L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 31 maggio 2018

Savona facci sognare - Decide Salvini

Di Maio sposta Savona dal Mef. E Salvini apre uno spiraglio

Il grillino: "Troviamo una persona della stessa caratura di Savona". Il Colle valuta con attenzione. Salvini: "Ci penserò"

Luca Romano - Mer, 30/05/2018 - 21:48

Carlo Cottarelli resta in stand by, in attesa di capire gli sviluppi della nuova trattativa tra Movimento 5 stelle e Lega sulla possibilità di riprovare a far nascere un governo politico.


Il leader pentastellato, Luigi Di Maio, dopo giorni di tensione, attacchi al Colle e la retromarcia di ieri, torna al Quirinale per un colloquio informale con il capo dello Stato. Poco dopo, in un video, lancia la sua proposta a Matteo Salvini: stessa squadra ma spostando Paolo Savona dalla guida del ministero dell'Economia in un'altra casella. La palla passa ora al leader leghista che, però, accoglie tiepidamente l'offerta: "Vedremo nelle prossime ore, per carità ci ragioniamo, ma se do la parola ad una persona difficilmente la cambio e faccio di tutto per non cambiarla". Insomma, insiste Salvini - per tutto il giorno impegnato in comizi tra Toscana e Liguria - "i ministri in un governo non sono come i calciatori nel calciomercato di luglio-agosto, lo prendo, lo scambio, lo vendo, lo metto qui, lo metto là: se uno gioca come portiere deve fare il portiere, se uno gioca come attaccante deve fare l'attaccante, non è che puoi spostarlo a piacimento". Ma certo il segretario del partito di via Bellerio non chiude la porta: "Spero che il governo parta e parta il prima possibile e parta seriamente".

Dal Quirinale si fa sapere che si sta valutando con attenzione la proposta avanzata da Di Maio. Intanto nel Movimento 5 stelle parte il pressing sull'economista ottantaduenne affinché sia lui a risolvere l'impasse: "Sono ore cruciali e c'è una situazione di instabilità che rischia di essere pagata dai cittadini e dal Paese. Stupisce che Paolo Savona, persona di grande spessore culturale e sensibilità politica, non abbia ancora maturato la decisione di fare un passo indietro", afferma Laura Castelli. E Umberto Bossi suggerisce a Salvini di non intestardirsi su Savona: "Io avrei mediato, può mediare", mentre il pentastellato Michele Dell'Orco osserva: "Ora sono finiti gli alibi per Colle e Lega".

In serata, entrando allo stadio Luigi Ferraris per la Partita del Cuore, Salvini ha detto ai cronisti: "Valutiamo quanto possa essere utile agli italiani questo tipo di ragionamento di spostamento, ovviamente in primis con il professor Savona, cosa che educazione vuole. Stiamo ragionando su una squadra forte per un progetto forte". Porta dunque aperta ad un cambiamento? "Io la porta non l'ho mai chiusa. Sono l'unico che dal 4 marzo sta lavorando come un dannato per dare un governo a questo paese, però un governo con una dignità. Non è che se uno si alza male a Berlino, a Parigi, la mattina salta un ministro di governo italiano. Come stiamo facendo dal 4 marzo faremo la scelta migliore per il paese, delle belle idee in testa ce l'abbiamo".

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