la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST?
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 4 maggio 2019
4 maggio 2019 - Le verità che danno fastidio ai soliti furbini
Fubini è un poraccio che non riesce a comprendere i più elementari meccanismi della Teoria moderna della Moneta (MMT)

Nicola Gratteri - lancia l'applicazione del programma della procura di Catanzaro

Libia - L'Africa parla sempre di più cinese, gli statunitensi, strategicamente, hanno già perso la partita
NoTav - son trent'anni che il corrotto euroimbecille Pd e lo zombi Berlusconi giocano su un'opera inutile costosa dannosa e ancora non hanno finito. Non sono riusciti neanche a saturare la linea ferroviaria del Freijus
Firenze - Nardella è l'ultimo degli amministratori del corrotto euroimbecille Pd che ha mangiato i 700 milioni stanziati per aprire buche dentro la città

L'Italia è una colonia statunitense e Sigonella ne è l'emblema e la manteniamo noi con le tasse

L'Isis/al Qaeda nasce dalla pancia delle Consorterie Guerrafondaie Statunitensi ebraiche wahabite per attuare la Strategia del Caos e della Paura e Rita Katz è la loro portavoce
Gaetano Pedullà - Benetton non vogliono rinunciare alle prebende miliardarie ricevute dal corrotto euroimbecille Pd e dallo zombi Berlusconi
venerdì 3 maggio 2019
Firenze - Gli amministratori tutti del corrotto euroimbecille Pd si sono mangiati 700 milioni

Glifosato il veleno che non vogliamo mettere sulle nostre tavole diventa un non-veleno basta una dichiarazione dell'Agenzia per l'Ambiente degli Stati Uniti. Non ne fanno un giusta è nel loro dna
Diego Fusaro sindaco di Gioia Tauro




La Mosler economics - La teoria Moderna della Moneta (MMT) - è l'anticamera dell'applicazione del marxismo
Vladimiro Giacchè - Il sistema del capitale mostra i suoi limiti, la Cina con la strategia delle Vie della Seta tenta di andare oltre

- In primo luogo, i mutui subprime erano solo uno degli elementi costitutivi di un enorme edificio finanziario costruito in 30 anni. Nel 1980, la somma di tutte le attività finanziarie globali equivaleva approssimativamente al prodotto interno lordo (PIL) globale. Alla fine del 2007, il rapporto tra queste attività e il PIL (eufemisticamente chiamato anche “profondità finanziaria”) era del 356%.
- In secondo luogo, questa ipertrofia finanziaria non era una malattia in sé, ma un “farmaco” (al tempo stesso) contro un’insufficiente valorizzazione del capitale e contro la massiccia sovrapproduzione di capitale e merci nel triangolo del capitalismo maturo (USA, UE e Giappone).
- Innanzitutto, ha attenuato le conseguenze del calo dei redditi da lavoro.
- In secondo luogo, ha ritardato lo scoppio della crisi di sovrapproduzione nel settore industriale.
- In terzo luogo, ha offerto al capitale industriale, che viveva una crisi di valorizzazione nel suo settore tradizionale, opportunità di investimento con maggiori prospettive di profitto nel settore finanziario.
- In primo luogo, il peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita di ampie fasce della popolazione non può più essere occultato. Questo, fra l’altro, può avere un impatto molto negativo sulla domanda interna.
- In secondo luogo, sarà necessaria ed inevitabile una radicale riorganizzazione di molte aree industriali interessate dalla sovrapproduzione. Ciò si traduce in null’altro che in un’aspra guerra tra capitali anche all’interno della UE, in guerre commerciali, ecc.
- Terzo, si può prevedere che la redditività della speculazione diminuirà drasticamente. Nel gergo dei mercati finanziari, ciò significa: “aumento del premio al rischio”.
- In primo luogo, una socializzazione delle perdite in quantità tale da essere priva di precedenti storici. Tramite essa è stato sostenuto in particolare, sebbene non esclusivamente, il sistema finanziario, così negli Stati Uniti come nell’UE. In quest’ultima area, anche se la cosa è poco nota, alle banche sono stati destinati molti più fondi che negli Stati Uniti.
- In secondo luogo, è stata perseguita una politica monetaria estremamente blanda. Ciò ha significato tassi di interesse ufficiali ridotti a zero, ma in realtà ancora più bassi in termini reali.
- In terzo luogo, è stata avviata una politica monetaria “non convenzionale”, ad esempio con l’acquisto di titoli da parte delle banche centrali per sostenere i mercati finanziari in difficoltà.
- In primo luogo, la divergenza fra il valore di borsa di un titolo e il profitto reale della società corrispondente. A questo proposito, Marx ha parlato di “tutto un sistema di frodi e imbrogli” riferendosi al mercato azionario (K. Marx, Il Capitale, libro terzo, tr. it. M.L. Boggeri, Roma, Editori Riuniti, 1968 p. 520). Un esempio recente di questo è la difformità tra le enormi perdite del produttore statunitense di auto elettriche Tesla e le fortune dei dirigenti senior del gruppo, aumentate enormemente, essendo legate all’aumento dei prezzi di borsa delle azioni.
- In secondo luogo, il riacquisto di azioni proprie da parte delle società quotate, il cosiddetto buyback, per sostenere il prezzo delle azioni stesse. Questi riacquisti oggi sono più consistenti rispetto ai cicli economici passati.
- In terzo luogo, le famiglie sono fortemente indebitate, come prima della crisi del 2007. A quel tempo, negli Stati Uniti ci si indebitava per comprare una casa, ora anche solo per pagarsi un corso di laurea.
- In primo luogo, la fine della politica dei tassi ad interesse zero delle banche centrali;
- Secondariamente, una crisi del debito nelle economie emergenti dei cosiddetti paesi in via di sviluppo o in paesi avanzati;
- In terzo luogo, fallimenti causati dall’eccesso di debito privato o da svalorizzazione dei titoli;
- Quarto: deludenti risultati trimestrali di grandi società con un effetto depressivo sui prezzi delle azioni.
- Prima soluzione: restart o riavvio. Ciò significherebbe riavviare l’economia mondiale dopo l’errore di sistema del 2007; “riavviare” ma senza mettere in discussione la centralità del capitale produttivo d’interesse. Questo tentativo è già stato fatto, come abbiamo visto. E non ha funzionato.
- Seconda soluzione: shift o trasferimento. Spostamento dal capitale produttivo di interesse al capitale produttivo. L’unico approccio in politica economica di questo genere nel mondo, che mira cioè a rivitalizzare l’economia globale attraverso gli investimenti, è il progetto cinese noto anche come One Belt, One Road. Si tratta di investimenti infrastrutturali che hanno un duplice obiettivo: l’eliminazione dei colli di bottiglia allo sviluppo economico dei paesi sottosviluppati e la promozione degli scambi commerciali tra l’Asia e l’UE. Questa proposta presuppone, tra le altre cose, la possibilità di riportare in primo piano la produzione e di assegnare solo una funzione subordinata al capitale capitale produttivo d’interesse. Tuttavia, questo tentativo richiede esso stesso un’enorme quantità di capitale produttivo d’interesse.
- Terza soluzione: reset o azzeramento. Lawrence Summers ha menzionato un’altra via d’uscita quando ha affermato: “Alvin Hansen (1887-1975, economista statunitense, jW ) enunciò il rischio di una stagnazione secolare alla fine degli anni Trenta, in tempo per assistere al boom economico contemporaneo e successivo alla seconda guerra mondiale. È senz’altro possibile che si produca qualche evento esogeno di grande portata in grado di (…) rendere irrilevanti le preoccupazioni (di stagnazione secolare, VG) che ho espresso. A parte la guerra, però non è chiaro quali eventi del genere possano accadere.” Possiamo considerare questa soluzione piuttosto inquietante come un “reset” drastico. Cioè a dire: distruzione fisica del capitale esistente come mezzo per rilanciare l’accumulazione.
- Quarta soluzione: installare un nuovo sistema operativo. Questa è l’unica soluzione logica. Deriva dall’interpretazione della crisi, scoppiata nel 2007, come un “errore di sistema”.
Il Presidente del consiglio ha tolto le castagne dal fuoco al fanfulla messo all'angolo da Siri e Giorgetti
