L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 20 febbraio 2021

Guerra illimitata - anche le terre rare entrano in gioco

Guerra commerciale, Cina verso lo stop dell’export di terre rare: cosa significa?

20 Febbraio 2021 - 09:02

La Cina sta pensando di bloccare le esportazioni di terre rare e delle tecnologie utilizzate per la loro raffinazione: una questione di sicurezza nazionale, affermano fonti vince al Governo di Xi Jinping.


La Cina continua a giocare su più fronti la sua guerra commerciale: dopo i dazi sulle esportazioni australiane e il continuo braccio di ferro con l’amministrazione Trump – significativa anche la stretta antitrust sulle big tech nazionali – il Governo di Pechino sta pensando di bloccare l’export delle terre rare e delle tecnologie impiegate per la loro raffinazione.

Dietro all’ultima mossa della nomenclatura politica di Xi Jinping i crescenti timori circa la sicurezza nazionale: non a caso, nel mirino sono finiti soprattutto gli Stati Uniti, la cui produzione militare – e non solo - dipende dai preziosi elementi chimici in mano al Dragone.
Cina, la guerra commerciale passa per le terre rare

Il petrolio è stato a lungo uno dei principali snodi geopolitici, campo di battaglia in cui si misuravano i rapporti di forza tra le prime economie mondiali. Ora, a finire sotto i riflettori sono invece le terre rare, termine con il quale si indicano elementi chimici che vengono estratti da alcuni minerali, dal cerio al tulio.

Terre rare come il lantanio, il terbio, il lutezio o il nodimio vengono ampiamente utilizzate dall’industria militare, nelle telecomunicazioni e nelle rinnovabili, ma anche dal ramo green dell’automotive, in costante espansione. Insomma, un grimaldello politico e commerciale nelle mani di Xi Jinping: il Dragone controlla infatti il 62% delle terre rare estratte e il 37% delle riserve mondiali, oltre a poter contare su una impareggiabile expertise tecnologica per la loro raffinazione.

Per questo, il blocco all’export – parziale, ed indirizzato esclusivamente verso Stati percepiti come una minaccia nazionale da Pechino - di questi elementi chimici e delle tecnologie utilizzate per la loro lavorazione potrebbe mettere in ginocchio segmenti cruciali dell’economia degli Stati Uniti e dei tanti competitor internazionali che dipendono dai rari elementi made in China.
I precedenti della Cina sulle terre rare

Finora, la Cina non aveva mai minacciato di bloccare l’export delle tecnologie di raffinazione. Capitolo a parte, invece, per le terre rare, storicamente un punto di forza della Cina nella dialettica politica, economica e commerciale con le controparti internazionali.

Del 2005 il braccio di ferro con il Giappone per il controllo delle isole Senkaku, arcipelago situato nel Mar cinese orientale e noto per i ricchi giacimenti petroliferi. Per risolvere il contenzioso il Governo di Pechino decise di brandire l’arma delle terre rare, con un taglio netto all’export che provocò un brusco rialzo della quotazione dei preziosi elementi chimici, +400%.

Poi, l’intervento degli Stati Uniti, dell’Unione europea e del Wto costrinsero la Cina a rimuovere il blocco, ma senza lieto fine: negli ultimi anni le limitazioni agli investimenti stranieri, le tasse (crescenti) sull’export e i tetti alla produzione hanno continuato a rafforzare la stretta del Dragone sulle terre rare. Ed ora, alle porte, un’altra escalation.

Il Progetto Criminale dell'Euro non è irreversibile e chi lo dice è un euroimbecille che ha lasciato il ragionamento in preda ad un'ideologia assolutista

“Euro irreversibile? Una sciocchezza”: la risposta di Marcotti a Draghi

20 Febbraio 2021 - 09:57

La frase sull’irreversibilità dell’euro sta scatenando reazioni e riflessioni politiche ed economiche: perché le parole di Draghi sono una sciocchezza per l’esperto Marcotti.

“Euro irreversibile? Una sciocchezza”: la risposta di Marcotti a Draghi

Euro irreversibile e destinato ad essere per sempre la moneta dell’Italia? Per molti, Mario Draghi in primis, sì. Ma non per tutti.

Il dibattito sull’identità europeista del nuovo esecutivo è tutt’ora in corso, con una ricerca quasi affannosa di tutti i partiti a dichiarare la propria fedeltà all’Unione Europea come presupposto per entrare nelle grazie di Draghi.

Giancarlo Marcotti, esperto di finanza, ha espresso le sue valutazioni in merito nel suo consueto intervento a Money.it. La sua analisi va ben oltre l’affermazione sull’euro del presidente del Consiglio, soffermandosi su altri importanti - e cruciali - passaggi sul destino dell’Europa pronunciati dall’ex banchiere.

Perché, dunque, l’euro irreversibile è una sciocchezza e a cosa fare attenzione sui propositi europeisti di Draghi? Le risposte di Marcotti.
Nulla è irreversibile: nemmeno l’euro, l’analisi

Il pensiero di Marcotti sull’euro per sempre è molto vicino a quanto Salvini ha affermato giorni fa, scatenando un polverone di reazioni, ovvero: di irreversibile c’è solo la morte.

Il pensiero del nostro presidente del Consiglio, evidenziato proprio nel discorso per la fiducia al Senato, è quindi smontato completamente dall’esperto: è sciocco pensare che una moneta unica sia irreversibile, poiché non si può davvero sapere cosa accadrà nel prossimo o più lungo futuro.

Questa la sintesi per Marcotti, che ha risposto in modo provocatorio a Draghi:

“50 anni fa si poteva dire che la Yugoslavia era irreversibile e abbiamo visto come è andata a finire, ma sarebbe stato impensabile anche 50 anni ipotizzare che sarebbe scoppiata l’Unione Sovietica...e poi abbiamo visto cosa è successo. Siamo certi che tra 1.000 anni ci sarà ancora la Germania? Di irreversibile non c’è nulla...”
Il piano europeista di Draghi è una minaccia?

L’attenzione di Marcotti è andata ben oltre le parole sulla moneta unica.

A suo avviso, infatti, c’è stato un passaggio chiave e da non trascurare assolutamente sul disegno europeista che ha Draghi in testa e che potrebbe imporre alla stessa Italia.

Marcotti ha evidenziato la frase dell’ex banchiere su un potenziale e probabile prossimo bilancio unico europeo: è la fine della sovranità nazionale sui conti pubblici? Questa la riflessione dell’esperto:

“[Draghi ha detto] questa integrazione europea continuerà e produrrà un bilancio unico comune...cosa significa? Un qualcosa che va aldilà di quello fatto finora...e arriverà con certezza, non lo mette in dubbio....”

Marcotti non ha esitato a mostrare un certo allarmismo su tali obiettivi, mettendo in comparazione la reazione - silente - italiana e cosa invece sarebbe successo in Germania dinanzi alle stesse dichiarazioni:

“Cosa avrebbero detto i parlamentari tedeschi? Avrebbero applaudito sull’ euro irreversibile, ma sarebbero rimasti di sasso su un’integrazione europea che produrrà bilancio unico comune...mettere assieme i bilanci e i debiti...per la Germania vorrebbe dire accollarsi debiti anche di altri Stati, quali Italia e Spagna..”

Una prospettiva data per certa, anche se in un futuro lontano, da parte di Draghi. Che, però, secondo Marcotti, dovrebbe impensierire molto più dell’idea di un euro irreversibile. Un bilancio unico europeo sarà la vera minaccia?

Ida Magli 1 -

23 Ottobre 2000, ANNO 0, numero 0

Editoriali 

L'Unione Europea come Hitler

di IDA MAGLI

Dando inizio al nostro giornale, dobbiamo per prima cosa renderci conto che combattere per la libertà degli Italiani, e combattere contro l’Unione Europea, è una battaglia assolutamente proibita. Proibita in quel modo totale che il Potere ha inventato dal momento stesso in cui è nato, e che ha usato sempre, in qualsiasi epoca, in qualsiasi società: l’evitazione, il tabù, la contaminazione. È un meccanismo che i detentori del Potere conoscono bene, anche quando non ne sono tecnicamente consapevoli, perché è sulla sua base che è stato creato il Potere stesso: la delimitazione fra ciò che è sacro e tutto il resto, tutto quello che non lo è. Dunque è per questo che siamo costretti a fare un giornale “da sottosuolo”, utilizzando Internet: quello che diciamo è “nefando”, blasfemo, appartiene al mondo degli inferi cui la luce del sole è proibita.

Non dobbiamo farci nessuna illusione: una volta affermato che in Italia esiste la “democrazia”, come garante della libertà degli Italiani, e che l’Unione Europea è stata creata dai governi “democratici” dell’Europa, chiunque si azzardi a parlarne in maniera negativa (che osi combatterla addirittura, non è “pensabile”) cade sotto la condanna dell’impurità, delle evitazione tabuistica, e di conseguenza della illegittimità.
Affermare che oggi gli Italiani sono privati dell’unica, vera libertà: quella di essere responsabili di se stessi, di poter affermare il proprio Io, sia come individui che come popolo, quella di respingere la creazione di un impero totalitario e distruttivo che porta il nome di Unione Europea, non soltanto non è lecito, e pertanto non trova nessuno spazio legittimo dove esprimersi, ma viene negato con il procedimento della tabuizzazione.
La tabuizzazione è ben altro che un divieto codificato, una censura concreta, un reato che comporti la prigione. È quello che stiamo sperimentando con la fondazione di un giornale su Internet: la libertà della comunicazione globale è il ghetto della non-comunicazione “reale”, il vuoto della parola impotente, l’assegnazione del nostro discorso alla improduttività ed alla insignificanza, al campo che in psichiatria si chiama “insalata di parole”.
Sui significati di Internet naturalmente torneremo più volte. La premessa fatta oggi con queste poche parole serve soltanto a farci capire che la battaglia è quasi impossibile e che richiede tutto il nostro coraggio, tutta la nostra volontà, tutte le nostre energie, tutta la nostra intelligenza. Il coraggio e la determinazione non ci mancheranno soltanto se saremo assolutamente convinti di una cosa: che il nostro è il tentativo che avrebbe dovuto essere fatto e che non è stato fatto negli anni in cui si andava preparando l’impero hitleriano. Se allora qualcuno avesse provato a discutere in termini “culturali” e non immediatamente politici il significato di quello che stava avvenendo, se qualcuno avesse tentato di combattere le idee del Potere e non la legittimità del Potere (il Potere non è mai legittimo), forse sarebbe stato possibile evitare la seconda guerra mondiale. E se non proprio tutte, almeno qualcuna delle conseguenze più catastrofiche del desiderio di onnipotenza dal quale Hitler era mosso. Un desiderio di onnipotenza e di conquistare dell’ Europa analogo a quello che spinge oggi i politici alla costruzione dell’Unione Europea.
Nessuno si lasci ingannare dalle apparenze. Non si vedono le armi, ma la violenza con la quale vengono privati i popoli della propria identità, della propria libertà, è analoga. E finirà con le armi. Il detto del nostro tempo è: se vuoi la guerra, prepara la pace.
Anche di queste analogie, naturalmente torneremo a parlare nel giornale che inizia oggi la sua difficile ma esaltante vita. Vogliamo essere più concreti possibile, malgrado la impalpabilità del mezzo. E dunque diciamo chiaramente che chiederemo, con la forza che ci verrà da tutti coloro che sia in Italia che negli altri Paesi sudditi dell’Unione, guardano con il senso della propria responsabilità al futuro dell’Europa, che non si passi alla moneta unica e che il trattato di Maastricht venga sottoposto a referendum popolare.

Ida Magli

Noi somari loro dotti

17 FEBRUARY 2021

Il Somario virologico e sanitario



Ogni regime ha bisogno della sua lingua, del suo lessico. E anche questo, basato sul Terrore sanitario, lo è. Ecco, pertanto, la neolingua orwelliana (newspeak), a base virologica e sanitaria, quotidianamente imposta dai media.  Ovvero il  "Somario virologico".   A cosa serve? A rafforzare la loro narrazione, a imporre parole e concetti funzionali alla loro propaganda. A impigrire il cervello della gente che si ritrova un lessico prefabbricato pronto per l'uso. Un uso imposto dall'alto che serve a  intimidire e a rendere passiva, scarsamente critica e  poco riflessiva, la maggioranza delle persone. 

A, come Assembramento. Si chiama socialità, ma riunirsi al caffè o in piazza e parlare  tra  persone civili è proibito. Meno che mai protestare. Orribile poi il participio passato: stava assembrato. 

Asintomatico. Chi risulta positivo al virus cinese, ma non si sa se è contagioso o no. Nel dubbio  - quello di cui dovrebbe nutrirsi la vera scienza -  ti fanno credere con certezza la prima ipotesi.  

Contingentare, contingentati. Si dice di ingressi con poche persone alla volta. Termine che serve a nascondere le noiose e deprimenti code davanti a uffici pubblici e negozi. Quelle che esistevano in Urss e nei paesi dell'Est.

Coprifuoco. Quando il virus è contagioso di notte, ma non di giorno. Perciò, dopo le 22 non si può circolare: c'è il Covid. 

Grande Reset. Ovvero Grande Azzeramento.  Utopia per le oligarchie finanziarie che sognano un mondo verde, digitale, interconnesso e spopolato. Distopia per noi comuni cittadini. 

DAD, acronimo di Didattica a Distanza. Ovvero, la negazione stessa della didattica.

Distanziamento sociale.  Ovvero, Non VitaNegare la fisicità alle persone. Incoraggiare solitudine e  misantropia negli individui, sempre più isolati come monadi. Disaggregare, disunire. 

Emergenza. Non esiste lo "stato di emergenza" in nessuno articolo della nostra Costituzione. Eppure siamo in emergenza da oltre un anno. E  rischiamo di essere in "emergenza" perenne.  Per impedire i diritti  civili e le libertà democratiche dei cittadini si fa riferimento allo statuto della Protezione civile, mediante i DPCM, atti amministrativi illegali e illegittimi. Ora Conte si è dimesso. Esiste un giudice a Roma o a Milano che glielo faccia notare a suon di denunce, affinché un simile abuso mai più si ripeta? 

Lockdown. Parola inglese che sta a significare confinamento, chiusura, blocco.  Perché si adotta la parola inglese? Forse perché temono che "confinamento" faccia pensare a Mussolini che, come è noto, mandava i nemici politici al confino. Un modo per edulcorare, una prassi in uso durante le dittature. 

Negazionista. Chi non si abbevera alle frescacce sui dati sparati in tv a reti unificate. Chi non si assoggetta al terrore sanitario e alle narrazioni di comodo su un virus usato come una clava politica. Il sano che si rifiuta di essere malato per dettato ideologico. 

Ristori. I risarcimenti e gli indennizzi che non arrivano. O che vengono pagati parzialmente e una tantum, a discrezione di chi ci amministra. 

RSA. Acronimo di  Residenze Sanitarie Assistenziali. Ovvero case di riposo con interventi sanitari. Acronimo diffuso dopo gli anziani  morti per Covid. 

RT.  L'indice di contagio che dice quante persone possono essere contagiate da una sola persona in media e in un certo periodo di tempo in relazione alle misure restrittive prese. Il concetto dello SPREAD di Monti, applicato, però, alla situazione pandemica,  mediante l'algoritmo. Ovvero, ricatto! Quello di Monti era di tipo finanziario, questo è legato alla nostra stessa libertà di vivere. Quindi, una continua spada di Damocle, agitata da Lorsignori

Salute.  Un diritto che è diventato sempre più un obbligo

Sanificazione.  Quella che un tempo si chiamava disinfezione. Nelle chiese, si è passati dalla sanificazione alla santificazione, per il tramite del Gel disinfettante al posto dell'acqua santa. 

Smart schooling, Ovvero, abbandonare la scuola e rinunciare ad istruirsi.

Smart working. Lavorare a distanza, preambolo della futura disoccupazione quando i robot e le intelligenze artificiali, faranno quello che adesso fanno le persone. 

Terza Ondata. Pretesti  di autoritarismo sanitario per tenere la gente nel recinto  come pecore in attesa del salvifico vaccino. Poi ci sarà la quarta. Fino ad ottenere l'anagrafe sanitaria mondiale. 

Variante. Le normali mutazioni del virus che ora chiamano varianti: variante inglese,  variante sudafricana, brasiliana e ora anche nigeriana. Tutti pretesti per continuare a terrorizzarci, a rinchiuderci per  vaccinarci. Creeranno un vaccino, per ogni "variante"?

Mercoledi della Ceneri

https://sauraplesio.blogspot.com

Ogni tanto ci danno un osso e noi rabbiosamente cerchiamo di rosicchiarlo

mercoledì 17 febbraio 2021

Diario di un pazzo (De excrementis)


Unreal City, 17 febbraio 2021

La merda ci repelle.
È un dato di fatto.
Eppure un istinto primordiale quanto invincibile ci costringe a controllare fuggevolmente ciò che si è appena depositato nella coppa del cesso.
Ognuno di noi tende, volente o nolente, a farsi aruspice della propria merda.
Quale sostanza già consustanziale al nostro corpo, essa, infatti, potrebbe recare indizî sulla nostra salute.
Per la medesima causa si cercano sui media, pur nel disgusto, più o meno conscio, notizie e novità sul governo, sui ministri, sui partiti; e sulle previsioni degli atti di questo o di quel governo, di questo o quel ministro o partito.

Regole basilari per migliorare l'intelligenza del reale:

- Se li vedi in televisione sono traditori.
- Se chiedono il voto impostori.
- Se affermano giallo forse è verde, forse rosso, forse azzurro. Ma non giallo.

Vi pare difficile?
Lo diventa, tuttavia, poiché ognuno di noi risente di tare derivategli da scene primarie ideologiche; difficile liberarcene: il pericolo rosso, la minaccia nera, l'orda gialla, Stalin, Mussolini, Hitler, Lenin, San Simonino, il Rabbino coi pidocchi, il Ragno plutomassonico, I ragazzi venuti dal Brasile. Suggestioni otto-novecentesche, assai tarde, che impediscono il volo d'aquila. Tali sbiadite icone, esacerbate dalla nostalgia, sono talmente resistenti da ricattarci psicologicamente: di qui la coazione a ri-entrare nelle cabine elettorali o a illudersi sanguinosamente che saltimbanchi in affari come Meloni o Zingaretti siano latori di un messaggio, di un ideale, di una speranza.

Roberto Speranza fra pochissimo non conterà più nulla.

Basta guardare indietro di vent'anni per accorgersi di quanti burattini senza fili giacciano ai lati della speranza liberale democratica. E sì che abbiamo sprecato sentimenti, tempo, intelligenza per decrittarli! Ma non erano nulla! Bush Blair Zapatero Obama Renzi! Il citrullo della Catalogna, la Brexit, la Frexit, l'Italexit! Tutte fandonie, perdite di bile! Pagine e pagine scritte con l'inutile inchiostro del risentimento! La Brexit! Basta dare un'occhiata al nuovo passaporto inglese per comprendere che non c'è Brexit e mai ci sarà se non un più lento abbraccio alla Monarchia Universalis. Privilegi da ex Impero ... Ma voi siete troppo rozzi, troppo grezzi ... alcuni addirittura troppo sofisticati ... mai accorti, però, di quell'accortezza che nasce dalla congenita diffidenza contadinesca che fa subodorare la fregatura.
Roberto Speranza! Il nome già è uno sberleffo ... se dicono speranza, è ovvio, sarà meglio che lasciate ogni speranza ... e sarebbe certo meglio ucciderla, la speranza. La speranza, infatti, intorpidisce ... Quante speranze perdute! E gli anni passano ... ho ancora la speranza che ... spero che il nuovo ministro, il nuovo assessore, il nuovo sindaco ... e il Programma avanza ... nella speranza.

"È comunista e va a sciare!", quante volte ascoltai questa frase negli anni Settanta. Allora si era anticomunisti viscerali, a tutto tondo, e rimproverare un comunista con le ciaspole a Cortina aveva un senso. Il Potere si ricorda di tutto, però; a chiudere gli impianti e le goliardate sulla neve non poteva essere, quindi - a livello d'immaginario fegatoso-popolare - che l'esponente del gruppo parlamentare più a sinistra: cioè un comunista, almeno secondo i parametri anticomunisti che qualcuno si porta ancora nel gozzo ... altro sberleffo, dopo il cognomen, che il Potere riversa su di voi, continuamente ... e che comunista, poi! Anonimo come un manichino da market cinese, insulso intellettualmente, mezzo strabico ... eppure comanda! E il forzaitaliota con la salopette, ancora imbevuto dello spirito di Jerry Calà in Vacanze di Natale, deve stare muto! E obbedire! A chi? A un comunistello! A Speranza! Uno che non sa distinguere la mano destra dalla sinistra ...
Se non scorgete in questo un raffinato sadismo da torturatori epocali e simbolici allora siete perduti. Non vi resta che votare ... un partito ... magari anticomunista ... per sperare ... in un futuro Migliore.

A Roccagorga centinaia di sintomatici con variante inglese.
Il solito giornalista da strapazzo si fionda nel paesino attanagliato dalla paura.
Due o tre interviste mirate ... finestre sbarrate ... desolazione. Sembra di essere sul set di The Andromeda strain invece che a Latina. Untori presunti: i mercatari che si recano a Roma. Qui, nella metropoli tentacolare, il contagio ... variante inglese ... forse un Inglese col nuovo passaporto di Boris Johnson? Forse un Italiano con ansie lavorative tornato dalla perfida Albione? E chi lo sa. L'untore torna al paesello e mena strage ... 10 50 100 roccagòrgani cadono in trincea ... falciati dalle tempeste virali ... fra i cavalli di Frisia pandemici. Zona rossa, Spallanzani allertato, vorticoso tamponamento a tappeto. I cialtroni inastano i microscopi, si dichiara la legge marziale, in assenza di Marte ovviamente... si teme il peggio, come assicura "Repubblica" ... come poté la variante inglese violare la cintura di castità ordita meticolosamente dai frati ricciardiani? Certo, per amore di verità, a Roma rilevano solo trecento positivi su tre milioni e mezzo di romani ... certo i roccagòrgani stanno meglio di noi tutti, ma il pericolo esiste, guai sottovalutarlo, si rischia una strage ... ci si vergogni a giocare con la salute di tutti! Per fortuna, a poche ore dall'allarme rosso, si dichiara, pur a mezza bocca, il controcazzo rosa confetto: nessuna variante ... bene, benissimo così ... sospiro di sollievo, ci siamo salvati ... ci serva di monito, però, scorreggia l'ultimo guappo, mai abbassare la guardia! E chi la abbassa, dottò ... noi al suo servizio ci mettiamo ...

Una banale influenza ... nasi gocciolanti, febbre, qualche novantenne che ci lascia ... e scatta la psicosi ... a Roccagorga! Il cinismo squallido dei giornalisti gioca con questi poveri Italiani, impreparati a tutto ... impreparati a considerare l'apparato statale in mano alle multinazionali come il nemico più subdolo e spietato. La fiducia che ancora si presta a medici infermieri gendarmi e professori ha un che di commovente e irritante assieme ... del tutto simile a quella dei cafoni di Fontamara che si facevano mettere nel sacco da preti e trafficoni di paese. Dopo un secolo di modernità, già ben inoltrati nella postmodernità, i rapporti di forza sono sempre quelli descritti da Silone: identica credulità e ignoranza, medesimi il fatalismo e il ghignante tradimento dei chierici.

Logica sotterranea degli eventi:
- 26.07.1997 A Cabiate (Como) Umberto Bossi afferma di pulirsi il culo con la bandiera italiana.
- 13.02.2021 A Roma Mario Draghi passa lungo davanti alla bandiera italiana durante i rituali per l'insediamento da Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana.

Secessione
 Devoluzione
  Regionalismo
   Nazionalismo con cautela
    Italia prima di tutto
     Europeismo temperato
      Globalizzazione con cautela
       Globalizzazione piena ma a modo nostro.
Si nasce piromani, si muore pompieri: l'importante è non lavorare.

A che pro la crisi? Ricordiamo che nel 2025 vi sarà il Giubileo. Miliardi a palate verso Roma. Chi tardi arriva male alloggia. Chi magna da solo se strozza.
A chi crede nel voto per cambiare il Sistema (dall'interno) le nostre hostess consegneranno, quale gentile omaggio, a seconda degli umori costituzionali, una stampante 3D, un opuscolo del professor Alberto Bagnai o un poster a colori di Sergio Cofferati e Maurizio Landini.

Alle 03.17 antimeridiane di giovedì scorso mi è tornato in mente un panegirico del professor Gianfranco Miglio sulla superiorità dei paesi dell'Europa fredda. Chez Gianfranco Funari. L'Europa fredda, cioè il consesso di nazioni più stupide del globo terracqueo.
Eravamo già sul binario di deragliamento.
Nel 1990.
Il sonno mi ha vinto subito. La rassegnazione induce un benefico rilassamento muscolare; la vana speranza, invece, provoca una frenesia nervosa che corrode gli snodi vitali dell'organismo.

Il professor Miglio. Il professor Giannini. Il professor Cassese.
Sì, mi è passata pure la voglia di rispettare la canizie.
Sono un mostro.

Decenni di politicamente corretto, martellato da mane a notte: è questo ad aver fatto di me un mostro.
Mi aggiro per la città, come una peste. Rasento i muri, osservo: umbratile, stizzoso, ferino come Edward Hyde; continuamente alla ricerca di carne; carne di animali morti, fresca di sacrificio, poco cotta, sanguinolenta.
La divoro con voluttà, risucchiando i cruenti licori che stillano dai brani crudelmente ritagliati dal coltello. Mastico. Il grasso si scioglie lento in bocca, assaporo a pieno, sprezzante, come l'ultimo uomo della terra. Brandisco l'osso con le mani, gli incisivi strappano le estreme delizie ancora superstiti, mi sbrodolo il mento, infilo la lingua nei pertugi midollari; una elevazione mistica mi unisce alla vittima, a Dio e a un’avversione fremente verso i nemici che si fa gioiosa superiorità.
Per strada getto cartacce, fazzolettini intrisi di moccio, involti di caramelle.
Se qualcuno mi guarda male, lo ricambio: difficile ch'egli replichi alle mie occhiate di raggelata indifferenza. Non sopporto più nessuno di questi idioti. Nessuno.
Mi danno fastidio le donne con ambizioni di donna, gli uomini che le assecondano, gli statali, gli zingari, i negri col cellulare Apple, i deportati ebrei che mostrano i numeri sul polso; prendo a calci i cani, quelli con ambizioni di cane benestante e il cappotto, e i gatti che aspettano il mangime da supermercato. Ho in uggia i pappagallini verdi, gli orti urbani, i flash mob, lo sbirrame d'ogni risma, le macchine e i macchinari con pretese ecologiche. Sgasso agli incroci, mi recan fastidio gli intellettuali che rimestano il proprio saggetto da ventiduenni vita natural durante, i tecnici tutti, i cantanti che non sanno cantare, i pittori che non sanno cos'è una mestica, gli scultori in imbarazzo a fronte del modellato d'una mano, i glorificatori della scienza in-quanto-il-latino-è-inutile, il pretame vizioso e rammollito, la faccia di Mubiay che muore di fame in Angola, il disabile querulo con ambizioni da disabile arrogante e vittimista, la gay helpline, la omotransfilia, i vecchi che biascicano di virus col deambulatore, il pastone dei TG, i controinformatori che, nel 2021, vedono il pericolo rosso giallo o nero, i tifosi, gli infermieri che ballano, i cretini 2.0.
Tutto questo nel rispetto delle regole e delle eterne leggi della buona educazione.

Nel mondo della controcultura sono unico.
Chi c'è eguale a me?
Io sono il pesce classico catturato e osservato a Venezia da John Ruskin - un pesce che si tiene in equilibrio nell'acquario "con una continua ondulazione della coda e un tranquillo battito delle pinne pettorali. Non sta quieto un momento, ma non è mai agitato".
La mia storia è lì, coerente, dal 2015. Leggere per credere.
Il pesce classico.
Gli altri, invece, i pesci romantico-rivoluzionari, si dibattono senza sosta, sfrecciando insani, flagellando, spruzzando, battendo il capo ripetutamente a ogni angolo della boccia d'acqua in cui li hanno rinchiusi; fedi, amori, tradimenti, resipiscenze, ritorni all'ovile, fughe in avanti, compromessi: una teoria inesauribile di emozioni, delusioni e accensioni mistiche squassa il loro corpo, minandone lucidità e azione. Vogliono tutto, sono tutto, le provano tutte. Alla fine, esausti, arrochiti, boccheggianti, ristanno immobili - cadendo a peso morto al centro di quella prigione che credevano sconfinata.
Mai avrei creduto di autoelogiarmi.
Gli ultimi tempi, però, mi spronano a tale atto di perdonabile superbia.

Siamo proprio sicuri che Draghi sia intelligente? O no?
È un sospetto che affiora, di volta in volta, a sentir parlare (o a non sentir parlare affatto) tale vetta del pensiero.
Lo rassomiglio a Jones, personaggio de L'esercito delle 12 scimmie: per tutto il film la crediamo una superscienziata alla ricerca di una soluzione a quel virus che ha falciato via il 99% dell'umanità; solo nei secondi finali essa ci si rivela come una volgare burocrate tecnica, del "ramo assicurazioni", che, oltre ad aver addebitato erroneamente l'apocalisse a un gruppo di sprovveduti, ha invano recato al sacrificio centinaia di vite; anzi, lei stessa, sospettiamo ora, potrebbe essere l'artefice dello sterminio.
Chi sono i figuri come Draghi?
Italiani non di sicuro. Apolidi, automi, pazzi? O forse dei poveretti?
Non si sa nulla di loro, nulla di loro affiora: un gesto di apprezzamento verso un'opera d'arte o un paesaggio italiani, l'esaltazione d'un gesto di genuino altruismo o d'una manifestazione di sicura grandezza. Chi sono? In essi, quasi pietrificati, si rinvengono solo mozioni spirituali di quart'ordine, stereotipate, forzate, inautentiche. Se un ansimo di vita resiste, si scopre che è pura invenzione di propaganda. A ben guardare i loro unici tratti spirituali consistono nell'amorfo e nella dozzinale contingenza, entrambi scambiati dai micchi per corretta equidistanza istituzionale e alta competenza professionale. Pensieri peculiari, macerati nel tempo e nello studio a costruire una specifica personalità, non ne vantano. Passano di insuccesso in insuccesso fra ali di popolo plaudenti, chiacchierando di fatterelli che non ci riguardano mentre, inesorabili, s'impegnano nascostamente a dileguare l'umanità e le sue conquiste più veraci; non hanno da lottare, scivolando senza sforzi sul velluto approntato dai cretini 2.0; sono incontrastabili.

Il Cristianesimo, la filosofia greca, la tradizione magica-rurale parlano spesso per simboli: a rappresentare la verità. Mi sorprendo, oggi, a scoprire la perfetta razionalità degli ammonimenti dei Padri della Chiesa. Manuali pratici di vita da parte di chi conosceva a fondo la vita. A confronto un testo di sociologia pare il delirio di un pazzo.

Il ponte che immette a Corso Francia a Roma, il Foro Italico, lo Stadio dei Marmi. Basta percorrere qualche chilometro a piedi nel quartiere Flaminio per comprendere il giganteggiare dell'usura. L'Italia, una nazione arretrata, agricola e deindustrializzata, fece questo, in pochi anni, neanche un secolo fa: statue, colonne, bassorilievi, mosaici, fontane, obelischi, vasche. In pochi anni. Ora, quando il turbine progresso economico, dovrebbe rapirci, tutto viene insidiato dal demone della consunzione. Le pietre, macchiate dello smog, cedono lentamente, i tasselli son divelti, sostituiti da impiastrature di cemento, le fontane, secche, si sbriciolano, i mascheroni vengono sfigurati dai vandali, le erbacce allignano lungo i bordi, negli angoli si raccoglie il pattume di anni. Gli unici interventi dell'uomo progressivo o sfregiano o imbruttiscono: tornelli idioti, passamano stitici, cestini della spazzatura rigonfi di rifiuti in vista; e cavi scoperti, a centinaia, penduli, e antenne, condizionatori, cartellonistica d'accatto. La piccineria e il rilancio al ribasso contraddistinguono il Nuovo Ordine.

Una tizia una volta mi disse: "Come fai a leggere questo [nel mentre sfiorava, forse con intimo ribrezzo, un libro sulla scrivania] e poi ascoltare quella roba lì ... quella ... quella coi rutti, insomma ...".
Questo, cioè il libro, era la Ciropedia di Senofonte.
La roba "coi rutti", invece, un vivace rock 'n' roll degli Skiantos, Se mi ami amami, nona traccia del long playing Kinotto (1979) ("Sono andato dal lattaio/ma il formaggio era finito/ed è per questo che ho comprato/LA MOZZARELLAAA!!!").
La domanda fu meno banale del previsto; merita una risposta, oggi più definita di ieri.
Questa: sia gli Skiantos che Senofonte sono punk, ovvero molestatori del conformismo di regime.
Un greco antico e dei provocatori coprolalici vomitati dai fecondi anni Settanta vantano affinità segrete, almeno nel 2021. Il primo è uno dei tanti perseguitati destinati alla Guantanamo della dimenticanza dal feticismo tecnico sottoculturale; i secondi alcune frattaglie goliardiche di un'epoca ancor libera capaci di scrivere rozze (e grezze) vignette del nonsense (a differenza di Elio e le Storie Tese, meno rozzi e meno grezzi e assai più conformisti).
Senofonte non lo legge più nessuno, come Aristotele, Petrarca, D'Annunzio e Manzoni. D'altra parte nessuno ha più i mezzi, intellettuali o semplicemente istintuali, di quell'istinto generato dal sangue italiano, per apprezzarli così come pare impossibile comprendere oramai la Cappella degli Scrovegni, i buccheri o l'olio d'oliva spremuto a freddo.
Chi legge Senofonte difficilmente crederà a Speranza.
Se alla Ciropedia aggiungerà gli Skiantos sarà vaccinato a vita contro le fanfaluche.
Difficile stabilire, però, se nel 2021 sia più irriverente e punk Senofonte (Demo di Erchia 430 a.C.-Corinto 355 a.C.) o Freak Antòni (Beppe Starnazza, Bologna 1954-Bentivoglio 2014).

Niccolò Machiavelli studiava gli antiqui huomini: Tacito, Seneca, Tito Livio.
Poi amava recarsi nelle bettole più luride, a bestemmiare giocando alle carte.
I migliori possiedono un proprio dáimōn che li ricollega al fango della realtà.
In sua assenza è impossibile guadagnare la perfetta gravitas.

Se gli Skiantos avessero avuto Nile Rodgers come produttore, il giro di basso in Freezer avrebbe sbancato le discoteche di Nuova York assieme alla dance high class di Blondie e Talking Heads.

Mi ha sempre appassionato la parabola umana di William J. Sidis, l'uomo col più alto QI mai registrato: 254.
A nove anni già batteva alle porte delle università, a ragione.
Un genio, evidentemente, fornito di una mamma e di un papà assai ambiziosi - tanto ambiziosi da averne una sola di ambizione: fare di quel povero scemotto il genio inconfutabile di cui sopra.
La cosa andò a buon fine.
E cosa ebbe in cambio l'umanità?
Un giovane professore deriso dai suoi studenti, solitario e facinoroso, abbastanza fuori di testa da essere recluso in manicomio dai propri stessi artefici; e una manciata di scritti inessenziali fra cui spicca un trattato sulla classificazione dei tram.
Ricordo con vividezza la prima Guerra del Golfo e il generale Norman J. Schwarzkopf. Alla sua apologia si dedicarono tutti i giornalisti bene, da Emilio Fede a "Il Corriere della Sera". Sul generale bombardiere cominciarono a circolare, in quegli anni ancora innocenti ricoperti dal pulviscolo dei crolli berlinesi, leggende formidabili: Schwarzkopf non dormiva mai, possedeva doti naturali di comando, vantava una gavetta ineccepibile, era amato dai soldati e dagli ufficiali, tutti, dal primo all'ultimo, i migliori soldati e i migliori ufficiali del mondo, umani quanto invincibili; e, soprattutto, Norman J. Schwarzkopf possedeva un'intelligenza smisurata: 180.
Come potevano quattro gaglioffi con gli stracci in testa resistere a tale poderoso Lawrence d'Arabia?
E pensare che il sottoscritto, a vent'anni, fu respinto dal Mensa limitandosi a un meschino 142!
Ma ci pensate? 180!
Una erezione cerebrale pari a quella di Mario Draghi, di cui si raccontava, almeno qualche decennio fa, tale mirabilia: che l'editore Aldo Giuffrè, a fronte di un suo saggio sulla moneta, si trovò impossibilitato alla pubblicazione. Mario, infatti, usava una simbologia tecnica talmente raffinata da non trovare corrispettivi tipografici. Egli era oltre; i torchi e gli inchiostri non potevano stargli dietro.

Numerosi e validi tecnici congiurarono alla formulazione delle regole con cui misurare, inoppugnabilmente, scientificamente, il quoziente intellettivo. Regole che servono, evidentemente, alla fine della fiera, solo a stabilire quanti gradini di intelligenza si sia capaci di scalare in accordo alle formulazioni di perfetti cretini.

Il lascito di Sidis, Schwarzkopf e Draghi, computato sulla bilancia metafisica dell'umanità, consisterà, è inevitabile, in un nulla di fatto.
Nel migliore dei casi.
Tutto questo mi rasserena.
Lo trovo logico, almeno in un mondo che equivoca illogicamente la regressione e lo sfacelo quale avanzamento civile e umano.

Il genio lo si riconosce subito: In hilaritate tristis in tristitia hilaris.
Ma lo capirete mai?
No.
Perché?

Perché
siete rozzi ...
siete grezzi
fate schifo
siete tonti
fate schifo

in realtà non capite un cazzo
siete grezzi
rispondete solo alla violenza
siete rozzi
siete volgari

fate schifo ...

PIÙ di MEEE!

Pubblico tali inutili considerazioni durante il match di Champions League Porto-Juventus.

12 commenti :

  1. Ebbi la fortuna di avere in dono Kinotto da mio fratello più grande quando avevo 11 anni all'inizio negli anni '80: salvifico, mi ha tenuto al riparo da Simon Le Bon. Ti consiglio un'altra perla di molestia del conformismo di regime, i contromano degli anni '90 con Musica Folk de li Mortacci Vostra. Nella versione dal vivo.
    Adoro i tuoi scritti, Alceste e ne condivido la visione, ma non l'amarezza. Spero e deduco dal mescolio di Skiantos e Senofonte che nella vita reale te sia in realtà persona allegra e leggera. Io fortunatamente passo molti mesi all'anno fuori Roma, in Asia in particolare, e ciò mi consente di vedere un'umanità altra che, pur precipitando lungo lo stesso burrone, mantiene un'umanità viva. Un abbraccio e grazie.

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  2. A proposito dei bimbi dell'Angola malnutriti,
    l'Africa importa l'85% e oltre del proprio fabbisogno alimentare, basta una semplice ricerca su Google per appurarlo:
    https://unctad.org/news/covid-19-threat-food-security-africa

    Alla faccia delle migrazioni "inevitabili" insomma. Prima gli danno le risorse per fare dozzine figli per donna, e poi scaricano la sovrappopolazione sull'Occidente terminale.

    Bravo che hai riaperto i commenti Alceste, anche se trovo che i post recenti hanno più verve, quindi l'isolarti probabilmente nel tuo caso giova.

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  3. Questo è soltanto un tentativo. Crumbo

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  4. Alceste!! Grazie per aver riaperto i commenti. Ho tentato con l’account Google ma sono una tale pippa da aver combinato soltanto pasticci. Mi è mancato il tuo blog ( poter commentare e leggere i commenti). I post al solito sono eccezionali. E, proprio come tu scrivi, unici, assolutamente. Per ora mi fermo perché devo rifletterci un po’ su, però grazie. Crumbo

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  5. Buongiorno sig. Alceste,
    Grande incipit, forse il migliore.
    Avverto il disagio di un aruspice in un mondo di coprofagi, pressapoco come un enologo che va ragionando tra gli etilisti.
    È divertente poi studiare i volti dei sommelier che il potere materializza periodicamente alla nostra tavola: se del mario 2011, con quel volto che mi ha sempre ricordato un cantautore milanese, avrei rischiato di portarne al naso (al naso) un calice, dal Mario 2021, col quel ghigno sardonico tanto caro a Kubrick, non accetterei manco una coppa nuda. Eppure ci servirà e noi berremo.

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    1. Uno dei problemi è che lo consideriamo superiore.
      Secondo me è un ottimo tecnico cioè un pirlotto.

  6. Anch'io ho fatto casino con l'account google, per cui ho detto "vabbè"... Ottimo rivedere i commenti, grazie anche da parte mia!

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  7. Gentile Alceste, dopo questa performance del nuovo uomo in loden, le chiedo autorizzazione per promuovere una petizione su change.org affinché venga immediatamente rivista la sua esclusione dal mensa
    https://twitter.com/i/status/1362711794431762436
    Un caro saluto

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    1. Perché, Draghi è nel MENSA?
      Lo escludo ... l'esame di ammissione era tosto.

  8. E' stato citato Draghi. Ebbene, questo stralcio del suo discorso di "richiesta" della fiducia dice forse quasi tutto (tutto quello che c'è da sapere) sulla profondità culturale del Nostro e su quella di ogni odiatore/distruttore (consapevole o meno) dell'Italia che si rispetti:
    “Questo governo nasce nel solco dell'appartenenza del nostro Paese, come socio fondatore, all'Unione europea, e come protagonista dell'Alleanza Atlantica, nel solco delle grandi democrazie occidentali, a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori. Sostenere questo governo significa condividere l'irreversibilità della scelta dell'euro, significa condividere la prospettiva di un'Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa. Anzi, nell'appartenenza convinta al destino dell'Europa siamo ancora più italiani, ancora più vicini ai nostri territori di origine o residenza. Dobbiamo essere orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell'Unione europea. Senza l'Italia non c'è l'Europa. Ma, fuori dall'Europa c'è meno Italia. Non c'è sovranità nella solitudine. C'è solo l'inganno di ciò che siamo, nell'oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere”.

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    1. L'ho sempre detto e ripetuto: l'Italia a questi fa schifo, letteralmente.
      L'Europa di cui si riempono la bocca è il Nulla.
      Infatti ci spingono verso il Nulla.

L'Iraq invaso, aumentano i militari della Nato, l'area deve essere presidiata per mantenerla nel caos e distruzione, così ha decretato l'Occidente, gli Stati Uniti

Missione Nato in Iraq. Cosa c’è dietro all’aumento dei militari
Di Emanuele Rossi | 19/02/2021 - 


I ministri della Difesa dell’Alleanza Atlantica decidono di aumentare la presenza in Iraq. Addestrare le truppe locali nel contrasto al terrorismo è l’obiettivo formale, mentre analizzando gli intenti si può intravvedere la necessità di bilanciare la presenza iraniana nel Paese e quello di coinvolgere la Turchia su obiettivi comuni bloccando parte dell’avventurismo di Ankara

La due giorni ministeriale della Nato si è conclusa con una decisone congiunta interessante: i ministri della Difesa dell’alleanza hanno scelto di aumentare il numero del personale dispiegato in Iraq della missione NMI. La decisione è coordinata con il governo di Baghdad, che ha chiesto assistenza agli europei per addestrare le truppe locali. Dal parlamento si sono alzate voci critiche di chi ha ricordato che l’assise ha già chiesto l’espulsione delle forze straniere dal paese e dunque si tratta di una mossa contro la volontà del popolo.

La notizia è di valore perché è in apparente controtendenza rispetto al trend che dall’amministrazione Obama (salvo poi essere invertito a causa dell’insorgere del Califfato baghdadista) e continuato fino agli ultimi giorni di presidenza Trump. Ma l’aspetto centrale della decisone si specchia con ogni probabilità su Washington.

L’annuncio in effetti sembra un’accettazione del disimpegno americano dal palcoscenico mediorientale e un contemporaneo aumento del coinvolgimento della Nato in quanto tale (ossia l’Alleanza, Usa a parte). Da notare che nel mini-surge composto da 3500 nuovi soldati che porteranno l’effettivo del contingente a 4000 operativi non sono previsti statunitensi.

Una missione Nato, che coinvolge militari Gran Bretagna, Turchia e Danimarca ed è sotto comando danese, è vista come più accettabile per gli iracheni rispetto una dei militari americani, hanno detto “diplomatici” a Reuters. Il peso della guerra del 2003 (“l’invasione” per gli iracheni) è ancora presente nel paese e adesso che la necessità di combattere l’Is è fuori dalla fase d’emergenza certe sensibilità vanno tenute in massima considerazione.

Tanto più se attorno alla presenza militare americana si è creato un problema di sicurezza. Le forze statunitensi, che come quelle Nato partecipano ad attività di addestramento definite in gergo tecnico “capacity building”, sono state più volte oggetto di attacchi da parte delle milizie irachene. Si tratta di azioni compiute da unità paramilitari collegate ai principali partiti politici sciiti che condizionano la vita nel paese (muovendosi in un modo simile a una mafia).

Queste unità sono collegate su più livelli all’Iran, e hanno già usato il contesto iracheno come campo di battaglia proxy contro gli Stati Uniti. Tensioni che sono via cresciute dopo l’uscita statunitense dall’accordo sul nucleare iracheno Jcpoa e sfociate più volte in attacchi contro l’ambasciata Usa di Baghdad o a quello recente contro l’aeroporto di Erbil, capitale del Kurdistan iracheno dove sono acquartierate unità della coalizione CJTFOIR che combatte l’Is. L’attacco a Erbil è stato rivendicato da una milizia che si fa chiamare Awliya al-Dam, collegata alla più nota Asa’ib Ahl al-Haq (la famigerata Lega dei Giusti, famosa per i tanti attenti compiuti contro le forze occidentali durante la guerra d’occupazione).

L’aumento della presenza Nato in Iraq è dunque solo in parte focalizzata ad addestrare le truppe locali al contrasto delle sacche insorgenti baghdadiste rimaste a vivere in clandestinità nelle aree dell’Anbar o tra Mosul e Kirkuk. L’obbiettivo è anche creare un riequilibrio di forza con l’Iran da sviluppare attraverso il consolidamento delle forze armate regolari e la costruzione di strutture statuali indipendenti dall’influenza iraniana.

C’è un ulteriore intento strategico pensato da Washington e riguarda la Turchia e il contenimento delle sue ambizioni regionali, che si snodano anche in e dall’Iraq. Includere Ankara nell’aumento sensibile della forza Nato serve a tenere i turchi agganciati a obiettivi comuni e meno coinvolti in quelli personali. Nei giorni scorsi indicazioni ulteriori sulla necessità di attivare questo contenimento sono usciti direttamente da Recep Tayyp Erdogan, che ha accusato gli americani di essere responsabili (indiretti) della morte di 13 turchi uccisi mentre erano detenuti dal Pkk. Erdogan ha respinto il commiato di Washington e ha incolpato gli Stati Uniti di dare sostegno al Pkk (a causa della cooperazione nella lotta all’Is con i cugini siriani dei curdi turchi, mentre Ankara dà la caccia a entrambi a cavallo di Siria e Iraq).

(Foto: Twitter, @IraqNato)

Semiconduttori, la DOMANDA supera l'OFFERTA

Gli Stati Uniti produrranno più semiconduttori: cosa cambierà?

Non è certo una novità il fatto che, da un po’ di tempo ormai, ci sia una forte carenza nella produzione di chip in silicio un po’ nelle fabbriche di tutto il mondo. Tale carenza è dovuta principalmente al fatto che la domanda del mercato è diventata talmente alta che gli stabilimenti di produzione attualmente esistenti non sono sufficienti a garantire una copertura completa.

A tal proposito, il nuovo presidente eletto Joe Biden, ha parlato di un enorme investimento (parliamo di miliardi di dollari) a favore di tutti i campi produttivi affetti da questo problema, tra i quali figura, ovviamente, anche quello dei semiconduttori. L’obiettivo è quello di riportare gli Stati Uniti in una competizione alla pari con la Cina, che è l’attuale fornitrice della maggior parte dei chip.

Il piano di riqualificazione dell’industria dei semiconduttori si dividerà in due fasi: inizialmente verrà eseguito un processo di revisione dalla durata di 100 giorni, durante i quali verranno analizzate i settori etichettati ad alta priorità, tra i quali troviamo, insieme a quello dei semiconduttori, anche la produzione di batteria ad alta capacità per auto elettriche, estrazione di metalli rari e l’industria medica.

Una volta terminati i primi 100 giorni del piano, si passerà ai settori sui quali il problema in questione si è presentato meno pesantemente, come l’esercito, sanità, forniture energetiche e trasporti pubblici. Se tutto procede secondo i piani, a un anno dalla fase due (parliamo quindi della seconda metà del 2022), Biden avrà modo di visionare le analisi effettuate insieme alle strategie proposte dalla task force incaricata di gestire la situazione, in modo da stilare successivamente un piano d’azione.

Servirà tempo, dunque, e anche un bel po’. Il monopolio sulla produzione di semiconduttori rimarrà ai produttori asiatici almeno per i prossimi due anni, quindi non aspettiamoci cambiamenti immediati della situazione attuale, che non sembra essere di certo delle più rosee, soprattutto per quanto riguarda la produzione di schede video.

La Germania vuole essere Paradiso del riciclaggio

"La Germania è un paradiso per il riciclaggio", parola di un tedesco

Il duro atto di accusa dell'eurodeputato dei Verdi europei, Sven Giegold, dopo che la Commissione Ue ha ribadito la sua richiesta a Berlino di adeguare le leggi sul 'money laundering': "Le lacune legislative in un singolo Stato membro interessano l'intera Europa"

Redazione Bruxelles / Agenzie19 febbraio 2021 14:16

La Germania "è il paradiso del riciclaggio di denaro". Parola di Sven Giegold, eurodeputato tedesco dei Verdi, che approva la decisione della Commissione europea di Ursula von der Leyen di lanciare una procedura d'infrazione contro il suo Paese per aver recepito in modo inappropriato la quarta direttiva UE sul riciclaggio di denaro (la scadenza per trasporla nell'ordinamento era il 27 giugno 2017).

Altre disposizioni della terza direttiva Ue antiriciclaggio avrebbero dovuto essere attuate entro il 2007 e sono tutt'ora lettera morta, ricorda l'eurodeputato. "Era ora - continua - che arrivasse questa procedura. Per anni ho spinto per averla, in colloqui e segnalazioni alla Commissione: avrebbero dovuto fare questo passo già da tempo". E' comunque un "successo verde: meglio tardi che mai". Per Giegold, "la negligenza del governo tedesco nell'applicazione delle regole Ue per combattere il riciclaggio è un rischio per la sicurezza, rafforza il crimine organizzato e il terrorismo. Ci sono buchi nell'ordinamento tedesco, specie nell'attuazione del registro di trasparenza e nel rafforzamento dell'unità di intelligence finanziaria. I veri beneficiari ultimi delle società devono essere noti, come richiesto dalla legge Ue". Per Giegold, infine, la Commissione dovrebbe varare una procedura d'infrazione anche per le "carenze" sull'antiriciclaggio nel settore non finanziario tedesco.

L'atto d'accusa del deputato dei Verdi europei arriva dopo che la Commissione europea ha inviato delle lettere a Romania, Germania e Portogallo, per non aver recepito correttamente la quarta direttiva sul riciclaggio di denaro (Amld4). "Le lacune legislative in un singolo Stato membro interessano l'intera Ue", ha ricordato Bruxelles in un anota. Per questo motivo, "le norme dell'Ue dovrebbero essere efficacemente attuate e monitorate per combattere la criminalità e garantire la protezione del sistema finanziario", conclude la Commissione. “

Potrebbe interessarti: https://europa.today.it/attualita/germania-paradiso-riciclaggio.html

Per gli Stati Uniti, non esistono linee rosse, sono tutte a perdere. L'invasione dell'Iraq è stato/è una atto di una violenza immane basata su prove false e menzognere create per avere la scusa di portare questa area nel caos e al servizio dei propri interessi. Non ci si premunito di uccidere distruggere portare un clima di estrema violenza che a tutt'oggi persiste

Medio Oriente: truppe Usa sotto tiro nel Kurdistan iracheno


Medio Oriente: truppe Usa sotto tiro nel Kurdistan iracheno
BIDEN CON LE SPALLE AL MURO: SUPERATA LA LINEA ROSSA DA PARTE DELL’IRAN

16/02/2021 22,45 DAVIDE RACCA

Truppe Usa sotto tiro nel Kurdistan iracheno. Un contractor ucciso e altri 8 militari americani sono rimasti feriti in un attacco condotto con il lancio di razzi da parte delle milizie sciite, fedeli a Teheran, contro l’aeroporto di Erbil controllato dagli americani nella tarda serata di ieri.

Lo scalo aeroportuale è rimasto in preda alle fiamme sino a notte inoltrata. Colpito anche l’accampamento statunitense dove sono rimasti gravemente feriti due militari Usa che versano in condizioni critiche, altri 6 con lesioni meno gravi come numerosi altri civili addetti alla base.

soccorsi all’ingresso della base di Erbil

Tutti i feriti sono stati elitrasportati all’ospedale militare di Ain Al-Assad. Alcune fonti riferiscono di altre vittime tra i militari americani, ma la notizia non ha trovato sinora conferme ufficiali.

Uno dei razzi ha colpito l’area di stoccaggio del carburante dell’aeroporto mentre altri, fuori traiettoria, hanno centrato varie località della città di Erbil, tra le quali il consolato cinese, un concessionario di auto ed alcune abitazioni civili.

L’attacco a Erbil è stato rivendicato dai “guardiani del sangue” una sigla nuova nel panorama regionale, sostenuta dai “Guardiani della rivoluzione” iraniani, che hanno evocato la vendetta promessa dopo la morte di Qassem Soleimani a Baghdad.

Il gruppo “Seraya Owlia Al-Dam” ha lanciato 24 razzi verso la base Usa e secondo il portavoce della coalizione risultano gravemente danneggiati un velivolo “Falcon” in uso all’intelligence americana e almeno un drone MQ1C parzialmente distrutto durante l’attacco.

Nella rivendicazione del gruppo terroristico Avengers of Blood si legge che “altri attacchi sono in arrivo. Questa operazione ha provocato gravi danni ai magazzini e agli aerei degli occupanti e ha lasciato un gran numero di vittime. Gli americani non saranno più al sicuro da nessuna parte, nemmeno in Kurdistan” e che “questo (attacco NDR) è solo l’inizio del gioco”, frasi accompagnate dalla pubblicazione, sul canale Telegram del gruppo, di alcuni poster di minaccia agli Usa. 

poster di rivendicazione

Le Forze di sicurezza del Kurdistan del governo regionale hanno trovato due razzi Fadjr-1 107mm che sono stati lasciati sulla scena dai miliziani sciiti e un furgone con montato un lanciarazzi multiplo.

Quanto accertato conferma che le cellule hanno posizionato le rampe mobili ia circa 7 km dal bersaglio utilizzando per l’attacco razzi Haseb / Falaq-1 / Fadjr-1 107mm fabbricati in Iran.

lanciarazzi multiplo

Appare evidente che l’attacco di ieri contro le truppe americane in Kurdistan rappresenta una prima azione di rappresaglia per le morti di Qassem Soleimani e dello scienziato Fakhrizadeh, un’azione che potrebbe rappresentare la prima “crisi” da affrontare per la nuova amministrazione di Joe Biden.

La possibile conferma di vittime americane, che rappresenterebbe il superamento della tanto evocata “linea rossa”, imporrebbe una risposta da parte del neo presidente, la cui politica estera risulta ad oggi essere incomprensibile e deficitaria.