L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 27 ottobre 2016

Monte dei Paschi di Siena - con un pochino di tempo la impossibilità-truffa del Piano di Morelli, ricordiamo che non ha titolo per essere Amministratore delegato, viene a galla

Monte dei Paschi: la resurrezione dello ZOMBIE

Scritto il 27 ottobre 2016 alle 14:27 da Danilo DT



Nei giorni scorsi è stato presentato il nuovo piano industriale di Monte dei Paschi. I dettagli dello stesso sono ormai noti e la rete è zeppa di articoli sull’argomento e quindi preferisco non tediarvi con discorsi ripetitivi che potrete comunque approfondire utilizzando i più comuni motori di ricerca.

Permettetemi però di sottolineare alcuni passaggi che proprio non capisco. O forse li capisco ma non li voglio capire essendo abbastanza tragicomici. Anche perchè un piano industriale dovrebbe essere un qualcosa che poi rappresenti la “fotografia credibile del futuro” a cui un’azienda dovrebbe tendere,e non un fantomatico documento bizzarro con target irrealizzabili e teorici.

In massima sintesi e relativamente al punto più importante (la ricapitalizzazione) possiamo notare che viene confermato tutto quanto già si sapeva e quindi, nulla di nuovo. Il sottoscritto, vecchio sognatore, si sarebbe aspettato un qualcosa di diverso che potesse stuzzicare il mercato, in chiave ovviamente positiva. Ed invece no. Segno che l’elettroshock per uno zombie è cosa inutile.

Confermata ipotesi di aumento di capitale da 5 miliardi, crediti deteriorati da cedere a terzi pari a circa 9 miliardi, ad un prezzo pari al…. ehm… 32%. Trentadue per cento?
Signori, il 32% è irrealistico. O ci rimette l’acquirente, o il prezzo non è realistico. Punto.

E poi i bond subordinati. Conversione “offerta” a tutti, istituzionali e non (all’inizio sembrava solo dedicata ai primi). Ma a quale livello di concambio? E visto che è un opzione volontaria, perchè un obbligazionista subordinato dovrebbe accettare, rinunciando ad un capitale che dovrebbe essere rimborsato a scadenza? E se non partecipa, che fine faranno le obbligazioni subordinate? Lacune da tutte le parti, anche solo nell’immediato visto che l’operazione è prevista nemmeno troppo in là.

Ma non è tutto. La cosa che più mi sorprende è vedere una spavalderia incredibile nel prevedere il ritorno della normalità e della tranquillità su MPS con un’agilità veramente olimpica. In altri termini, il piano industriale sottointende nei dati presentati, la CERTEZZA che il mercato ed i clienti, una volta fatto l’aumento di capitale, possa rivedere in MPS una big player del settore del credito, con un normale ritorno alla redditività ed una fiducia assoluta da parte di investitori, risparmiatori e potenziali clienti.
Cari ragazzi, lo sapete che per costruire un rapporto di fiducia ci vanno anni e che per distruggerlo bastano 5 minuti?
La conseguenza dell’ipotetica resurrezione di MPS è questa slide.

Per chi non lo sapesse, il ROTE è il Return on tangible equity ed è un indicatore che misura il tasso di rendimento sul patrimonio netto tangibile. Difatti si ottiene dividendo il l’utile netto per il patrimonio netto esclusi gli attivi intangibili come l’avviamento. Si passa dal 6.2 al…. 10 -11 nell’arco di qualche anno. Altro che zombie! Neanche Lazzaro riuscì ad alzarsi tanto velocemente!
E poi tutto quello che viene comunicato sul rilancio commerciale della banca. Semplicemente WOW!
Insomma, cari amici, io sono ubriacato dall’euforia propagata in questo piano. Se ve lo volete vedere, CLICCATE QUI. Io per il momento preferisco aspettare, seduto sull’argine del fiume, lo zombie magari galleggia ancora. sempre che prima non sia definitivamente affondato.

STAY TUNED!


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