la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
sabato 16 novembre 2019
15 novembre 2019 - DIEGO FUSARO: Interventi a "Coffeebreak" (La7)
100 miliardi l'anno per cinque anni è l'investimento necessario che non sarà ne questo governo e non un eventuale governo della Lega a volerlo fare, non hanno come obiettivo l'Interessa Nazionale, quello degli italiani

Il Sistema massonico mafioso politico calabrese è ben collaudato. E' nei processi che la 'ndrangheta è fortissima e non è un caso

Hong Kong - gli imbecilli che hanno tirato troppo la corda e che vogliono gli stranieri in Patria hanno un sentiero sempre più stretto e pericoloso

Gli ebrei palestinesi sono un cancro da estirpare, sono la malattia e non la cura

E' nella logica delle cose che chi invoca valori stranieri venga battuto ed emarginato

Gli imbecilli che manifestano con la bandierina statunitense e vogliono la libertà straniera in Patria

La Lega e Forza Italia si sono mangiati Venezia, il corrotto euroimbecille Pd vuole continuare a mangiarsi Firenze

11 settembre 1973 i militari rovesciano il governo legittimo in Cile. 10 novembre 2019 i militari rovesciano il governo legittimo in Bolivia. Militari venduti e traditori al servizio degli Stati Uniti

venerdì 15 novembre 2019
Mentre Galan si papava Venezia la Lega governava con lui

100 miliardi l'anno per cinque anni e l'economia riparte. Ma in Euroimbecilandia non si può vige il Progetto Criminale dell'Euro

Davide 15 Novembre 2019 , 5:10
DI PAOLO BECCHI E GIOVANNI ZIBORDI
milanofinanza.it
Il problema fondamentale dell’economia italiana (non l’unico, ma il più importante) è che mancano circa 300 miliardi di euro in circolazione perché possa funzionare normalmente, come le economie degli altri paesi industriali avanzati. Perché diciamo circa 300 miliardi? Perché le banche hanno tagliato il credito alle imprese da 930 miliardi nel 2008 a circa 640 miliardi. Ora è questo il denaro che circola. Come noto rispetto a dieci anni fa la nostra produzione industriale è calata di più del 20%, il reddito procapite di circa l’8%, 300mila giovani in larga parte laur sono emigrati e la natalità è crollata al livello più basso del mondo (il più basso in assoluto). Questo è l’effetto di togliere quasi 300 miliardi da un economia da 1.700 miliardi l’anno di pil. Allo stesso tempo però la ricchezza finanziaria in Italia non è calata ed è tuttora (procapite) una delle più alte del mondo, siamo in surplus con l’estero e i nostri Btp hanno reso l’80% circa negli ultimi dieci anni, a dispetto dello “spread”. Anche come come debito complessivo, cioè di stato, famiglie, banche e imprese siamo nella media Ocse.
Ok… il titolo del nostro pezzo oggi su MilanoFinanza non è corretto, con questa soluzione sposti soldi che gli italiani hanno nei conti correnti e prodotti finanziari a finanziare il Tesoro ..però è difficile riassumere il discorso in uno spazio limitato https://t.co/GDozPQOpIJ
— Giovanni Zibordi (@gzibordi) November 11, 2019
La capacità di produrre, beni e servizi, ma anche proprio di riprodursi con i figli in Italia è peggiorata più che ogni altro paese industriale (eccetto la Grecia, che però non è un vero paese industriale). Il nostro paese è però solido dal punto di vista finanziario, come conti con l’estero e come ricchezza finanziaria. Ad esempio contrariamente a quello che hanno instillato anni di propaganda sul debito pubblico, alla fine chi avesse detenuto BTP avrebbe guadagnato 80% circa dal 2009, vale a dire più che con qualsiasi altro titolo di stato simile al mondo. Il primo aspetto, crollo della produzione, del reddito e della natalità indica che mancano soldi in circolazione. Ma il secondo aspetto, buona ricchezza finanziaria, alti rendimenti e buoni conti con estero, indica che i soldi si possono “trovare”. Un paese infatti molto indebitato e in passivo con l’estero effettivamente “non ha soldi”, ma il nostro caso è diverso, noi non abbiamo questi problemi, da noi mancano soldi che circolino tra le imprese e i consumatori. Se fossimo un paese con la propria Banca Centrale potremmo farle stampare i soldi che mancano come fanno in Cina, Giappone e Usa e farle finanziare i deficit. La Bce in realtà lo fa anche lei, ma pone come condizione di non aumentare i deficit e il governo italiano deve obbedire. Draghi ora che non è piu Presidente della banca centrale ha detto che sarebbe meglio aumentare i deficit visto che la Bce di fatto li finanzia comprando Btp, ma non poteva dirlo quando era in carica.
La soluzione qual è allora restando nell’euro, visto che
In cambio di questo servizio lo Stato cosa riceve? Questo nuovo tipo di debito pubblico non ha scadenza, è permanente, ma se uno vuole rivenderlo lo Stato lo compra alla pari, cioè non oscilla di prezzo. Perché oggi questa non sarebbe una cattiva idea? Perchè oggi siamo in un momento storico in cui persino i titoli di stato greci rendono zero e quelli tedeschi o francesi meno di zero e i Bot pure meno di zero. Se lo stato ti offre invece un rendimento e in più ti consente di usare questo conto per qualunque pagamento, centinaia di miliardi si sposteranno su questo tipo di debito pubblico permanente. In pratica lo Stato trasforma il debito pubblico in moneta, denaro che si può utilizzare immediatamente, liquidità che si può immettere nell’economia, quella liquidità che manca e che continuerà a mancare perché l’ Unione europea ci impedisce di aumentare il deficit. Questa soluzione, abbastanza geniale, per la verità non è nostra, viene da un economista noto di Chicago, John Cochrane che l’ha pensata per gli Stati Uniti, quando si troveranno in difficoltà coi loro 22mila miliardi di debito pubblico, ma secondo noi è perfetta per l’Italia. Già oggi. Vogliamo parlarne o dobbiamo continuare a parlare solo della “caccia alle streghe“? (riproduzione riservata)
Paolo Becchi e Giovanni Zibordi
Fonte: www.milanofinanza.it
Link: https://www.milanofinanza.it/news/una-provocazione-come-immettere-300-miliardi-nell-economia-201911111723541934
11.11.2019
L'economia non sta bene - "prestiti a leva”, concessi ad aziende ad alto rischio che hanno in media un debito superiore quattro volte rispetto alle entrate
La guerra dei dazi e il rallentamento della crescita mondiale sembrano segnali di una recessione che potrebbe creare un nuovo shock. L’economista Emiliano Brancaccio: «C’è nuova bolla finanziaria legata all’aumento spropositato dei prezzi delle azioni sganciati dai dividendi»
Sono passati esattamente novant'anni dalla Crisi del '29 e undici dal fallimento della Lehman Brothers, ma non abbiamo ancora imparato la lezione. Il mondo rischia di vivere una nuova crisi economica e potrebbe non avere gli strumenti giusti per affrontarla. La guerra dei dazi, il rallentamento della crescita del Pil Usa, la crisi del debito cinese, la mini recessione in Germania e l’inflazione galoppante in Venezuela e Argentina sono campanelli d’allarme da non sottovalutare. Il mondo soffre e ha paura di una nuova recessione. A dirlo non è un apocalittico ma un super integrato come l’ex capo della Banca d’Inghilterra, Marvyn King durante il meeting internazionale a Washington del Fondo monetario internazionale, lo scorso 20 ottobre. «L'economia mondiale è rimasta bloccata in una trappola a bassa crescita e la ripresa dalla crisi del 2008-09 è stata più debole di quella dopo la Grande Depressione. Dopo la Grande Inflazione, la Grande Stabilità e la Grande Recessione, siamo entrati nell'era della Grande Stagnazione.
Anche il 26 ottobre a Sky, l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha avvertito: «Siamo a crescita zero da un bel po’ di tempo e penso che andremo sotto zero o non certo meglio. Metterei in conto anche una crisi come quella che è iniziata nel 2008. Non essendo state corrette le cause è molto probabile che torni peggio di prima».
In effetti nell’ultimo World Economic Outlook pubblicato a ottobre dal Fondo Monetario Internazionale ci sono alcuni segnali da tenere d’occhio. A rischio non sono tanto le banche che stanno a poco a poco rinforzando le loro difese dopo la grande recessione del 2008, quanto le istituzioni finanziarie non bancarie. Per capirci,
Non è l’unico problema. Se guardiamo agli Stati Uniti e all’Europa c’è il rischio di una nuova bolla finanziaria legata a un aumento spropositato dei prezzi delle azioni rispetto ai dividendi dati agli azionisti. «Basta guardare all'indice di sopravvalutazione del mercato azionario, lo Shiller ratio che calcola il rapporto tra l'andamento dei prezzi azionari e una media dei dividendi che quelle azioni hanno dato negli ultimi dieci anni. Questo rapporto è in realtà è molto alto rispetto alle medie storiche. E quando raddoppia c’è da preoccuparsi», spiega Brancaccio. «Per esempio negli Stati Uniti si aggira intorno ai 33 punti. Mentre invece la media storica è di 16 punti. Anche Germania si registra un Shiller ratio fuori dalla media: il rapporto tra prezzi dividendi intorno ai 20 punti, mentre di solito la media storica è molto più bassa, intorno ai 10». Tradotto: i prezzi continuano a salire e si sganciano fuori da ogni logica rispetto ai dividendi effettivi delle azioni che rimangono più o meno sempre allo stesso livello. Bisognerà capire per quanto tempo il sistema finanziario potrà reggere questa sproporzione. Ma perché i prezzi continuano a salire? La risposta è sempre la stessa quando si parla di bolle: il guadagno frutto della speculazione finanziaria. Lo speculatore si fa prestare del denaro, compra azioni a prezzi correnti. Aspetta che queste azioni salgano di prezzo nell'arco di un certo tempo per poi rivenderle e ottenere un guadagno dopo aver restituito il denaro al prestatore.
A luglio, una delle candidate alle primarie dei democratici Elizabeth Warren ha proposto un piano per regolare le grandi banche di Wall Street. L'idea concreta è monitorare e ridurre i leverage loans. «La fondazione economica del nostro Paese è fragile. Un solo shock potrebbe far crollare tutto», ha detto Warren. Ridurre i leverage loans potrebbe essere una misura riduttiva. Serve qualcosa in più. «Non basta usare un pannicello caldo nella speranza che piccoli interventi di regolazione riescano a stabilizzare il mercato in futuro. Bisogna prendere atto di una evidenza scientifica ormai consolidata: Viviamo in un regime di accumulazione capitalistica trainato dal mercato finanziario. È inefficiente e destabilizzante per l’economia reale», chiarisce Brancaccio. Ma non si può eliminare dalla sera alla mattina il mercato finanziario. «Si può però ridimensionarlo ripristinando le forme di repressione della finanza: controlli sui movimenti di capitale, vincoli amministrativi ai prestiti bancari e un po’ di intervento pubblico nei processi generali di gestione della finanza e del credito. L’unico modo di disinnescare la bomba dei mercati finanziari».
Un altro problema da non sottovalutare è quello delle banche. Basta guardare l'andamento dei cosidetti non performing loans, ovvero dei prestiti che le banche hanno erogato e sanno con relativa certezza che non riavranno indietro. «Questi crediti deteriorati sono l'eredità degli anni allegri pre 2009 dove si erogavano prestiti anche a soggetti potenzialmente insolventi. Com'è accaduto con i mutui sub prime. Purtroppo non sono mai stati smaltiti del tutto. Restano ancora nei bilanci delle banche», spiega Brancaccio. «Negli ultimi anni c'è stata una moderata ripresa internazionale e i crediti deteriorati sono stati tenuti sotto controllo e stabilizzati. Ma non appena ripartirà una recessione i non performing loans riprenderanno a salire, perché se i molti debitori non saranno in grado di rimborsare il prestito». E questo metterà nuovamente in difficoltà le banche tradizionali.
Valori occidentali puah è solo per imbecilli creduloni tipo Hong Kong
Pubblicato 14/11/2019
DI ALBERTO NEGRI

Trump incontra oggi alla Casa Bianca Erdogan, amico dei jihadisti, al quale lui stesso ha dato via libera per il massacro dei curdi siriani del Rojava. Un altro degli amici suoi, come il principe saudita Mohammed bin Salman, mandante dell’assassino del giornalista Jamal Khashoggi e a sua volta massacratore di yemeniti. La Casa Bianca è la passerella di assassini, macellai e golpisti. I governi europei e italiani approvano senza dire una parola. Non venite più a parlare di valori occidentali. Sotto il pezzo del Financial Times diretto ora da un’araba dell’establishment alla quale i giornali nostrani, emblema del provincialismo, elevano peana senza neppure conoscerla.
giovedì 14 novembre 2019
La Lega si nasconde dietro lo zombi Berlusconi, il corrotto euroimbecille Pd tace, ma tutti hanno mangiato a quattro ganasce sul Mose la grande opera pubblica che serve solo a crescere prebende ma non ad essere utile e così il Tav Torino-Lione, il buco sotto Firenze
Costanzo Preve e l'idealismo di Marx

- concetto di alienazione
- feticismo delle merci
- definizione di modo di produzione e struttura economica
- uso del principio logico di contraddizione dialettica
Quegli euroimbecilli di Banca Italia vorrebbero farci credere che si sono convertiti sulla via di Damasco

Gli Stati Uniti hanno invaso la Siria e non se ne vogliono andare

Solo gli euroimbecilli di tutte le razze considerano il debito pubblico separato dai risparmi privati
Gli Stati Uniti non sono nostri alleati ci impongono dazi. In Euroimbecilandia la Francia vuole una difesa sotto il suo dominio. L'Italia veleggia non è ne carne ne pesce è serva degli euroimbecilli e degli statunitensi
