la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
sabato 31 dicembre 2016
IL PUNTO SU L'UNIONE EUROPEA DI OGGI
CLAUDIO BORGHI AQUILINI | Signoraggio bancario: le banche creano denaro ...
"Il Vaso Di Pandora" di Mercoledì 28 dicembre
"Il Vaso Di Pandora" di Mercoledì 28 dicembre
CLAUDIO BORGHI AQUILINI | Se torniamo alla lira pagheremo i debiti in euro?
BORGHI: NON SIAMO DIVENTATI TUTTI SCEMI, CI HANNO TOLTO IL CONTROLLO DEL...
tutte le notizie estere che arrivano su giornali e tv vengono da 4 agenzie: l’americana Associated Press (AP), la francese France Press, la inglese Reuters. La quarta, la tedesca DPA, non fa che diffondere per contratto le “notizie” della AP nel mondo che parla tedesco
http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/siamo-al-ministero-della-verita-come-in-1984-di-orwell/
Siria - veleni delle Consorterie Guerrafondaie Statunitensi ed Ebraiche scottati dalla liberazione di Aleppo e dai militari degli Stati Uniti ed Israele trovati insieme ai terroristi mercenari
- 30 dicembre 2016
- di Gianandrea Gaiani
Anche gli abitanti del distretto di Ghouta, nel settore orientale di Damasco, hanno riferito di colpi di arma da fuoco due ore dopo l’entrata in vigore della tregua. Altri incidenti “isolati” si sono verificati a Idlib, nel nord-ovest della Siria.
Vladimir Putin ha annunciato ieri in diretta televisiva l accordo per il cessate-il-fuoco che è entrato in vigore a mezzanotte. “Sono stati firmati tre documenti. Il primo tra il governo siriano e le forze armate dell’opposizione per il cessate il fuoco su tutto il territorio della Repubblica araba siriana” ha detto Putin mentre gli altri due riguardano le misure di monitoraggio della tregua e “una dichiarazione di disponibilità ad avviare i negoziati di pace per la soluzione della crisi siriana”. Colloqui che Mosca ha già messo in cantiere per gennaio ad Astana, capitale del Kazakistan, e a cui parteciperanno l’Iran, la Turchia e altre “potenze regionali” tra cui spicca l’Egitto come “garante”.
Il ministro della Difesa russo Shoigu ha aggiunto che l’accordo è stato firmato da 7 gruppi, “il fulcro” dell’opposizione e le principali forze in campo con oltre 50mila combattenti”.
Putin ha comunque definito gli accordi “fragili” e che “richiedono molta attenzione e pazienza oltre a un costante contatto con i partner” ma ha annunciato una riduzione delle forze schierate nel Paese anche se “la Russia continuerà a combattere il terrorismo in Siria”.
Già nel marzo scorso Mosca aveva annunciato un ridimensionamento delle sue forze in Siria che poi non si era concretizzato.
2. Ahrara al-Sham (nome completo Harakat Ahrar al-Sham al-Islamiyya) gruppo Salafita forte di 16mila uomini, che combattono nelle province di Aleppo, Damasco, Daraa, Idlib, Latakia, Hama e Homs;
3. Jaysh al-Islam, gruppo Salafita di circa 12mila uomini dislocati tra Aleppo, Damasco, Daraa, Deir ez-Zor, Latakia, Hama e Homs;
4. Thuwar al-Sham, 2.500 uomini, le sue formazioni armate hanno combattuto nelle province di Aleppo, Idlib e Latakia;
5. Jaysh al-Mujhaiddin, in tutto 8.000 uomini attivi nella città di Aleppo e provincia circostante, oltre a Idlib e Hama;
6. Jaysh Idlib, oltre 6.000 combattenti nella provincia di Idlib;
7. Jabhat al-Shamiyah, milizia Salafita composta da 3.000 uomini attivi nelle province di Aleppo. Idlib e Damasco.
In termini militari la tenuta della tregua è complicata dal fatto che le milizie aderenti all’intesa operano a fianco dei qaedisti di Fatah al-Sham esclusi dall’accordo.
Russia e Iran restano i garanti del regime di Assad mentre va registrato l’ennesima frizione tra Ankara e gli (ex?) alleati Occidentali.
L’intesa per la tregua garantisce ai turchi la sicurezza dei i confini meridionali pur ridimensionando le ambizioni di Recep Tayyp Erdogan che puntava a rovesciare il regime di Damasco con il quale ora si accorda indirettamente. Ieri per la prima volta i bombardieri Sukhoi russi hanno colpito obiettivi dello Stato Islamico intorno ad al-Bab, una trentina di chilometri a nord-est di Aleppo.
Bashar al-Assad in un’intervista alle News Mediaset ha ricordato che tutte le organizzazioni terroristiche hanno in comune l‘ideologia wahabita saudita schiaffeggiando i governi europei la cui priorità “non è la lotta al terrorismo”, ma usare i jihadisti “per cambiare governi e eliminare presidenti non graditi”.
Danno nomi che sembrano quelli di associazioni umanitarie per avere una copertura e raggiungere i loro obbiettivi politici. La priorità dei governi europei non è la lotta al terrorismo, ma usare queste ‘carte’ per cambiare governi e eliminare presidenti non graditi”.
Il governo siriano aveva umiliato arabi e occidentali rendendo nota il 17 dicembre la cattura ad Aleppo Est di 14 “consiglieri militari” stranieri che affiancavano le milizie ribelli rendendo noti i nomi di ufficiali degli eserciti di Israele, Turchia, USA, Giordania, Arabia Saudita, Marocco e Qatar.
Ecco i loro nomi annunciati dal deputato di Aleppo Fares Shehabi:
David Scott Weiner – US
David Shlomo Aram – Israele
Muhamad Tamimi – Qatar
Muhamad Ahmad Assabian – Saudita
Abd-el-Menham Fahd al Harij – Saudita
Islam Salam Ezzahran Al Hajlan – Saudita
Ahmed Ben Naoufel Al Darij – Saudita
Muhamad Hassan Al Sabihi – Saudita
Hamad Fahad Al Dousri – Saudita
Amjad Qassem Al Tiraoui – Giordania
Qassem Saad Al Shamry – Saudita
Ayman Qassem Al Thahalbi – Saudita
Mohamed Ech-Chafihi El Idrissi – Marocco
A partire dal 5 dicembre i soldati russi hanno bonificato una superficie di 966 ettari nella parte orientale di Aleppo. In precedenza la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova aveva evidenziato la notizia diffusa dai media bulgari sulla scoperta in un deposito d’armi degli islamisti in una delle zone liberate di Aleppo di munizioni prodotte in Bulgaria
Armi provenienti da Bosnia-Herzegovina, Slovacchia, Serbia, Bulgaria, Montenegro, Repubblica Ceca, Romania e Croazia.
Se il ruolo arabo (e fino a ieri anche turco) nel supporto ai ribelli è da tempo evidente, ben più imbarazzante risulta per le cancellerie occidentali l’evidente coinvolgimento di Usa ed Europa nell’appoggiare milizie la cui ideologia coincide con quella dei terroristi che colpiscono in nome dell’Islam sulle due sponde dell’Atlantico.
http://www.analisidifesa.it/2016/12/la-casbah-alle-porte-di-milano-qui-amri-ha-cercato-aiuto/
Messico - niente compromessi con la sinistra del falso ideologico
Messico. Fino al 4 gennaio, un grande convegno in Chiapas
L'Ezln in Chiapas
Geraldina Colotti
Pubblicato 30.12.2016, 23:59
Come si forma l’arcobaleno? E’ vero che i cellulari fanno male? Si può vivere senza il capitalismo? La scienza a scuola di zapatismo. Dal 26 dicembre, è in corso a San Cristobal de Las Casas, in Chiapas (a sud-est del Messico), il convegno L@s Zapatistas y las ConCiencias por la Humanidad. Fino al 4 gennaio, 82 scienziate e scienziati provenienti dal Messico, dagli Usa, dal Regno unito, dall’Uruguay, dalla Germania, dalla Spagna… dialogheranno con 200 delegati indigeni, 100 donne e 100 uomini, in base a una lunga lista di domande elaborate per mesi nelle comunità zapatiste. Si discute di genetica, astrofisica, matematica, biologia molecolare…
Il percorso è stato anticipato da alcuni comunicati, che spiegano l’iniziativa con il consueto stile immaginifico. Secondo il Sub comandante Galeano Alchimista tutto ha preso forma dalla domanda di una giovanissima “insurgente” che un giorno gli ha chiesto: “Perché questo fiore è di questo colore, perché ha questa forma e perché ha questo odore?”. Alla domanda ha fatto seguito una precisazione: “.. e non voglio che tu mi risponda che la madre terra con la sua saggezza lo ha fatto così o che lo abbia fatto così dio, o chissà chi. Voglio sapere qual è la risposta scientifica”.
Una domanda – dice Galeano – “che non ammetteva più spiegazioni scontate e rituali”: perché questa generazione di donne zapatiste è ormai autonoma e istruita e decisa a costruire il proprio futuro, senza accontentarsi dei silenzi o dei luoghi comuni.
La questione di genere è di fatto sempre più al centro dei dibattiti zapatisti, a 22 anni dal “levantamiento” che li ha portati a insorgere, il 1 gennaio del 1994. Il documento di invito agli scienziati si burla delle false verità scientifiche diffuse dalle reti sociali e per questo descrive i risultati di uno “studio” comparso su “una rivista scientifica svedese online”: lì, un gruppo di ricercatori avrebbe dimostrato che nei paesi in cui il femminismo è più forte, gli indici di natalità vanno a picco, perché gli ormoni maschili si indeboliscono… Solo che il nome della presunta rivista era quello di una nota serie televisiva e gli “scienziati” ne erano i principali attori, e anche la data era quella del …31 febbraio.
Durante il quinto Congresso nazionale indigeno (Cni), le comunità native messicane e L’Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln) hanno annunciato di voler nominare una donna come candidata indipendente alle presidenziali del 2018, il cui nome verrebbe indicato durante l’assemblea plenaria che si terrà il 1 gennaio a Oventik.
Una decisione che ha riattizzato le polemiche nella sinistra messicana, impegnata a costruire i consensi intorno a Manuel Lopez Obrador, ora leader del nuovo partito Morena. Per una parte della sinistra, “gli zapatisti e la chiesa di base” hanno contribuito a precludere la vittoria di Obrador nel 2006, quando perse per meno di un punto percentuale e gli venne negato il ricorso. Una versione che l’Ezln ha contestato con le parole del Sub comandante Moises in cui precisa di non aver mai invitato al boicottaggio, né all’astensione, ma “a organizzarsi e a lottare”, e anzi di aver appoggiato un candidato almeno in un’occasione, nelle elezioni del 21 agosto ’94.
Intanto, la vita delle comunità continua a essere a rischio. Il rapporto annuale del Centro per i diritti umani Fray Bartolomé de Las Casas (Frayba) denuncia il persistere di “una situazione di conflitto armato da parte dello Stato messicano che mantiene una politica di aggressione e disattende le richieste dell’Ezln, che vuole costruire alternative al sistema capitalista sviluppando esperienze di autonomia sempre più integrali”.
E intanto, in Messico, si moltiplicano le manifestazioni contro gli aumenti della benzina e la crescente criminalizzazione delle proteste popolari. Sulle reti sociali, circola un invito a non comprare benzina i primi tre giorni di gennaio, e una petizione che in pochi giorni ha raggiunto oltre 20.000 firme su change.org. Dal 1 gennaio sono previste mobilitazioni in diverse città, e una grande marcia nella capitale il 7 gennaio. Due le consegne: la diminuzione del prezzo della benzina e la rinuncia del presidente Enrique Peña Nieto “per la sua inettitudine e complicità con i grandi saccheggiatori”.
http://ilmanifesto.info/la-scienza-a-scuola-di-zapatismo/
Putin non cade nella infantile provocazione delle Consorterie Guerrafondaie Statunitensi ed Ebraiche
Usa-Russia, Giulietto Chiesa: "In corso una guerra ibrida americana, trappola per Trump"
"Non è una vendetta soltanto, ma un'operazione politica che tende a usare, a mio avviso molto scorrettamente, gli ultimi giorni di una presidenza per predeterminare la situazione in cui dovrà agire il presidente eletto. Per correttezza colui che se ne sta andando non dovrebbe prendere decisioni di grande portata, perché altrimenti condiziona il successore. Questa è una decisione che sta cercando di condizionare l'unica scelta che Trump ha mostrato fino ad ora con chiarezza, cioè la volontà di migliorare i rapporti con la Russia di Putin".
"Non credo che faccia niente, aspetterà. Probabilmente una parte dei funzionari americani a Mosca saranno espulsi, (nessuno funzionario sarà espulso) come misura di normale ritorsione diplomatica. Ma più in là non si andrà".
"La situazione è difficile da capire perché tutto questo che si manifesta come uno scontro tra Obama e Putin in realtà è uno scontro tra Obama e Trump. O meglio, tra i democratici e Trump. Quindi uno scontro interno agli Stati Uniti. Per questa ragione io ritengo che Putin non farà nulla, il primo a sapere che la battaglia è interna agli Stati Uniti è Putin. Salvo che ovviamente non si debba difendere".
E' il Sistema massonico mafioso politico del corrotto Pd che come una cappa impedisce all'Italia di respirare, tutto quello che fanno è favorire gli stranieri, le clientele, consorterie, clan, famigli, cordate, succhiando soldi al restante paese
“Pacco, doppio pacco e contropaccotto”
Le Consorterie Guerrafondaie Statunitensi ed Ebraiche continuano a lanciare il loro veleno
Obama, il perdente che non sa perdere
Monte dei Paschi di Siena - il sistema massonico mafioso politico del corrotto Pd NON vuole far chiarezza
La proposta dell'economista Zingales
Marcello Zacché - Ven, 30/12/2016 - 17:03
Di certo sarebbe bene che questa proposta non scivoli via come l'acqua perché è evidente a tutti che in Mps - ma come minimo anche nelle banche popolari venete e nei quattro istituti salvati lo scorso anno - i panni sporchi ci sono eccome. E a questo punto il governo - come sostiene Zingales - non può non prendersi la responsabilità di fare chiarezza. È una questione di trasparenza ma non solo: con l'intervento dello Stato nel capitale del Monte dei Paschi, tutti i contribuenti italiani diventano azionisti della banca senese. E lo fanno obtorto collo, per ragioni di interesse nazionale, decise dal governo. Tutto bene: è il minore dei mali perché evita un fallimento bancario e permette, in questa fase, di salvaguardare anche gli investitori più deboli.
Ma proprio per questo diventa un diritto dei nuovi soci quello di sapere per quali motivi sono stati costretti a investire i propri soldi in Mps. Così da individuare gli eventuali colpevoli e avanzare tutte le possibili azioni risarcitorie. Succede in tutte le situazioni societarie private: a maggior ragione dovrà succedere con i soldi pubblici.
Giulio Regeni - Il Circo Mediatico italiano sapeva e nonostante ciò ha alzato un polverone pieno di menzogne e il nostro ottimo rapporto con al Sisi si è perduto mentre Gren Bretagna e Francia hanno mietuto i vantaggi economici
L’Italia sapeva che Regeni aveva offerto 10mila sterline al sindacato
ROMA, 29 DIC – La notizia della segnalazione di Giulio Regeni alla polizia, il 7 gennaio scorso, da parte di Mohamed Abdallah, il capo del sindacato autonomo degli ambulanti del Cairo, è nota agli inquirenti della procura di Roma dal 9 settembre scorso.
Lo riferiscono fonti della Procura ricordando che la notizia fu resa nota con un comunicato congiunto emesso dopo un vertice con i colleghi egiziani.
Anche il video dell’ultimo incontro tra Regeni e Abdallah è agli atti dell’inchiesta romana, dal 7 dicembre scorso. Le stesse fonti smentiscono alcune ricostruzioni del contenuto del video secondo cui il ricercatore avrebbe chiesto danaro al capo del sindacato. Al contrario, si precisa, fu Regeni a prospettare ad Abdallah la possibilità di presentare un progetto per un finanziamento di 10 mila sterline a favore delle iniziative degli ambulanti. (ANSAmed).
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“Io e Giulio – ha detto il il capo del sindacato – ci siamo incontrati in tutto sei volte. E’ un ragazzo straniero che faceva domande strane e stava con gli ambulanti per le strade, interrogandoli su questioni che riguardano la sicurezza nazionale – ha dichiarato Mohamed Abdallah all’edizione araba dell’Huffington Post, secondo quanto riporta l’Espresso. – L’ultima volta che l’ho sentito al telefono è stato il 22 gennaio, ho registrato la chiamata e l’ho spedita agli Interni”.
“Quando io l’ho segnalato ai servizi di sicurezza, facendo saltare la sua copertura, lo avranno ucciso le persone che lo hanno mandato qua“. (tgcom24)
Quindi… quelli di Cambridge? I servizi segreti della M16 security? Ah, saperlo!
Non è tutto. Abdallah fornisce anche una propria versione sugli scambi avvenuti con Giulio. In merito al video che il procuratore generale egiziano avrebbe consegnato al collega italiano, il sindacalista sostiene che la versione fornita dagli inquirenti del Cairo sia corretta. «Io non lo spiavo» aggiunge. «Collaboravo con lui, non avete notato che la situazione si è calmata da quando hanno visto quel video?». L’allusione di Abdallah – si legge ancora su L’Espresso – è che quelle scene riprendessero Giulio nel tentativo di offrire una somma di denaro al sindacalista in cambio di alcuni informazioni. Non ha però precisato che tipo di informazioni. (Messaggero)
http://www.maurizioblondet.it/litalia-sapeva-regeni-offerto-10mila-sterline-al-sindacato/
Bolivia - Nuove strategie per il Sud America
CINA. Cooperazione militare sino-boliviana
di Luigi Medici CINA –