L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

venerdì 24 luglio 2020

Usa: ondata di sfratti senza precedenti, 20 milioni senza casa entro settembre 23 Luglio 2020, di Mariangela Tessa Negli Stati Uniti un affittuario su cinque, ovvero circa 20 milioni di persone, rischia di subire una procedura di sfratto entro settembre. Numeri mai visti prima. E che riflettono il forte deterioramento del mercato del lavoro a stelle e strisce causato dalla pandemia di Covid -19. A lanciare l’allarme è uno studio dell’Aspen Institute, che sottolinea come”gli sfratti di massa si preannunciano come un disastro sia per gli individui che per le famiglie”. Senza contare che questo tsunami immobiliare “potrebbe avere anche conseguenze significative su intere comunità, minando inoltre la velocità della ripresa economica”. PUBBLICITÀ Dietro queste stime, si nasconde più di un problema. Primo fra tutti, la recessione economica che ha spinto negli ultimi cinque mesi, oltre 44 milioni di americani a presentare domanda di disoccupazione. “I responsabili politici sono attivamente alla ricerca di soluzioni, ma è difficile prepararsi senza conoscere le dimensioni del problema” dicono gli analisti dell’Aspen Istutute. Il problema non è nato con la pandemia. È solo peggiorato. Prima dello scoppio della crisi, più del 40% degli affittuari americani era sotto pressione per via dei costi fuori controllo. Uno su quattro spendeva più della metà del proprio reddito per l’affitto. Un livello di insicurezza in aumento costante negli ultimi decenni: dal 2001 a oggi l’aumento affitti è stato ogni anno più veloce rispetto all’incremento del reddito. Tutto questo in presenza di redditi che più bassi ($ 40.500 nel 2018, rispetto alla media nazionale di $ 63.000) e risparmi risicati. Il rischio sfratto non è tuttavia distribuito uniformemente in tutto il Paese. Delle 25 grandi città degli Stati Uniti con i più alti tassi di sfratto, sei si trovano in Virginia e cinque nella Carolina del Nord. La discriminazione razziale è evidente, poiché i neri e i latini, in particolare le madri e i loro figli, hanno maggiori probabilità di trovarsi senza un tetto entro la fine di settembre. Quando spendi più della metà del proprio reddito in affitto è facile che i tuoi conti saltano.

Usa: ondata di sfratti senza precedenti, 20 milioni senza casa entro settembre

23 Luglio 2020, di Mariangela Tessa

Negli Stati Uniti un affittuario su cinque, ovvero circa 20 milioni di persone, rischia di subire una procedura di sfratto entro settembre. Numeri mai visti prima. E che riflettono il forte deterioramento del mercato del lavoro a stelle e strisce causato dalla pandemia di Covid -19.

A lanciare l’allarme è uno studio dell’Aspen Institute, che sottolinea come”gli sfratti di massa si preannunciano come un disastro sia per gli individui che per le famiglie”. Senza contare che questo tsunami immobiliare “potrebbe avere anche conseguenze significative su intere comunità, minando inoltre la velocità della ripresa economica”.

Dietro queste stime, si nasconde più di un problema. Primo fra tutti, la recessione economica che ha spinto negli ultimi cinque mesi, oltre 44 milioni di americani a presentare domanda di disoccupazione.

“I responsabili politici sono attivamente alla ricerca di soluzioni, ma è difficile prepararsi senza conoscere le dimensioni del problema” dicono gli analisti dell’Aspen Istutute.


Il problema non è nato con la pandemia. È solo peggiorato. Prima dello scoppio della crisi, più del 40% degli affittuari americani era sotto pressione per via dei costi fuori controllo.

Uno su quattro spendeva più della metà del proprio reddito per l’affitto. Un livello di insicurezza in aumento costante negli ultimi decenni: dal 2001 a oggi l’aumento affitti è stato ogni anno più veloce rispetto all’incremento del reddito. Tutto questo in presenza di redditi che più bassi ($ 40.500 nel 2018, rispetto alla media nazionale di $ 63.000) e risparmi risicati.

Il rischio sfratto non è tuttavia distribuito uniformemente in tutto il Paese.

Delle 25 grandi città degli Stati Uniti con i più alti tassi di sfratto, sei si trovano in Virginia e cinque nella Carolina del Nord. La discriminazione razziale è evidente, poiché i neri e i latini, in particolare le madri e i loro figli, hanno maggiori probabilità di trovarsi senza un tetto entro la fine di settembre.


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