Trame oscure dietro l’impeachment di Dilma Rousseff
27-05-2016
di Alberto Barlocci
fonte: Città Nuova
Alcune registrazioni farebbero pensare che dietro la scelta di metter
da parte la presidente, ci sarebbe la volontà di evitare che la
giustizia avanzi nelle indagini sullo scandalo Petrobras, che ha mandato
in carcere, finora, una cinquantina di legislatori e dirigenti di
partito. Le rivelazioni hanno provocato le dimissioni del ministro per
la Pianificazione e mettono in imbarazzo il presidente del Senato
Alcune registrazioni che stanno facendo la loro apparizione in Brasile rivelano che dietro il movente ufficiale dell'impeachment della presidente Dilma Rousseff si celano anche altri obiettivi. Lunedì scorso, 23 maggio, il ministro per la Pianificazione, Romero Jucá, ha dovuto presentare le sue dimissioni dopo che il quotidiano Folha de S. Paulo ha rivelato il contenuto di una sua conversazione del marzo scorso con l’ex presidente dell’azienda pubblica Transpetro, Sérgio Machado. Nel dialogo il ministro afferma la necessità di sostituire la Rousseff con l’attuale presidente ad interim, Michel Temer, per poi arrivare a un “patto” che mettesse un freno alle indagini della giustizia in merito al gigantesco scandalo Petrobras, l'azienda petroliera pubblica. La conversazione ebbe luogo il giorno prima che la Camera dei deputati avviasse il processo di impeachment contro la presidente.
La smentita di Jucá, secondo il copione delle affermazioni estratte dal
loro contesto, non ha resistito che poche ore, il tempo che il giornale
ha impiegato per pubblicare la trascrizione completa della
conversazione. Le dimissioni sono sate richieste anche da altri settori
alleati del Pmdb (Partito del movimento democratico brasiliano),
oggi al governo dopo la sospensione della Rousseff, in attesa che il
Senato si pronunci definitivamente in merito alla sua eventuale
destituzione.
La divulgazione di una nuova registrazione mette di nuovo in imbarazzo
il governo di Michel Temer. Nel documento, sempre Sérgio Machado scambia
alcune idee col presidente del Senato brasiliano, Renan Calheiros,
in merito alle indagini in corso, che, tra l’altro, interessano
entrambi in quanto indiziati di reato per le bustarelle concesse dalla
rete di aziende pubbliche e private legate a Petrobras. L’idea di porre
un freno all’azione della giustizia, dopo aver messo da parte la
presidente Dilma Rousseff, appare ancora una volta nel dialogo
registrato, ma con l’aggiunta, da parte di Calheiros, non solo di
mettere un freno all’azione dei magistrati inquirenti, ma di prendere
altre misure, come quella di modificare la legge che consente agli
arrestati pentiti di collaborare con le indagini in cambio di uno sconto
della pena. Le dichiarazioni dei pentiti hanno consentito al giudice Sergio Moro di giungere ai vertici più alti del potere politico inquinato dalla corruzione.
Nella conversazione, Calheiros fa il nome di un poderoso industriale attualmente agli arresti, Marcelo Odebrecht,
indicando che nel caso in cui avesse fatto uso della legge sui pentiti
non più di cinque o sei deputati si sarebbero salvati dalle sue accuse.
Calheiro ha cercato di smorzare la portata delle sue affermazioni,
asserendo che in esse «non si rivela né si suggerisce» qualsiasi
intervento nei confronti della giustizia. Ciò nonostante, si tratta di
un nuovo tassello che permette di sostenere che dietro l’impeachment della
presidente Rousseff si muove una trama ben complessa che sta cercando
di evitare che la giustizia arrivi fino in fondo. Un risultato che la
presidente sospesa non avrebbe ottenuto per non aver saputo negoziare
una soluzione con i massimi livelli del potere giudiziario. Il che sta
delegittimando non solo l’impeachment della Rousseff, ma lo stesso governo che ha assunto le sue funzioni appena meno di due settimane fa.
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