di Roberto Pecchioli
IL 2016 si è chiuso all’insegna della nuova sbalorditiva scoperta
fatta dai fedeli servitori mediatici ed intellettuali del liberalismo
progressista al potere globale: quella della post-verità. Nella celebre
quartina del Demetrio di Metastasio “è la fede degli amanti /come
l’araba fenice: /che vi sia, ciascun lo dice;/ dove sia, nessun lo sa.”
Diconsi post verità, nella lingua di legno perfettamente invertita di
lorsignori, le fandonie mascherate da controinformazione diffuse da
malintenzionati e cattivoni di varia specie ed estrazione in alternativa
alla corretta e indiscutibile informazione del circuito da essi
diretto. Come nel Ministero della Verità di Orwell, la loro menzogna
diventa verità scolpita nel marmo. Si è distinto ultimamente un tale
professore Pitruzzella, responsabile dell’autorità’, meglio authority
garante della concorrenza e del mercato, che sarebbe poi una specie di
associazione di piromani mascherata da pompieri di Viggiù. L’ineffabile
professore ha proposto la creazione di un’ulteriore struttura di
“esperti”– lo Stato italiano ne è già abbondantemente provvisto , ma è
assai ricco – per valutare e, immaginiamo, rimuovere le notizie “false “
, le fakes : se non sa un po’ di inglese, signora mia, non se la cava neppure al mercato rionale !
Insomma, la rete ancora relativamente libera fa rabbia ai nostri
superiori, come un popolo che non si indebita fa rabbia agli usurai. La
verità va scelta accuratamente da esperti nominati, meglio ancora se si
nega direttamente la sua esistenza. Questo era , infine, il nocciolo del
pensiero di un venerato maestro della società aperta, anzi del suo
massimo teorico, Karl Popper. L ‘idea di verità è sospetta di
autoritarismo, inclina al totalitarismo e va dunque respinta fuori dal
perimetro pubblico. La verità va sostituita dalle opinioni, in
competizione tra loro come le merci sul mercato. Naturalmente, non tutte
le opinioni possono essere espresse e diffuse, come non tutti gli
attori sul mercato sono benvenuti: solo alcuni, quelli che sono “dentro”
al sistema e sono interessati a conservarlo e riprodurlo.
Popper, grande nemico di Platone, e già questo dovrebbe farci stare
lontano dal filosofo viennese americano come da una malattia contagiosa,
è il terzo grande teorico della “tolleranza”. Gli altri furono John
Locke, il cantore proto liberale della “gloriosa rivoluzione” orangista
protestante inglese di fine Seicento, che non estendeva tuttavia il
nobile criterio ai “papisti”, e Voltaire, altro campione di libero
pensiero ammiratore del cosmopolitismo delle borse valori, antisemita
incallito e anticattolico per eccellenza al grido di “ecrasez l’infame”
schiacciate l’infame. Anche la tolleranza di Popper , peraltro, ha dei
chiari, giudiziosi limiti, che lo rendono il padre nobile degli
interessati nemici della verità sgradevole e sgradita, giacché, in
normale italiano, tale è il significato di “post verità”.
Citiamo da La società aperta e i suoi nemici “ la tolleranza
illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo
l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non
siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi
degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la
tolleranza con essi. In questa formulazione, io non implico, per
esempio, che si debbano sempre sopprimere le manifestazioni delle
filosofie intolleranti; finché possiamo contrastarle con argomentazioni
razionali e farle tenere sotto controllo dall’opinione pubblica, la
soppressione sarebbe certamente la meno saggia delle decisioni. Ma
dobbiamo proclamare il diritto di sopprimerle, se necessario, anche con
la forza.” In soldoni, la tolleranza è limitata a chi la pensi come
i fautori della società aperta, ovvero del liberismo in economia, il
progressismo ed il relativismo sui temi etici, l’egemonia della
tecnocrazia oligarchica senza limiti, eccetera.
Sono questi i crociati contro le menzogne popolane, decisi a
sopprimere con la forza gli “intolleranti”, categoria in cui può essere
incluso chiunque e che fa rabbrividire alquanto, se consideriamo
l’immenso potere dell’ iperclasse senza frontiere ( Ch. Lasch), nonché
la vastità delle “attività controrivoluzionarie” punite da ogni regime
autoritario. I fautori della società aperta si riservano il popperiano
diritto di sopprimere con la forza i dissidenti colpevoli
d’intolleranza, ma per una buona causa, quella dell’opinione (loro)
elevata a verità indiscutibile e difesa con accanimento dal clero
secolare ad alto reddito, vero professor Pitruzzella, vero pennivendoli
“aperti”, voi che piangete lacrime di plastica sui bambini morti di
Aleppo, ma vi dimenticate di riferire dell’arresto, da parte dei
governativi siriani , di una ventina di gentili “istruttori” di varie
nazionalità del mondo libero ed occidentale e del rinvenimento di
munizioni provenienti dai più importanti stati campioni della società
aperta? E, in quanto al nome, chissà perché George Soros, il munifico
filantropo che finanzia le ONG che organizzano le migrazioni dall’Africa
con il denaro sottratto ai popoli attraverso le più ciniche
speculazioni finanziarie, ha chiamato proprio “Open Society”, società
aperta, la fondazione attraverso cui influenza, orienta, appoggia, e
soprattutto paga i più fieri esponenti della “tolleranza “.
Eppure, tutto si tiene, anche al tempo della post verità, cioè
dell’anti verità. E’ interessare , al riguardo, osservare il flusso
delle notizie degli ultimi giorni. Potremmo anzi chiamarle news,
nel lessico loro, ovvero novità, cose nuove: è proprio la successione,
il getto continuo, il velocissimo mordi e fuggi dei dati e dell’
“ultima ora” che sopprime la penultima, l’elemento caratteristico dell’
unica, autentica post verità, quella cioè autorizzata e promossa
dall’Oligarchia Illuminata .
Tutto deve correre, su nulla ci si può fermare più di un attimo
intervallato da consigli per gli acquisti, terrorismo, fame del mondo,
lotteria di capodanno, risultati di calcio, l’ultimo concerto di
Madonna, la morte di una pop star, un omicidio irrisolto, la scollatura
delle attrici sul tappeto rosso ( red carpet, please….) di un
festival, terremoto sesto grado scala Mercalli, l’ultima ricerca degli
scienziati americani, una nuova cura per il cancro, il nuovissimo
modello di smartphone, i saldi dei negozi, le previsioni meteorologiche,
i dati sulla povertà e la disoccupazione, il salvataggio dei migranti,
la farfallina di Belen Rodriguez.
Panta rei, tutto scorre, ma non come nella filosofia di
Eraclito, bensì nel tritatutto dei Padroni del Mondo e nella striscia
mobile in basso del canale televisivo. La post verità, e vero imbroglio,
è essere invasi dalle news e non riuscire più a valutarle e
distinguerle, come in certi sogni nei quali si confondono fatti, luoghi,
persone, presente e passato e ci si riprende, a fatica, solo dopo il
risveglio e si ricostruiscono con stupore i frammenti confusi del nostro
inconscio.
La verità esiste, e la ragione umana aperta alla trascendenza sa
coglierla. Anche i fatti esistono, e sono altra cosa delle opinioni. Ma
la post democrazia ( tutto è post, nel nostro mondo , e forse siamo
anche posteri di noi stessi) confonde, frulla, macina con la forza di
venti braccia, come recitava la pubblicità di una macchina per fare la
pasta. Forse non è un caso che si chiami “pastone”, in linguaggio
giornalistico, il servizio sulla giornata politica e le dichiarazioni di
protagonisti e comprimari. Lo scopo non è affatto informare, tanto meno
fornire chiavi interpretative per esercitare il pensiero critico, ma
confondere per rendere sempre più impalpabili i confini tra giusto e
sbagliato, bene e male, vero e falso.
Una prova che tutto si tiene e nulla è quel che sembra ? Ecco alcune
delle informazioni più recenti, tratte dall’informazione di massa, mainstream,
quella che forma e deforma la percezione della realtà della
maggioranza. Si costituiscono cooperative e si organizzano Onlus per
“accogliere i profughi gay” : a Bologna il primo centro italiano della
specie. Ma si tace sull’essenziale, ovvero che i profughi non sono tali,
che nella maggioranza stragrande dei casi – lo ammettono le stesse
associazioni che si dividono la torta – i falsi profughi sono anche
finti omosessuali, invogliati a definirsi tali non dallo spirito del
tempo, ma dalla concreta prospettiva di vedersi riconoscere lo statuto
di rifugiato per persecuzione subita nella nazione di origine. Si tace
ancor più rigorosamente sulla circostanza che le organizzazioni della
sedicente società civile sono finanziate con il denaro delle nostre
tasse e pressoché tutte sono riconducibili al sistema politico,
associativo e clientelare della sinistra politica e di alcune realtà
dell’associazionismo cattolico. Del resto, il pio e progressista
monsignore Galantino cena piacevolmente con l’autrice della legge sulle
unioni civili, Monica Cirinnà, che dal canto suo, “sposa” un sindaco
meridionale con il suo ganzo, mi correggo, compagno.
Le unioni civili omosessuali sono oggetto di propaganda ( o post
verità ?) sulla terza rete televisiva pubblica, laicista ed atea, che
tuttavia, in prima serata, trasmette programma simil-religiosi sulla
“Chiesa in uscita”, e resistiamo alla tentazione di dire la nostra
sull’uscita e sull’entrata della nuovissima chiesa cattolica
misericordiosa, migrante ed attenta alle periferie del mondo, dopo aver
dedicato gli ultimi venti secoli a bazzecole tipo salvare le anime e
parlare di un personaggio trapassato chiamato Dio.
Insomma, balle o propaganda mascherate da fatti, sparate come fuochi
artificiali. Il lavoro manca, ma i voucher per pagare quello precario
aumentano del 27.000 per cento in otto anni ( ventisettemila, non è un
errore di battitura), ma pare che nella verità celata ci sia il
pagamento in voucher di alcune prestazioni da parte del comune di Torino
a 5 Stelle e che la stessa CGIL, promotrice di un referendum
abrogativo, compensi con i magici bigliettini certe piccole
collaborazioni .
A Napoli, indignazione alle stelle per il ferimento di una bimba da
parte di un malavitoso il cui scopo era impartire “una lezione” a tre
africani che vendevano sul mercato rionale e non pagavano il pizzo.
Ovvio lo sconcerto per la piccola colpita, e auguri di guarigione anche
agli stranieri raggiunti dalle pallottole camorriste, ma come la
mettiamo con la condizione di clandestini dei tre, con l’inerzia delle
forze dell’ordine, con la realtà nota a tutti che i
migranti/rifugiati/profughi/risorse/ nuovi italiani venditori abusivi si
riforniscono proprio dalla camorra, che il pizzo è una vergogna in sé e
non per il colore della pelle delle vittime di giornata ? Il solito
Roberto Saviano ha dichiarato ad un giornalone progressista che “ci
vorrebbero sindaci africani “: un bel tacer non fu mai scritto.
Il terrorismo islamista non viene quasi mai chiamato per nome- quella
è gente pericolosa- e, dalla presidenza della Repubblica in giù, è
tutto un rincorrersi di affermazioni del tipo che terrorismo ed
immigrazione sono fenomeni distinti. Vero, non tutti i “migranti” sono
terroristi, ma moltissimi tagliagole hanno raggiunto l’Europa da
clandestini e sui barconi. Da bambini ci ripetevano che chi si limita
alle mezze verità è più che un bugiardo, è un imbroglione. Tutto si
tiene, davvero, anche il lavoro dei giullari della società aperta,
cortigiani vil razza dannata, ed in particolare le menzogne figlie di
una visione invertita della vita . Ma guai a fermarsi, o riflettere, non
ci si deve attardare, divoriamo tutto h. 24 come negli allevamenti
intensivi di bestiame da carne.
Il gruppo musicale italiano del Volo, i giovani tenori che hanno
sdoganato il belcanto, non intendono esibirsi all’insediamento di Donald
Trump. Hanno dichiarato (fonte una rete Mediaset) che disapprovano “ il
populismo xenofobo e razzista”. Tre ragazzotti con lo smoking come
abito di scena, tre concetti stravolti in un colpo solo, un invidiabile
filotto. Oh, un’altra post-verità, quella ormai “virale” che mette
all’indice, ed esclude non dal dibattito pubblico, ma direttamente dal
consorzio civile, milioni di persone con poche, semplici, ma definitive
parole cariche di disprezzo ed incitamento all’odio: populista,
razzista, xenofobo.
Nulla conta se l’assunto sia vero o falso, ancora meno importa il
significato vero degli argomenti e dei termini. Importante è colpire,
naturalmente in nome della tolleranza e della società aperta, anche se
quelli del Volo ne sono inconsapevoli. Karl Popper è in agguato, ed i
suoi molti figli non tollerano avversari. E’ di scuola il perfetto
ribaltamento realizzato da quell’attore nei panni di un leghista
scatenato, che assicurava : “Non siamo noi che siamo razzisti, sono loro
che sono napoletani !”.
Bisogna tacere e correre alla “news” successiva, una sfacciata marchetta all’apertura dei saldi in un noto outlet
della provincia settentrionale. La giornalista giuliva ed elegante
magnifica gli sconti , l’operatore filma le finte strade in finto stile
della finta cittadina ricostruita per esaurire le scorte della crisi da
sovrapproduzione, gli intervistati sono rigorosamente multietnici, ma
tutti egualmente felici di essere consumatori e di spendere centinaia di
euro, ma ”avrei speso quasi il doppio, senza i saldi ” e, par di
capire, senza il salvifico centro commerciale. In realtà è il sistema
tutto ad essere fondato sulla post-verità che non si osa chiamare
menzogna. La pubblicità è l’anti verità eretta a dogma , ma sostiene il
sistema televisivo e mediatico, sorregge lo sport professionale ed
alimenta le passioni popolari.
Sarebbe stupefacente se non cercassero di distruggere la concorrenza.
E’ il loro mestiere, la chiamano legge di mercato, ma le mille
sfumature diverse e sempre nuove che inventano non riescono a nascondere
del tutto il progetto totalitario, intollerante ed aperto solo in
uscita, nel senso che espelle, colpisce, distrugge anche con la forza i
dissidenti, tutti i dissidenti, quegli intolleranti, quei populisti,
quei nemici della verità ufficiale annidati ovunque. Ma pagheremo caro,
pagheremo tutto, Popper dixit . Gli eserciti militari,
mediatici, accademici, tecnologici e propagandistici del pianeta sono
in azione, gli sgherri ed i mazzieri pronti a colpire. La post verità
(altrui) ha i giorni contati.
http://www.maurizioblondet.it/al-tempo-della-post-verita-si-tiene/
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