Erdogan “conquista” la Somalia mentre Roma dorme
di Gianandrea Gaiani
7 giugno 2016
A Roma si guardano l’ombelico mentre l’Italia si sta giocando anche
gli ultimi residui di influenza nelle sue ex colonie africane e se in
Libia contiamo sempre meno a vantaggio di altre potenze europee e
soprattutto di Qatar e Turchia, in Somalia abbiamo gettato la spugna da
un pezzo.
E’ vero che a Mogadiscio i vertici della missione di supporto
militare EUTM Somalia e della rappresentanza diplomatica Ue sono
italiani ma Roma è assente da troppo tempo e sta perdendo terreno nei
confronti dei turchi, protagonisti e nostri rivali anche in Libia dove
sono i partner prioritari del governo di Fayez al-Sarraj.
Per
trovare un segno di interesse dell’Italia per la sua ex colonia
dell’Africa Orientale bisogna tornare al giugno 2014, quando giunse a
Mogadiscio il sottosegretario agli esteri Lapo Pistelli.
Invece il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha effettuato nei
giorni scorsi il suo terzo viaggio a Mogadiscio dopo quelli del 2011 e
dell’anno scorso.
Scortato dalle forze speciali turche e accolto trionfalmente (il sito Somalia Agenda lo definisce ” The Hero of Somalia”)
Recep Tayyp Erdogan ha stanziato per la Somalia più aiuti economici di
qualunque altro Paese: ha realizzato il nuovo aeroporto, il nuovo porto
(gestito da società turche) e nuove strade illuminate dall’energia
accumulata da pannelli solari. (nell’ultima immagine)
Dopo
aver fatto tappa in Uganda e Kenya il presidente turco ha inaugurato a
Mogadiscio la più grande ambasciata turca di tutto il continente
africano e ha annunciato che ne aprirà altre in tutti i Paesi del
continente.
La Turchia intende aprire delle ambasciate in tutti i 54 paesi
africani. Ha detto Erdogan mentre l’Italia non ha rappresentanze
diplomatiche neppure in molti dei Paesi di provenienza degli immigrati
clandestini che giungono nella Penisola.
“Tredici o quattordici anni fa, le nostre ambasciate lavoravano in
dodici paesi africani, ora siamo presenti in 39 e il nostro obiettivo è
quello di aprire ambasciate in tutti i 54 paesi africani. Ambasciate non
devono essere situate in locali in affitto così abbiamo iniziato a
comprare dei terreni” ha detto Erdogan.
Quello
turco è l’unico presidente non africano ad aver visitato negli ultimi
decenni la Somalia, devastata dalla guerra e dalle carestie. La nuova
ambasciata turca è situata sul lungomare di Mogadiscio e, secondo
Erdogan, è la più grande e più moderna turca in Africa.
“I nostri progetti in Somalia vanno avanti” ha annunciato con soddisfazione.
Il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud ha elogiato l’appoggio
dalla Turchia alla Somalia, dicendo che le sue azioni indicano quanto il
governo turco sia impegnato nell’aiutare il Paese che quest’anno ha in
programma le elezioni presidenziali, nonostante i combattimenti e le
violenze.
Secondo
quanto riportato dall’agenzia turca Anadolou, martedì scorso il
parlamento turco ha approvato una legge che consentirà al governo somalo
di ricevere due milioni di dollari al mese, confermando così la Turchia
come il primo donatore del Paese del Corno d’Africa.
La Turchia è inoltre pronta ad aprire proprio in Somalia la sua prima
base militare del continente africano, in grado di ospitare fino a
1.500 uomini e dove i militari di Ankara addestreranno truppe somale
nella contro insurrezione contro i miliziani jihadisti Shabab.
Mogadiscio chiede da anni l’invio di una missione militare italiana di consulenza alle forze somale.
A
Roma se ne parla da tempo ma non se n’è mai fatto nulla mentre si
trovano truppe e denaro per soddisfare le richieste degli USA in
missioni in Afghanistan e Iraq ormai del tutto marginali per gli
interessi italiani
Mentre Roma dorme e chiacchiera la Turchia persegue invece una
coerente ed efficace politica di penetrazione nazionale in diverse aree
del continente africano (ma anche in Asia Centrale e Medio Oriente) e
soprattutto in Libia e Somalia, in quella che un tempo erano aree di
influenza italiane.
Fot: Anadolu, Somalia Agenda, AFP
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