(ANSA) - BOLOGNA, 5 GEN - "Amici mi hanno
rimproverato di non aver preso prima la parola. Penso che chi cerca di
svolgere i compiti di amministratore pubblico 'con disciplina e onore',
come prescrive la Costituzione, deve aspettare il momento giusto". Marco
Macciantelli, sindaco Pd di San Lazzaro (Bologna) dal 2004 al 2014,
rompe sul proprio blog un silenzio di due anni. Lo fa dopo che il Gip ha
archiviato, su richiesta del Pm, l'inchiesta sulla cosiddetta 'Colata
di Idice', le presunte minacce denunciate dalla sindaca successiva,
Isabella Conti, Pd, dopo aver bocciato un intervento edilizio nella
frazione di S.Lazzaro. "Visto che si è tanto parlato di cemento - scrive
Macciantelli nell'articolato memoriale - vorrei chiarire una cosa: non
c'è nulla in me che porti verso il cemento". L'ex sindaco, ora nella
direzione del Pd provinciale, mai indagato, rivendica la correttezza
dell'operato della sua giunta e ricostruisce l'iter che varò
l'insediamento bocciato dalla Conti. Chiedendo: bocciarlo fu
ponderazione tipica del buon governo?
Macciantelli (nella cui giunta, mai coinvolta nell'inchiesta, c'era
come assessore dal 2013 anche Isabella Conti), sul blog
marcomacciantelli.wordpress.com fa il punto della vicenda in un lungo
intervento deciso dopo che l'archiviazione dell'inchiesta ha
cristallizzato la sua correttezza e l'assenza di reati in quelle che
furono definite pressioni da parte di sette tra amministratori, politici
dello stesso Pd ed esponenti di Legacoop verso il sindaco Conti.
Ricostruisce l'itinerario della pianificazione a S.Lazzaro negli 11 anni
della sua amministrazione, i vari passaggi che portarono dal Piano
regolatore generale al Piano operativo Comunale. San Lazzaro, ricorda,
fu il primo ad arrivare nell'area metropolitana al Poc, che prevedeva la
riqualificazione del comparto di Idice, comprese edilizia sociale, una
nuova scuola, un nuovo impianto sportivo, la rinaturalizzazione
dell'asta del fiume Idice. Non fu un 'accordo', precisa, "tanto meno un
appalto, come si è scritto sui giornali, ma un avviso pubblico, un
bando". La sua giunta ci mise due anni, dal 2011 al 2013, per arrivare
al Pua, il Piano urbanistico attuativo, approvato nel febbraio 2104: "Se
la nostra amministrazione fosse stata poco attenta - sottolinea -
avrebbe dovuto chiudere col Pua pochi mesi dopo il Poc e invece si prese
tutto il tempo per esaminare e approfondire, in relazione alle esigenze
della comunità e delle parti sociali, ulteriori opere di
riqualificazione a favore della frazione di Idice e dell'interesse
pubblico". Macciantelli ricorda che ciò che aveva da dire sulla
pianificazione lo aveva messo per iscritto in un libretto che pubblicò
quando lasciò la carica, "La cifra di S.Lazzaro, 10 anni di mandato",
dicendo che non lesse in seguito contestazioni o smentite. Per poi
passare al "registro che mi compete, quello di carattere amministrativo e
politico". Sostiene che la sua fu una politica di riqualificazione del
suo territorio, senza consumi di suolo. E ricorda che S.Lazzaro fu al
primo posto nella graduatoria delle "proposte ammissibili" sia nel bando
regionale dei 3000 alloggi a ottobre 2008 sia, per le case di via
Canova, nella graduatoria regionale tra i Comuni con più di 15mila
abitanti per i programmi di riqualificazione per alloggi a canone
sostenibile, nel 2011: "Chi sostiene che le politiche di
riqualificazione e di contrasto al consumo, peggio, allo spreco del
territorio, siano una novità dell'ultimo istante, non sa di cosa parla".
Ricordando che quel piano prevedeva un intervento sulla base di un
bando pubblico del consiglio comunale (non del sindaco o della giunta)
da una compagine "che per l'80% era formata da imprese non cooperative,
per buona parte residenti o operanti in S.Lazzaro". E che quel piano
prevedeva 125 alloggi di edilizia sociale per chi rischiava di rimanere
senza casa, che "ora mancano all'appello del fabbisogno dell'area
metropolitana bolognese". Macciantelli aggiunge che a Idice non era
prevista nessuna dispersione insediativa, mentre era incluso un
consolidamento urbano di una frazione che esiste dal XIII secolo, non
certo "una new town". L'ex sindaco ricorda che il Comune collaborò con
la Provincia e che tutti i passaggi furono fatti insieme, "grazie
all'impegno di un amministratore pubblico del valore di Giacomo
Venturi", l'ex assessore provinciale a Pianificazione territoriale e
urbanistica, Trasporti, Politiche abitative morto in un incidente
stradale il 4 ottobre 2014. Macciantelli fa anche un'analisi per
sostenere che la sua pianificazione, dopo 10 anni dall'idea, avrebbe
certamente potuto essere ripensata e ridimensionata. Ma che è comunque
corretto sottolineare che fu fatta nel rispetto della normativa.
Chiosando che "cambiare idea si può, talvolta si deve: ma la partita va
vista tutta, va raccontata tutto, in primo luogo ai cittadini". E
sottolinea, nel beneficio del dubbio, di essersi limitato a prendere
atto, senza interlocuzioni con l'amministrazione che lo seguì,
dell'attivazione della procedura di decadenza del Pua di Idice. Ma,
sempre nel beneficio del dubbio, "è ragionevole chiedersi se la
decisione della decadenza del Pua sia stata davvero conforme alla
ponderazione dei fattori in campo tipica del buon governo". "Dopo il
clamore sollevato - dice ancora - ci si sarebbe potuto attendere
riscontri rilevanti, per esempio l'emergere di condotte estranee ai
nostri standard civili. Coloro che subirono addebiti, per le presunte
minacce poi archiviate, invece sono persone non solo per bene, ma anche
conosciute e stimate, che si sono fatte apprezzare nei loro campi di
attività, non senza ruoli professionali, politici e istituzionali di
primo piano". L'ex sindaco conclude che il vero "sistema" è quello di un
"Paese costretto a estenuanti percorsi con decenni di lavoro e costi
economici", cui si aggiungono ulteriori parole sulla semplificazione, o
sull'innovazione, quindi tutto finisce nel solito porto delle nebbie:
facendo prevalere non un fare responsabile, ma una specie di ansia
inconcludente". Macciantelli conclude: "Dopo la pausa di riflessione che
mi sono preso, conto di valutare il consiglio di quegli amici che mi
sollecitano a riprendere il mio impegno".
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