Kim Jong-un e Xi Jinping a Pechino.
Tasseomanzia dell’incontro tra il leader nordcoreano e Xi Jinping.
a cura di Niccolò Locatelli
28 marzo 2018
La fioca luce gettata dai mezzi di informazione cinesi e nordcoreani sull’incontro tra Kim Jong-un e Xi Jinping non illumina la strategia del paese eremita né quella dell’Impero del Centro, ma fornisce qualche dettaglio per inquadrare il primo viaggio – “non ufficiale” – all’estero del leader nordcoreano.
Innanzitutto, il tempismo: Xi ha invitato Kim a Pechino appena prima del vertice intercoreano di giovedì, che dovrebbe preparare il summit tra lo stesso Kim e il presidente sudcoreano Moon Jae-in previsto per aprile. Martedì era inoltre presente nella capitale cinese una delegazione del Congresso degli Stati Uniti, guidata da un senatore China-friendly e ricevuta dal premier Li Keqiang (che ha incontrato anche Kim): quasi una replica in sedicesimi dello sgarbo subìto da Xi nella sua visita a Mar-a-Lago ad aprile 2017, durante la quale il presidente Trump ordinò il bombardamento cosmetico sulla Siria.
Sinora la Repubblica Popolare Cinese aveva tenuto un profilo basso riguardo ai vertici che Kim ha in programma con Moon e poi con Trump: l’incontro di questi giorni, organizzato in poco tempo, indica un cambio di passo.
E potrebbe essere il primo di una lunga serie: Xi ha parlato di “comunicazione strategica” e si è detto intenzionato a mantenersi in contatto frequentemente con Kim attraverso lo scambio di visite personali, di lettere e di inviati speciali. Il leader nordcoreano ha invitato Xi (che “ha accettato con piacere”) in Corea del Nord.
Quanto ai vertici già in programma, Xinhua usa un linguaggio interessante: secondo la testata cinese, Kim avrebbe detto che P’yongyang è interessata a un summit “tra capi di Stato” riferendosi alla Corea del Sud. Passando agli Stati Uniti, avrebbe parlato di summit “tra i due paesi”, quasi a mettere in dubbio il bilaterale con Donald Trump. Non è stato trovato alcun riferimento agli Usa negli articoli dell’agenzia di stampa nordcoreana.
Di solito i risultati dei vertici si intravedono qualche tempo dopo la loro fine. Ieri Washington ha battuto un colpo, annunciando l’avvenuta rinegoziazione – in termini favorevoli agli Usa – dell’accordo commerciale con Seoul, entrato in vigore originariamente nel 2012.
Il complesso rapporto sino-statunitense, di cui la penisola coreana è un ingrediente, si arricchisce con l’apertura pubblica di un canale diretto tra Kim Jong-un e Xi Jinping di un ulteriore elemento di imprevedibilità.
Nessun commento:
Posta un commento