L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

martedì 22 ottobre 2019

Helicopter Money - si discute sulla validità per uscire fuori dalla Stagnazione Secolare. Ridare reddito sottratti in questi anni alla maggioranza delle persone. Difficile che il Capitale lavori in questo senso

Regalare 200 euro al mese per far ripartire la crescita? Ecco cosa farebbero i risparmiatori

22 Ottobre 2019, di Alessandra Caparello

La società si divide oggigiorno in due grandi categorie: da una parte una maggioranza di popolazione condannata ad avere minori risorse economiche, dall’altra una minoranza che beneficia dei Quantitative easing, l’acquisto di asset finanziari da parte delle banche centrali. Ricorda Alessandro Tentori, Chief Investment Officier di AXA IM che, “come ha documentato uno studio della Banca d’Italia, gli investimenti indiretti delle famiglie italiane in azioni attraverso gli strumenti di risparmio gestito sono pari ad appena il 5% del totale”.

La situazione è simile in Germania. Solo nei Paesi anglosassoni, grazie a un mercato dei capitali meglio sviluppato e probabilmente anche per una miglior educazione finanziaria, si tende a investire di più sul mercato azionario, con benefici nel lungo termine.
Il risultato è che in Europa, una fascia ristretta della popolazione, quella già benestante, tende a beneficiare della politica di bassi tassi d’interesse e di Quantitative Easing”.

Helicopter Money: la proposta di Moritz Kraemer…

Per rimediare qualcuno ha rilanciato l’antica idea dell’“helicopter money” teorizzata a fine anni Sessanta e rispolverata, almeno a livello teorico, nel 2015-16 dall’allora Governatore della Federal Reserve (Fed), Ben Bernanke. Metafora coniata dal premio Nobel Milton Friedman nel 1969, l’“helicopter money” indica un tipo molto particolare di politica ultraespansiva: un elicottero che fa cadere dall’alto una pioggia di banconote, una distribuzione diretta di denaro ai cittadini da parte delle banche.
Moritz Kraemer, capo economista di Acreditus, società di consulenza con sede a Dubai, in un articolo sul Financial Times ha ipotizzato un programma della Banca Centrale Europea (BCE) di 36 mesi che regali 200 euro mensili a ogni cittadino se il tasso di inflazione scende sotto l’1% annuo. Le somme sarebbero poi ridotte gradualmente fino ad azzerarle al raggiungimento del 2% di inflazione.
….e l’impatto sui cittadini

Ma distribuire denaro ai cittadini funzionerebbe? E’ la domanda che oggi si pone Tentori di AXA Investment Manager.

Intanto va chiarito che l’helicopter money appartiene al regno della politica fiscale, non monetaria, perché la distribuzione diretta di denaro sui conti correnti implica l’emissione di bond per riequilibrare le passività della BCE (…)
Dal punto di vista tecnico, l’unica differenza rispetto all’attuale Quantitative Easing, l’acquisto di titoli di Stato da parte di una banca centrale per immettere nuova moneta, è il fatto che, anziché acquistare asset finanziari, la BCE distribuirebbe denaro ai cittadini, aumentando di conseguenza la massa monetaria.

La domanda di fondo è però una sola, sottolinea l’esperto, ossia se la gente spenderebbe i soldi “regalati” dalla BCE?

«Su questo non ci sono certezze perché i cittadini potrebbero decidere di risparmiarli, vanificando l’operazione.
Anche se il denaro accreditato sui conti venisse in buona parte speso, l’inflazione ripartirebbe ma solo per la durata dell’helicopter money: finita la “droga” degli stimoli si tornerebbe al punto di partenza.

La soluzione al problema, conclude Tentori, va cercata in un miglioramento della cooperazione e della coordinazione tra le politiche monetarie e fiscali.

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