L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

mercoledì 28 marzo 2018

Prossimo presente governo M5S-Centrodestra - sbrigatevi gli italiani lo vogliono e hanno fretta di cambiare. Per questo vi hanno votato

Lo spariglio (di P.Buttafuoco). Salvini e Di Maio facciano il governo. O tornano Renzi e il Cav

Pubblicato il 27 marzo 2018 da Pietrangelo Buttafuoco
Categorie : Politica

Salvini e Di Maio

E’ una presa d’atto della realtà: la somma di Lega e Cinque Stelle va oltre il 55 per cento (e anche i quattro punti di Fd’I, andranno a finire lì, pur con Forza Italia fuori dal calcolo).
E non è vero che i seguaci di Beppe Grillo protestano se Luigi Di Maio va con Matteo Salvini; protestano – al contrario – se i Cinque Stelle non fanno almeno un paio di cose che hanno promesso di fare.
O il reddito di cittadinanza, o la flat tax, a una delle due chimere si dovrà pur metteremano.
E tra i punti del programma elettorale – molti dei quali in comune tra leghisti e pentastellati – qualcuno a segno ci dovrà pur arrivare: l’abolizione della Fornero, il riposizionamento dell’Italia in Europa, l’abrogazione delle sanzioni alla Russia e perfino l’attesa cancellazione dei vitalizi voluta anche dagli elettori di Salvini: il famoso popolo della partita Iva.
Salvini, anche a tenere unito il centro-destra, con un personale politico già collaudato – con moltissimi amministratori, di successo perfino, come Luca Zaia – non potrà che essere l’interlocutore politico-parlamentare dell’entusiasmo grillino. Altrimenti, a sinistra, resta solo Renzi. E con lui Maria Elena. E i parlamentari a loro fedelissimi. Con tutto quel che segue: perfino il ritorno di Berlusconi.

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