L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 7 aprile 2018

Prossimo presente governo M5S-Centrodestra. Basta veti, i voti di Berlusconi ci servono per resistere all'attacco che la finanza straniera ci farà indiscutibilmente. Cornice politica delineata, programma di legislatura ora adesso subito e TUTTO l'elettorale capisce che è il Bene Comune che indirizza le Vostre azioni

Politica. Il centrodestra si presenterà unito da Mattarella, scacco a Di Maio

Pubblicato il 6 aprile 2018 da Walter Casagrande

Salvini e Di Maio

La fine è ancora lontana, ma il centrodestra ha battuto un colpo. I tre partiti della coalizione si presenteranno uniti al secondo giro di valzer per le consultazioni. E (forse) stavolta saranno Lega-Fi-Fdi a dare scacco al M5S anche perché, nel frattempo, in casa azzurra si registra la timida apertura ai pentastellati da parte di Giovanni Toti.

Andiamo per ordine. Eravamo rimasti ai titoli di questa mattina, che davano il centrodestra ormai al capolinea. Poi Salvini lancia l’idea di presentarsi tutti uniti al Quirinale, davanti a Mattarella, per parlare di un ipotetico governo e come allestirlo. Il leghista raccoglie subito l’entusiasmo di Giorgia Meloni che anzi, in una nota stringatissima, rivendica la maternità dell’idea: “Ringrazio Salvini per aver accettato la proposta di Fratelli d’Italia: presentarsi insieme agli alleati alle prossime consultazioni con il Presidente Mattarella. La coalizione di centrodestra ha vinto le elezioni. Dunque se si intende rispettare la volontà popolare spetta al centrodestra l’incarico di formare il governo”.

Una mossa, questa, che inizialmente pareva aver spiazzato Forza Italia, però nel pomeriggio è arrivata la conferma dell’accordo: gli azzurri saranno con gli alleati, insieme, per le consultazioni. Toti, poi, ipotizza scenari possibilisti su un governo di stretta necessità raddrizzando il tiro alle dichiarazioni rilasciate da Berlusconi proprio sui Cinque Stelle. Secondo la glossa di Toti, il Cavaliere non intendeva porre veti al M5S ma riempire di contenuti antipopulistici l’agenda politica del governo che (forse) verrà.

Intanto il M5S non gradirebbe affatto un’alleanza – per quanto formale e ballerina – che contempli la presenza di Berlusconi. Nel caso di una mano tesa in tal senso, per Di Maio diventerà difficile affrontare la base del suo partito che di certo con Forza Italia non è mai stata tenera.

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