L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 7 ottobre 2021

Stagflazione 32 - Non può essere gestito con i "consueti" strumenti di politica monetaria

Stati Uniti, le tre incognite che assillano il Presidente Biden

Stati Uniti, le tre incognite che assillano il Presidente Biden
Stagflazione, debt ceiling e piano infrastrutture: tre ostacoli sulla strada della ripresa post-Covid

Economia · 06 ottobre 2021 - 10.46


(Teleborsa) - Sono tre le spine ne fianco dell'Amministrazione Biden, che si trova a dover "gestire" l'uscita dalla recessione post-pandemia, senza numeri sufficienti a portare avanti i piani di ripresa (sociale ed infrastrutturale) e con un quadro macroeconomico complesso, che evidenzia una impennata inflazionistica dovuta a fattori specifici, mentre il mercato del lavoro stenta a ripartire. Ecco le tre incognite che gli Stati Uniti si trovano davanti:

L'INFLAZIONE CHE GALOPPA - Il tema inflazione non colpisce solo gli Stati uniti, ma rappresenta una grande sfida per la Fed, che dovrà prendere le "decisioni giuste" per contenere la crescita dei prezzi e non bloccare la ripresa nascente, che ancora non si riflette sul mercato del lavoro. Un quadro macroeconomico che ha un nome preciso, la stagflazione, e che non può essere gestito con i "consueti" strumenti di politica monetaria. Ne ha fatto cenno la Segretaria al Tesoro USA, Janet Yellen, che è stata anche Presidente della Fed sino al 2018. Sottolineando la natura "incredibilmente insolita" della recessione del 2020, la più ripida mai sperimentata, Yellen ha fatto cenno alla natura "temporanea" dell'inflazione, sottolineando che queste tensioni sui prezzi sono dovute a colli di bottiglia e "non significa che scompariranno nei prossimi mesi". Poi ha parlato del mercato del lavoro, ricordando che "mancano quasi sei milioni di posti di lavoro" rispetto al periodo pre-pandemia, ma "molte aziende hanno difficoltà ad assumere".

IL RISCHIO DEFAULT - L'altro grande tema che sta destabilizzando i mercati finanziari è la possibilità di default degli Stati Uniti, legata al mancato innalzamento del tetto del debito dall'attuale livello di 28.400 miliardi di dollari. L'impossibilità di trovare un accordo fra Repubblicani e Democratici al Congresso entro il 18 ottobre prossimo, potrebbe legare le mani al governo, che non riuscirebbe più a pagare le proprie spese ed onorare gli impegni, facendo finire gli USA in default. Un evento "senza precedenti nella storia del Paese", ha sottolineato la Segretaria al Tesoro Janet Yellen, che preannuncia una possibile recessione dell'economia statunitense. "I titoli del Tesoro statunitense sono stati a lungo considerati il bene più sicuro del pianeta e questo spiega in parte lo status di riserva del dollaro", ha affermato la titolare del Tesoro, aggiungendo "metterlo in discussione non pagando nessuno dei nostri conti in scadenza sarebbe davvero un risultato catastrofico".

LA SFIDA DELLE INFRASTRUTTURE - L'altro grande tema concerne la competizione internazionale e la necessità di avere infrastrutture più moderne, resilienti e sostenibili, grazie al pacchetto Build Back Better da 1.200 miliardi di dollari, che ha creato divisioni anche all'interno del partito democratico che sostiene Biden. Un tema caro al Presidente americano che ieri, in occasione della visita in Michigan, ha affermato "rischiamo di perdere il nostro vantaggio come nazione" che, in passato, "ha alimentato un'economia forte". "Le nostre infrastrutture erano le migliori al mondo. Oggi, secondo il World Economic Forum siamo al 13esimo posto", ha lamentato il Presidente, aggiungendo "abbiamo tolto il piede dall'acceleratore. Il mondo se ne è accorto, compresi i nostri avversari e ora stanno colmando il divario alla grande".

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