non mi pare
credibile: i progetti di realizzazione del MUOS, infatti, prevedevano
una potenza di ben 1600 Watt, e, d’altra parte, una potenza di soli 200
Watt non sarebbe sufficiente né a coprire la distanza necessaria del
fascio d’onda, né a contrastare le eventuali condizioni meteorologiche
avverse che possono ostacolare il percorso delle onde, né a soddisfare
la quantità di dati che riesce a trasmettere l’impianto MUOS.
Dottor Strano, cosa può dirci in merito all’impatto ambientale dell’Impianto MUOS?
Strano: Ci sono almeno due profili problematici. Il
primo riguarda l’impatto dell’impianto sull’area SIC. La “Sughereta di
Niscemi”, infatti, è una riserva naturale Sito di Interesse Comunitario.
In particolare, l’impianto ricade in ZONA A, che è la zona
assolutamente inedificabile. Anche questo aspetto è stato del tutto
omesso dal Collegio di verificazione. Così come la circostanza che
all’interno della riserva vivano delle specie faunistiche protette (il
gruccione, per esempio).
Il secondo profilo problematico è dato dalla mancanza di certificato
di antisismicità dell’impianto. È stato opposto, in passato, che le
parabole sarebbero strutture militari e, come tali, esenti da
necessarietà di certificato antisismico. In realtà, però, le parabole
poggiano su torrette alte almeno 10 m, che sono, a tutti gli effetti,
edifici necessitanti il certificato di antisismicità.
Tanto più che le conseguenze di un sisma sarebbero devastanti per la
popolazione circostante, in quanto esso influirebbe sulla stabilità
delle parabole e delle antenne, deviando e ampliando il fascio di
emissione delle onde, che andrebbe ad impattare, quindi, con ogni
probabilità sul territorio di comuni quali Chiaramonte Gulfi su cui è
direzionata una delle tre parabole.
La verità, a mio avviso, è che questo impianto ha un potenziale di
pericolosità immenso. Niscemi deve fare i conti con l’inquinamento
elettromagnetico generato dalle 46 antenne già esistenti dal 1991, cui
si aggiungerà, nella peggiore delle ipotesi, quello generato dalle
emissioni delle parabole. Queste hanno un raggio d’azione che si estende
fino a 143 Km, con effetti gravi sulla salute umana immediati e
inequivocabili a una distanza di soli 20 km: tale è la distanza che
separa Chiaramonte Gulfi GIdall’impianto satellitare USA.
Ringraziando l’Avvocato Giurdanella e il Dottor Strano per la loro
preziosa collaborazione, non ci resta che attendere l’esito della
prossima udienza, che porrà fine al Giudizio.
Intervista a cura di Rossella Angirillo
Nessun commento:
Posta un commento