A Capodanno abbiamo avuto due
attentati: uno in Turchia, l’altro a Firenze (a dir la verità non
escludo che, nel mondo, ce ne siano stati altri, di massacri, ma
l’attenzione dei media va dove la porta la sciatteria e la NATO).
Mentre il primo assorbiva occhi, orecchie e cuore della platea mondiale,
il secondo (una bomba contro un centro culturale di Casapound) ha avuto
una distratta e annoiata notazione a pie’ di pagina (e, se l’ha avuta,
ciò si deve unicamente al grave ferimento di un artificiere; altri due
episodi consimili nel 2016 pare siano passati sotto traccia).
L’attentato contro Casapound è da valutarsi con cura. Potrebbe essere nulla o un primo focherello.
Appena l’ho saputo mi si sono accesi gli special dell’irrazionalità,
come un vecchio flipper complottista. È stata una folgorazione
istintuale, prelogica; indipendente da ogni cogitazione; in un secondo
mi si è aperto, come un Paolo di Tarso degli anni Settanta, l’antico
ventaglio delle possibilità (che sono sempre quelle, dagli anni
Settanta, appunto):
- Sono stati i rossi
- Sono stati i neri
- Sono stati i servizi
Ipotesi 1. C’è ancora gente, nelle
ridotte dell’imbecillità, che gioca a fare il sinistro. Ovvero:
l’antifascista. Multinazionali, banche e centri politici occulti hanno
il potere di rovinare nazioni, spostare capitali pari al PIL dell’Italia
in un secondo, grassare centinaia di miliardi, ordire conflitti
sanguinosissimi per procura, eppure qualche mammalucco con lo spinello
dietro l’orecchio e il mito del migrante gioca a questo gioco qui. Come
se un sindacalista, nell’era di UBER e delle auto che si guidano da
sole, scendesse in piazza per difendere le carrozze a cavalli.
Deprimente.
Ipotesi 2. Il mito dell’autoattentato
nero è sempre vivo nell’immaginario di sinistra. Esso raggiunse l’apice
nell’aprile 1976, quando i figli del segretario della sezione missina di
Primavalle morirono nell’incendio della propria abitazione – incendio
appiccato dai minchioni di Potere Operaio. Secondo l’allora
controinformazione del PotOp (che scrisse persino un instant book)
l’attentato fu un regolamento di conti interno alla destra. Cosa dire
oggi? La risposta è semplice: che Casapound, nel 2017, trovi il tempo e
la voglia di farsi attentati contro sé stessa lo trovo assolutamente
improbabile; che una frangia di destra (magari una frangia dissidente)
abbia la forza, il know how e la sfacciataggine di fare questo, mi
sembra altrettanto improbabile.
Ipotesi 3. L’ipotesi dell’attentato
interno alla destra, a onor del vero, mi è stata ventilata da un ex
appartenente ai servizi: en passant, tra il serio e il faceto. Quando
parlano questi tipi, e soprattutto quando lo fanno a cuor leggero, con
la panza piena e fuor di menzogna, è bene drizzare le antenne; anche
perché, è notorio, le ipotesi 2. e 3. possono sposarsi splendidamente:
una provocazione dei servizi, svolta con manovalanza di destra, contro
la destra, onde appiccare il fuoco al cerchio delle vendette (da destra)
e controvendette (da sinistra). Nonostante la mia predilezione per
l’ipotesi 1., più lineare, la combinazione 2.-3. non è da scartare.
Anche la combinazione 1.-3. non è da scartare, anzi mi piace molto di
più: infiltrazione in ambienti di sinistra, sobillazione, attentato.
Deja vu.
Sono trucchi vecchissimi, ma ben oliati, e che funzionano alla grande.
Il cuore umano sembra complicato, ma è mosso da rare pulsioni, sempre le stesse.
Amore, odio, desiderio, piacere, invidia, vendetta …
E l’intelligence conosce la maniera di elettrizzare tali pulsioni, come Galvani con la famigerata ranocchia.
Basti compulsare i commenti e le ciance sbocciati a margine di tale
episodio apparentemente secondario. Molti ricascano nel tranello.
Reazioni basiche, cani di Pavlov, destra-sinistra, okkio al kranio, ti
schiaccio punto nero … la solita zuppa riscaldata del ristorante Stay
Behind, ma qualcuno sembra ancora gradire.
Le antiche fratture ideologiche, cancellate dalle palate di terra
dell’edonismo postmoderno, tendono a riaprirsi (è lo stesso trucco,
peraltro, usato in Medio Oriente). I destri accusano i sinistri, i
sinistri accusano i destri; tutti si danno del venduto. Il problema sono
i sinistri sanguinari e intolleranti, no, il problema sono i fascisti
perché il fascismo non è mai morto e via cicalando.
Qualunque sia la verità (ipotesi 1. ipotesi 2. ipotesi servizi: 3.
oppure combinazioni 1.-.3 e 2.-3.) voglio manifestare il mio debol
parere.
Questo: non cadiamo nel trabocchetto.
Per favore.
Basta.
Caro Iannone, cara Casapound, sono stati i rossi? Bene, restate calmi, fate le denunce che dovete fare e passate ad altro.
Cari compagni, sono stati i neri per accusarvi falsamente? Mi sembra
un’ipotesi arditissima, e comunque, lasciate perdere, i problemi stanno
altrove.
Sono stati i servizietti segreti? A maggior ragione lasciamo perdere,
non diamo pretesti per la repressione, facciamola finita con queste
baruffe chiozzotte, gli strilli da comare, le urla da suburra, le facce
truci. Basta, basta, per carità. La trincea si è spostata più avanti di
centinaia di chilometri, perdio, la vedete o no? Per favore, vi imploro,
deponete quei ridicoli moschetti. Abbiamo già dato. E, inoltre, cari
camerati e cari compagni, poiché ci sono battaglie campali da
combattere, centinaia, migliaia di chilometri più avanti, vi invito pure
a scaricare i compagni e i camerati allo champagne che, in occasioni
come queste, ci sguazzano alla grande (nel flûte della divisione
ideologica). E sì, perché non esiste solo la gauche caviar alla
Boldrini, ma anche la droite allo spritz come quella di Buttafuoco. Ma
questi, la Boldrini e Buttafuoco, simboli di legioni ben nutrite e al
caldo, sono sostanzialmente apolidi; e, nella guerra civile italiana,
schierati con chi ha la grana, non certo con voi. Le loro intemerate
vengono dall’alto, cervellotiche, insincere, comodamente meditate in
poltrona, e rischiose come i movimenti di chi gioca al Risiko (tanto che
gli frega?). Muovono carri armati e truppe per battaglie che loro si
guarderanno bene dal combattere e che, ovviamente, non hanno mai
combattuto. Battaglie peraltro oggi inutili, controproducenti, stupide,
sbagliate. Comprendete?
La crisi (durissima) sta arrivando, pesante e cingolata come un panzer;
il potere agogna, come sempre, la distrazione e il divide et impera.
Quindi cari miei, carissimi miei, fricchettoni sinistri, e destri col
busto del duce in anticamera: vi parlo da italiano ad altri italiani: se
proprio non volete spogliarvi dei vecchi abiti, vi prego, celebrate il
vostro Carnevale su internet, nei club e nelle associazioni, o durante
commemorazioni e funerali, o a qualche manifestazione in cui sfilate in
cento. State fermi, non cadete nelle provocazioni, non reagite. Non fate
il gioco di chi sta sopra. Non riesumate le mummie, le carcasse, i
cadaveri. Vi piace giocare ai soldatini, cogli indiani e le giacche
azzurre? Fatelo, in silenzio, che qui c’è una guerra in atto, vera. E
non rompeteci i coglioni.
Se poi volete darci una mano, buttate le pistole a tappo dell’ideologia,
i paraocchi e i gagliardetti, e compratevi un bel fucile d’assalto
ultimo modello.
Alzate lo sguardo e osservate il nuovo panorama, per una volta; vedete com’è immenso? Poi fate un bel respiro; e mirate bene.