L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 31 gennaio 2019

Cominciamo a distinguere- in Italia c'è la magistratura e il Partito dei Giudici, il secondo è al servizio, parte integrante del Sistema massonico mafioso politico che non vuole che l'Italia si emancipi

. LO STRAPOTERE DELLA MAGISTRATURA

Maurizio Blondet 29 Gennaio 2019 
di Patrizia Stella

L’Avvocato Giuseppe Palma, noto per le sue posizioni anticonformiste nei riguardi soprattutto del potere di certa Magistratura, dell’Unione europea e del pericolo dell’euro, ha ricordato in modo chiaro e inconfutabile in che cosa consiste il compito della Magistratura in rapporto con la Costituzione italiana. L’avv. Palma ricorda che, secondo la classica tripartizione politica operata dal Montesquieu e tuttora vigente anche in Italia, i poteri dello Stato si suddividono in: Potere legislativo spettante al Parlamento, Potere esecutivo spettante al Governo, e Potere giudiziario spettante alla Magistratura.

Pertanto la Magistratura mai deve sentirsi legittimata a sostituirsi al Governo, perché suo compito è di esercitare “in nome del popolo” la funzione giurisdizionale nei soli spazi delineati dalla Costituzione e soprattutto nel fedele rispetto della legge approvata dai due organi deputati ad adottarla: il Parlamento e il Governo. Continua l’avvocato Palma: “Se si legge il Titolo Quarto della Carta costituzionale è scritto a chiare lettere, nella Sezione Prima, “Ordinamento giurisdizionale”, e non Potere; e a fugare ogni dubbio ci pensa l’art. 104 Cost.: La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere…”.

PERTANTO LA MAGISTRATURA NON E’ UN POTERE MA E’ “UN ORDINE” come quello dei giornalisti, dei medici, degli avvocati ecc. che ha dei diritti e dei doveri ben chiari e delimitati che le impongono di non sopraffare né il Governo, né il Parlamento, a maggior ragione se determinate leggi o norme sono state ratificate anche dal Quirinale, cioè dal Presidente della Repubblica. La Magistratura non deve usare la politica per i propri scopi e non ha il potere di buttare al macero le norme legittimamente approvate dal Governo, arrivando perfino all’assurdo di condannare l’operato dei singoli ministri nel legittimo esercizio del loro mandato voluto democraticamente dal popolo.

Questo non solo in riferimento alle pretestuose accuse rivolte contro l’operato dell’On. Salvini in merito agli sbarchi, però a tutta una situazione arbitraria in atto da interi decenni, continua l’avv. Palma, come quando un gruppo di magistrati – durante il cosiddetto periodo di “mani pulite” – si presentò davanti alle telecamere per contrastare l’entrata in vigore di un legittimo – anche se discutibile – decreto che depenalizzava il finanziamento illecito ai partiti, violentando in tal modo sia il principio di autodeterminazione delle Camere che l’esercizio della sovranità popolare. E quel loro motto “resistere, resistere, resistere” che altro poteva significare se non resistere contro il Parlamento e il Governo, cioè contro l’autorità costituita?

Si potrebbero aggiungere altri esempi come quando la Magistratura si arrogò il diritto tre anni fa di approvare adozioni di minori per omosessuali, ottenuti anche con uteri in affitto, quando in Italia queste leggi non sono ancora state approvate! Eppure tutti zitti e buoni a obbedire a ciò che la Magistratura aveva decretato arbitrariamente! Come quando la Magistratura ha condannato più volte le vittime a risarcire i ladri che li hanno derubati e perfino malmenati, ha compiuto un gesto di sopraffazione perché mai in nessuna Costituzione italiana è scritto che il ladro deve essere risarcito dalla vittima se non è riuscito a portare a casa sano e salvo il suo bel bottino!

Nel caso del ministro Salvini che la Magistratura vuole giudicare per aver adempiuto a suo preciso dovere politico previsto dalla legge, è auspicabile che l’on. Salvini non si presti al loro gioco di presentarsi in tribunale per essere giudicato, nemmeno qualora avesse la certezza di essere abbondantemente assolto! Perché questo atteggiamento iniziale di totale sottomissione presenta già un pericoloso vizio di forma che sa di regime totalitario e che rischia di creare dei precedenti che non giovano né a lui, né al governo, né all’Italia e ancora meno agli italiani che si augurano che venga applicata la giustizia ma non il giustizialismo.


Nessun commento:

Posta un commento