L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

mercoledì 15 marzo 2017

Diego Fusaro - il Pd tutto è allineato con l'ordine liberista

Pd 2.0, parla Diego Fusaro: "Dopo il Lingotto questo sarà il nuovo Pd"

14 marzo 2017 ore 15:51, Andrea De Angelis

Dopo il Lingotto cambia davvero il Pd? Inutile dire che la frattura c'è stata, lo spiega la parola, con la scissione della cosiddetta minoranza. Da lì è evidente che ci saranno dei mutamenti, più o meno grandi. IntelligoNews ha chiesto allora al filosofo Diego Fusaro quale sarà la fisionomia del partito, più "radicale di massa" o "della nazione", ragionando anche sui tre leader che si affronteranno tra un mese e mezzo alle primarie...

Scissione e Lingotto: il Pd, considerando anche la presenza di Emma Bonino e le dichiarazioni di Orlando ed Emiliano, sta diventando sempre più una sorta di partito radicale di massa?
"Nihil novi sub sole, direbbero i latini. La presenza di Emma Bonino rivela la vera natura del Pd come forza liberal-libertaria, per me nemica dei lavoratori e dei diritti sociali. Nonché utile strumento del capitale che oggi si rivolge alle sinistre per fare le sue offese al mondo dei lavoratori e dei diritti. Emma Bonino rappresenta, a mio modestissimo giudizio, il grado zero della politica italiana. Il partito degli spinellatori liberistici e della totale indifferenza per i diritti sociali e per la questione economica, il partito dei bombardatori in nome della democrazia liberistica. Quindi è davvero rivelativo che sia ormai il nome del Pd". 


C'è ancora il progetto di diventare un partito della nazione?
"Non credo che si possa parlare di Partito della nazione, non fosse altro che il Pd ha orrore per la parola nazione, lavoratori, sovranità. Per me è il partito delle élite finanziarie, forse questo è il vero nome che dovrebbe assumere se fosse coerente. Questo è il vero identikit. Se ci fosse Gramsci si rivolterebbe nella tomba, o farebbe anche di peggio...".

Venendo ai candidati, c'è una certa confusione: Renzi sembra avere ancora vocazioni egemoniche, Orlando guarda invece ai moderati mentre Emiliano appare più vicino al Movimento 5 Stelle. Come ne usciranno fuori?
"A mio giudizio ne usciranno fuori malissimo, perché quale che sia il candidato vincitore si mostreranno ancora una volta non credibili per il popolo. Di tutti credo che Emiliano sia il meno peggio, perché se non altro ha ancora qualche valore di riferimento rosso e non riallineato con l'ordine liberista. Lo conosco personalmente, è sensibile e consapevole. Dovrebbe liberarsi dalle incrostazioni e dalla melma liberista a cui il Pd ha aderito e tornare ai valori sacri del lavoro, della sovranità nazionale e dell'interesse delle classi deboli. Questo è l'unico modo per uscirne seriamente, tutto il resto è tragicomico".

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