L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

martedì 14 giugno 2016

Implosione europea - solo gli euroimbecilli possono pensare a un surplus del 3,5% che se effettivamente si potesse realizzare porterebbe i greci a vivere nelle bidonville

Grecia avverte: irrealizzabile surplus primario al 3,5%

14 giugno 2016, di Alberto Battaglia

GREXIT
Il governatore della banca centrale della Grecia, Yannis Stournaras, ha preso le distanze dalle politiche economiche concordate fra i creditori e il governo Tsipras: il surplus primario al 3,5% del Pil è un obiettivo “non realistico e socialmente irrealizzabile”, scrive Stournaras, che propone di abbassarne la soglia al 2% a partire dal 2018. Agire gravando meno sul saldo della spesa pubblica consentirebbe “di operare un mix di politiche più bilanciato con maggiore enfasi sulla riduzione delle tasse, incoraggiando investimenti privati e contribuendo a tassi di crescita sostenibili”.
L’appello del banchiere centrale si va ad aggiungere a quelli già espressi dal Fondo monetario internazionale, una delle punte della Troika, che ha preso le distanze dalle ricette recessive imposte ad Atene.

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