la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST?
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 25 febbraio 2017
Diego Fusaro: "Occorre ripartire dallo stato sovrano nazionale"
PTV news 24 Febbraio 2017 - Roma cerca un’amicizia speciale con Pechino
Mosler Economics - lavorare per la Piena Occupazione Dignitosa è l'obiettivo di ogni comunità, la vera ricchezza di ogni Stato

In alto il deficit!
Superare la crisi uscendo dall’Euro ed emettendo moneta per finanziare occupazione e servizi
Inizierete la lettura pensando: troppo semplice per essere vero! La terminerete consapevoli di quante menzogne ci hanno raccontato sulla necessità di tagliare ferocemente la spesa e tenere bassi il deficit e i salari.
«Warren Mosler sostiene una dottrina economica sorprendente. Il neo-chartalista spiega che, poichè la moneta è una creatura di stato, i governi godono di una libertà di spesa maggiore di quanto riconoscano. Le autorità fiscali sono libere di spendere quanto sia necessario per rivitalizzare le economie e ricreare occupazione.» (The Economist)
«Warren Mosler non è una persona comune: ha in sé una parte bambina, e per fortuna. E’ per fortuna quell’innocenza che oggi ... con serafica naturalezza si erge di fronte a chiunque per dire: il governo può firmare tutti gli assegni che gli pare, almeno fino a che ha dato a tutti un lavoro, a tutti la sanità, a tutti buone pensioni, a tutto il Paese buone infrastrutture. Basta capire cos’è la moneta.» (Dall’introduzione di Paolo Barnard)
https://www.kobo.com/it/en/ebook/in-alto-il-deficit-1
Ceta - un'altra dimostrazione plateale che il corrotto Pd e amico delle multinazionali e lavora contro gli interessi degli italiani
Approvato il CETA: un altro disastro di una globalizzazione mal governata dall’Europa

CETA: Cavallo di Troia dei neoliberisti
Una pericolosa cessione di sovranità in campo giuridico
Crolla un pilastro giuridico dell’Unione Europea
Così l’agroalimentare italiano è a rischio
Coldiretti contraria
l'incesto tra sionisti e arabi
ISRAELE E ARABIA SAUDITA: L'ABBRACCIO CHE SPAVENTA L’IRAN
venerdì 24 febbraio 2017
Toh la Cia conosceva il Nord Coreano, conferma la favola dei cani che mangiano uno zio
Corea del Nord: spunta la CIA nel caso dell’omicidio di Kim Jong-nam (grafico interattivo)
@RoccoBellantone
Nicola Gratteri - delinquere sarà meno conveniente
Lamezia, Nicola Gratteri: se i commercianti ancora non si fidano “quando saremo credibili?”
Lamezia Terme – “Quando saremo credibili?“. Lo ha chiesto alla cosiddetta società civile lametina il Procuratore della Repubblica distrettuale, Nicola Gratteri a margine della conferenza stampa che illustrato i particolari dell’operazione “Nuove Leve“.
Per Gratteri ” La gente di Lamezia Terme deve iniziare a credere in noi. Sono anni che la Procura e i magistrati di Catanzaro emettono sentenze. Se i commercianti non parlano oggi, se i commercianti non si fidano di questa nuova gestione, quando saremo credibili?”.
Parole semplici, chiare e dirette verso i “tanti” che a Lamezia Terme continuano a non “ribellarsi” a non “collaborare” con la magistratura e le forze dell’Ordine nonostante negli ultimi anni siano state smantellate tutte le storiche cosche di ‘ndrangheta.
“Perché ad un certo punto stare zitti non è più conveniente” – ha concluso Nicola Gratteri.
http://www.calabrianews.it/lamezia-nicola-gratteri-commercianti-ancora-non-si-fidano-saremo-credibili/
La propaganda occidentale contro le fake news
Sciocco, il solito Pd non si smentisce, ora vuole mettere la museruola al web
“REGOLAMENTAZIONE DELL’ONLINE – NO A PROPOSTE LIBERTICIDE”
CHE CHIEDE SANZIONI E RECLUSIONE PER CHI MANIFESTA LIBERO PENSIERO IN RETE
“REGOLAMENTAZIONE DELL’ONLINE – NO A PROPOSTE LIBERTICIDE”
NELLA SALA ISMA DEL SENATO (PIAZZA CAPRANICA)
IL GIORNO GIOVEDI 2 MARZO DALLE ORE 11:00
Grandi manovre finalizzare a questo obiettivo sono già in corso in USA, Francia, Gran Bretagna, Germania.
In Italia ci stano provando, oltre a quasi tutti i media-mainstream, anche un nutrito gruppo di parlamentari.
A seguito di una risoluzione del Consiglio d’Europa, la Sen. Gambaro ha presentato un disegno di legge che appare come una vera e propria intimidazione nei confronti di tutto ciò che suona e risuona come antagonista, non conformista e comunque difforme dal “pensiero unico” dominante.
La WAC (Web Activists Community) e Pandora TV, d’accordo con la senatrice De Pin, invitano pertanto CHI voglia ancora difendere la libertà d’espressione e CHI ritenga che non c’è alcun bisogno reale di norme aggiuntive a quelle già esistenti, ad un incontro pubblico al quale parteciperanno famosi bloggers, parlamentari, giuristi, accademici e giornalisti.
Lo scopo è quello di avviare una discussione pubblica e di individuare un’azione coordinata di difesa e (se possibile) di controffensiva.
L’iniziativa sarà seguita minuto per minuto da Pandoratv.it. Tutti i principali canali tv, giornali e agenzie saranno invitati ad assistere. Tutti voi siete stati parte delle riunioni di avvio del WAC (che inizialmente denominammo United Bloggers). Ora WAC esiste ed è ai suoi primi passi, difensivi certo, ma gli eventi dimostrano quanto fosse urgente tentare di unire le forze per difenderci. L’incontro del 2 marzo non implica necessariamente adesione al WAC (cosa di cui saremmo ben lieti). Sarebbe tuttavia molto utile, in quella occasione, la vostra presenza e il vostro intervento. Ciascuno di voi è ormai voce autorevole del WEB italiano. E nessuno di noi, tutti insieme, è più al sicuro nel prevedibile sviluppo di questa vera e propria offensiva volta a imbavagliare tutto e tutti.
L’incontro è aperto al pubblico, ma sarà necessario accreditarsi scrivendo la propria volontà e i propri dati al seguente indirizzo: contatti@pandoratv.it
Cari saluti a tutti.
Giulietto Chiesa e Glauco Benigni
Blog FAHRENHEIT 912
tel. 348.7105308
tel2 0323.9293440
http://fahrenheit912.blogspot.
Web Radio Rf912
https://radiof912.wordpress.
PTV news 23 Febbraio 2017 - Kiev: A grandi passi verso la guerra
Francia elezioni - Marine le Pen schiaffeggia il Partito dei Giudici euroimbecille
Marine Le Pen sfida la giustizia
«Non rispondo prima del voto»
al suo staff. Duro attacco del commissario Moscovici: «Lei vuole uccidere l’Europa»
di Redazione Esteri
La leader del Fronte nazionale francese sfida per l’ennesima volta le autorità giudiziarie. Marine Le Pen, secondo quanto riferisce Le Monde, si è infatti rifiutata di sottoporsi all’interrogatorio della polizia al quale era stata convocata mercoledì per rispondere delle accuse di pagamenti illegali al suo staff al Parlamento europeo. Il suo avvocato, Rodolphe Bosselut, ha confermato la presa di posizione della sua assistita spiegando all’agenzia Reuters che la leader dell’ultradestra risponderà a convocazioni del genere solo dopo il primo turno delle elezioni presidenziali di primavera, in cui è data nettamente in testa.
«Sporchi trucchi»
Le Pen, 48 anni, ha finora negato ogni responsabilità nel caso e sostiene di essere vittima di «sporchi trucchi politici». La leader di Fn sarebbe stata raggiunta dall’invito a comparire il 21 febbraio, di ritorno dal suo viaggio in Libano. Il giorno successivo il suo capo di staff è stato formalmente indagato, dopo un giorni di interrogatorio, sul presunto uso improprio di fondi Ue per il pagamento degli assistenti parlamentari. Anche la sua guardia del corpo è stata interrogata. Il legale della Le Pen asserisce che c’è «il rischio che la giustizia venga usata come strumento in campagna elettorale».
«Un crimine politico»
Intanto, venerdì è arrivata contro la leader del Fronte nazionale anche una dura presa di posizione del commissario dell’Unione europea, Pierre Moscovici: «Marine Le Pen vuole uccidere l’Europa — ha detto in un lungo intervento sempre su Le Monde —. E’ un crimine politico».
Diego Fusaro - Si il corrotto Pd con Renzi sta rivelando la sua natura di servo del Globalismo Capitalistico, un'ideologia che viaggia su un binario morto
Diego Fusaro: "Rossi, Emiliano, Renzi e il socialismo: cosa penso della sinistra oggi"
"Difendere la nazione, la comunità e gli esseri umani al suo interno. Difendere l'interesse nazionale puntando sul sociale e sul lavoro".
"Il protezionismo lo dicono a parole, ma anche a destra ormai sono tutti liberisti. Aveva ragione Gaber quando cantava che ormai il liberalismo era di destra e andava bene anche a sinistra. Anche a destra vedo molta ipocrisia e confusione, non penso che ci sia la soluzione lì".
"Penso che rispetto a Renzi Emiliano sia un gigante".
"Secondo me farebbe meglio a combattere da fuori, lasciando il Pd al suo destino. Ormai il Partito Democratico è impresentabile, un brand fallimentare".
"Sì, così bisognerebbe fare. Il Pd è un marchio inutilizzabile, bisogna non combatterlo da dentro, ma lasciarlo al suo destino funesto".
Le Vie della Seta - "Italia e Cina sono due culture millenarie che si affascinano e si rispettano"

Il capo dello Stato incontra il presidente cinese Xi Jinping, rassicura il partner asiatico sull'attrattività del nostro Paese per gli investimenti stranieri e sottolinea l'importanza del sistema italiano di porti e logistica come "ultimo tratto della nuova Via della seta". Ma rilancia anche sui rapporti culturali e sul sostegno al multilateralismo nelle relazioni internazionali
22 febbraio 2017
PECHINO - L'Italia è un Paese sicuro per attrarre investimenti. E' il messaggio del presidente Sergio Mattarella, accolto per la sua visita di Stato in Cina dal presidente cinese Xi Jinping nel palazzo dell'Assemblea del popolo a Pechino. Rassicurazioni al partner asiatico sulla nostra solidità, ma anche rilancio di una collaborazione sempre più profonda. Il presidente Xi risponde con altrettanto interesse, spiegando che "l'impresa italiana è benvenuta in Cina" e l'Italia offre "vantaggi imparagonabili" rispetto ad altri Paesi. Soprattutto nella prospettiva del progetto della Nuova via della seta, con Mattarella che ha sottolineato come il sistema di porti e di logistica italiano offra "alla Cina la possibilità di completare, nel modo più efficiente e conveniente possibile l'ultimo prezioso tratto" della nuova via "fino al cuore dell'Europa".
Un'ora abbondante di faccia a faccia, accompagnati dalle rispettive delegazioni, per siglare un'intesa strategica, sintetizzata dall'auspicio di Mattarella che in futuro possa esservi "ancora più Cina in Italia e più Italia in Cina". Definendo "incoraggiante" la presa di posizione della Cina a favore della globalizzazione durante l'ultimo vertice di Davos, Mattarella ha ribadito la contrarietà italiana al protezionismo. Ma non si è parlato solo commercio e industria, nel colloquio Mattarella e Xi hanno affrontato anche i temi dei rapporti culturali e della collaborazione in ambito multilaterale per garantire stabilità ai diversi scacchieri internazionali. Mentre nei saloni attigui si sono tenuti due forum, uno economico e uno culturale, che hanno portato alla firma di 13 accordi per 5 miliardi di commesse a breve termine e nuove strategie i cui frutti matureranno nel lungo periodo.
Mattarella in Cina: incontra Xi Jinping a Pechino
A Pechino, il presidente Mattarella è intervenuto alla sessione conclusiva della IV edizione del Business Forum Italia-Cina e del primo Forum Culturale italo-cinese. "Per la prima volta ha osservato il capo dello Stato - si trovano riunite insieme espressioni tra le più autorevoli della cultura e dell'imprenditoria dei nostri Paesi con l'obiettivo, fortemente condiviso, di far compiere alle nostre relazioni bilaterali un nuovo, importante, passo in avanti. Questa occasione di dialogo ci consente di porre in primo piano l'impegno dei nostri Paesi a sviluppare una collaborazione autenticamente a tutto campo".
Durante il suo intervento, Mattarella è tornato sull'importanza della nuova Via delle seta, "pronti a contribuirvi anche in una dimensione che superi l'ambito strettamente economico e commerciale. L'Italia ritiene di poter concorrere alla costruzione di nuovi percorsi del commercio e dell'ingegno costruttivo, ma anche della cultura, della conoscenza e di una sempre maggiore comprensione reciproca, in un processo di stimolo e di accrescimento vicendevoli".
Sul fronte industriale, i due co-presidenti del Business Forum Italia Cina Marco Tronchetti Provera (vice presidente esecutivo e Ceo di Pirelli) e Tian Guoli (presidente di Bank of China) hanno firmato una dichiarazione congiunta che rinnova e conferma l'impegno comune nella promozione dello sviluppo delle relazioni economiche e della crescita dei due Paesi, attraverso il dialogo permanente tra imprenditori, il coinvolgimento delle maggiori associazioni di categoria e il lancio di attività e progetti specifici d'interesse bilaterale nell'ambito di tematiche strategiche quali Sanità, Tecnologia e Sostenibilità Ambientale, Agroalimentare e Sicurezza Alimentare, Aerospaziale e Ricerca Scientifica.
Emblematico in tal senso il memorandum d'intesa, sottoscritto da Mauro Moretti in qualità di Amministratore Delegato e Direttore Generale di Leonardo, tra e-GEOS (JV tra Telespazio e Agenzia Spaziale Italiana) e la società cinese Vastitude Technology volto alla collaborazione nel settore della Geo-informazione, con particolare riguardo per prodotti interferometrici per il monitoraggio e la gestione del territorio e alle possibili applicazioni per la sicurezza marittima derivanti dall'utilizzo e integrazione dei dati satellitari. Memorandum che rafforza la collaborazione tra e-GEOS e Vastitude Technology, già recentemente hanno annunciato un accordo pluriennale per la distribuzione in Cina dei dati satellitari e dei servizi operativi generati dalla costellazione italiana COSMO-SkyMed.
Sul fronte della ricerca, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ha firmato un accordo di cooperazione con la Chongqing University e il Governo del Distretto di Bishan (Chongqing), per l'avvio e la realizzazione della fase pilota della "Sino-Italian Research and Innovation Area", uno spazio destinato all'innovazione dove ospitare attività didattiche e di ricerca congiunte e incubare start up. L'accordo prevede la realizzazione di un centro a Chongqing, dove sviluppare programmi di formazione come master e dottorati e attività di ricerca congiunte. Previsto anche uno spazio dedicato all'incubazione a servizio di imprese start-up generate dalla Scuola Superiore Sant'Anna e da altri atenei italiani.
Come detto, il presidente Mattarella ha tenuto a sottolineare l'importanza dei rapporti culturali tra Italia e Cina, due superpotenze dell'arte. Assieme al Business Forum si è svolto a Pechino anche il primo Forum Culturale concluso con la firma di accordi importanti, tra cui il gemellaggio di 12 siti Unesco e la proposta di rendere la via marittima della seta un sito Unesco condiviso. "Italia e Cina sono due culture millenarie che si affascinano e si rispettano" ha detto Xi a Mattarella. Domani il Capo dello Stato vedrà il premier cinese e poi volerà a Shanghai per la seconda delle quattro tappe della sua visita.
abbandonare l'ideologia del Globalismo Capitalistico ed abbracciare quella delle Vie della Sete che è rispettosa degli Stati Identitari
Il presidente del Senato a un incontro di Limes sul grande piano di infrastrutture lanciato dal Dragone: "Necessario individuare un porto che diventi terminale del grande progetto infrastrutturale".
"E l'Italia- ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso - è senza dubbio nella migliore posizione, geografica, culturale e storica per agire da ponte tra la Cina e l'Europa". L'occasione per fare il punto sul prossimo futuro, e sul grande progetto infrastrutturale che mira a rafforzare i legami tra il Dragone e l'Europa via terra e via mare è il convegno al Senato organizzato dalla rivista di geopolitica Limes a pochi giorni, tra l'altro, dalle indagini della Commissione europea sul progetto di linea ferroviaria ultraveloche tra Belgrado e Budapest, un'opera da 2,8 miliardi fondamentale per completare i collegamenti tra il cuore dell'Europa e il porto del Pireo, in Grecia, appena acquistato da Pechino.
"La via della seta è un'occasione che dobbiamo essere in grado di cogliere", ha detto il direttore di Limes Lucio Caracciolo. Con il presidente del Senato Grasso che ha continuato: "E' necessario individuare un porto italiano che diventi il terminale del grande progetto, lavorando sulla connessione delle reti di trasporto e infrastrutturali. Questa è un'occasione cruciale di sviluppo economico e di consolidamento del rilievo geopolitico del Paese". Ma quale è la partita dell'Italia all'interno delle nuove silk road? "I corridoi europei che interessano l'Italia sono 4 - ha spiegato l'ad di Rete ferroviaria Italiana Maurizio Gentile - 5.500 chilometri italiani fanno parte della rete Cor merci europea con un costo complessivo dei progetti di 72 miliardi di euro e risorse assegnati pari a 21 miliardi di euro dallo Stato con altri 6 miliardi e mezzo finanziati dalla legge di stabilità del 2016".
A muoversi però non solo lo Stato. Le nuove vie della seta attraggono l'interesse anche dei colossi industriali, Ferrovie dello Stato in primis. "Il progetto è in forte sintonia con il piano industriale - spiegano i vertici di Fs - in cui ha grande importanza la crescita all'estero. Oggi le attività all'estero del gruppo costituiscono il 13% dei ricavi complessivi: l'obiettivo è raggiungere il 23% nel 2026 fino ad arrivare a 4,2 miliardi di ricavi. Così Fs è pronta a partire alla conquista dei mercati esteri: sia come general contractor, cioè realizzando ferrovie in paesi con forti gap infrastrutturali come l'Iran, l'Oman e il Sud Est Asiatico ma anche come gestore ferroviario come successo, negli scorsi mesi, con l'acquisizione di Trainose in Grecia e dei collegamenti tra Londra e le coste dell'Essex nel Regno Unito.
la Germania se non piazza sul mercato i bund a 30 anni questi vengono comprati dalla Bundesbank, la Banca Centrale Italiana non compra i titoli non venduti del tesoro
Febbre Bund, paura per elezioni Francia e Italia
Il clima si fa sempre piu’ nervoso sui mercati obbligazionari per le possibili elezioni anticipate in Italia, con il PD spaccato e la possibilità crescente di vittoria del MoVimento 5 Stelle, e per il voto presidenziale in Francia in cui il trionfo di Marine Le Pen è difficile ma non impossibile.
Con l’avvicinarsi delle elezioni francesi, il cui risultato è incerto, i Bund tedeschi a due anni rendono sempre meno e l’offerta non tiene piu’ il passo della domanda, un trend che peraltro pesa anche sull’euro. Lo Spread a due anni tra Francia e Germania è salito a 50 punti base, i massimi da maggio 2012. La notizia di un accordo tra Emmanuel Macron, candidato indipendente, e Francois Bayrou, leader di centro, ha allentato le pressioni sui Bond francesi, ma non tanto da ridurre il divario tra i rendimenti degli Oat francesi e quelli dei Bund. Intanto lo Spread tra i titoli tedeschi e quelli italiani a 10 anni è salito a 200 punti base ieri.
In generale è in atto una corsa ai bond sovrani piu’ sicuri, con quelli statunitensi che sono ancora piu’ richiesti della controparte omologa della Germania. Il differenziale tra i titoli a 2 anni dei bond governativi di Germania e Usa è ormai superiore al 2%, il valore piu’ elevato da almeno il 2000. I Bund sulla parte breve della curva, quella a 2 anni, ormai rendono quasi il -1%, avendo toccato il minimo storico di -0,92%. La caccia ai Bund tedeschi e la fuga dalla Francia ha spinto lo Spread tra le due prime potenze dell’area euro ai massimi di quattro anni di 80 punti base.
Interventi Bce alimentano domanda Bund
Ad alimentare gli acquisti di Bund sono anche le operazioni della Bce, che sta a sua volta comprando titoli tedeschi, in particolare quelli che rendono meno del -0,4%. Nell’ultima riunione di dicembre Mario Draghi ha annunciato che, proprio per venire incontro alla Germania, nell’ambito del suo programma di stimolo monetario straordinario la banca centrale avrebbe iniziato ad aprire posizioni anche in titoli con un tasso inferiore a quello sui depositi (fermo al -0,4%).
Con gli investitori che non vogliono liberarsi dei titoli a breve scadenza tedeschi che sono utilizzati come garanzia per ricevere finanziamenti dalla Bce, si teme che vengano a mancare sul mercato i titoli da usare come collaterale. La febbre per i Bund a due anni arriva in un momento in cui paradossalmente un’emissione di titoli tedeschi a 30 anni sul primario ha fatto flop, per via di rendimenti poco appetibili. La Bundesbank si è vista costretta a trattenere il 41,8% dei Bund messi all’asta, piazzando solo €733 milioni rispetto al miliardo di euro di Bund offerti a un rendimento medio di appena l’1,04%.

Fed pronta ad agire, alert El-Erian sui Treasuries
Intanto Mohamed El-Erian consulente di Allianz ed ex Ceo di Pimco, il primo fondo obbligazionario al mondo, lancia un allarme sui Treasuries Usa, citando il fatto che il mercato sta pericolosamente sottovalutando la possibilità che la Federal Reserve alzi i tassi di interesse già alla riunione di marzo, in calendario tra circa due settimane.
Ieri dalle minute della banca centrale americana è emersa la volontà del board di politica monetaria della Fed di restringere le condizioni creditizie “relativamente presto”. I future sui Fed Funds danno all’incirca al 40% le chance di una stretta monetaria in marzo.
http://www.wallstreetitalia.com/febbre-bund-paura-per-elezioni-francia-e-italia/
Unicredit - Buono l'aumento
FINANZA E POLITICA/ UniCredit, la lezione di Mustier alle banche italiane
Nicola Berti
venerdì 24 febbraio 2017
Il buon esito del maxi-aumento di capitale UniCredit (13 miliardi, sottoscritti al 99,8%) è più di una buona notizia: anzitutto perché non era scontata (non a caso attorno all'operazione era stata approntatato un gigantesco consorzio di garanzia). La maggiore banca italiana si è rivolta al mercato per la quarta volta in otto anni e ha chiesto mezzi pari a quattro volte quelli che il Tesoro italiano sta faticosamente racimolando entro aprile per la "manovrina" chiesta dalla Ue. Per la quarta volta i soci stabili e gli investitori istituzionali hanno dato fiducia a piazza Gae Aulenti; nonostante la pesantissima pulizia di bilancio 2016 (perdita netta di 11,8 miliardi) operata alla vigilia della ricapitalizzazione. È un atto di fiducia espresso essenzialmente nei confronti di un manager francese come il nuovo Ceo Jean Pierre Mustier, pur con un lungo curriculum in UniCredit. Tuttavia non è fuori luogo o eccessivo qualificare gran parte dei capitali raccolti come "investimento estero in Italia".
L'abbattimento delle sofferenze creditizie (Npl) - cedute in blocco a prezzo molto basso a due grandi operatori globali come Fortress e Pimco - ha sostanziato il primo "effetto collaterale" (e la prima "lezione") della svolta UniCredit. La bolla dei "cattivi crediti" - e nel sistema bancario italiano se ne sono accumulati 360 miliardi lordi - non può essere curata sgonfiandola lentamente: UniCredit l'ha eliminata in un colpo soffrendone tutte le conseguenze nei conti (e facendole soffrire agli azionisti), ricreando tuttavia le premesse di credibilità sui mercati per avviare un turnaround. Lo smaltimento degli Npl era stato d'altronde preceduto dalla vendita dell'asset manager Pioneer e della polacca Bank Pekao. E ai vecchi soci è stato offerto un prezzo di re-investimento molto conveniente (38% di sconto sul cosiddetto Terp).
Sotto questo profilo il caso UniCredit - affrontato sul mercato - si conferma definitivamente come l'antitesi dei recenti tentativi di salvataggio para-pubblico di Mps e Popolari venete (Atlante). Tentativi diversamente falliti - che imporranno ora interventi statali pesanti sia sul piano finanziario che sul versante dei rapporti con la Ue - per la mancata adozione del "modello UniCredit": 1) per la pretesa di gestire ricapitalizzazioni impegnative e riciclo graduale Npl con una "colletta" costosa e inefficace fra banche, assicurazioni, Fondazioni e Cdp; 2) per il tardivo o mancato ricambio del top management con mandato pieno; 3) per l'incertezza sulla necessità di saldare in fretta tutti conti con il passato per rilanciare la banca (e gli azionisti hanno comunque perso tutto: a Siena, a Vicenza, a Montebelluna).
La debolezza complessiva del sistema-Italia - soprattutto dopo il 2011 - è stata certamente decisiva nel far declinare un "campione italiano" che a lungo aveva primeggiato nell'eurozona. E quando - fra qualche giorno - sarà nota la nuova "geografia" dei grandi azionisti di UniCredit è assai probabile che piazza Gae Aulenti si ritrovi ancor meno italiana di quanto non fosse già.
Un amministratore delegato francese al timone di un gruppo controllato da grandi fondi internazionali (le Fondazioni italiane si sono diluite al 4,5% e non è prevedibile a quanto gruppi privati italiani come Caltagirone e Del Vecchio attesteranno quote che erano già minori). È un fatto prima che un giudizio: e non sarà certamente facile distinguere fra la metà piena del bicchiere (la stabilizzazione sul mercato di una grande banca italiana, con molti dipendenti e molto credito erogato nella penisola) e la metà vuota (la sostanziale internazionalizzazione di proprietà e governance di quella che era già comunque l'unica banca globalmente "sistemica" dell'Azienda-Italia).
Mercoledì sera Mustier è stato ricevuto dal premier Paolo Gentiloni: è probabile che abbia fornito rassicurazioni sull'"italianità" di UniCredit e dei suoi orientamenti su vari scacchieri nazionali (primo fra tutti Mediobanca-Generali, ma anche Vivendi-Mediaset). È prevedibile che a palazzo Chigi il Ceo di UniCredit abbia dato le garanzie di principio: ma è altrettanto vero che - dopo il successo nell'aumento - avrà un po' meno bisogno dei placet di un governo assai più in mezzo al guado di UniCredit. Sbaglierebbe anche chi pensasse che Mustier rimanga sotto la pressione incrociata delle ultime settimane: da parte di Mediobanca per difendere le Generali dalla avances di Intesa Sanpaolo; o - viceversa - da parte di tutti i soggetti interessati a risolvere la partita Generali con la vendita a Intesa del pacchetto UniCredit in Mediobanca.
http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2017/2/24/FINANZA-E-POLITICA-UniCredit-la-lezione-di-Mustier-alle-banche-italiane/2/750304/
Il Circo Mediatico sempre più nella fogna e Franceschini continua a nascondersi dietro a Renzi, uomo di niente
GIORNALI/ La nuova narrazione di Renzi per tornare a Palazzo Chigi
Maestro Yoda
venerdì 24 febbraio 2017
Il vostro vecchio Yoda non si stanca di ripeterlo: ogni volta che getta uno sguardo o presta orecchio alla politica italiana rimane sempre più colpito dal fatto di non vedere alcuna reazione all'ipocrisia e all'incoerenza che traspare dalle dichiarazioni e dalle prese di posizione dei leader di partito e dai vari esponenti politici. Inoltre è stupito dall'arrendevolezza dei giornalisti della grande stampa e degli opinionisti tv, che si stupiscono di quanto sta avvenendo nel Pd definendo il tutto poco comprensibile. Quando non ci sono addirittura illustri firme che si prestano senza alcuna dignità a scrivere pure e semplici veline ispirate da chi mena la danza.
A Yoda sembra invece tutto estremamente chiaro: finché si ritiene che Renzi abbia il potere di distribuire le carte per le candidature alle elezioni (come le nomine negli enti pubblici, con il loro immenso potere di spesa pubblicitaria sui mass media) ben pochi si permettono di fargli notare l'estrema incoerenza delle sue dichiarazioni e dei suoi comportamenti, che sono addirittura plateali. Vediamo le ultime.
Renzi è volato nella Silicon Valley insieme al suo fido Carrai, per "andare a imparare come si costruisce il futuro con l'innovazione". Ma come: proprio lui che ha rubato il presente agli italiani, facendo perdere tre anni al paese proponendo la legge elettorale più bella del mondo, dichiarata poi incostituzionale, e facendosi bocciare sonoramente uno sconclusionato referendum? Buttando decine di miliardi in mancette elettorali invece che in progetti strategici per il rilancio di qualche settore strategico del paese… Si merita per intero il giudizio che ne ha dato Riccardo Ruggieri su La Verità: "1) Intelligenza vivacissima, dei problemi capisce solo gli aspetti più convenzionali, disinteressato com'è alla profondità. 2) Capacità di comunicazione da convention (vedi Leopolda). 3) Inadatto a costruire una squadra di alto profilo. 4) Di una irrequietezza saltabeccante sui problemi, limitativa per la credibilità di una leadership".
Proprio lui che ci ha perseguitato per lungo tempo con suoi tweet e i suoi post, improvvisamente vuol farci credere di essersi messo finalmente all'ascolto del paese...! Ma sì, proprio lui che non ha voluto dedicare nemmeno un momento all'analisi della batosta referendaria, limitandosi a dire che gli è bruciata un bel po', e tacciando di tediosi perditempo i rappresentanti della minoranza del Pd che hanno chiesto di discuterne, e ora hanno pure osato chiedere un congresso vero e non un suo rapidissimo e già deciso simulacro. L'esito del referendum ha dimostrato che un numero sempre maggiore di categorie sociali non gli crede più, e forse anche i più irriducibili entusiasti della sua irruenza riformatrice stanno cominciando a comprendere di avere a che fare con uno strepitoso venditore di spazzole.
Il fatto che più scandalizza il vostro vecchio Yoda è che il Renzi preferisca un "après moi le déluge" piuttosto che farsi veramente da parte per tenere unito il Pd e lasciare spazio ad un Gentiloni che si sta dimostrando ben più efficace ed operativo di lui (infatti lavora e non twitta). La riprova della sua sfacciata falsità l'abbiamo avuta quando durante l'assemblea del Pd ha chiesto, a gran voce, un applauso per Gentiloni e il "suo" governo, impippandosi altamente del fatto che tutti sanno trattarsi di un Renzi-bis, anzi, di un Renzi-fotocopia. Sicuramente era anche un messaggio mafioso per il silenzioso presidente del consiglio attuale, ché non si azzardasse a diventare autonomo…
Ma lo spettacolo più indecoroso lo stanno dando Franceschini e quelli che con lui detengono la golden share del Pd. Da sedicenti cattolici che hanno venduto l'anima per un piatto di lenticchie, sostengono contro ogni decenza un sedicente cattolico che ha spalancato le porte al gender nelle scuole e sta portando il paese nel baratro.
http://www.ilsussidiario.net/News/Politica/2017/2/24/GIORNALI-La-nuova-narrazione-di-Renzi-per-tornare-a-Palazzo-Chigi/2/750306/
Bergoglio dove vai?

Avete letto bene. Ma potete ascoltarlo con le vostre orecchie.
“Pannella, uomo di grande spiritualità” (minuto 3,20), “(la sua è ) una grande perdita per questo nostro Paese” (6,30), “ha speso la vita per gli ultimi” (minuto 9), “in difesa della dignità di tutti, particolarmente dei più emarginati… Pannella è veramente un uomo spirituale” (10,53), è “un uomo che sa aiutarci a sperare nonostante le notizie, la quotidianità ci metta a dura prova” (18,25), “il Marco pieno di spirito continua a soffiare” (18,40), “Marco ispiratore di una vita più bella non solo per l’Italia, ma per questo nostro mondo, che ha bisogno più che mai di uomini che sappiano parlare come lui… io mi auguro che lo spirito di Marco ci aiuti a vivere in quella stessa direzione” (19,20).
Costruire un movimento di massa di dissenso per imporre Alternative
Costruire un movimento di disobbedienza in Europa per portare avanti le alternative

Nino Galloni - gli interessi Nazionali non è Nazionalismo
L’economista keynesiano ha richiamato un numeroso pubblico nei suoi due interventi organizzati grazie al Circolo Culturale Riviera delle Palme: “Il modello liberista è distruttivo, come lo fu già nel 1929”
https://www.rivieraoggi.it/2017/02/23/236844/galloni-litalia-puo-emettere-delle-monete-in-euro-per-rilanciare-leconomia-interna-video/