la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
lunedì 2 aprile 2018
Siria - Isis/truppe statunitensi due facce della medesima medaglia
ESTERI, NEWSdomenica, 1, aprile, 2018
Il principe ereditario saudita, Muhammad bin Salman, vice primo ministro e ministro della difesa, ha affermato che la presenza dell’esercito americano in Siria è necessaria, nonostante la dichiarazione di Trump sull’intenzione di ritirare le truppe americane dal paese.
Nell’intervista rilasciata durante la visita degli Stati Uniti negli Stati Uniti, il principe ereditario ha affermato: “Riteniamo che le truppe statunitensi debbano rimanere in Siria, almeno nel medio termine, se non per un periodo più lungo”.
“La presenza delle truppe statunitensi in Siria è l’ultima barriera per fermare l’influenza dell’Iran sugli alleati regionali e consente a Washington di avere un’opinione sul futuro della Siria”.
Muhammad bin Salman ha detto che l’Iran vorrebbe che le sue milizie e quelle degli alleati regionali iraniani aprissero la strada che collega Beirut alla Siria e all’Iraq con Teheran, definita anche “la mezzaluna sciita”.
Per quanto riguarda Assad, il principe saudita ha affermato che è improbabile che venga rimosso dal potere e che potrebbe trasformarsi in “un burattino nelle mani di Teheran”.
Attualmente, le truppe statunitensi sono di stanza nella base di Deir az-Zaur, nella Siria orientale e, in coordinamento con le forze di opposizione siriane, sono impegnate nella distruzione delle restanti enclavi IGSH (bandite nella Federazione Russa come organizzazione terroristica), dispiegate lungo l’Eufrate e nel deserto sul confine tra Siria e Iraq.
http://www.imolaoggi.it/2018/04/01/arabia-saudita-le-truppe-usa-non-devono-lasciare-la-siria/
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