L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 2 maggio 2019

Mattarella Mattarella il lavoro lo si crea con gli investimenti e aumento dei redditi di chi già lavora ma il Progetto Criminale dell'Euro lo impedisce questa è la tua Europa

Primo maggio, Fusaro attacca Mattarella: ‘Madornale errore nel suo discorso’

Il filosofo sovranista Diego Fusaro critica Mattarella, sindacati e Pd, colpevoli a suo dire di non difendere i lavoratori italiani.

di Domenico Camodeca (articolo) e Simona Ruffini (video)
02 maggio 2019 16:20


Il primo maggio, Festa dei Lavoratori, è ormai trascorso portandosi dietro la lunghissima scia delle solite polemiche. Stavolta non solo tra ‘fascisti’ e ‘comunisti’, ma anche tra quelli che una volta facevano parte dello stesso movimento di sinistra. A Torino, infatti, sono venuti letteralmente alle mani rappresentanti del movimento No Tav e membri delPd. Nel tafferuglio, anche dialettico, che è seguito, si sono poi inseriti anche M5S e Salvini.

Diego Fusaro attacca Sergio Mattarella

Un tutti contro tutti nel quale si è tuffato, con qualche ora di ritardo, il filosofo di formazione marxista, ma riconosciuto come ‘ideologo’ dei sovranisti italiani, Diego Fusaro, autore di una personalissima controffensiva social sul Primo maggio. Obiettivi dei suoi strali sono stati, ovviamente, Pd e sindacati Cgil-Cisl-Uil. Ma, stavolta, a finire sotto la sua scure è stato anche il malcapitato Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Diego Fusaro critica Sergio Mattarella

All’indomani delle celebrazioni del Primo maggio, che hanno visto sfilare nelle piazze italiane sindacati e lavoratori, quasi tutti garantiti e spesso un po’ attempati, Diego Fusaro si è sentito in dovere di pubblicare un breve ma graffiante editoriale nella sua rubrica ‘Lampi del pensiero’, tenuta sul quotidiano online affaritaliani.it.

Il filosofo sottolinea come sia stato commesso quello che lui ritiene essere un “madornale errore” durante il discorso di rito pronunciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Le parole dell’inquilino del Colle in favore del lavoro (“crearlo è un dovere”, “lavoro è garanzia di libertà”) non hanno per nulla soddisfatto Fusaro. In particolare, la frase “i diritti del lavoro non si difendono chiudendosi nei confini nazionali”, gli suona sbagliata perché, al contrario, l’eliminazione dello Stato nazionale, compiuta attraverso la fondazione dell’Ue, “sottrae l’economia alla sua gestione politica”, per perseguire “la folle idea di una giustizia garantita dal mercato stesso”. Insomma, Fusaro crede ciecamente che l’Europa sia “costruita ad hoc per fare politiche liberiste di massacro del lavoro”.



Non si salvano nemmeno i sindacati, il Pd e i ragazzi che hanno assistito al Concertone di Roma

Nello stesso editoriale, Diego Fusaro punta il dito anche contro i sindacalisti, bollati come “analfabeti” perché da una parte sostengono che si debba “difendere il lavoro”, ma la soluzione che “scioccamente” propongono a questo scopo è “ Più Europa”. Dalla furia iconoclasta del Primo maggio di Fusaro non si salva nemmeno il Pd.

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