L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

lunedì 2 aprile 2018

I sionisti ebrei non vogliono la Commisione d'inchiesta in quanto si renderebbe pubblico la carneficina che i sicari hanno fatto sui civili della prigione a cielo aperto di Gaza

Gaza, Israele dice no alla commissione d’inchiesta indipendente: “Protesta dei palestinesi non è il festival di Woodstock”


Netanyanhu difende nuovamente l'operato dei soldati durante gli scontri che hanno causato la morte di 17 palestinesi. Ed è scontro anche con la Turchia: "Sei un occupante e un terrorista", dice Erdogan

di F. Q. | 1 aprile 2018

Dopo l’“ottimo lavoro” svolto dai soldati secondo il premier Benjamin Netanyanhu, idea rafforzata dal ministro della Difesa, Avigdor Lieberman, il governo israeliano continua a elogiare l’azione delle truppe durante gli scontri al confine con Gaza, nei quali sono stati uccisi 17 palestinesi e i feriti sono stati circa un migliaio, rifiuta di collaborare a qualsiasi “indagine indipendente” chiesta dall’Onu perché “le proteste dei palestinesi non sono il festival di Woodstock” e alza lo scontro con Recep Erdogan che ha definito il premier israeliano “un terrorista”.

“Israele agisce con vigore e determinazione per proteggere la sua sovranità e la sicurezza dei suoi cittadini”, ha scritto Netanyanhu su Twitter spiegando che i militari hanno svolto un “ottimo lavoro” avendo “protetto i confini del Paese”. Il premier ha anche respinto le accuse di Erdogan affermando di non prendere “lezioni di morale da lui”. Una replica che ha fatto infuriare il presidente della Turchia: “Sei un occupante. Ed è come occupante che sei su quelle terre. Al tempo stesso, sei un terrorista”, ha dichiarato in un discorso davanti ai suoi sostenitori ad Adana, nel sud della Turchia, trasmesso in tv.

Alle parole di difesa dell’esercito da parte di Netanyanhu sono seguite quelle di Lieberman, secondo cui durante gli scontri le truppe dello Stato ebraico hanno agito correttamente sparando solo contro quei manifestanti che hanno attaccato il confine, mentre idimostranti pacifici non sono stati colpiti. Il ministro ha quindi respinto le accuse di uso eccessivo della forza da parte dell’esercito quando migliaia di palestinesi, tra i quali molte donne e bambini, sono arrivati alla frontiera nel giorno della “marcia del ritorno”. E ha detto anche no a un’indagine indipendente.

La richiesta era giunta nelle scorse ore, durante le quali non sono mancati nuovi scontri e altri 5 feriti, dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ed era stata sostenuta da Federica Mogherini che ha chiesto “moderazione” a entrambe le parti. Gli inviti vengono definiti da Lieberman “ipocriti”: “Non ci sarà una cosa del genere qui. Non dobbiamo collaborare con nessuna commissione di inchiesta”, ha spiegato sottolineando che le proteste dei palestinesi non erano “il festival di Woodstock”. La ferma risposta di Israele è stata “spalleggiata” dagli Usa che hanno bloccato una bozza di dichiarazione del Consiglio di Sicurezzache richiedeva formalmente l’inchiesta.

Intanto lungo la barriera al confine della Striscia di Gaza continuano le proteste. Tre palestinesi sono rimasti feritidomenica da proiettili esplosi dalle forze di sicurezza israeliane, riferiscono fonti mediche. Secondo l’agenzia di stampa palestineseWafa, due giovani sono stati raggiunti da spari alla gamba negli scontri vicino alla città di Jabalia, nella zona nord della Striscia. Un terzo giovane è stato invece colpito a est di Gaza City, vicino al quartiere di al-Zaytoon. Diverse altre persone, inoltre, avrebbero riportato sintomi di soffocamento a causa dell’inalazione di gas lacrimogeni lanciati dai soldati israeliani.

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