L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 29 agosto 2020

2 agosto 2020 - Genitori e insegnanti: la diffida ai dirigenti scolastici

22 agosto 2020 - NEWS DELLA SETTIMANA

26 agosto 2020 - David Parenzo: il dott. Stranamore

il corrotto Pd è un insieme di consorterie, di mafie, di clan, di famigli, di massonerie, di clientele, di cordate, uniti da potere e soldi. Niente di nuovo

“Pm ignorò scandalo ‘ndrangheta in Emilia”/ Dossier 007 su intrecci Pd-Grande Aracri

Pubblicazione: 28.08.2020 - Silvana Palazzo

Intrecci tra Pd e cosca Grande Aracri? Spunta un dossier dei Servizi segreti sullo scandalo ‘ndrangheta in Emilia-Romagna che però è stato ignorato dalla Procura di Bologna

Marco Mescolini (Foto: LaPresse)

La Procura di Bologna ignorò lo scandalo ‘ndrangheta in Emilia-Romagna? Il Riformista oggi cita un rapporto dei Servizi segreti che tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 “attenzionarono” i rapporti tra la cosca calabrese Grande Aracri e i vertici del Pd di Reggio Emilia. In particolare, era finito nel mirino degli 007 il business delle mafie nella ricostruzione dopo il terremoto del 20 maggio 2020. La nota dei Servizi segreti accendeva i riflettori sulla gestione delle attività urbanistiche nella città di Reggio Emilia. Maria Sergio, moglie dell’allora capogruppo del Pd in Consiglio comunale Luca Vecchi, avrebbe avuto un ruolo “strategico” al centro di questo sistema. Nel 2014 Vecchi diventò poi sindaco di Reggio Emilia. La nota arrivò alla Procura di Bologna, in particolare al pm Marco Mescolini, ma i coniugi non furono mai interrogati dal pm, che poi nel 2018 è stato nominato dal Csm procuratore di Reggio Emilia. Secondo quanto appreso dai Servizi segreti, la cosca cutrese di Grande Aracri avrebbe rassicurato l’imprenditore Giovanni Mazzei sulla possibilità di avere appalti proprio grazie a Maria Sergio. Di questi favoritismi avrebbero beneficiato anche l’imprenditore Gaetano Papaleo, la cui moglie, Maria Lucente, è nipote di Antonio Dragone, defunto capo cosca.

INTRECCI PD ‘NDRANGHETA, “PM IGNORÒ DOSSIER 007”

I Servizi segreti avrebbero anche scoperto che Maria Sergio avrebbe favorito anche l’inserimento di un terreno edificabile di Alberto Zambelli, geometra a cui la ‘ndrangheta avrebbe affidato il compito di individuare lotti e terreni da acquistare per poi rivenderli dopo che erano diventati edificabili, con conseguente aumento di prezzo. Ma è stata anche riscontrata un’indagine dei carabinieri svolta anni prima. La donna era stata indagata nel 2006 per corruzione e abuso di ufficio nella “costola” di un’inchiesta del Ros di Bologna su appalti di Cosa nostra nel Nord Italia. Nel 2010 i carabinieri di Reggio Emilia, come ricostruito da Il Riformista, avevano trasmesso al pm Isabella Chiesi una nota riguardo un “complicato giro di società” che vedeva coinvolti esponenti del Pd, tra cui Luca Vecchi. La nota dei Servizi segreti su Maria Sergio e il Pd fu trasmessa dai carabinieri nel 2013 al procuratore di Reggio Emilia Sergio Grandinetti. I militari chiedevano il sequestro della documentazione sula vendita dei terreni segnalati dagli 007. Questo incartamento è finito sul tavolo del procuratore distrettuale di Bologna, quindi è stato girato al pm Marco Mescolini, che era titolare di un fascicolo sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Emilia.

Dalle carte è emerso che Maria Sergio aveva acquistato da un prestanome del boss Francesco Macrì, poi condannato nel maxi processo Aemilia, la sua casa a Reggio Emilia. Lei e il marito Luca Vecchi però, come evidenziato da Il Riformista, non sono stati mai interrogati dal pm Marco Mescolini. Eppure, il Movimento 5 Stelle per quella vicenda aveva chiesto le dimissioni di Vecchi: presentarono diversi esposti e denunce sui dirigenti nominati da Graziano Delrio. Peraltro, su queste nomine è pendente da anni un’indagine presso la Procura di Reggio Emilia, come ricordato dal quotidiano. Tommaso Foti, deputato di Fratelli d’Italia, recentemente ha presentato un’interrogazione per sapere che fine abbia fatto.

Gli strumenti di pagamento in tempo reale e chi lucra sui tempi morti si arrabbia

Perché la Fed fa gongolare famiglie, pmi e piccole banche

28 agosto 2020


Il servizio FedNow, basato su una piattaforma della Federal Reserve (Fed), consentirà a privati e aziende di disporre pagamenti istantanei tramite i conti bancari. L’approfondimento di Marco Bindelli

“La rapida spesa per i pagamenti di emergenza Covid ha evidenziato l’importanza fondamentale di disporre di un’infrastruttura di pagamenti istantanei resiliente con portata nazionale, in particolare per le famiglie e le piccole imprese con vincoli di flusso di cassa. Da quando abbiamo avviato FedNow un anno fa, abbiamo raggiunto i traguardi del nostro progetto e oggi sono lieta di annunciare che il Federal Reserve Board ha approvato le caratteristiche e le funzionalità principali sulla base di un ampio contributo da parte delle parti interessate”, così, il 6 agosto scorso, Lael Brainard, membro del Consiglio dei Governatori della Federal Reserve.

COSA È IL SERVIZIO FEDNOW?

Il servizio FedNow, basato su una piattaforma della Federal Reserve, consentirà a privati ​​e aziende di disporre pagamenti istantanei tramite i conti bancari. Si tratta, quindi, di un’infrastruttura flessibile e neutrale che supporta un’ampia varietà di pagamenti immediati e che fornirà compensazione e regolamento interbancario in grado di trasferire fondi dal conto di un mittente al conto di un destinatario quasi in tempo reale 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e per 365 giorni all’anno.

FedNow è progettato per mantenere un’elaborazione ininterrotta nel corso dell’anno con funzionalità di sicurezza tali da supportare l’integrità dei pagamenti e la gestione dei dati, impedendo possibili tentativi di frode. Il servizio avrà quindi una giornata lavorativa di 24 ore su 24 tutti i giorni della settimana, compresi i fine settimana e i giorni festivi. I saldi di fine giornata saranno riportati nei registri contabili della Federal Reserve per ciascuna banca partecipante in ogni giorno lavorativo del servizio FedNow (ossia 365 giorni l’anno).

Il servizio FedNow fornirà inoltre uno strumento di gestione della liquidità al fine di supportare i servizi di pagamento immediato e le infrastrutture per promuovere pagamenti istantanei, sicuri ed efficienti in tutti gli Stati Uniti.

I DETTAGLI E FUNZIONAMENTO DEL SERVIZIO FEDNOW PUBBLICATI DALLA FED

L’11 agosto scorso il Federal Reserve System ha pubblicato i dettagli delle caratteristiche e delle funzionalità necessarie a supportare il regolamento interbancario dei pagamenti immediati.

Oltre a ribadire che l’obiettivo del FedNow è migliorare la velocità, la sicurezza e l’efficienza del sistema dei pagamenti statunitensi, viene espressamente confermato che i pagamenti istantanei riducono la necessità di prestiti e di costi ad essi associati (come interessi passivi o commissioni per ritardati pagamenti) e che dunque si rivelano particolarmente utili, specie in periodi di crisi, sia per persone che per piccole imprese, le quali, proprio in periodi di stress, riuscirebbero a gestire meglio la propria liquidità.

Dal punto di vista delle banche, un aumento del volume dei pagamenti veloci produrrà, probabilmente, una riduzione della circolazione di contante e assegni che abbatterà i costi di elaborazione dei pagamenti e, nel contempo, richiederà maggiori capacità di previsione e gestione dei flussi di cassa e di liquidità infragiornaliera. A differenza delle piccole, le banche di maggiori dimensioni, anche perché basate da tempo sui sistemi di pagamento privati esistenti, hanno tentato di opporsi all’innovativo sistema FedNow sostenuto anche dal Tesoro e destinato a competere (con successo) con gli attuali sistemi privati. Il tutto, come ricordato dalla Fed e come dichiarato anche dal Governo americano, sarà realizzato a tutela della concorrenza dei mercati e a vantaggio dei consumatori.

Tornando all’avviso pubblicato l’11 agosto, la Federal Reserve, dopo aver dettagliatamente descritto le modalità di attuazione dei pagamenti veloci del servizio FedNow, ribadisce che, sebbene la data di rilascio prevista del nuovo servizio di pagamento rimanga fissata al 2023 o al 2024, presto sarà annunciato il periodo temporale specifico per il lancio dello stesso preceduto da programmi pilota. In tal modo la Fed intende adottare un approccio graduale in grado di fornire caratteristiche e funzionalità aggiuntive nel corso del tempo derivanti da nuove richieste che perverranno dopo il rilascio iniziale. Con questo approccio di lancio rapido del FedNow, saranno garantite celermente le principali funzioni richieste di pagamenti immediati e sarà possibile fornire successivamente i vari servizi aggiuntivi.

In particolare, la prima versione del FedNow fornirà, sia funzioni e servizi di base che supporteranno le esigenze del mercato e aiuteranno le banche a gestire la transizione verso un servizio 24x7x365, sia funzioni opzionali aggiuntive come strumenti di prevenzione delle frodi, possibilità di partecipare inizialmente solo in ricezione, capacità di richiedere pagamenti immediati, riconciliazioni, ecc.

In definitiva, appare evidente come, pur non essendo mai citate nei documenti pubblicati dalla Fed, il nuovo servizio rievochi tecnologie quali la moneta digitale, i bitcoin ed il blockchain.

venerdì 28 agosto 2020

Tamponi a tappeto per cercare gli asintomatici che non sono malati. Prebende del governo alle aziende che fa i tamponi e ai laboratori analisi che fanno gli esami

il COVID come nuova fede (e fa’ i miracoli)

Maurizio Blondet 28 Agosto 2020 

“COVID, L’unica malattia dove sono i medici a cercare i malati e non viceversa. Un miracolo inspiegabile”.

(dott. Sergio Resta oncologo):

“La gente ha bisogno di certezze e consolazione, qualcosa in cui credere.
Il Covid rappresenta la sua nuova fede, che unisce e affratella tutti i disperati e li rende uguali nella stessa sorte.

il coronavirus racchiude tutte le caratteristiche di un dio laico e terreno :
– invisibile
– ubiquo
– equanime
– infallibile
– immanente
– ineffabile
– inspiegabile dalla scienza.

Se avesse pure la trascendenza sarebbe una religione a tutti gli effetti, a cui non mancano di certo le pratiche liturgiche :
indossare le mascherine, lavarsi le mani ripetutamente, salutarsi con il gomito, mantenere le distanze.
E abbondano pure i racconti sulle origini misteriose, i miracoli e le gesta leggendarie: la discendenza dal pipistrello, i morti di Bergamo, la contagiosità con la sola imposizione delle mani.
E in una religione che si rispetti non possono mancare neppure i sacerdoti che predicano messa a tutte le ore, rappresentati dai virologi che non ne azzeccano una nemmeno per sbaglio, mentre le infermiere con le visiere e le tute da palombaro sono le nuove vestali.
Il vaccino infine è la promessa della salvezza eterna.
C’è tutto quello che serve per colpire l’immaginario collettivo.
Alla gente non importa più tanto sapere se il virus esiste o non esiste, è pericoloso o meno, loro ci vogliono credere per avere uno scopo nella vita e riconoscersi negli altri, condividere una prassi, una convinzione.
Fare parte di qualcosa. Appartenere ad una comunità.
Ovviamente chi mostra scetticismo o addirittura non crede apertamente alla grandezza del virus, viene subito etichettato come un eretico, un ateo, un negazionista e la punizione divina non tarderà ad arrivare. I fedeli del virus esultano quando un miscredente viene colpito dalla malattia, o meglio dalla positività.
Il peccato di Apostasia comporta la giusta condanna, perché il Dio Virus non perdona e però è anche tanto misericordioso, perché a meno di avere 80 anni con varie malattie pregresse, il dio virus Non Uccide Nessuno.
Ma per continuare a credere ci vogliono i positivi.
Senza positivi non si canta più messa.
La presenza anche solo di un Positivo A-sintomatico è la prova tangibile che dio virus c’è, e lotta insieme a noi.
E quindi via alla ricerca affannosa di nuovi positivi da dare in pasto ai fedeli, facendo tamponi a tappeto su tutta la popolazione.
Se ci fate caso questa è l’unica malattia dove sono i dottori a cercare i malati e non viceversa. A suo modo anche questo è un miracolo inspiegabile.
PREGHIAMO .
Preghiamo affinché la gente si liberi da questa ennesima superstizione inventata dai governanti e dai giornalisti loro servi fedeli per tenerli (i malati?! ) buoni, impauriti e mansueti.
Le minacce di futuri lockdown sono già un buon deterrente per evitare la più terribile insidia per i governanti e arma di un popolo alla canna del gas: gli assembramenti, le sommosse, le rivolte.
Non so come finirà questa storia, ma una cosa è certa.
Il virus SERVE a SOGGIOGARE ed AGGREDIRE PRIMA PSICOLOGICAMENTE e POI MATERIALMENTE le FASCE più DEBOLI e MENO ISTRUITE della POPOLAZIONE , i più POVERI , i più IGNORANTI , i più IMPRESSIONABILI.

Dott. Sergio Resta oncologo

(Grande intuizione, che spiega tutto. Ecco perché il Tedros Supremo, il nilotico capo dell’OMS, dice che bisogna evitare i luoghi di culto ,oltre agli stadi e alle discoteche: sono i tre luoghi di religioni concorrenti)

il Tedros Supremo, papa del Sacro Collegio degli “Scenziati”

Adnkronos
@Adnkronos
#Oms: “Nuovi contagi in stadi, discoteche e luoghi di culto” https://tinyurl.com/yxrl49qp
Marco Travaglio, a nome del Procuratore, attesta un miracolo:

L’arcivescovo di Brisbane, vero credente, ha diffuso questa immagine di Maria col Bambino, muniti entrambi dello Strumento di Salvazione:



Sui sintomi degli asintomatici, si ascoltino i comandamenti del professor Andrea Crisanti, Gran Sacerdote, su come misurare la febbre agli studenti, in vista della riapertura delle scuole: “E’ chiaro che 37,5 è una soglia del tutto inadeguata per i giovani, andrebbe portata a 37,1 visto che i giovani sono spesso asintomatici”.
A cui replica Pier Paolo Dal Monte, chirurgo e miscredente:
“Caro collega, con ogni evidenza laureato al CEPU, l’innalzamento della temperatura, “è” un sintomo. Se sono asintomatici non é presente neppure quel sintomo. Non esiste la definizione di “asintomatico parziale”.
(Continua – ad libitum)


Energia pulita - si ai parchi eolici della Sardegna, dare energia gratis a tutti i sardi è la giusta compensazione

Un parco eolico offshore al largo della Sardegna, ok da Wwf e Legambiente. Ecco dove sorgerà l'impianto

Il progetto, presentato dalla società Ichnusa wind power srl e ora al vaglio del ministero dell’Ambiente , prevede un investimento pari a 1,4 miliardi di euro. L'impianto avrà una potenza elettrica totale di 504 MW, quanto basta per dare elettricità a 650mila utenze


di GreenReport.it
27 agosto 2020

Dopo il sostegno già arrivato da Legambiente e la netta contrarietà manifestata da Italia nostra, anche il Wwf ha deciso di schierarsi in merito al parco eolico offshore che la società Ichnusa wind power srl ha proposto – attraverso un progetto oggi al vaglio del ministero dell’Ambiente – per la Sardegna: 1,4 miliardi di euro in investimenti per realizzare una potenza elettrica totale di 504 MW, quanto basta per dare elettricità da fonte rinnovabile a 650mila utenze. Il tutto attraverso 42 pale eoliche, galleggianti, a 35 km dalla costa sud-ovest di una Regione, la Sardegna, ancora oggi fortemente legata al carbone.

La posizione del Wwf nazionale

Il contrasto della crisi climatica che minaccia l’equilibrio del Pianeta e, con esso, la sopravvivenza di moltissime specie, tra cui quella umana, necessita di scelte forti e coerenti. Una rapida e decisa crescita delle energie rinnovabili per sostituire i combustibili fossili, maggiore fonte di gas climalteranti, costituisce una parte essenziale ed insostituibile di questa sfida. Tutti si dichiarano d’accordo su questo punto, ma poi scatta un perverso meccanismo per cui le uniche buone energie rinnovabili sono quelle fatte a casa degli altri, fuori dal proprio territorio.

Questo è quanto sta accadendo anche in Sardegna, dove il confronto sul parco eolico previsto al largo delle coste sud-occidentali è caratterizzato più da argomenti ideologici che non da valutazioni puntuali ed oggettive. Dibattito che appare ancora più singolare soprattutto se si considera che le obiezioni paesaggistiche sono state avanzate dalla Regione Sardegna, cioè dallo stesso soggetto che ha stravolto la Legge Paesaggistica regionale sino al punto da farselo impugnare dallo Stato. Non v’è dubbio che si tratta di un progetto importante, di grandi dimensioni, le cui valutazioni sono ancora in corso. Ma non vi è altrettanto dubbio sul fatto che parlare di “impatti visivi” a distanza di 19 miglia marine dalla costa significa strumentalizzare un aspetto percettivo tutto da dimostrare dal momento che, sebbene si parli di torri di circa 280 metri queste, a 35 chilometri di distanza possono risultare, in giornate di tempo buono e cielo terso, come poco più di un segno all’orizzonte.

Non si valuta abbastanza invece l’aspetto innovativo del progetto che prevede piattaforme galleggianti per sostenere le torri, e già questo indica come si tratti di impianti che in futuro possono avere una possibilità di rimozione certamente più facilitate che non le strutture tradizionali. I 504 MegaWatt installati nelle 42 torri costituiscono certamente un impianto energetico di produzione industriale, ma non si può pensare che il superamento degli impianti ad energia fossile avvenga senza prevedere impianti su scala industriale per far fronte alle esigenze sia della popolazione, sia del sistema produttivo. Il WWF auspica che tutte le istituzioni collaborino per far sì che la Sardegna divenga un laboratorio di innovazione e decarbonizzazione.

Immigrazione di Rimpiazzo - Uno degli strumenti è l'attivazione dei nostri militari per stroncare il traffico degli schiavi, MA Euroimbecilandia, i nostri governi, le televisioni, la carta stampata i giornalisti professionisti non vogliono

TRAFFICO DI MIGRANTI: UN PROBLEMA MILITARE


(di Tiziano Ciocchetti)
27/08/20 

L’Ordinanza emessa in questi giorni dalla Regione Sicilia, in merito allo sgombero degli hotspot dell’isola, rilancia per l’ennesima volta, tra l’opinione pubblica, il problema del traffico dei migranti.

La questione della migrazione clandestina viene vista come un non problema da parte di determinati gruppi politici, quindi la risposta militare non sarebbe assolutamente applicabile; mentre altri schieramenti la vedono come uno dei problemi principali del Paese ma, a parte ipotetiche chiusure di porti e blocchi navali la cui modalità non viene mai precisata, non si ha un’idea di come affrontare l’emergenza in modo appropriato.

Come già espresso in altri articoli, secondo il punto di vista di Difesa Online, la questione del traffico dei migranti dovrebbe essere affrontata in termini militari.

Questo non significa che sarebbe sufficiente schierare la Marina Militare ai limiti delle acque nazionali e respingere gli eventuali barchini, carichi di migranti, provenienti dalla Tripolitania e diretti verso le nostre coste. Un eventuale intervento militare dovrebbe essere ben più articolato e complesso, includendo una strategia di interdizione navale, utilizzando pattugliatori aerei e droni nonché sottomarini.

Una parte fondamentale di una simile operazione sarebbe costituita dall’intervento a terra, in territorio libico (e quindi scontrarsi con i turchi), delle forze speciali, allo scopo di eliminare le bande che si occupano del traffico dei migranti. Questo tipo di intervento terrestre faceva parte della fase 4 dell’Operazione EUNAVFOR (anche denominata Operazione SOPHIA), abortita quest’anno per poi essere sostituita con l’Operazione IRINI.

Tuttavia questa parte dell’operazione riguarderebbe il solo fronte settentrionale, sarebbe necessario occuparsi anche della zona meridionale della Libia, ovvero della regione del Fezzan che confina con il Niger, formando una sorta di collo di bottiglia.

Ormai da anni, attraverso quel passaggio, le colonne dei trafficanti trasportano i migranti dalle regioni sub-sahariane fino alla costa. Un contingente italiano è già presente in Niger ma adibito a compiti logistici e di addestramento delle forze locali. Invece servirebbe un dispositivo con reparti aeromobili in grado di intervenire rapidamente per colpire le colonne dei trafficanti.

Ovviamente una simile operazione, per poter essere avviata, dovrebbe ricevere il sostegno della maggioranza delle forze politiche e dell’opinione pubblica, nonché avvalersi della collaborazione dell’Unione Europea. Nella situazione politica attuale, tale sostegno, non è purtroppo assolutamente ipotizzabile.

Foto: U.S. Air Force

Sempre più elementi si aggiungono per dirci che il lockdown è stato voluto ricercato regalato. L'economia ristagna dal 2007/08 c'è troppa offerta mentre la domanda diminuisce, una bella crisi pilotata può far uscire ai ricchi dall'impasse, ci hanno provato e ci provano con la riconversione delle industrie e suoi derivati in produzione verde ci stanno riuscendo con la creazione del covid-19, con la loro dose di terrore quotidiano, con il fallimento di decine di migliaia di aziende, se poi sono quelle localizzate in Cina ancora meglio

Il lockdown? Tutta una strategia dei potenti per resettare il mondo (Global Research)

27 Agosto 2020 - 19:20 

Secondo un approfondimento apparso su Global Research, il lockdown sarebbe stato orchestrato dai potenti - in primis FMI e WEF - per implementare il «grande reset» del mondo.


Sia il World Economic Forum (WEF) che il FMI parlano di un «grande reset» mondiale e indirizzano un gran numero di risorse dal basso a favore di una piccola élite, attraverso la schiavitù del debito - promuovendo un passaggio dal capitalismo dei consumi al capitalismo green - e tutto con un attegiamento amichevole nei confronti dell’ambiente e della popolazione mondiale.

Il WEF è una ONG registrata presso un lussureggiante sobborgo di Ginevra, con ambizioni di comando dal sapore mondano. Il FMI, creato sulla base alla Carta delle Nazioni Unite, è un’organizzazione finanziaria internazionale ufficiale: una delle due istituzioni di Bretton Woods, l’altra è la Banca mondiale.

Il FMI è stato creato per sorvegliare e regolare l’enigma monetario mondiale. Entrambi, FMI e Banca mondiale, sono controllati dal potere di veto del Tesoro degli Stati Uniti.

L’obiettivo del WEF e del FMI è quello di «fare tutto il bene possibile per un mondo colpito dal disastro COVID». Nessuno di loro menziona invece come le loro azioni porteranno il mondo, specialmente il mondo in via di sviluppo, in un disastro «sostenibile» ancora più profondo.
Il lockdown? «Tutta una strategia dei potenti»

Il messaggio principale del WEF sul tema è stato dato dal suo fondatore e presidente esecutivo Klaus Schwab lo scorso 3 giugno 2020:

«Il mondo deve agire congiuntamente e rapidamente per rinnovare tutti gli aspetti delle nostre società ed economie, dall’istruzione ai patti sociale e alle condizioni di lavoro...Ogni paese, dagli Stati Uniti alla Cina, deve partecipare, e ogni industria, da quella del petrolio e a quella del gas e della tecnologia, deve essere trasformata. In breve, abbiamo bisogno di un «grande ripristino» del capitalismo».

Interessante notare come il “grande reset” (testualmente “Great Reset”) riguardi la preservazione del capitalismo. Ciò che Schwab e gli «amministratori» d’élite dietro di lui non dicono è che questo accelera lo spostamento delle risorse dal basso verso gli oligarchi, accecando gli occhi e le menti del pubblico con lo slogan «Sustainable Green». Quello vende sempre. Il consumo “verde” dà una bella sensazione, fa un certo effetto positivo.

In una formidabile scoperta - a conclusione di uno studio scientifico - il WEF conclude che il male di tutti i mali è la “ricchezza”. Molto peggio del coronavirus.

Secondo il WEF il COVID-19 non è così cattivo come la ricchezza, vale a dire la ricchezza di denaro che si è accumulata nel corso dei secoli, rendendo il mondo un luogo sempre più squilibrato - con povertà, fame, miseria crescenti - e vulnerabile a prendere malattie, come il COVID.

Sì, il WEF e i suoi protagonisti (che rappresentano la “ricchezza”) dietro le quinte hanno sfruttato il COVID per giustificare un lockdown totale delle persone e dell’economia mondiale. Ciò è accaduto praticamente simultaneamente in tutto il mondo in quasi tutti i 193 paesi membri dell’ONU.

Le poche eccezioni includono Svezia e Bielorussia. Questo potente obbligo al lockdown, istigato «dall’alto», molto al di sopra dei governi e delle Nazioni Unite, e con un’autorità cooptata come l’OMS, ha messo in ginocchio l’economia mondiale in meno di 6 mesi. Oggi il tutto prosegue in nome della trasformazione “Green”.

Come se il virus avesse colpito contemporaneamente il mondo intero. Nessuno con una mente lucida può crederci. Non è mai successo nella storia dell’umanità. Eppure, le menti dietro questa frode la stanno passando liscia, con relativamente poche proteste finora. Ma con una massiccia campagna globale di PAURA.

La paura è stata usata come arma per intimidire l’intera popolazione mondiale. La paura, l’ansia e la frustrazione sono le cause principali della maggior parte delle malattie. In altre parole, ciò che fa la propaganda del falso e della paura ci rende più vulnerabili a tutti i tipi di malattie, compreso il cancro.

Ciò è ulteriormente rafforzato dal distanziamento sociale rigorosamente imposto. Proibire alle persone di incontrarsi, socializzare, «solidarizzare» e quindi ridurre il loro livello di paura, è un dettato intelligente per le menti dietro a tutto questo.

Lo shock aleggia lentamente ma inesorabilmente tra alcune persone “pensanti” e si riuniscono in massa, protestando, nonostante il divieto - Berlino, 1 agosto 2020, 1,3 milioni di persone in piazza. Altri manifestano per il Black Lives Matter (BLM), contro la brutalità della polizia e a favore o contro il movimento Woke. La maggior parte è generosamente finanziata da fondazioni di ricchi oligarchi come Ford, Gates, Soros, Rockefeller e altri. A partire dagli Stati Uniti, le proteste si sono estese anche alle principali città europee. Sono tutte un’esasperazione e rappresentano rabbia contro la repressione, quindi inconsapevolmente legate al coronavirus e la relativa repressione, sollevando sempre più scompiglio.
Ecco a voi il grande reset mondiale

Il WEF sostiene ciò che i manifestanti sanno da sempre: il problema è la ricchezza. È così semplice. Secondo Klaus Schwab, il consumismo senza fine deve finire e Madre Terra ha bisogno di essere protetta e riabilitata - occorre più equilibrio nell’umanità. Tutto questo ha fatto virare l’economia - un’economia CAPITALISTA, intendiamoci - verso un concetto di vita Green. Maggiori dettagli relativi a questi nobili obiettivi e ai meccanismi su come raggiungerli saranno divulgati al WEF di Davos a gennaio 2021.

Suona bene. Eliminare la ricchezza e promuovere una maggiore parità. Concetti che si vendono facilmente, ma né il WEF né il FMI ci credono. È un anatema per il loro dogma del capitalismo libero da tutti, una teoria del mercato fondamentalista che risolve tutti i mali del mondo.
Nasce il capitalismo Green

Il FMI, con il suo dogma parallelo a quello del WEF, sostiene il passaggio da «ciò che non ha funzionato» verso un’altra forma di capitalismo, un «capitalismo sostenibile» - promuovendo il New Green Deal del Partito Democratico degli Stati Uniti, modellato sul New Deal degli anni ’30 del presidente Franklin D. Roosevelt. Il Roosevelt New Deal fu ufficialmente concepito come un programma di sollievo dalla depressione economica del 1929-1933. Consisteva in progetti di lavori pubblici, riforme finanziarie e regolamentazioni varie, fino al 1939, l’inizio della seconda guerra mondiale.

Nel suo intervento alla Camera di Commercio degli Stati Uniti, Kristalina Georgieva, direttrice operativa del Fondo Monetario Internazionale, ha così parlato ai suoi interlocutori:

“Non c’è difensore dei mercati più forte di una persona che ha vissuto in un ambiente altamente distorto di un sistema non di mercato. Ho imparato in prima persona il costo delle cattive politiche e i vantaggi delle buone politiche. In effetti, è stato in parte dovuto al FMI il fatto che la Bulgaria abbia potuto svoltare negli anni ’90 e partecipare sia all’Unione europea che all’economia mondiale".

Georgieva è bulgara. Prosegue:

“Cosa ci dice il fatto che qualcuno che proviene da un sistema comunista ora guidi il FMI e sia invitato a rivolgersi alla Camera di Commercio degli Stati Uniti? In parole povere, ci dice che il cambiamento in meglio è inarrestabile".

Questo dice tutto. Il fondamentalismo del mercato deve continuare. E se il FMI avrà la possibilità, lo renderà possibile. Il programma in tre punti di Georgieva mette insieme l’approccio del WEF al «nuovo» paradigma economico, il Great Reset. Un passaggio dal «capitalismo della ricchezza» a un «capitalismo verde» più egualitario. Non c’è cambiamento che non richieda risorse. E poiché saranno i ricchi a seguire il processo, i pochi beni rimanenti saranno spalati dal basso verso l’alto. Il solito.

Il primo punto riguarda il bilancio della pandemia. La Georgieva sottolinea alcuni dei «danni collaterali» del lockdown obbligatorio - obbligatorio, perché stavamo e stiamo ancora combattendo un virus mortale.

Secondo il FMI, entro la fine del 2020 «170 paesi, quasi il 90 per cento del mondo, peggioreranno e avranno un calo del reddito pro capite».
Questa distruzione dell’economia mondiale ha già portato a implementare delle «vaste misure fiscali, per un totale di nove trilioni di dollari, a livello globale», secondo il FMI.

In realtà queste misure, compresi i pacchetti di salvataggio semi-clandestini a banche e altre istituzioni finanziarie, oltre ad altri colossi, hanno superato solo negli Stati Uniti i 20 trilioni di dollari. Aggiungiamo a questo ciò che il resto del mondo, in particolare l’UE, tramite la Banca Centrale Europea (BCE), ha elargito con i cosiddetti fondi di salvataggio. La maggior parte di questi soldi è andata a finire a condizioni favorevoli alla finanza, alla produzione e ai servizi; e solo una piccola percentuale è andata alle persone più bisognose.

Il secondo punto riguarda «la via per la guarigione». Qui il FMI punta ad una grande riapertura dell’economia. Ciò significa un approccio attento alla «costruzione di una ripresa che si concentri su una grande trasformazione man mano che emergiamo da questa crisi eccezionale».

Il WEF parla di «enormi riforme». Riforme e trasformazioni sono parole chiave dei nostri due protagonisti. Riecheggiano bene nel linguaggio del neoliberismo. Un paese che deve essere salvato dal FMI deve “riformare”, “trasformare” e “adeguarsi”. WEF e FMI vanno di pari passo.
La “grande trasformazione” voluta dall’élite

Il processo di riapertura a seguito dei lockdown sta avendo il suo corso in tutto il mondo: circa il 75% dei paesi sta riaprendo. Così dice il FMI. Ora è il momento di pensare attentamente a ciò che verrà dopo. Il Fondo suggerisce di «costruire una ripresa che si concentri su una Grande Trasformazione man mano che emergiamo da questa crisi eccezionale». Che cosa comporti precisamente la Grande Trasformazione la Georgieva non lo spiega.

Una delle opportunità che il FMI vede emergere da questa crisi è «la trasformazione digitale: una grande vincitrice di questa crisi». Non viene spiegato cosa significhi, ma è chiaro che si rende necessaria la digitalizzazione dell’identità delle persone e la digitalizzazione del denaro: il controllo totale sui movimenti delle persone, le cartelle cliniche, il flusso di denaro, i conti bancari e altro ancora.

Sebbene sia il WEF che il FMI riconoscano che questa crisi porterà più debito, deficit più elevati, una maggiore disoccupazione e un’impennata di povertà, entrambi vogliono degli “aggiustamenti”. E gli aggiustamenti di solito sono a carico dei gruppi sociali a basso reddito, i poveri.

«Aggiustamenti» è il termine utilizzato da FMI e Banca Mondiale quando «riformano» la pubblica amministrazione, licenziando un migliaia di dipendenti statali, aumentando così la disoccupazione e la disperazione; quando privatizzano beni e servizi pubblici; quando danno concessioni a società straniere che consentono di sfruttare le risorse naturali nazionali. La carota? Un prestito del FMI o della Banca Mondiale (o di entrambi). Bravi.

Tutto ciò porta a creare debito e ad essere schiavi del debito - e soprattutto a un maggiore controllo da parte del Nord del mondo sul Sud del mondo.

Il che ci porta al terzo punto: costruire una società più giusta, il ruolo del FMI, offrendo un’altra opportunità, diventando green. Il Fondo non perde occasione di ricordare della presenza del cambiamento climatico, che ancora incombe su tutti noi, causato dall’uomo e quasi finito nel dimenticatoio per colpa della saga e del dramma del coronavirus. Occorre tornare a parlarne. E quale migliore opportunità se non quella di guardare al futuro e diventare ecologici.

Questo è esattamente lo stesso concetto presente nella propaganda del WEF: una New Green Agenda, un New Green Deal. Costa parecchi soldi. Significa trasformare industrie dispendiose e inquinanti in industrie verdi e pulite, come, tra le altre, le auto elettriche - un segno visibile per una società pulita e consapevole.

Da dove viene l’elettricità per caricare le batterie al litio delle auto elettriche che distruggono l’ambiente? Nella maggior parte dei paesi è ancora prodotta dalla combustione di idrocarburi. In questo caso e in molti altri, la «trasformazione» da «energia nera» a «energia verde» utilizza più energia nera rispetto a prima.

Tutto per diventare più verdi

Il FMI è pronto a elargire prestiti da miliardi di dollari per la cancellazione del debito e l’assistenza finanziaria per consentire nuovi investimenti mirati alla trasformazione di cui sopra.

Assistenza finanziaria e riduzione del debito nel gergo del FMI significano aggiungere nuovo debito per ripagare il vecchio debito e, in rari casi, prevederne un vero sollievo o una cancellazione.

I nuovi (ed enormi) investimenti di trasformazione necessari per diventare “sostenibilmente verdi” possono provenire dal private banking, addizionati ai prestiti della Banca Mondiale e di altri istituti di credito ufficiali e regionali.

Nel concreto il FMI ha già messo in atto un programma denominato “Covid-19 Financial Assistance and Debt Service Relief”. Attraverso questo piano il Fondo sta fornendo assistenza finanziaria e alleggerimento del debito ai paesi membri che devono affrontare l’impatto economico della pandemia COVID-19. A tal fine, il Consiglio esecutivo del FMI, dalla fine di marzo 2020, ha approvato un aumento del Catastrophe Containment and Relief Trust (CCRT), da 250 miliardi di dollari a 1.000 miliardi di dollari. Questi fondi sono messi a disposizione dei membri della FMI che chiedono aiuti. Finora (al 10 agosto 2020), circa 80 paesi hanno presentato domanda.

L’assistenza finanziaria totale per 80 paesi ammonta a 87,8 miliardi di dollari; la riduzione del debito per 28 paesi ammonta a 251,2 milioni di dollari, una frazione di ciò che è stato trasferito dal Nord del mondo al Sud del mondo sotto forma di nuovo debito - o per chiamarlo per ciò che è, nuova schiavitù.

È interessante osservare che tutti i fondi vanno ai paesi in via di sviluppo. La riduzione del debito è chiaramente per i paesi in via di sviluppo poveri. Ma perché i fondi dovrebbero scorrere solo verso Sud? Il Nord industrializzato anche ha registrato enormi quantità di debito a causa COVID, molto probabilmente somme più ingenti in ordine di grandezza rispetto a quelle dei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, i paesi «sviluppati» riescono a sopravvivere senza l’aiuto del FMI o della BM. Perché? Poiché la maggior parte del debito accumulato causa COVID è locale, debito interno e può essere gestito localmente attraverso politiche monetarie nazionali sovrane.

Le azioni e le politiche dichiarate di WEF e FMI vanno nella direzione di un capitalismo senza restrizioni. Per diventare di nuovo indipendenti, piuttosto che soffocare sotto il continuo neo-colonialismo, potrebbe essere opportuno andare contro i consigli del WEF e del FMI e lavorare costantemente con perseveranza verso un’autonomia politica e finanziaria.


L'uomo è carne ma dalle sue pieghe nasce la spiritualità che ci accompagna per tutta la vita fino alla nostra morte

CHESTERTON E L’UOMO ETERNO

Maurizio Blondet 28 Agosto 2020 
di Roberto PECCHIOLI

Ci sono molte solitudini. Dopo averle sperimentate, siamo convinti che la più profonda, la più intollerabile, sia la solitudine dell’anima. Per chi ha un orientamento religioso, pesa come un macigno sentirsi abbandonati dalla chiesa che consideravamo madre e maestra. Sono sempre i poeti quelli che capiscono più e meglio gli stati del cuore. Thomas S. Eliot nei Cori della Rocca si chiedeva se è l’umanità ad avere abbandonato la chiesa (“meno chiese e più osterie!”) o, al contrario, è lei ad aver lasciato soli i suoi fedeli. La malattia diagnosticata da Eliot è la mentalità moderna, che ha detronizzato “tutti gli dei, salvo la Lussuria, l’Usura e il Potere”. Avete bisogno che vi dica che persino le modeste conoscenze / di cui vi potete vantare nella società perbene / difficilmente sopravvivranno alla Fede a cui debbono il loro significato? Dove il mio Verbo non viene pronunciato, / nella terra delle lobelie e delle flanelle da tennis / il coniglio s’intanerà e il pruno tornerà a far visita, / l’ortica fiorirà nell’aiuola di ghiaia, / e il vento dirà: qui vi furono dei dignitosi senzadio: / loro unico monumento la strada d’asfalto / e un migliaio di palline da golf smarrite. “

L’ineffabile monsignor Paglia, l’amicone di Marco Pannella, lo stesso delle pitture omo nel duomo di Terni, ha pronunciato sconcertanti parole in difesa dell’attuale legge italiana sull'aborto. Un buon punto di partenza, afferma il prelato. Subito, Avvenire, il quotidiano migrante, si affretta a rilanciare con un articolo in cui assicura che la legge 194 “non è una legge contro la vita e può essere accettata dai cattolici”. Il motivo? Sarebbe una norma “che regolamenta: una legge che regolamenta un fenomeno, che lo rende una questione pubblica, non una legge che promuove o che serve a dichiarare una questione di principio”. Contrordine, confratelli: il male, dunque, non è più tale; è solo qualcosa di cui prendere atto per regolarlo, come fa un semaforo con il traffico. E’ quasi divertente rispondere al giornale dei vescovi della Chiesa in uscita (da se stessa) che, se le parole hanno ancora un senso, una legge che permette la soppressione dei figli dell’uomo è oggettivamente contro la vita, almeno nel senso (ex) cattolico.

Hanno vinto, nella palude postmoderna, le streghe di Macbeth: brutto è il bello, e bello è il brutto, su per la nebbia e l’aria unta. Nella nebbia della solitudine del cuore, sfumano le dichiarazioni di Jorge Mario Bergoglio, indignato per la povertà indotta dal Covid 19. Ha ragione, per carità, ma non sono quelle le parole che ci si aspetta dal vicario di Cristo, dal successore di quel Pietro che disse a Gesù: tu solo hai parole di vita eterna. Per la chiesa conta solo l’uomo di carne: lo spirito è abolito, silenziato per non dispiacere al mondo. Per quelli che un tempo erano i principi non negoziabili, vale la fulminante battuta di Groucho Marx: questi sono i miei principi. Se non vi piacciono, ne ho altri. Tutto si fa per l’otto per mille, un posto da ballerina di fila e una parte di figurante nel grande spettacolo della Modernità.

Quando la solitudine afferra con più forza, e ci si chiede smarriti se non si è sbagliato tutto nella vita, se non abbiamo sempre difeso principi stupidi o sbagliati, non resta che volgere lo sguardo a chi ha saputo infondere speranza, fortezza e fornire munizioni a una battaglia etica e culturale che conosce soprattutto disertori. Uno dei rimedi contro la demoralizzazione montante resta Gilbert K. Chesterton, il grande scrittore inglese. Pazienza se la sua causa di canonizzazione è ferma, con grande gioia dei cattolici “adulti”, in quanto lo si accusa di antisemitismo. Bastano alcuni suoi aforismi per recuperare un po’ di speranza. Ad esempio, la polemica con Aldous Huxley: quando il signor Huxley creò la sua orribile utopia materialistica fu particolarmente attento ad evitare questa contraddizione. Il punto di Brave New World (Il mondo nuovo) non è che la religione è l’oppio dei popoli. Il punto è che l’oppio è la religione dei popoli.”

Abbiamo ritrovato tra le carte da riordinare una vecchia edizione dell’Uomo eterno, saggio storico di Chesterton. Già la frase del risguardo è scintillante, un sorso d’acqua fresca nell'arsura del tempo. “Se mai esiste, cos'è che rende l’essere umano soltanto umano? Questa è la domanda che G.K. Chesterton si pone in questa esplorazione classica della storia umana. Rispondendo al materialismo evolutivo del suo contemporaneo (e antagonista) H.G. Wells, Chesterton afferma l’unicità umana e il messaggio unico della fede cristiana. Scrivendo in un periodo in cui il darwinismo sociale era rampante, egli replicò dicendo che l’idea secondo la quale la società ha subito un progresso da uno stato di primitivismo e di barbarie verso la civiltà, è semplicemente e piattamente imprecisa. Il barbarismo e la civiltà non sono palcoscenici successivi nel progresso del mondo, afferma. “

L’uomo eterno, saggio storico del 1925, non è affatto un libro di teologia, come potrebbe suggerire il titolo; non è neppure un trattato di filosofia della storia, per quanto Chesterton sia stato un attento lettore e straordinario esegeta di giganti come Tommaso d’Aquino. Non è neppure un saggio antropologico o una confutazione del darwinismo, tanto popolare all'epoca. E’ tutte queste cose insieme e nello stesso tempo. L’uomo eterno è uno sguardo d’aquila, panoramico e penetrante, sull'essere umano e la sua singolare amicizia con il Creatore, diventata più forte, definitiva attraverso l’incarnazione. Il movente immediato del libro fu rispondere a Schema della Storia, un noioso, pretenzioso e insopportabile tomo di H.G. Wells, il celebre scrittore britannico considerato un padre della fantascienza, tra i primi sostenitori dello Stato mondiale.

Wells si proponeva di dimostrare con notevole petulanza verbale che l’essere umano è il risultato aleatorio dell’evoluzione e Gesù Cristo non fu altri che un uomo superiore, come Maometto o Budda, i cui insegnamenti degenerarono poi in religione. Infine, Wells intendeva sostenere che le religioni – tutte in generale, ma specificamente la cattolica, quella che più fa (faceva…) infuriare atei e modernisti – sono incapaci di affrontare le sfide dell’uomo moderno. Tesi purtroppo oggi rafforzata dal tradimento dei chierici. Indignato, quasi istigato dall'intemerata di Wells, Chesterton scrisse un libro godibile, incendiato di bellezza, in cui propone la sua visione della storia, ridicolizzando la pomposa erudizione da topo di biblioteca con cui Wells pretendeva di legittimare le sue ipotesi – diventate nel tempo obsolete, altrettante falsità smentite dalle acquisizioni scientifiche successive.

La tesi centrale lanciata da Chesterton è che l’uomo non è il frutto dell’evoluzione, ma dell’azione creatrice divina e l’uomo chiamato Cristo è veramente il figlio di Dio. Uno scandalo per il pensiero contemporaneo, ma anche, ormai, per uomini di chiesa arresi al cosiddetto spirito dei tempi. L’essere umano non è prodotto di un’evoluzione, ma di una rivoluzione, di un puro miracolo. Per dimostrare che l sua apparizione è l’esito di un miracolo- nulla importa se istantaneo o durato millenni – Chesterton ci chiede di chinarci sulle pitture rupestri che i nostri antenati lasciarono sulle pareti delle caverne. Quelle pitture non furono realizzate da scimmie che stavano evolvendo verso uno stadio superiore, ma da uomini come noi, poiché l’uomo è l’unico essere della Creazione che può essere nello stesso tempo creatore e creatura.

Le ipotesi evoluzioniste avvolgono questa verità in una matassa astrusa, verosimile quanto delirante. Eppure, insegna Chesterton, non potranno negare che ci fu un giorno in cui un essere nuovo, singolare, si mise a dipingere in una caverna. Era un soggetto molto simile morfologicamente a uno scimpanzé o a un gorilla, ma in realtà l’essere più diverso da quei primati, giacché faceva qualcosa che quelli non possono fare, con tutta l’evoluzione dell’universo: produceva arte, il tratto distintivo esclusivo della personalità umana, il gesto di chi pensa e volge lo sguardo verso l’alto e l’oltre: il segno, il crisma con cui Dio ha distinto l’uomo nella sua predilezione. Nella prima parte (L’uomo nella caverna), Chesterton mette in luce alcune delle caratteristiche che rendono unico l’uomo, come la capacità di trascendere, ovvero formulare un credo religioso e realizzare opere d’arte. Se l’uomo è solo un animale, si deve concludere che si tratta di un animale davvero insolito.

Nella seconda parte dell’Uomo eterno, narra l’ulteriore rivoluzione della storia umana, l’irruzione di un Dio che diventa carne. E, oltreché regalarci una sorprendente lettura della Natività, commenta giocosamente tutti gli espedienti modernisti per negare la divinità di Cristo, a costo di presentarlo, con gli argomenti di Wells, come l’uomo più saggio ed eminente che abbia mai calpestato la Terra. Tuttavia, nessun uomo eminente si proclama figlio di Dio: lo hanno fatto solo pazzi in preda a delirio di onnipotenza. Ergo, se lo stesso Wells ammette che Gesù era un uomo eminente di grande sapienza, conclude Chesterton, allora era senz'altro il figlio di Dio!

L’uomo eterno è un libro che ribolle di idee brillanti, felici ispirazioni, splendenti paesaggi dell’anima in cui la profondità del pensiero e una paradossale delicatezza si fondono in un amalgama irripetibile, che strappa il velo di tutti i luoghi comuni del pensiero moderno (se ci passate l’ossimoro…) e li lascia sul terreno. La lettura diventa una festa dell’intelligenza, vero cibo dello spirito per lettori curiosi e sensibili. Tra essi, Clive Staples Lewis, lo scrittore inglese sodale di Tolkien, autore del capolavoro della letteratura per l’infanzia Cronache di Narnia, che L’uomo eterno avvicinò al cristianesimo, fino a definirlo “la migliore opera di apologetica che io conosca”. Fervente lettore fu anche Jorge Luis Borges, che affermò di aver passato nella lettura di Chesterton ore di grande gioia.

Davvero, la gioia, persino il buonumore è ciò che lascia al lettore l’opera del grande inglese, insieme con la forza consapevole delle idee. Forse la lettura di Chesterton gioverebbe anche ai pallidi chierici di oggi, gli esangui intellettualini di sacrestia e persino a Bergoglio, per ritrovare la spiritualità perduta e riportare al centro la figura di Gesù e il senso del divino. Difficile, però, tra gel igienizzanti al posto dell’acquasantiera, principi negoziabili, anzi intercambiabili, l’oblio del divino che rende la chiesa una ONG come tante. Per Chesterton, era ancora madre e maestra. Per Paglia, Bergoglio e garrula compagnia, è un’opzione tra le tante nel supermercato postmoderno; l’uomo, come Dio, è eterno fi

La crisi di SOVRAPPRODUZIONE si doveva/deve fermare, le aziende dovevano/devono fallire e approfittando di un piccolo povero virus che hanno fatto diventare grandissimo e pericolosissimo in maniera che l'offerta venisse/venga ridotta (aziende devono fallire) per dare fiato a quelle che rimangono, per cercare di far ripartire una economia che produce troppo, per rallentare raffreddare un'economia che è diventata velocissima (le aziende cinesi). Sono disposti ad andare incontro alle masse diseredate e sempre di più senza reddito o con redditi sempre più bassi dandogli soldi digitali da spendere subito aumentando anche in questo modo la domanda. La partita è complessa e la Cina rifiuta questo gioco al massacro di cui lei sarebbe la prima vittima (le fabbriche mondiali sono posizionate in gran massa nei suoi territori)

La “soluzione” della Fed al prossimo lockdown – paga digitale per tutti?

Maurizio Blondet 28 Agosto 2020 

“La Federal Reserve punta a una inflazione media del 2%”, ha detto il suo governatore Jay Powell. Sembrava Mario Draghi quando era alla BCE e ci ha parlato per anni, monotono, di imprimere all’euro un livello di inflazione ”vicino ma inferiore al 2%”, fallendo continuamente, monotonamente (e volontariamente) l’impegno.

Mai riuscita a battere la deflazione , la Fed (com la BCE del resto)

Apparentemente il bel proposito della Fed sembra ancora più fantastico, avendo la “pandemia” e il tremendo lockdown – ordinato ed eseguito globalmente – provocato milioni di disoccupati, la più tragica grande depressione mai vista e un taglio del potere d’acquisto impressionante, che ovviamente genera deflazione. E, secondo l’intuizione di Andrea Cecchi, il lockdown globale è stato voluto e deliberato: occorreva “congelare l’economia mondiale” perché se i tassi d’interesse (ora zero o negativi) si alzano di un centesimale – ciò che fanno se avviene una ripresa dell’economia che chiede credito – i Buoni del Tesoro che gli speculatori hanno dato in garanzia (facendoseli prestare), diminuiscono di valore, e gli speculatori devono far fronte ai margin call mettendoci soldi loro – che non hanno. E tutto implode, perché tutti gli speculatori che ci indebitano sono a loro volta super-indebitati.

Insomma non si può avere insieme il congelamento dell’economia mondiale (iper-recessione) e un po’ d’inflazione come desidera la Fed. Tanto più che la manfrina del “virus che torna a crescere” esercitata in tutto l’Occidente dice che i padroni del vapore vogliono tenere i popoli nella depressione per decenni, non escludendo un nuovo lockdown, stavolta letale; l’economia reale non deve assolutamente crescere, sennò il castello dei debiti implode in una bancarotta da buco nero, con la vaporizzazione istantanea del dollaro e di tutte le monete-debito.

Impossibile allora avere l’inflazione al 2%? Così almeno appare al vostro cronista. Ma la Fed ha trovato la soluzione, anzi approfitta della crisi per far accettare agli americani la moneta digitale.

Non è una teoria del complotto. A spiegarlo in una intervista sono stati due ex economisti di massimo rilievo della FedSimon Potter (che è stato anche l’ex capo del Plunge Protection Team della Fed, ossia del pronto soccorso contro i collassi, sempre più gravi, prodotti dal loro sistema: potrebbe benissimo essere il papà di Harry Potter, perché questa è magia ) e Julia Coronado.

Un nuovo collasso da pseudo-pandemia servirà alla Fed dichiarare la strategia di stimolo ultima e finale: accreditare denaro digitale direttamente nelle app degli smartphone degli americani, bypassando completamente il sistema bancario. Altro che Helycopter Money: qui la “Money” la Fed la cabla istantaneamente agli americani in recessione, sui loro conti digitali, e sarà un “attivo” digitale chiamato “obbligazione assicurativa contro la recessione”.

Cosa di più bello? Fine della finzione che esistano i mercati finanziari (non esistono più da tempo: senza la “stampa” delle banche centrali collasserebbe tutto) : la Fed inietta dollari digitali a tutti, un reddito base universale , non appena (propone la Coronado) i tassi d’interesse diventino negativi, sotto lo zero, oppure, come propone Claudia Sahm, quando la disoccupazione aumenta oltre un certo limite.

Si occupano davvero della disoccupazione!, al contrario della BCE! Dice Potter: nel lockdown precedente, si sono fatti arrivare i soldi (dal nulla) alle famiglie a imprese – “ma il Congresso ci ha messo troppo tempo a far arrivare il denaro alla gente, e con meccanismo goffi. La soluzione sarebbe che il Congresso dia alla Federal Reserve la disponibilità, diciamo, di una percentuale del Pil da distribuire, in caso di recessione, in cifra forfettaria ed equamente divisa, alle famiglie. Monitoreremo il tasso di disoccupazione: se aumenta oltre un certo livello, la Fed compra più Buoni del Tesoro” – che è il modo in cui ogni banca centrale crea moneta – La Fed potrebbe acquistare rapidamente i Treasuries senza andare sul mercato privato”, il che è veramente una rivoluzione inaudita: fino ad ora, sono le banche private a comprare i Buoni del Tesoro di Stato, e la banca centrale le ricompra dalle banche, che ci ricavano il loro profitto; alla BCE è vietato espressamente creare moneta comprando direttamente i titoli pubblici dallo stato che li emette.

Dal liberismo selvaggio all'economia centralizzata

Incredibilmente, ciò sembra piacere a Wall Street. Perché iniettare denaro direttamente nei borsellini digitali sugli smartphone della gente comune, che li spende subito, “deve” per forza creare inflazione – e l’inflazione dilava il peso del debito dell’America svalutando la moneta. Senza far aumentare, sperano lor signori, i tassi d’interesse.

Insomma, sembra che nell'America del liberismo selvaggio sorga l’epoca dell’economia nazionalizzata e gestita centralmente. Già ora (da aprile), su dettato della Fed, le banche commerciali possono acquistare qualsiasi importo di Treasuries, senza dover accantonare in bilancio il capitale per tali acquisti. Da giugno, le banche statunitensi hanno aumentato i propri titoli del Tesoro USA del 48%. In effetti, la Fed facilita la creazione di credito illimitato; le banche lo usano per acquistare titoli del Tesoro; e il governo poi spende i soldi, sostanzialmente in un colossale salvataggio (bailout) di tutti, famiglie e imprese, in bancarotta.

Sembra la fusione fra Tesoro e Banca centrale che la teoria liberista condanna come massima colpa, anzi il Male Assoluto, precisamente “fascismo”, perché è quello che fecero le dittature di successo in Italia e Germania anni ’20, con la nazionalizzazione delle grandi banche e l’emissione di moneta per sostenere le industrie e le competenze. Lo è, ma il fatto che ciò non venga denunciato dai media, dice che il sistema è l’opposto di quello: non è lo Stato che prende la guida dell’economia, ma la speculazione privata che ha preso possesso dello Stato e lo fa agire secondo i suoi interessi.

E i suoi interessi oggi consistono nel centralizzare l’economia reale, e “ di controllare l’emissione di “denaro” tramite la fusione di Tesoro e Fed (più Blackrock, il massimo hedge fund della storia) per “guidare” l’economia statunitense in una svolta di “interesse nazionale” nella sua guerra tecnologica con la Cina (e l’Europa). Mercati liberi? Non esistono in America, a questo punto.

Per lorsignori è oggi più importante il grande decoupling, la dis-integrazione dell’economia americana dall'economia della Cina, che vede gli Usa perdenti. “Gli Stati Uniti hanno ora in programma di eliminare completamente le società tecnologiche cinesi dall’Internet americana, tipicamente le iniziativa 5G Clean Path della Casa Bianca per rimuovere tutti i componenti cinesi dai sistemi “ovunque”, e che ora la estende a tutto ciò che è tecnologico sulla “rete”. Non solo: “gli Stati Uniti hanno ordinato a college e università di disinvestire dalle partecipazioni cinesi nelle loro dotazioni, minacciando “misure potenzialmente più onerose [ che svendendo] su chi detiene le azioni cinesi”.

La Cina vede che sta per calare una “cortina di ferro” finanziaria: una completa espulsione dalla sfera del dollaro. Non a caso nel riservatissimo vertice di agosto della leadership cinese nella località balneare di Beidaihe, si sarebbero ventilate misure da far approvare al plenum del Comitato centrale in ottobre, come : costruire riserve di cibo ed energia; instaurare il sistema economico continentale eurasiatico, recuperare il suo oro d’oltremare e ampliare il sistema di regolamento globale in RMB (incluso il suo yuan digitale) e prepararsi alla completa interruzione delle relazioni con gli Stati Uniti . Misure di guerra. Del resto Pechino ha già approntato il sistema di compensazione finanziaria suo, nel caso venga espulsa (o si ritiri) dal sistema SWIFT dominato dal dollaro, e dove farà circolare lo yuan digitale.

Inoltre, “qualcuno” nel vasto mondo comincia ad esigere oro fisico in cambio di dollari USA. La Fed ha sempre manipolato (“controllato”) il mercato dell’oro per impedire all’oro di competere col dollaro USA o peggio rimpiazzarlo come strumento monetario primordiale. Ma con l’avvento del Coronavirus, il sistema finanziario statunitense è stato costretto ad abbassare i tassi di interesse reali in territorio negativo, facendo apparire l’oro più attraente rispetto a detenere titoli del Tesoro USA in svalutazione. Questo “Qualcuno” può trovarsi a Pechino?

Questo è, in fondo, almeno parte del “Grande Reset” annunciato e delineato di miliardari del Forum di Davos, l’abolizione del mercato e la socializzazione totale delle (loro) perdite tenendo buona la popolazione disoccupata in massa, con iniezioni digitali nel borsellino virtuale che hanno sullo smartphone? Questa è la tesi di uno dei più intelligenti e “liberi” analisti che trovate Alastair CROOKE, ex diplomatico britannico, fondatore e direttore del Conflicts Forum di Beirut. E’ sua l’ipotesi che ho seguito fin qui, non mia.

Ripeto, non si tratta di complottismo. Recentemente la signora Lael Brainard, membro del Consiglio dei governatori della Federal Reserve statunitense , ha ricordato che la Federal Reserve Bank di Boston sta lavorando con i ricercatori del MIT (il leggendario Massachusetts Institute of Technology), in uno sforzo pluriennale per costruire e testare un’ipotetica valuta digitale orientata agli usi della banca centrale … È importante capire come le disposizioni esistenti del Federal Reserve Act in merito all’emissione di valuta si applicano a una CBDC ( Valuta digitale di banca centrale) – e se una CBDC avrebbe corso legale universale”.

Uno sforzo pluriennale, ossia in corso già da anni, per mettere a punto la moneta digitale e l’abolizione del contante, cosa assolutamente necessaria nel Gran Reset di Davos.

Ma per Crooke l’establishment statunitense è profondamente diviso su un punto cruciale. La “componente Davos di Wall Street” accetterebbe che la moneta digitale fosse emanata da una autorità globale sovrannazionale ; “ma altri nel Deep State, inclusi alcuni tra i neo-con, preferirebbero morire in trincea piuttosto che perdere l’egemonia del dollaro USA . Questi tendono ad essere sostenitori di Trump”.

Quale fazione vincerà? “I massimi del mercato azionario disconnessi da qualunque realtà economica, – su cui sono riposte le speranze di rielezione di Trump – sono altamente vulnerabili. Il sentimento può passare in un batter d’occhio da una modalità di “combattimento” adrenalinica a una “fuga”. Ad ottobre si vedrà – ma è un fatto che il Saggio” di Omaha, Warren Buffet, a liberarsi delle azioni nell'immane portafoglio, e comprare oro, e miniere d’oro. Quindi, chi sarà il prossimo ad innescare le vendite del mercato di ottobre, quando il dollaro continua scendere a spirale verso il basso e i tassi di interesse salgono?

Quanti giri di parole per non far capire niente. L'inflazione dipende dalla massa di moneta circolante in cui l'offerta è minore rispetto alla domanda. Nel mondo in cui c'è SOVRAPPRODUZIONE, in cui i macchinari delle aziende lavorano al 70% delle loro capacità e quindi un'offerta sovrabbondante è normale che l'inflazione non è un problema ma il suo contrario la deflazione domina i liberi mercati ed è corretto dire che l'obiettivo è la massima occupazione MA sapendo che in questo sistema economico è una chimera, una fake news

Fed, è la fine di un’era. L’inflazione non conta più per Powell?

28 Agosto 2020 - 12:59 

Il discorso di Powell alla conferenza di Jackson Hole ha segnato la svolta della Fed. Finisce un’era e in focus ora c’è l’inflazione: quanto conta ancora per la Federal Reserve?


La Fed ha iniziato la svolta e dopo il discorso di Jerome H. Powell alla conferenza di Jackson Hole la banca centrale statunitense ha inaugurato una nuova era.

Il numero uno della Federal Reserve, infatti, ha annunciato un importante cambiamento nel modo in cui l’importante istituto di politica monetaria guiderà l’economia, segnalando che renderà preminente la crescita dell’occupazione con tassi di interessi bassi.

Nel mirino di analisti e investitori è finito soprattutto il target inflazione, che ora è visto in aumento. Un cambiamento non da poco, come evidenziato da alcuni osservatori sul New York Times.

Se, infatti, la maggior parte della storia della Fed si è concentrata nel tenere sotto controllo l’inflazione, ora il cambiamento segna davvero la fine di un’era. L’indice dei prezzi non conta più per Powell?

Fed: svolta sull’inflazione. Qual è il piano Powell?

Il tema cruciale del discorso di Powell è stato senz’altro quello dell’inflazione.

La Fed ha ufficialmente cambiato il suo approccio, mirando a un’inflazione media del 2% nel tempo, piuttosto che come obiettivo assoluto. In tal modo, la banca centrale consentirà ai prezzi di salire un po’ più velocemente.

Powell ha spiegato che:

“Se le aspettative di inflazione scendessero al di sotto del nostro obiettivo del 2%, i tassi di interesse diminuirebbero in tandem. A sua volta, avremmo meno possibilità di tagliare i tassi di interesse per aumentare l’occupazione durante una recessione economica.”

Il cambio di passo annunciato dalla Fed si basa essenzialmente su questo ragionamento. Un’inflazione più elevata può sembrare un obiettivo azzardato ai consumatori, ma aumenti dei prezzi eccessivamente deboli possono effettivamente avere effetti dannosi sull’economia.

Un circolo di stagnazione si è verificato in Paesi tra cui il Giappone, in cui minori aumenti dei prezzi lasciano meno spazio per tagliare i tassi, limitando la capacità dei responsabili politici di stimolare l’economia e aumentare l’inflazione.

La consapevolezza di effetti sugli oneri dei cittadini c’è, come ribadito dal numero uno della Fed:

“Siamo certamente consapevoli che i prezzi più alti per gli articoli essenziali, come cibo, benzina e alloggi, si aggiungono agli oneri che devono affrontare molte famiglie, in particolare quelle alle prese con la perdita di posti di lavoro e di reddito. Tuttavia, un’inflazione costantemente troppo bassa può comportare seri rischi per l’economia.”

L’inflazione si muoverà comunque in modo moderato, ha rassicurato Powell rispondendo ai giornalisti.

Inoltre, sottolineando l’importanza di un mercato del lavoro forte e dicendo che la Fed tollererà aumenti dei prezzi leggermente più rapidi, Powell e i suoi colleghi hanno gettato le basi per anni di bassi tassi di interesse.

Come riporta un’analisi del New York Times, ciò potrebbe tradursi in lunghi periodi di mutui economici e prestiti alle imprese che favoriscono una forte domanda e un solido mercato del lavoro.
Obiettivo Fed: stabilità finanziaria

La Fed ha esplicitamente evidenziato nella sua dichiarazione che la stabilità finanziaria resta tra i suoi obiettivi chiave.

La nota ha messo in chiaro che “il raggiungimento sostenibile della massima occupazione e stabilità dei prezzi dipende da un sistema finanziario stabile”

D’altronde, negli ultimi decenni, le espansioni sono terminate quando le bolle dei prezzi degli asset - come il boom immobiliare della metà degli anni 2000 - sono andate fuori controllo, piuttosto che per mano di un’inflazione troppo alta.

Per questo, la Federal Reserve di Powell prenderà le decisioni in base a “obiettivi a lungo termine, prospettive a medio termine e valutazioni dell’equilibrio dei rischi, compresi i rischi per il sistema finanziario che potrebbero ostacolare il raggiungimento degli obiettivi del comitato”

Queste le basi della nuova era della Fed.

giovedì 27 agosto 2020

Le mascherine strumento per la dose di terrore quotidiano

Perché le mascherine possono essere dannose ai bambini. Post di Bassetti che cita studio Oms-Unicef

26 agosto 2020


Nel documento di Oms e Unicef si dice chiaramente, citando articoli scientifici pubblicati, che la mascherina chirurgica può causare ai bambini sulla base di esperienze di utilizzo. Il post dell’infettivologo Matteo Bassetti

A proposito di mascherine chirurgiche a scuola e di tutti gli ignoranti (nel senso etimologico del termine) che non studiano, non leggono, ma blaterano, criticano e denunciano, vorrei condividere il documento ufficiale dell’Oms e dell’Unicef sull’uso delle mascherine stesse per i bambini a scuola.

Nel documento si dice chiaramente (e lo traduco per chi non conoscesse l’inglese) citando articoli scientifici pubblicati, che la mascherina chirurgica può causare ai bambini sulla base di esperienze di utilizzo: senso di calore, irritazione, difficoltà respiratorie, fastidio, difficoltà di concentrazione, distrazione e bassa accettazione della maschera stessa. Inoltre l’efficacia delle stesse non è stata dimostrata durante il gioco e le attività fisiche.

Inoltre anche negli adulti la maschera chirurgica ha ridotto la capacità cardio-polmonare durante gli sforzi (non fanno uno sforzo i nostri ragazzi durante le interrogazioni?)

Spero che chi critica le mie affermazioni sappia almeno leggere, visto che per comprendere e per scrivere hanno dimostrato numerosi problemi.


NoTav - La Torino-Lione esiste adesso ne vogliono costruire un'altra inutile. I soldi della compensazione vanno vengono spariscono

Tav, via alle opere compensative
ma mancano 60 milioni


Il Mit risponde alla Regione e conferma l'intenzione di andare avanti non solo sul tunnel di base. La palla passa nelle mani di Cirio. Per ora ci sono solo 32 milioni. Il governatore: "Così non va bene, l’accordo ne prevede quasi cento". Nessuna risposta sulla nomina del commissario


La Tav deve andare avanti, il come non è ancora chiaro. Non tanto sul tunnel di base, i cui appalti sono nelle mani di Telt, quanto sulle opere compensative per i Comuni della Valsusa e dell’area metropolitana torinese. Questa mattina il Ministero dei Trasporti ha scritto alla Regione Piemonte facendo seguito alla missiva inviata a maggio da Alberto Cirio in cui il governatore chiedeva subito la nomina di un commissario di governo per l’alta velocità fra Torino e Lione. A quanto pare, però, il ministro Paola De Micheli ha individuato proprio Cirio come suo interlocutore, investendolo della carica di commissario de facto. Nella lettera, a firma del direttore generale Enrico Maria Pujia, il Mit chiede alla Regione “di far pervenire al più presto (…) l’elenco delle opere” tenendo conto di un limite di spesa previsto dal Contratto di programma, 32 milioni, circa un terzo dei quasi cento milioni complessivi previsti per le opere compensative. Che fine hanno fatto gli altri?


Seppur sottotraccia e senza nessuna intenzione di indispettire ulteriormente l’area più intransigente del Movimento 5 stelle, l’esecutivo sembra voler andare avanti sulla strada della Torino-Lione, fugando – solo in parte – i dubbi di chi nei mesi scorsi lo ha accusato di lassismo. Nella lettera, infatti, viene confermato che le opere devono essere realizzate “per mezzo di apposite convenzioni da stipularsi fra Telt e/o la Regione Piemonte e gli altri enti interessati”. Dunque la palla ora è nelle mani di Cirio. A lui spetta inoltrare l’elenco dei lavori previsti e provvedere all’apertura dei cantieri. Ma come?

La risposta giunta dal dicastero di Porta Pia oltre tre mesi dopo la prima lettera del governatore piemontese (un sollecito era stato inoltrato a luglio) è la dimostrazione che senza un’interfaccia governativa sul territorio è difficile procedere celermente con i lavori e il tentativo del Governo di passare la palla nelle mani della Regione sembra più che altro un modo pilatesco di lavarsene le mani piuttosto che una reale intenzione di premere sull’acceleratore. “Ben vengano i 32 milioni – dice Cirio allo Spiffero – ma innanzitutto faccio notare che l’accordo ne prevede quasi cento e quindi vorrei sapere cosa intende fare il Governo sugli altri 57 milioni. Mi spiace inoltre che il ministero non fornisca chiarimenti sulla nomina del commissario, una figura che c’è sempre stata e che io chiedo solo di rinnovare non di creare ex novo”.


Se i 32 milioni cui fa riferimento il Mit, infatti, sono già stati “individuati, definiti e deliberati – prosegue Cirio – gli ulteriori 57 sono scritti su un foglio e a oggi non abbiamo conferma della loro disponibilità”, altri 9 erano stati precedentemente stanziati ma mai certificati e anche di quelli non si hanno tracce. A ciò si aggiunga che l’esecutivo è ancora fermo per quanto riguarda la tratta nazionale dell’opera. “A oggi – spiega l’ultimo commissario di Governo, ormai scaduto, Paolo Foietta – noi non abbiamo la Torino-Lione ma la Bussoleno-Lione perché il collegamento tra Bussoleno e il capoluogo non è ancora stato progettato. Il piano dell’ex ministro Delrio, del 2017, doveva essere progettato da Ferrovie, ma poi il suo successore, Danilo Toninelli, ha bloccato tutto e il rischio ora è che, in contrasto con gli accordi internazionali sottoscritti, non possa essere utilizzato per i limiti strutturali della linea, tagliando fuori Torino dal traffico merci moderno”.

Un generale non viene ucciso per caso. La consapevolezza rende la Russia più dura contro i soldati statunitensi che hanno invaso la Siria per rubare petrolio

Perché in Siria i russi diventano nervosi

Maurizio Blondet 27 Agosto 2020 

“Quattro soldati americani sono stati feriti in uno scontro tesissimo con le truppe russe nel nord-est della Siria, alimentando le tensioni tra le due potenze in una parte ferocemente contesa del paese. L’incidente è avvenuto il 24 agosto nella provincia di Hasakah, dove le forze governative siriane, i paramilitari curdi e i jihadisti dello Stato Islamico si sono tutti combattuti fino a quando questi ultimi non sono stati sconfitti e nel 2016 è stato firmato un cessate il fuoco. Sono emersi video di veicoli militari russi ed elicotteri d’attacco che circondano e molestano (sic) due auto blindate americane mentre effettuavano pattugliamenti vicino ai confini con Iraq e Turchia”. Così il Telegraph, che ovviamente tace il fatto che “i paramilitari curdi e i jihadisti dello Stato Islamico” sono lì sotto la protezione di fatto delle truppe Usa, che sono nella Siria del Nord per non solo “molestare” il governo siriano, ma rubargli i giacimenti petroliferi.

Nella versione russa, lo scontro è stato da western.

“L’incidente è avvenuto il 24 agosto 2020 ad Al-Malikya, nel nord-est della Siria, vicino a una base YPG curda sostenuta e protetta da Washington. Un’unità di polizia militare russa stava cercando combattenti curdi filo-statunitensi colpevoli di abusin ed aggressioni agli abitanti dei villaggi siriani, quando i carri armati statunitensi hanno cercato di bloccarne il passaggio. Ammaestrati da precedenti esperienze, i russi “Tigr”, Typhoon-K (MRAP) e BTR-82A erano scortati da elicotteri da combattimento. Un elicottero russo Mil Mi-8AMTSh e un altro elicottero d’attacco M-35M hanno sorvolato la coda di veicoli a bassissima quota, sollevando polvere. I veicoli russi hanno schiacciato uno dei veicoli corazzati statunitensi e in un’occasione si sono scontrati con esso. Secondo quanto riferito, quattro militari statunitensi sono rimasti feriti e hanno sofferto di commozione cerebrale dopo l’incontro simile a un western. I russi adesso espongono la loro bandiera su ogni veicolo come fanno in modo molto evidente gli americani.

“Più di 50 corazzati statunitensi sono entrati nella Siria nord-orientale dall’Iraq dopo che uno dei loro campi segreti in Siria è stato bombardato dalle forze siriane filo-governative. Questa è la prima volta che milizie affiliate o alleate a Damasco attaccano così violentemente le forze statunitensi. Poche ore prima, gli elicotteri d’attacco US Apache AH-64 Longbow hanno preso mitragliato un checkpoint dell’esercito siriano che ha tentato di bloccare il passaggio di un convoglio militare statunitense. Sembra che le forze russe che hanno un’altra base militare nel nord-est della Siria siano state sempre più nervose e determinate ad affrontare le forze statunitensi negli ultimi giorni”. Fin qui Strategika 51.

Un corazzato corazzato russo ha speronato un blindato americano e l’ha trascinato per diversi metri. “Schiacciato come uno scarafaggio”.

Il nervosismo delle forze russe si deve al fatterello che, il 18 agosto 2020, il loro generale, il più alto in grado operante in Siria, Vyacheslav Gladkih , è stato ucciso e due loro soldati sono stati feriti da un potentissimo ordigno piazzato sulla strada del convoglio russo che stava rientrando da un’operazione umanitaria, distribuzione di cibo e generi di conforto, vicino alla città di Deir Ez-Zor, nella Siria orientale. Nell’attentato è rimasto ucciso anche Muhammad Tiisir Az-Zahir, il comandante delle lealiste forze di difesa nazionali siriane della città di Mayadin.

La retribuzione era necessaria e obbligata. Così “le forze speciali russe e siriane hanno condotto una specifica anti-terrorismo congiunta contro le cellule dell’ISIS risorgenti nelle regioni desertiche della Siria orientale, “in risposta ai nuovi attacchi terroristici dell’Isis, ha dichiarato un rappresentante dell’esercito russo in Siria, secondo RIA Novosti.

“Gli attacchi aerei delle forze aerospaziali russe e dell’aeronautica araba siriana, il fuoco di artiglieria e le azioni dei gruppi speciali di sorveglianza e ricognizione nel ‘deserto bianco’ hanno liquidato 327 militanti, distrutto 134 rifugi, 17 posti di osservazione, sette magazzini con attrezzature e cinque depositi sotterranei strutture per armi e munizioni ”, cita la dichiarazione di RIA Novisti.

[…] “Tuttavia, è abbastanza improbabile che la minaccia dell’ISIS sia stata completamente rimossa. Finché le aree non controllate dalla Damasco ufficiale rimarranno lì (come l’area di al-Tanf occupata dagli Stati Uniti), l’ISIS avrà sempre dove nascondersi e ripristinare le sue forze.

Che l’esercito americano abbia inviato convogli armati in Siria dall’Iraq è confermato anche d WSWJ “Ciò sembra costituire una significativa escalation dell’intervento militare statunitense in questo paese dilaniato dalla guerra. Secondo i testimoni oculari, il convoglio comprende carri armati, veicoli blindati, autocisterne e camion che trasportano armi e attrezzature logistiche”.

Questo rafforzamento delle forze statunitensi a est dell’Eufrate viene attribuito da WSWS alla fatto che – come è stato rivelato “Washington ha messo insieme un accordo con una nuova compagnia petrolifera americana, Delta Crescent Energy LLC, che ha firmato il contratto con le cosiddette “forze democratiche siriane”, ossia le milizia in appalto di Washington in Siria, composte principalmente dalle milizie curde siriane YPG.

Infatti “tra le attrezzature trasportate dal convoglio delle forze armate statunitensi, si ritiene che ci siano componenti per due raffinerie modulari per aiutare l’azienda a sviluppare e commercializzare il petrolio siriano.“Tale accordo costituisce un crimine di guerra ai sensi delle Convenzioni di Ginevra, che proibiscono lo sfruttamento delle risorse naturali di un paese occupato a beneficio dell’occupante. Nel caso dell’occupazione americana della Siria, ciò costituisce un atto ancora più palese di pirateria internazionale perché la presenza militare statunitense nel paese non è stata autorizzata né dal governo siriano né dalle Nazioni Unite”.

Il resto, non meno interessante, qui: